Opere Varie, Zväzky 3–4

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Strana 54 - Quando Giason dal Pelio Spinse nel mar gli abeti, E primo corse a fendere Co...
Strana 58 - Oggi a calcar le nuvole giunse la tua virtute, e di natura stettero le leggi inerti e mute. Che più ti resta? Infrangere anche alla morte il telo, e della vita il nettare libar con Giove in cielo.
Strana 3 - Piombò quell'alma all'infernal riviera, e si fe' gran tremuoto in quel momento. Balzava il monte, ed ondeggiava al vento la salma in alto strangolata e nera. Gli angeli, dal Calvario in su la sera partendo a volo taciturno e lento, la videro da lunge, e per pavento si fér dell'ale agli occhi una visiera.
Strana 139 - Alta è la notte, ed in profonda calma dorme il mondo sepolto, e in un con esso par la procella del mio cor sopita. Io balzo fuori delle piume, e guardo...
Strana 129 - Allorché il Sole (io lo rammento spesso) D'Oriente sul balzo compariva A risvegliar dal suo silenzio il mondo, E agli oggetti rendea più vivi e freschi I color che rapiti avea la sera, Dall'umile mio letto anch'io sorgendo A salutarlo m'affrettava, e fiso Tenea l'occhio a mirar come nascoso Di là dal colle ancora...
Strana 47 - Figli si serran trepidando al petto. Voci di spose, che ai mariti ardenti Contrastano l'uscita, e sulle soglie Fan di lagrime intoppo e di lamenti. Ma tenerezza e carità di moglie Vinta è da furia di maggior possanza. Che dall'amplesso coniugai gli scioglie. Poiché fera menando oscena danza Scorrean ili porta in porta affaccendati Fantasmi di terribile sembianza; De' Druidi i fantasmi insanguinati.
Strana 130 - Poi del gentil spettacolo già sazio, Tra i cespi , che mi fean corona e letto , Si fissava il mio sguardo , e attento e cheto...
Strana 48 - Che cor, misero Ugon, che sentimento Fu allora il tuo, che di morte vedesti L'atro vessillo volteggiarsi al vento ? E il terribile palco erto scorgesti, Ed alzata la scure, e al gran misfatto Salir bramosi i manigoldi e presti; * E il tuo buon Rege, il Re più grande, in atto 1)' agno innocente fra digiuni lupi, Sul letto de...
Strana 1 - Ma l' infelice , a cui de' lunghi affanni Grave è l' incarco, e morta in cuor la speme, Quel ferro implora troncator degli anni , E ride all' appressar dell' ore estreme . Fra la polve di Marte e le vicende Ti sfida il forte , che ne...
Strana 156 - Audace scuola boreal, dannando Tutti a morte gli Dei , che di leggiadre Fantasie già fiorir le carte argive E le latine , di spaventi ha pieno Delle Muse il bel regno. Arco e faretra Toglie ad Amore, ad Imeneo la face, II cinto a Citerea. Le Grazie anch'esse. Senza il cui riso nulla cosa è bella , Anco le Grazie al tribunal citate De" novelli maestri alto seduti Cesser proscritte e fuggitive il campo Ai Lemuri e alle streghe.

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