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studj, che se gli apriva dinanzi. L'abbracciò con ardore; e l'amore che vi pose gli fece credere per qualche tempo di essere dalla Providenza chiamato a quello stato di vita. Penetrò nei recessi della

E giù pel gorgo di vorace notte
Via ne spazzò di libertà e sapienza
Le più bell' opre! Per quel tristo tempo
Ogni Musa leggiadra e ogn' alma Scienza
Imprigionata in tenebrose mura

Le sordid' ore ad una scarsa luce
Di fioca lampa consumò languendo:
Mentre barbare intanto oscene mani
Profanar si vedeano i lor misteri,
Sguarnire i sacri plettri, e la poggiante
Piuma dell'alma incatenare al suolo.
Ma pure alfine, gli empi lacci infranti,
Surser le Muse; e con selvaggio canto
Spiegar da prima i disusati vanni;
E sparsero in volar floridi serti

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Dai boschi di Valclusa, insino ai mirti
Del margin d' Arno e alle felici sponde
Della molle Partenope. Ma l'altro
Più coraggioso e penetrante stuolo
Delle vergini Scienze egual non ebbe
Con lor la sorte. Gigantesca possa
E cruda ambizion sempre
E dai comun consigli, e dalle vie
Affaccendate del civil commercio,
Spinselo a forza entro solinghe celle,
Là dove tacit' ozio i di consuma
In vane cure e in tenebrosi esami.

ין

oppresse,

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-Teologia; studiò i Padri della Chiesa; si rende familiare la Storia Ecclesiastica, e la scienza dei Canoni, e della Disciplina. Ma dopo tante fatiche, dovette finalmente riconoscere che non era quella la sua strada. Rinunziò allora con il suo solito disinteresse agli onori ed ai comodi della sua dignità: ma riportò nel secolo un grande amore per gli studj di Religione, ed una dottrina che più d'una volta sorprese dei Teologi consumati.

Aveva perduto il padre e la madre, e viveva co' suoi fratelli in un'intima unione. La casa Savini era il ricetto dei buoni studj e della nobile ospitalità. I disgraziati vi trovavano un asilo, siccome avvenne al. perseguitato Cecchetti, e le persone più culte della città si facevano un onore di frequentarla.

Di questi anni, che seguitarono il ritorno di Guido da Roma, abbiamo di lui l'Epistola Orazia. na volgare a Castruccio Buonamici, la Lettera critica sulla traduzione delle Georgiche dell' Abate Giannetti, e la prima Orazione per l'Aprimento degli Studj, da lui pronunziata l'anno 1757, in cui si spogliò della qualità di Ecclesiastico. Quest' ultima fu ricevuta con tanto applauso, che alquanti anni dopo, non essendo stata preparata alcuna nuova Orazione per quell'annua solenne ricorrenza, fu per ordine della Reggenza Imperiale, che risedeva in Firenze, espressamente invitato a replicarla..

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Pompeo Neri, Ministro pieno di lumi e di patriottismo, che di Presidente del Censimento in Milano era stato fatto da Cesare Presidente della sua Reggenza in Toscana, si dava tutte le immaginabili premure per far rivivere l'Università di Siena, che la dispersione delle entrate aveva ridotto quasi ad una totale inazione. Dopo di avere ottenuto per essa dalla munificenza sovrana dei nuovi assegnamenti, si volse a provvederla di abili Professori; e fra questi pose gli occhj, per uno dei Legali, nel Savini, che non si mostrò renitente ad accettare una Cattedra, purchè altra non fosse che quella del Dritto Pubblico, sua Scienza prediletta. Il Neri glie lo promise: ma non avendo avuto poi luogo l'erezione di una tal Cattedra, senza altrimenti consultarlo, lo fece scriver su i ruoli Professore d'Istituzioni Civili. Guido esitò alquanto: ma pure fece cedere la sua ripugnanza al dovere di suddito e di cittadino, ed accettò.

