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Perciò nè l'empio al tribunale innanzi
Alta e superba porterà la fronte,

Nè il peccatore all' Assemblea de' giusti.
Che dei giusti le vie son note a Dio,
E condurran quelle degli empj a morte.

SALMO II.

Senza titolo: ma si ricava esser di Davidde dagli Atti degli Apostoli Cap. IV. 25.26. 27. E' questo Salmo una profezia continuata sulla Persona di GESU. CRISTO, sulla congiura fatta da Erode e dagli Ebrei contro di lui, sulle sue vittorie, e sulla rapida propagazione del suo Regno per tutto il Mondo

ARGOMENTO

Iddio padrone dei Popoli e dei Sovrani. Ammonizione ai medesimi

P

erchè a rumore si levar le Genti,

E i popoli sognarsi imprese vane ?
Furo a consiglio i Regi della Terra
E i Principi tra lor tenner consulte
Contro il Signore e l' Unto del Signore.

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Spezziam (diceano) il giogo, e da noi lunge
Tutte si gettin or funi e ritorte,,.

Ma riderà l'Abitator dei Cieli:

Iddio si burlerà dei folli detti.
Allor nell' ira sua parlerà loro,
E gli spaventerà nel suo furore.

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Io son (dirà) quei che mi scelsi il Rege
Sul monte di Sionne a me devoto,,.

Narrabo ipsum statutum:) Dominus dixit ad me: Filius meus es tu, ego hodie genui te.

Postula a me, & dabo tibi Gentes hereditatem tuam, & possessionem tuam terminos terrae.

Reges eos in virga ferrea, & tamquam vas figuli confringes eos.

Et nunc reges intelligite: erudimini qui judicatis terram ♣

Servite Domino in timore: & exsultate ei cum tremore.

Apprehendite disciplinam (Osculamini filium), nequando irascatur Dominus, & pereatis de via justa (a).

Cum exarserit in brevi ira ejus, beati omnes qui confidunt in eo.

(a) Il Testo Ebreo non ha che queste parole & pereatis via; le quali il Traduttore esprime per subbito, in latino illico, o in loco, e, come in Toscana si dice, diviato. All' Editore (Guido Savini, di cui sono queste note) parve al principio questa spiegazione alquanto strana: ma si è ri

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Nè per me tacerassi il gran Decreto

Che udii dai labbri suoi: Tu sei (mi disse)

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"

"

Il Figliuol mio: te generai quest' oggi .
Chiedi che vuoi; e ti darò in retaggio

Popoli e Regni; e per confini avrai
Del patrimonio tuo quei della Terra.
Su questi scuoterai verga d'acciaro,
E come di vasajo orcio si trita,

Tal tu degli empj mi farai governo,,.
Or senno abbiate o Regi: esempio e norma
Quinci apprendete, o Giudici terreni.
Servite Iddio; ma con timor: gioite
In Dio pur anco; ma di lui tremate ?
Il bacio offrite al Figlio, ond' egli in ira
Non sorga, e voi subita morte opprima («):
Però che l'ira avvamperà in un tratto.
Beato allor chi in lui porrà sua speme.

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mosso da tal sentimento dopo aver veduta su questo passo una Lettera del dotto M. Cappel, riportata nella Biblioteca scelte di M. Clerc al Tom. III. pag. 288; alla quale rimandiamo il Lettore.

PSALMUS III

Psalmus David, cum fugeret a facie Absalom filii sui (II. Reg. 15. 14.)

Domine

omine quid multiplicati sunt qui tribulant me? multi insurgunt adversum me.

Multi dicunt animae meae: Non est salus ipsi in Deo ejus.

Tu autem Domine susceptor meus es, gloria mea, & exaltans caput meum.

Voce mea ad Dominum clamavi : & exaudivit me de monte sancto suo.

Ego dormivi, & soporatus sum : & exsurrexi, quia Dominus suscepit me.

Non timebo millia populi circumdantis me: exsurge Domine, salvum me fac Deus meus.

Quoniam tu percussisti omnes adversantes mihi sine caupeccatorum contrivisti

sa: dentes

tua

Domini est salus : & super populum tuum benedictio

SALMO III

Cantico di Davidde, in occasione che fuggiva dalla presenza di Assalonne suo figliuolo. (II. Reg. 14. 15.)

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ARGOMENTO

Orazione di un' anima afflitta, e che non ispera che in Dio.

Dio, perchè de' miei persecutori

Moltiplica così l'enorme stuolo?

Quanta è la turba a travagliarmi insorta!

Quanti all'orecchio motteggiar mi sento,

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Dargli non può salvezza il Dio che adora,,!
Ma tu, Signor, tu sei mia gloria e scudo;
Ed io per te sempre alzerò la testa.
Griderà a Dio l'umil mia voce; ed egli
Mi udrà benigno dal suo Monte santo.
S'io giacqui, e chiusi i lumi, e mi svegliai;
Dio mi protesse i sonni, e Dio le veglie.
Non temerò, se popoli a migliaja

Contro me avessi a fronte ed alle spalle.
Sorgi o Signor; vieni al mio scampo o Dio;
Tu, che altre volte ai miei nemici hai pesta
La faccia, e agli empj hai stritolato i denti.
Sol chi ne salva è Dio. Scenda or per sempre
La tua benedizion sulla tua gente.

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