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vi avessero gli argomenti sacri a Venere, à Bacco, ad Amore, all' amicizia, a' piaceri, all' allegria, alla tristezza, quanti in somma al genere anacreontico ne appartengono; tantochè Polinnia non che su le più vaste regioni del Parnaso, come in propio dominio signoreggia, ma quelle delle sue germane visita altresì, e sin degli onori partecipa e del coturno e del socco. Che se ciò non fosse, ma come già nel suo primo sorgere, della sola caldissima fiamma, da indomiti petti spirante, animar si potesse l'estro della lirica musa; io non so se Pindaro stesso, paragonato a' Bardi, tiepido non apparirebbe, e so poi senza dubitarne che FLACCO non per modestia, ma per verace persuasione, ape industre a fronte di quel cigno dirceo se medesimo estimava. L'espression violenta adunque di ribollenti passioni al nostro vate apprestar non potea suggetto d' indocile e svariato carme nè ciò fia che fra' latini lirici gli tolga il suo primato. E separando dal resto della lirica famiglia questo genere impetuoso (10), che schivo d'ogni legge, tutto alla fantasia, e al fremito di tempestosi affetti abbandonandosi, d'ogni regolar poesia oltrepassa il confine; genere, che

quantunque pindarico appellisi, pure nẻ all'età, nè alla nazione di Pindaro puossi strettamente riferire; altro poi non se ne saprebbe additare, in che del più sublime fra gli allori del latino Parnaso la lira di FLACCO esser non ineriti coronata. Io me ne appongo a quelle tante sue odi, varie di subbietto, e di stile, tutte greca semplicità spiranti, molli, tenere, ingegnosissime, delle quali assai molte se tradotte non furon dal greco, siccome per taluni sospettasi (11), ne sono almeno emule imitatrici.

Avean le romane con le greche muse in ogni maniera di leggiadro scrivere valorosamente gareggiato, e in quegli aurei giorni, in che ORAZIO fioriva; e Omero, e Menandro, e Aristofane, e Callimaco, e Teocrito, ed Esiodo veduto aveano su le sponde del Tebro i loro avventurosi rivali: ma nil intentatum profferir non poteasi ancora (12); ove Pindaro ed Archiloco, Saffo, Stesicoro, Alceo non eccitassero ancor essi l'estro degli amor teneri, dell'ammirazion religiosa, dell'odio vendicatore, delle lodi, e del biasimo negl' ingentiliti spiriti de' tralignati romani.

Comparve in questo periodo appunto I immortal Venosino, e di talenti fornito al tenero, al faceto, al didattico, al pungente, al molle, al sublime abilissimi e nelle satire (giacchè e da queste ancora, graecis intactum carmen, egregio nome attendeasi) e nelle odi e nell' epistole, e nella poetica, acre censor del vizio, lodator di numni e d'eroi, di Bacco e di Venere cultore, e seguace; amico, e cortigiano; sofo, ammonitore, e maestro, ma sempre poeta primo, anzi solo tra' latini lirici, come egli stesso se ne onora altamente (13), seppe innalzarsi, quantunque men vicino a Pindaro che ad Anacreonte e ad Alceo, forse assidasi in Pindo.

E l'essere egli primiero in questo aringo ad altri novelli metri, e ad altre immagini, e forme di esprimersi il condusse, particolar giro di locuzioni, e sin vocaboli di novel conio adoperando. Il cimento era pur nuovo ad ORAZIO ed alla lingua consolare; e quindi siccome ogni novello sistema in filosofia, ogni macchina, e ogni scoperta novella nelle arti e negli usi della vita molti cangiamenti seco menar dee, ed un corteggio di parole e di frasi tutto propio del

recente ritrovamento; così di questo nuovo genere di portare avvenir dovea parimenti, ed avvenne.

A riprodurre somme e creatrici mentí stancasi forse e sterilisce natura, o rotte son le vie, che altri già prima abbia percorse, ovvero quelle, che ancora attendono chi vago di fama, vi s' innoltri, e le calchi? Che se rari appaion coloro, che ardiscan tanto, e che vincan l'impresa; ciò ad altro non vuolsi attribuire che alla difficultà somma di conciliar tali circostanze, che al potere convengansi e al volere d' uomini sì fatti nello sceglier opra, lor forze non eccedente, e di cui essi invaghiscano, talchè persistendovi, a glorioso termine la rechino: ciò bensì avvenendo; a favorevol caso più che ad umano accorgimento n'è dovuta la lode.

Navigavasi da tanti secoli, ed aperto era sempre l'oceano a' naviganti, ma pur sino a Colombo ignota si rimanea l'America alle prore europee. Giunse finalmente a'giorni d'Augusto l'avventuroso momento d'armar la lesbia cetra di latine corde e lo stesso FLACCo del difficile incontro di un felice ingegno, che in adatta e lodevol opra avvengasi opportunamente, appręsta argo

mento ed esempio. Avea egli con auspici non suoi'l mestier dell' arme abbracciato, e se le parti de' congiurati a quelle di Ottaviano fossero prevalute; che altro mai il roman lirico sarebbe rimaso che un ignoto tribuno? Quel Mercurio, che in densa nube avvolgendolo, il togliea in Filippi di mezzo a' nemici, quasi in quel punto stesso trasformava in lui il timido e mal prode guerriere in animoso, ed immortale poeta. Animoso io dico, ma sagace insieme; imperocchè sagacità nello scegliere argomento, alle propie forze eguale, e coraggio di cimentarvisi, forman le due condizioni principalissime, che ad una felice singolarità si richieggono. Che se presti accorrono i pensieri, e le parole a chiunque abbia saputo sceglier subbietto al propio ingegno ben adattato, talchè in bello e lucid' ordine vadan quasi da se a collocarsi; gli potrà mancar lena ed ardire? Fu l' audace povertà, che da prima tanto coraggio gl' infuse; fu la sagacità sua, che librar seppe che librar seppe, pria di recarsela sugli omeri, la grave soma, che vigorosamente sostenne. Sempre è bensì vero che il caso più che tutt' altro apre in ogni tutt'altro

tempo a' magnanimi pochi il sentiere del

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