Nell'esercizio di questa Cattedra, che sostenne per lo spazio di ben diciott'anni, egli non si contentò di comunicare a'suoi scolari le nude divisioni e definizioni della Giurisprudenza. Pose maggior cura a formare in essi il criterio legale; e coll'ajuto delle altre sue immense cognizioni seppe spargere di fiori un cammino ordinariamente sì arido e sì tedioso. Si applicò sopra il tutto a rad

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drizzare tanti inetti ragionamenti, tante ridicole interpretazioni dei commentatori, e a far gustare a'suoi discepoli la bellezza e la regolarità dell'edifizio della Giurisprudenza Romana, senza confonderla cogli errori e coi pregiudizj del secolo in cui fu compilata (c). In una parola, fece conoscere che il senno filosofico, e il buon gusto, sono sempre al loro luogo in qualunque scienza, e le accrescono onore. Questa scuola non fu mai frequentata da un sì gran numero di uditori, come a quel tempo. Oltre a quelli che ne seguivano il corso colle vedute solite aversi in tale studio, molti altri vi concorrevano tirati dalla eloquenza e dalla venustà colla quale ornava le sue lezioni; e persino le sue Lauree, frivolo tributo allora dell'adulazione e del

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(c) 'Sono questi i pensieri che l'Autore medesimo manifestò in una let tera scritta ad Alessandro suo fratello il di 11 Dicembre 1759. Lo stu,, dio è ingrato (sono le sue parole), ed ho le mie ragioni, che voi medesimo, spero, mi approvereste. Ma questo medesimo lusinga un poco il mio amor proprio, ed attua in qualche modo le mie deboli forze. Mi abbatto spessissimo in definizioni false o inconcludenti, in divisioni viziose, in leggi contradittorie, in ragionamenti ridicoli. Mi fanno ridere, e talora mi tirano a ira, le pazzie e le scempia taggini dei commentato"ri; ed ho un grandissimo piacere quando ne trovo dei ragionevoli che » pensáno come me. Questi disordini mi eccitano la voglia di raddrizzarli .. Fuor di burla, un certo spirito critico che bisogna impiegare ,, in questo libro delle Istituzioni J, e l'utile, che io vedo che a quest' ef fetto mi posson dare certi studj che ho fatti, e certi principj che ho in testá, mi fa trovare del piacere in mezzo alla seccacura: tanto più che bisogna dall'altra parte confessare che, tolti quei difetti che causava il » secolo (che per altre sen molti), il progetto e il disegno delle Istituzio ,,ni è grande e magnifico, e la condotta del medesimo libro è plausibile, », non solo nel grosso, ma ancora nel dettaglio ec.,,

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costume, erano riguardate come capi d'opera nel loro genere, piene d'istruzione e di dignità.

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L'Accademia delle scienze, detta dei Fisiocritici, aveva, non meno della Università, sofferto anch'essa le sue vicende. Istituita sul cadere del passato Secolo, a somiglianza della Fiorentina Accademia del Cimento, per le cure di Pirro Gabbrielli, valente medico e filosofo (che ne ornò la sala con una delle prime Linee Meridiane che fossero costruite in Italia, precisamente nel tempo che il Casini disegnava quella di San Petronio di Bologna), e di Girolamo Landi generoso Mecenate delle scienze; si era distinta fin dal suo nascere con ogni sorta di filosofiche produzioni, che si trovano inserite in gran numero negli Atti della Società Imperiale Leopoldina. Ma poco dopo la morte de' suoi fondatori rallentossene in qualche parte l'attività; senza che per questo si tralasciassero le sue periodiche adunanze, persino all'anno 1738,0 1739,. verso il qual tempo vennero esse del tutto abban donate. In questo stato erano le cose, quando Guido, divenuto Professore, intraprese di rilevarla. Ricercò ad uno ad uno quanti vivevano ancora degli antichi Accademici, che si erano persino dimenticati di esserlo; ottenne che a questi si unissero i pubblici Professori delle Scienze; ed ebbe finalmente la soddisfazione di veder l'Accademia risorta a

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