Obrázky na stránke
PDF
ePub

il Tribunale del S. Offizio, dove fuffifte. Sono quefti i pregiudizj, che fa temere, dovunque è rimoffo. Il maggior profitto delle inftancabili fue occupazioni e fatiche ridonda in vantaggio de' Principi, de' Vefcovi, degli Stati, e della Chiefa; ed al Tribunale, ed alla S. Sede refta l'inevitabile odiofità, comune a chiunque hà l'incombenza di caftigare i malvagi, l'odiofità, dico che incontrar fogliono preffo i Miscredenti, ed Eretici, la quale per altro viene compenfata abbastanza e dal plaufo, ed approvazione, che rifcuotono da tutti i buoni e morigerati Criftiani, e dal vantaggio fteffo, che ne rifulta alle civili, e Cattoliche Società: E fe i cattivi odiano per quefto la S. Sede, effa ha tanto minor ragione degli altri di temere le loro collere, quanto effer deve più di tutti perfuafa, e convinta di quella fpecial protezione del Cielo, che la regge, e foftiene immancabilmente, ed hà conofciuto per lunga esperienza veriffimo quanto attefta S. Ilario (1), che proprium eft Ecclefia (e dite lo fteffo della S. Sede) ut tunc vincat cum cæditur. tunc intelligat, cum arguitur, tunc obtineat, cum deferitur Perdonate di grazia se troppo mi fon diffufo in

E 4

(1) Lib. 7. de Trinit. num. 4.

?

que

quefta Lettera. L'argomento lo meritava, nè mi fembra mai troppo ciò che può meglio conferire al voftro difinganno, e a farmi conofcere maggior mente quale di cuore mi protefto.

LETTERA XX.

A torto fi dà al S. Offizio la taccia di rigorofo e crudele .

C

Onvien dire che abbiate trovata affai vol

che

te ripetuta l'imputazione, che vien fatta al Tribunale del S. Offizio, di effere inumano e crudele, o l'abbiate almeno veduta effigiata a colori affai vivi, fe a fronte della vantaggiofa opinione, che ha deftata in voi il giusto e vero ritratto, che vi ho fatto di quefto rispettabiliffimo Tribunale, vi lasciate ufcir dalla penna non può negarfi, che fia ftato talvolta, e fi confervi tuttora alquanto fevero; e febbene voi cer cate di fcufarlo colle circoftanze dei tempi, e colla gravità dei pericoli, e col vario fistema delle cofe umane, le quali efigono talora afprezza e rigore, non lasciate però di crederlo tuttora fufcettibile di maggior moderazione e dolcezza. Io non debbo lafciarvi in quefto inganno; e per

chè

chè questa è una calunnia tanto più infuffiftente, quanto più ripetuta, io m' impegno a mostrarvelo con la maggiore evidenza.

E vi dico in primo luogo, che convien diftinguere dalla crudeltà il rigore; e fe quella è fempre viziofa, perchè eccede i limiti della giustizia, non lo è fempre questo, che li rispetta con tanta premura, che ne conferva ogni apice; e non fono pochi i cafi, nei quali fi verifica ciò, che fcriffe S. Agostino a Vincenzo (1), che meliora funt vulnera Amici, quam voluntaria ofcula inimici; melius eft cum feveritate diligere, quam cum lenitate decipere.. ....& qui phreneticum ligat, & qui lethargicum excitat, ambobus moleftus ambos amat. Voi steffo avete accennato poc' anzi la maniera, colla quale poffono effer giustificati gli antichi, rigori, fe pur fon veri; ma io non ho bifogno di questo ripiego, perchè, come ho detto, parlo non dell' antico, ma del Tribunale prefente, e lo confidero non fecondo i fatti particolari, che fi dicono accaduti, ma fecondo le nerali fue regole, e maffime fondamentali, che ha fempre offervate gelofamente; ond' è che per altra strada prendo ora a mostrarvi, che non fof

[ocr errors]

(1) Epift. 9. al. 48. Cap. 2. n. 4.

ge

fre

fre una tale eccezione; e mi dica pure chi ha l'ardire di fostenere il contrario, in qual maniera eferciti la crudeltà, che io fon pronto a dar gli la conveniente foddisfazione. E' egli crudele nell' impor pene eccedenti la gravità del delitto, o nel modo di procedere inumano e crudele? Nell' una e nell' altra guifa voi dite, che viene a lui rinfacciata la crudeltà; ed il Limborch, e le ultime Storie, quella cioè di Colonia, e di Fiorenza, non contente di avere colle parole efagerata quefta inumana fierezza, l'han no voluta delineare anche in alcuni Rami, nei quali fi mettono fott' occhio e quegl' infelici, che vengono abbruciati, e quei miferabili, che fono affoggettati ai tormenti per poterli abbruciare. Io però non fo conciliare tanta fierezza colla coftante Maffima della Chiesa di trattare gli Eretici colla minore poffibile feverità; e l'affettazione steffa, colla quale fi procura dagli accen. nati Storici di persuaderla a forza d'invenzioni, e di Rami, capaci di forprendere i foli ignoranti e deboli, mi perfuade che la cofa fia affai diverfa da quello, che dicono, e la credo quefta una delle folite calunnie inventate per fcreditarlo. Che fe fi voleffe afcrivere tanto rigore non

al

al Tribunale Supremo, ma ai foli Inquifitori Domenicani, ai quali pare che vogliano reftringerlo in fpecial modo il Fleury ed il Vaa-efpen, anche questo mi fembra incredibile, sì perchè i Domenicani non fono uomini diffimili dagli altri, come anche perchè nelle occorrenze questi più degli altri hanno dati contraffegni evidenti di moderazione, e dolcezza. Non rammenterò io quì la premura, colla quale il Padre Matteo Ory difefe S. Ignazio (1), ed il favore, che preftò al medefimo ed in Parigi, ed in Roma per liberarlo dalle ingiufte vetfazioni, che il moleftavano. Era troppo bella la luce delle eroiche fue virtu per cattivarsi l'animo dell' uomo anche più inumano, e felvaggio. Ne rammenterò la compatfione e coraggio, che mostrò Monsignor Hennu yer, il quale arreftò nella fua Diocesi di Luxieux la ftrage detta di S. Bartolomeo, poichè febbene il P. Gravefon nella fua Storia del Secolo XIV. con varj altri antichi, e moderni Scrittori lo chia. mino Domenicano, v'è però chi lo nega, nè io lo trovo nominato tra' Vefcovi nel Bollario dello fteffo Ordine. Dirò folamente, che non fu il folo Gerardo Vefcovo di Parigi, che il primo alzaffe

la

(1) Maffejus in Vita S. Ignatii Lib. 1. Cap. 20.

« PredošláPokračovať »