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LETTERA XVII

Origine del Tribunale della In-
quifizione delegata.

I

Iccome fra i contrasti, che dalla pietà dei
Fedeli, e dall' autorità dei Paftori hanno

incontrati gli Eretici, in vece di ravvederfi, fi fono ftudiati d'inventare nuovi artifizj ? e maniere più infidiofe per fuperarli; così la Chiefa fi è creduta in dovere di tentare nuove ftrade per impugnarli, e difenderfi: E quefta neceffità è appunto ciò, che ha fatto nafcere nei Paefi Catto. lici il Tribunale del S. Offizio, del quale voi adeffo mi ricercate l'origine. Scoperte che ebbe la Chiesa, nel crefcere della loro oftinazione e protervia, inutili e talvolta ancor perniciofe le confutazioni e le difpute, inutili le pubbliche penitenze e Cenfure, ed anche poco vantaggiofe le flagellazioni, le multe e le carceri, alle quali fi appigliò in appreffo, fi vide più volte costretta a dover permettere, ed a comandar pur anche ai pietofi Sovrani di frenare con più fonore vendette il loro orgoglio; ma refe anche queste dalla

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loro moltiplicità in più incontri meno atte ed impraticabili, fi appigliò finalmente al difpiacevole partito di raccogliere eferciti per porgere qualche riparo ai difordini, e provvedere alla ficurezza dei buoni Fedeli. Fù opportuno il rimedio; ma non lafciò di effer talvolta pericolofo ed incerto, ed anche nei più felici avvenimenti non vide mai quefta dolciffima Madre con occhio indifferente e tranquillo la ftrage di tanti fuoi Figli cariffimi, che avevano sparso il fangue nelle più oftinate battaglie per foftenerla. Voleva difenderfi, con maggior dolcezza e risparmio: E questo è che cercò di fare ai tempi degli Albigefi per mezzo del Tribunale già detto. Avevano coftoro ful declinare del Secolo XII. raccolti nel loro partito, come gli errori, così le malvagità tutte degli Eretici, dai quali erano ftati preceduti. Le frodi degli Ariani, le prepotenze dei Donatisti, e Novaziani, i maneggi dei Neftoriani ed Eutichiani, le finzioni ed ipocrisie dei Manichei e Valdefi, tutte erano paffate in quefta abbominevole Setta, e già colla sfrenata libertà, che accordava ai fuoi seguaci, coll'allettamento dei beni Ecclefiaftici, che efponeva alla comune rapacità, e colla forza di alcuni prepotenti e se

dotti Sovrani (mezzi che fogliono ufarfi dall' errorre per far guerra alle Cattoliche verità) fi era dilatata ampiamente in varie Provincie di Francia. E febbene in quefti incontri non fia reftata oziofa l'attività de' Romani Pontefici, e colla fpedizione di ottimi Missionarj, e Legati Apoftolici, e colla celebrazione di varj Concilj, e col ricorso a più forti, e religiofi Sovrani aveffe procurato di foccorrere quelle Provincie infelici, nelle quali gli oftinati Albigefi menavano più rumore, e recavano danni peggiori, nè foffero riuscite affatto inutili le provvidenze Apoftoliche, perchè fi vide in fine non fenza l'affiftenza di manifefti prodigj fminuito in gran parte il loro numero, e rotta quella Difciplina, ed unione, che li rendeva più perniciofi e temuti, pure non li aveva eftirpati del tutto. Serpeggiava tuttora quefto fuoco infernale occultamente, e minacciava di fcoppiare in nuovo incendio. Allora fu che con nuova, e più utile provvidenza accorsero i Romani Pontefici, e ftabilirono il Tribunal della Fede, che riuscì poi per lunga stagione una fortezza inespugnabile a difefa della Cattolica Religione, ed una medicina falutare anche a' miscredenti e Settarj, come

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lo chiamarono Paolo IV. ( 1 ), Pio IV. ( 2 ), e Sifto V. (3) Egli fu che cavò dalle tane, dove dopo le più folenni fconfitte s'erano nafcofte, quefte volpi infidiatrici. Egli che molti ne reftituì al grembo della S. Chiefa, e fece, che i più oftinati ferviffero con esemplari caftighi d' istruzione e vantaggio ai meno indocili, e que' prepotenti Albigefi, che divifi in varie fette diverfe di fentimento e di nome avevano potuto refiftere alle in- ́ finuazioni e difpute di tanti Ministri Apostolici, ai fulmini de' Concilj anche Ecumenici, ed alle potenti armi del valorofo Simone di Monfort, dovettero cedere al procedere giudiciale di pochi Religiofi Inquifitori, dall' autorità, prudenza e coraggio dei quali furono fuperati e diftrutti per modo, che reftò di loro nella Ecclefiaftica Storia appena il nome, e la notizia della loro malvagità, e fconfitta. Il tempo preciso, in cui fu da' Romani Pontefici innalzato un così utile Tribunale, non poffo fiffarlo con certezza che mancano a tal , più antichi, e autentici monumenti; e febbene

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I Apud Param. lib. 11. tit. 3. Cap. 2. num. 15. 2) Conft. Paftoralis Bullar. Rom. num. 75. Tom.. 4. part. 2. pag. 149.

(3) Conft. Immenfa æterni Dei Bullar. Rom. Toma 4. part. 4. pag. 193.

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per 400. e più anni sia prevalsa l'opinione, che ne fa autore Innocenzo III., e riconofce S. Domenico per primo Inquifitore, e quefto fentimento non lafci tutt' ora di fembrar vero ad uomini eruditiffimi, tra' quali non hanno certamente l'ultimo luogo Natale Alessandro (1), e gli Autori degli Annali Domenicani stampati in Roma l'anno 1751. (2), pure le rifleffioni di Angelo Manriquez negli Annali dell' Ordine Ciftercienfe (3) hanno fatto nafcere qualche dubbio in alcuni altri dotti egualmente, e s'incontrano adeffo Scrittori di gran nome, e Domenicani, come il Padre Quietif, ed il P. Echard (4), e ftranieri, come i Bollandisti che penfano diverfamente, e chi lo vuole anteriore alla fuppofta delegazione di S. Domenico, come il fuddetto Manriquez, che riconosce per primi Inquifitori que' Monaci, che nell' affare degli Albigefi furono nel 1206. dichiarati Legati del Papa, chi lo crede pofteriore anche alla fua morte, come i Padri Quietif, ed Echard, ed i Bollandifti; i quali però non negano, che anche S. Do

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(1) Sec. 13. 14. Cap. 7. art. 5. n. 5.

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(2) Ad. an. 1207. pag. 192. a n. 19. ad 22. (3) Tom. 3. pag. 409. ad an. 1204. Cap. 11. n. 15. (4) Tom. 1. Scriptor. Ord. Prædic. comment. de S. Dominico §. 16. nota 9.

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