Saggi di prose i poesie de' più celebri scrittori d'ogni secolo, Zväzok 1Leonardo Nardini, S. Buonaiuti Per Cooper e Graham, 1796 |
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Strana 78
... imperio romano ; ed i costumi de- gl ' Italiani si trovarono dopo il , 1000 , quali erano stati quelli de ' Volsci , e de ' Latini , e degli al- tri Italiani antichi avanti che Roma gli soggio- gasse . Prendiamone saggio da ciò , che ...
... imperio romano ; ed i costumi de- gl ' Italiani si trovarono dopo il , 1000 , quali erano stati quelli de ' Volsci , e de ' Latini , e degli al- tri Italiani antichi avanti che Roma gli soggio- gasse . Prendiamone saggio da ciò , che ...
Strana 120
... imperio , nè così cruccioso , quando corse in grembo a lei , punto dall ' alato serpentello di Anacreonte . Molti e varj partiti fra se rivolse il Dio , ora appigliandosi a questo , ora a quello , e poi rigettandoli tutti ...
... imperio , nè così cruccioso , quando corse in grembo a lei , punto dall ' alato serpentello di Anacreonte . Molti e varj partiti fra se rivolse il Dio , ora appigliandosi a questo , ora a quello , e poi rigettandoli tutti ...
Strana 122
... imperio che la reg- geva , una sola la lingua che parlava , uno solo era il culto d'amore ch ' ella seguiva . Con quei medesimi riti che sacrificavasi ad Amore nel Campidoglio , con que ' medesimi sacrificavasi in Grecia , nella fredda ...
... imperio che la reg- geva , una sola la lingua che parlava , uno solo era il culto d'amore ch ' ella seguiva . Con quei medesimi riti che sacrificavasi ad Amore nel Campidoglio , con que ' medesimi sacrificavasi in Grecia , nella fredda ...
Strana 123
... imperio d ' Amore non temesse di niuna umana forza , nè astuzia ; benchè avesse fondamenti e principj di tutt ' altra durata , che non hanno i mondani imperj , aver egli però udito dire le divisioni e le sette negli stati essere sempre ...
... imperio d ' Amore non temesse di niuna umana forza , nè astuzia ; benchè avesse fondamenti e principj di tutt ' altra durata , che non hanno i mondani imperj , aver egli però udito dire le divisioni e le sette negli stati essere sempre ...
Strana 125
... imperio e del mondo . Approvato il parere della Voluttà , fu tosto commesso agli Scherzi e a i Giuochi , che noi chiamiamo Amorini , di recare a i mortali il voler degli Dei . Il più lesto di tutti fu d ' un volo a Parigi , dove più ...
... imperio e del mondo . Approvato il parere della Voluttà , fu tosto commesso agli Scherzi e a i Giuochi , che noi chiamiamo Amorini , di recare a i mortali il voler degli Dei . Il più lesto di tutti fu d ' un volo a Parigi , dove più ...
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Abra Abram alcuni allora altra altrui Amore ANACREONTICA anco anima antichi Apelle Apollo armata assai avea bella bellezza Bianca bocca Brindisi buon cavalier Chè cielo colla credere cuore Danubio dice dolce donne Duca Duca di Marlborough erano essendo Fiandra figlio filosofia fiori Firenze forza Francesco Redi Francesi fulmine fuoco furono GALILEI Galileo gente gentil giorno gran Greci guerra imperio intorno Isac Isacco istesso Italia italiana Lady latina leggi lieti lingua lingua italiana lingua latina lungo maggior maraviglia mare medesimo mente mondo morì morte mostra nazione nemici nume occhi onore passione passo pena di morte piacere piè piropo poco poema poesia poeta principe quivi ragione regno sangue Sara secolo sento Signor soldati SONETTO suono Tallard terra torno Traiano tralle tratto trova Ugonotti uomini vede veggo vino virtù vizj volte zione
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Strana 229 - Suoi fìglioletti intiepidir la notte; Poi sul collo recando i sacri arnesi Che prima ritrovar Cerere e Pale, Va, col bue lento innanzi, al campo, e scuote Lungo il picciol sentier da' curvi rami II rugiadoso umor che, quasi gemma, I nascenti del Sol raggi rifrange.
Strana 228 - Giovin signore, oa te scenda per lungo di magnanimi lombi ordine il sangue purissimo, celeste, o in te del sangue emendino il difetto i compri onori e le adunate in terra o in mar ricchezze dal genitor frugale in pochi lustri, me precettor d'amabil rito ascolta. Come ingannar questi noiosi e lenti giorni di vita, cui sì lungo tedio e fastidio insoffribile accompagna, or io t'insegnerò.
Strana 230 - L'altro dì non perfette, o se di chiave Ardua e ferrati ingegni all'inquieto Ricco l'arche assecura, o se d'argento E d'oro incider vuoi giojelli e vasi Per ornamento a nuove spose oa mense. Ma che? tu inorridisci, e mostri in capo, Qual istrice pungente, irti i capegli Al suon di mie parole? Ah non è questo, Signore, il tuo mattin. Tu col cadente Sol non sedesti a parca mensa, e al lume Dell' incerto crepuscolo non gisti Jeri a corcarti in male agiate piume Come dannato è a far l'umile vulgo.
Strana 219 - Sol, gli occhi al pianto, e, nato a pena, va prigionier fra le tenaci fasce. Fanciullo, poi che non più latte il pasce, sotto rigida sferza i giorni mena; indi, in età più ferma e più serena, tra Fortuna ed Amor more e rinasce.
Strana 224 - O Mirtillo, Mirtillo, anima mia, se vedessi qui dentro come sta il cor di questa che chiami crudelissima Amarilli, so ben che tu di lei quella pietà, che da lei chiedi, avresti.
Strana 10 - E quando altri gli celebrava la chiarezza ed evidenza nell' opere sue, rispondeva con modestia, che se tal parte in quelle si ritrovava, la riconosceva totalmente dalle replicate letture di quel poema, scorgendo in esso una prerogativa propria del buono, cioè che quante volte lo rileggeva, sempre maggiori vi scopriva le maraviglie e le perfezioni, confermando ciò...
Strana 228 - Come ingannar questi noiosi e lenti giorni di vita, cui sì lungo tedio e fastidio insoffribile accompagna, or io t'insegnerò. Quali al mattino, quai dopo il mezzodì, quali la sera esser debban tue cure apprenderai, se in mezzo a gli ozi tuoi ozio ti resta pur di tender gli orecchi a
Strana 231 - Pingano a stento in alcun lato i raggi Del Sol ch'eccelso a te pende sul capo. Or qui principio le leggiadre cure Denno aver del tuo giorno ; e quinci io debbo Sciorre il mio legno ; * e co' precetti miei Te ad alte imprese ammaestrar cantando.
Strana 237 - E d' un nodo comun l'alme stringea. Allora fu che il Sol mai sempre uniti Vedea un pastore ed una pastorella Starsi al prato, a la selva, al colle, al fonte ; E la Suora di lui vedeali poi Uniti ancor nel talamo beato, Ch' ambo gli amici numi a piene mani Gareggiando spargean di gigli e rose.
Strana 222 - PRIMAVERA gioventù dell' anno, Bella madre di fiori , D' erbe novelle e di novelli amori , Tu torni ben , ma teco Non tornano i sereni E fortunati dì delle mie gioje : Tu torni ben , tu torni , Ma teco altro non torna Che del perduto mio caro tesoro La rimembranza misera e dolente. Tu quella sei , tu "quella , Ch...