Obrázky na stránke
PDF
ePub

O DE XXXVIII.

AL VALLETT O.

Non vo' persi apparati, odio ghirlande

Con tiglio inteste ; d' indagar deh! schiva,
Garzon il sito, ove sue foglie spande

[ocr errors]

Rosa tardiva.

Nulla mi cal che tu vigil proveggia,

Del mirto in fuor: nè il mirto a te, coppiere', Sconvien, nè a me, cui densa vite ombreggia Intento a bere.

!

ANNOTAZIONI

AL

LIBRO PRIMO DELLE ODI.

Il titolo di annotazioni non ti sgomenti, o lettore. ORAZIO ne ha riscosso così ampio tributo, da potersi de' suoi soli comentatori fornir non piccola biblioteca. Nel ricopiar ora la mia versione, alcune noterelle sparse qua e là, o per dir meglio accennale in margine de' miei scartafacci ho incontrato, quali alle latine, quali alle italiane odi appartenenti, e parecchie a vari punti di erudizione, ed altre alle due lingue, e talune ancora a qualche mio ghiribizzo. So che inutile stato sarebbe le altrui cose ripetere. Non portar frasca alla selva ma a me è sembrato averne esposte di quelle non da altri già dette, o che quantunque dette, pur sarebbe giovato il rammentarle, protestando tuttavia che pochissimo stato sono amico a' comentatori. Ed a questo appunto di varie nuove e forse non infelici emendazioni nel testo del mio autore, come tu tratto tratto l'osserverai, debitore mi riconosco. Chiunque leggendo classici o interpretandogli, verso sfuggir non tollera intorno a cui gli eterni, e il più delle volte inutili comenti, di greco e di latino intarsiati, in ponderosi volumi a consultar non prenda ; libertà di riflettere a se stesso non lascia. Nell' immergersi in quel pelago, smussato resta ogni acume d'ingegno, e sino il propio buon senso dalla noia e dalla fatica sopraffatto e fugato. Posso bensi sospettare che per quanto poco ami i coamentatori, pur mi sia seco loro talvolta in alcune lezio

[ocr errors]
[ocr errors]

ni, ed osservazioni per avventura senza saperlo incontrato. Il dico, perchè ove ciò sia avvenuto, di mal usurpata lode tu cagionarmi non vogli.

Inducomi. intanto a pubblicarle su la speranza che o non ti dispiaceranno, perchè non inette, o non ti annoieranno, perchè non prolisse. Quando poi in conclusione ti dispiacessero, o ti annoiassero tu sai ben che ti fare.

O DE I.

CHI potrà negare che intralciato ed oscuro sia l'ingresso di quest' ode, che le varie inclinazioni degli uomini va esponendo? Nè versione, nè comento, che pienamente mi soddisfaccia, ho trovato sinora. E pure il primo componimento di un canzoniere n'è quasi la mostra, e l'ode Maecenas atavis d'insegna della lirica oraziana parmi che non meriti onore. D' esservi stata aggiunta da alcun vecchio scoliaste, sin non manca chi abbia sospettato. Che se fomento vuolsi aggiugnere a tal sospetto, bcn ce l'appresta l'od. 1. del 1. I. Est ut viro vir... hic generosior hic melior.. illi turba maior; di modo che quasi vi si chiude il germe dell'argomento, che in questa svolgesi più alla distesa. E nella prima satira altresì mettesi in campo il soldail mercatante, il leggista, il contadino. e l'uom

102

di città.

Terrarum dominos evehit ad Deos. Qui il terrarum dominos è quel, che da' gramatici addimandasi caso di apposizione, che circoscrive gli dei terreni, o sia i monarchi, a differenza degli dei celesti. Il notissimo

se

Divísum imperium cum Iove Caesar habet di Virgilio corrisponde a' versi del nostro nell'ode 12 diretti allo stesso Cesare. Te minor latum reget aequus orbem: Tu gravi curru quaties Olympum. Nè per altro era lieve orgoglio per un vincitore al corso de' carri il tenersi eguale a' regi, senza pretendere d'indiarsi. E leggerem poco stante al v. 30. Dis miscent superis, detto, condo me, a Mecenate protettor de' dotti, e da lor celebrato. Distingue così il poeta i numi dominatori della terra, e quegli arbitri del cielo. La palma innalzava a' primi i vincitori ne' giuochi olimpici ; l' edera eguagliava il munifico Mecenate a' secondi: Palma evehit ad Deos, terrarum dominos... ederae doctarum frontium Dis miscent superis. Non sarebbe stato discreto l'accomunar la gloria di Automedonte e di Mirtilo con quella dell'amico di Augusto, e del suo, anzi di tutti i sommi uomini di quella età liberalissimo protettore.

Hunc si mobilium. Da questo settimo verso si suole comunemente intrecciar la sintassi sino al Myrtoum pavidus nauta secet mare, confondendone il senso,

come

se dovesse intendersi che nè l'ambizioso, nè il mercatante, nè l' agricoltore s' indurrà mai a fare il navigante, quando ancora i tesori di Attalo tutti gli si profferissero. La particella condizionale del si è quella che trae ad inganno. Hunc si, illum si. Io tengo all'incontro che in quegli otto versi sino a Myrtoum chindonsi tre diversi esempi d' inclinazioni diverse, e da non confondersi, nè pretendere che al nunquam dimoveas si risolvan poi tutti. Quindi così l'interpetro. L'auriga olimpico esulta della palma alla corsa de'carri : questi dell' ottener le prime cariche di Roma: quegli delle ubertose ricolte. Altri poi inteso a coltivar il

« PredošláPokračovať »