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nuova vita in quella memorabil sessione de' 29 Apri le 1759, ove fu eletto Capo e Príncipe della medesima l'Arcidiacono Salustio Bandini, soggetta rispettabile, ed il più adattato che vi fosse per dar riputazione a quello stabilimento, di cui Guido era l'anima ed il movente principale. Mancava la san zione sovrana; e questa Pompeo Neri intercedè di buon grado, mosso dal suo amor per le scienze, e dalla stima che faceva di Guido, con cui tenne un carteggio seguito per le cose dell' Accademia, e all'oggetto di provvederla di macchine e d'istrumenti, fissare i metodi e le regole de' suoi esercizj, e incominciare la stampa degli Atti, che non è stata più tralasciata. Guido medesimo fu eletto Principe dell' Accademia nel 1764; e continuò a presedervi sino al 1771, quando per la sua rinunzia il chiarissimo Baldassarri (d) gli fu dato per

successore.

Appartengono a questo tempo, in cui Guido fu Professore della Università, la sua seconda Orazione per l'Aprimento degli Studj, piena di una

(d) Il Dottor Giuseppe Baldassarri, Chimico e Naturalista assai celebre professò l'una e l'altra scienza nella Università di Siena, e le illustrò con varie Dissertazioni e Memorie inserite negli Atti della Accademia Fisiocritica, che portano l'impronta del genio, e fecero allora gran sensazione tra i filosofi, E' sua lode speciale l'aver presentito l'esistenza di un'acide aeriforme, molto innanzi alle scoperte dell'illustre Priestley. Veggansi gli Atti surriferiti al Tomo II.

Dialettica così eccellente, e che sembra aver rapito talvolta il filo con cui un gran Metafisico (e) (che scriveva in quel torno, ma i cui scritti non erano peranche conosciuti in Italia) ha saputo sì bene internarsi nel labirinto della mente umana; l'Elogio dell'Arcidiacono Bandini morto nel 1760; la Memoria filantropica sui i mali correnti l'anno 1767, ove si vede ch'ei non era straniero a veruna scienza, e che in tutte portava lo stess' occhio filosofico e lo stesso profondo discernimento; il bel Discorso sulla utilità dei Corpi Accademici, pronunziato nell'atto di presentare a quello dei Fisiocritici la sovrana approvazione de' suoi moderni regolamenti; alcune Introduzioni poetiche per le accademie degl' Intronati, che pure lo elessero più d'una volta per loro Principe; finalmente la tanto applaudita Orazion funebre di FRANCESCO I. Imperatore, conosciuta per diverse edizio

ni che ne sono state fatte.

Al regno paterno dell' Imperator FRANCESCO succede, quanto alla Toscana, il regno filosofico e memorabile di PIETRO LEOPOLDO suo figliuolo. Questo Principe, che alla vastità delle vedute riuniva la più minuta attenzione sopra ogni par

(e) L'Abate di Condillac,

te ancor minima de' suoi Stati, osservò che il frutto della Università di Siena non corrispondeva in generale al molto che si era fatto per ravvivarla; e non gli sfuggì che la colpa di questo poteva trovarsi in qualche vizio della sua medesima costituzione. Presedeva ad essa un Capo puramente economico, assistito, per ciò che risguardava le scienze, da una Deputazione letteraria, che si adunava di rado, e lo secondava con freddezza.

LEOPOLDO pensò di rimediarvi, sostituendo a questa Deputazione e con più ampie preroga tive, sull' esempio della Università di Pisa, un Provveditore, che fosse uomo di Lettere, ed insieme capace di governare una repubblica di letterati, ove più che l'autorità vuolsi adoperare l'ascendente del merito e gl'incanti della persuasione. Queste qualità ch'ei cercava le trovò nel Savini, che senza aspettarselo, e senza bramarlo, si vide nel 1777 da un'ordine sovrano chiamato dalla sua Cattedra a questo importante impiego.

Questa scelta gloriosa lo tolse quasi interamente ai piacevoli esercizi della letteratura, per confinarlo nelle spinose incumbenze della sua carica. E' difficile a credersi quale inesausta sorgente di occupazione egli vi ritrovasse. Oltre alla soprintendenza politica al Corpo dei Professori e degli scolari, dipendeva ancora dalle sue cure una pubblica

Bibliotecá, ćhe si andava giornalmente aumentando per molte e considerabili riunioni da lui medesimo procurate (f); un Collegio di Alunni, di cui convenivagli essere il legislatore; un' Accademia di Scienze, della quale era, nella sua nuova qualità, divenuto come il tutore, e il custode delle sue leggi; alle quali cose fu ben presto aggiunto tutto il peso della economica amministrazione. Gli antichi metodi più non si convenivano ad alcuno di questi dipartimenti, e toccava ad esso di riordinarli secondo un nuovo sistema. Per occupare interamente un uomo di non mediocre attività, sarebbe bastata la sola sua corrispondenza col Governo, che forma un'opera immensa, distribuita in parecchi volumi, scritti quasi in tutto di suo carattere, e pieni di notizie d'ogni genere e di vedute eccellenti, che saran sempre il manuale e la guida di quanti verranno in avvenire prescelti al medesimo impiego. Oltre di che il Sovrano l'onorava frequentemente di commissioni estranee alla Università, ma relative alle Scienze; e lo fece ancora la

(f) Non vuolsi con questo diminuire la giusta lode del dotto e bene merito Bibliotecario Sig. Abate Giuseppe Ciaccheri, che, oltre all' aver pro mosso in ogni tempo e con tutto lo zelo il decoro e l'accrescimento della Biblioteca medesima, ha voluto, ancora vivente, spogliarsi a favore di es sa della proprietà di una scelta e numerosa collezione di Libri e Manuscritti, che formavano la sua domestica biblioteca, e di una non meno prege vole raccolta di stampe, disegni, ed altri monumenti delle Arti, principal, mente Sanesi.

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vorare ad un piano generale di studj che si proponeva d'introdurre per tutto il Granducato. Final-mente era nella natura del suo spirito di non abbracciare veruna cosa superficialmente, ma d'incalzare sino alla incontentabilità quelle che credeva essere del suo dovere e della sua fede.

Queste sue fatiche, che non comparivano agli occhj di tutti, non isfuggirono a quelli del penetrante LEOPOLDO, e glie ne meritarono sempre più l'approvazione e la stima. Non solamente lo accoglieva con bontà tutte le volte che gli affari della sua carica lo conducevano appiè del trono; ma si compiaceva maravigliosamente nella sua conversazione: e nelle frequenti visite che quel Principe attivo faceva alla città di Siena, Guido era fra i primi ch' ei ricercasse; lo visitava in sua casa; lo ammetteva alla propria mensa; e seco si tratteneva in lunghi e familiari colloquj, qualche volta alla vista di un Pubblico spettatore. E' da notarsi che di questo favore, usato sovente in benefizio altrui, Guido non si prevalse giammai per sè medesimo: ma contento del limitato emolumento assegnatogli fin da principio, con quello si rimase sino alla morte. Solamente negli ultimi anni della sua vita, il Real -FIGLIUOLŎ e Successore di LEOPOLDO nel Granducato si compiacque di conferirgli una Commenda dell' Ordine di Santo Stefano, cold

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