Opere del cavaliere Vincenzo Monti.nuDalla stamperia delle muse, 1826 |
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Acheronte alfin allor alma alme amabile amante amico amistade Amor Anacreonte arda arde ascrei aure avea begli occhi bella beltà Cadmo cangia canto carmi caro Cecrope cetra ch'io chè chioma ciel ciglio Climene colla crin crudel crudo d'amor d'ogni desío diletto divina dolce donzella Erebo eterno fato fianco figlio fior foco fronte fugge funesto gentil giorno Giove Giulio Perticari Giuseppe Archinto gran grida guance guardo guata Iddio Imeneo l'alma l'aura l'ira labbro lagrime leggiadre Licoride lieto Lisetta madre mirti MONTI Vol morte mugge nembi Ninfa nozze nubi Nume odrisio Ohimè onor pensier Pericle periglio petto pianto piè pietosa Pindo pregi procelle pupille quà Radamanto rose sangue sdegno sembiante Silfi sorriso sospiri spavento spirto Sposa di Gesù stella strali suon talamo tremendo Trivulzio tronco tuon vati Veggo vezzosa virtù virtude volto
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Strana 175 - Ove l'Ore danzanti? ove i destrieri Fiamme spiranti dalle nari? Ahi misero! In un immenso, inanimato, immobile Globo di foco ti cangiar le nuove Poetiche dottrine, alto gridando: Fine ai sogni e alle fole, e regni il Vero. Magnifico parlar! degno del senno Che della Stoa dettò l'irte dottrine, Ma non del senno che cantò d'Achille L'ira, e fu prima fantasia del Mondo. Senza portento, senza meraviglia Nulla è l'arte de' carmi, e mal s'accorda La meraviglia ed il portento al nudo Arido Vero che de
Strana 259 - Quando Giason dal Pelio Spinse nel mar gli abeti, E primo corse a fendere Co...
Strana 288 - ... così corte le gioie e così lunghe vivon le pene; ove per dura prova già non è bello il rimaner, ma bello l'uscirne e far presto tragitto a quello de
Strana 147 - Io ne' tuoi sguardi e tu ne' miei felice, Come di schietto rivo onda soave Scorrer gli anni vedremmo, e fonte in noi Di perenne gioir fora la vita.
Strana 174 - Numi creare: onde per tutta La celeste materia e la terrestre Uno spirto, una mente, una divina Fiamma scorrea, che l'alma era del mondo. Tutto avea vita allor, tutto animava La bell'arte de
Strana 319 - Ed ella labbro non move, ma lo sguardo gira vèr me sì lieto che mi dice: — Or mira, diletto genitor, quanto son bella. — Figlia...
Strana 142 - Obliarti, e per sempre... Ah lungi, lungi Feroce idea; tu mi spaventi, e cangi Tutta in furor la tenerezza mia. Allor requie non trovo. Io m'alzo, e corro Forsennato pe' campi, e di lamenti Le caverne riempio, che dintorno Risponder sento con pietade.
Strana 173 - Audace scuola boreal, dannando Tutti a morte gli Dei , che di leggiadre Fantasie già fiorir le carte argive E le latine , di spaventi ha pieno Delle Muse il bel regno. Arco e faretra Toglie ad Amore, ad Imeneo la face, II cinto a Citerea. Le Grazie anch'esse. Senza il cui riso nulla cosa è bella , Anco le Grazie al tribunal citate De" novelli maestri alto seduti Cesser proscritte e fuggitive il campo Ai Lemuri e alle streghe.
Strana 263 - Del sole i rai dividere, pesar quest'aria osasti: la terra, il foco, il pelago, le fere e l'uom domasti. Oggi a calcar le nuvole giunse la tua virtute, e di natura stettero le leggi inerti e mute.
Strana 173 - Dell' italico cielo ; in procellosi Venti e bufere le sue molli aurettej I lieti allori dell' aonie rive In funebri cipressi ; in pianto il riso ; E il tetro solo , il solo tetro è bello. E tu fra tanta , ohimè ! strage di Numi E tanta morte d'ogni allegra idea, Tu del Ligure Olimpo astro diletto, Antonietta, a cantar nozze m'inviti? E vuoi che al figlio tuo fior de' garzoni Di rose còlte in Elicona io sparga II talamo beato?