IN OCCASIONE DIVARIE TRADUZIONI LATINE DELLE PRECEDENTI FAVOLE FATTE DA DUE ELEGANTI SCRITTORI SONETTO Figlie, che inculte al mondo, ed in plebei Usciste avvolte grossolani panni, Pur vi guatò con occhi torti e rei Fregi vi die? donde i novelli vauni? Pign. T.III. 9 Questa uesta Epistola Oraziana, ch'io presento al pubblico non è una traduzione; non è neppure rigorosamente parlando una parafrasi. È Orazio vestito all'italiana, condotto nelle nostre Società, e (soggiungerà più d'un Critico) costretto a venirci suo malgrado, trattando il mio lavoro di ridicolo e stravagante, e sostenendo, che le maniere, i vizj, le follie d'un popolo tanto da noi differente in religione, in governo, in costumi, mal si possono adattare alla moderna Italia. Aggiungerà forse esser tanto stravagante siffatta impresa, quanto sarebbe quella di chi vestisse la Statua di Cesare con abito alla francese, o coprisse la maes |