Obrázky na stránke
PDF
ePub

l'anima de' precetti e della legge, siccome l'anima della lira è il suono, degli orologj il moto, del giorno la luce, onde il poeta del vizioso Cristiano ebbe a dire,

Cristian d'acqua, e non d' altro ti fenno.

Per lo che l'osservanza de' precetti per puro costume, come delle vesti, che moda volgarmente si appella, e la profession di quelli diretta non tanto a Dio, quanto all' umano vantaggio, sembra secondo il medesimo apostolo un campanello o un tamburino; perchè mandan fuori un vano suono di parole, e pura apparenza d opere vote d' interna virtù, quali si erano ridotte le operazioni degli Ebrei. All' incontro dovunque si ritrovasse o precetto di virtù, ovvero esempio, ivi Dante l'immagine e l'alba della Cristiana legge scorgeva; donde i santí padri l'antichità di essa comprovavano a' Gentili: a' quali perchè dalla nostra legge abborrivano come da novità, perciò gl' istessi padri dimostravano, che la nuova rivelazion di misterj già lunghissimo tempo avanti dall' Ebraiche profezie si raccogliea, e da' libri Sibillini; e che qualche, benchè crassa, similitudine di precetti e virtù Cristiane anche negl' insegnamenti de' filosofi, ed operazioni degli antichi saggi e degli eroi, appariva. Per questa ragione si stimò Dante libero d' ogni biasimo in aver dato luogo a Catone Uticense fuori dell' In

ferno, ed in avere nel Purgatorio tra le sculture delle virtù mescolati gli esempj della Scrittura coll' istorie profane, anzi anche colle favole; delle quali benchè falso sia il significante, vero è nondimeno il senso significato, cioè la dottrina morale ed il seme di virtù dentro la favola contenuto. E stimò egli appartenere alla vera pietà quanto d' onesto e virtuoso per tutto è sparso, e quanto di buono dalle vere o false narrazioni s' insegna. Onde tanto l' istorie profane, quanto le favole, adoperò solamente per figure di quelle virtù che colla vera legge cospirano. I semi poi particolari così di teologia, come di morale ed anche natural filosofia, sono in particolari sentenze per tutto questo poema disseminati e congiunti con tutti i rettorici e poetici colori, che mai si possano dall' arte inventare, e che meglio dagli esempi di questo poema per imitazione, che per vana scienza dalle regole comuni, si apprendono e si riducono all' uso. Perchè siccome gli antichi Greci dal solo Omero la sapienza e l' eloquenza traevano, così Dante volle anch' egli la medesima utilità prestare col suo poema; di dentro a cui dagli antichi nostri si profferiva a i discepoli quanto lume bisognasse per bene intendere, e ragionare molto meglio che dalle volgari scuole s'apprende, ove con dispendio pubblico e stolidità privata solo s' impara a sconoscere il vero ed il naturale, ed a fortificar l'

ignoranza colla presunzione. E siccome Omero diè fuori tutte le forme di parlare, onde in lui Aristotile la tragedia e commedia rinviene; così esprimendo Dante tutti i caratteri degli animi e passioni loro, espone anche la forma di tutti gli stili, così tragico nel grande, come comico e satirico nel mediocre e ridicolo, e nella lode il lirico, e l' elegiaco nel dolore.

Dell' Epica
Poesia, e de'

XIV. Or poichè nel trattar del DanRomanzi. tesco poema tutti i fondamenti scoperti abbiamo della volgar poesia, potremo più speditamente giudicare degli altri celebri poeti, che a lui succedettero, e che, per lo sentiero da Dante aperto, trasportarono alla creazion delle nuove favole l' artifizio e i colori e la dottrina delle antiche. Onde per ragion di maggioranza dall' epico genere di poesia comincieremo, nel quale anche abbracceremo que' poemi eroici, che per essere di varie fila tessuti comunemente s'appellano Romanzi : i quali sono in un genere distinto senza ragione collocati da quelli che, più dalla differenza delle parole a capriccio inventate che dalla conoscenza della cosa, tirano il lor sentimento. Imperocchè se epico altro non significa se non che narrativo; perchè non sarà epico ugualmente, anzi più, chi un volume di molte imprese grandi espone, che chi ne narra poche ridotte ad una principale? E se lo stesso luogo ha nelle finzioni poetiche l'epico che ne' veri

successi lo storico, perchè non sarà tanto epico per cagion d'esempio l' Ariosto, quanto è storico Tito Livio? Se pure non vogliamo escluder Livio dal numero degli storici, perchè narra tutti i fatti del popolo Romano, e dar luogo al solo Sallustio, perchè narra la sola guerra di Giugurta e la congiura di Catilina. O forse perchè Omero della guerra Trojana quella sola parte ha voluto descrivere, che nacque dall' ira d'Achille, sarebbe stato meno epico, se quanto in dieci anni avvenne di quello assedio avesse narrato? Ed è in vero cosa assai strana che, per sostenere un precetto d' Aristotile, o dagli altri male inteso, o da lui confusamente spiegato, ci riduciamo a credere per narratore chi narra poche cose ridotte ad una, e non chi ne narra molte e principali E benchè sembri anche a me sommo artifizio il dilettare ed insegnare con una impresa di proporzionato corpo che, diramandosi in molte azioni, pur poi si riduca e raccolga in una, come più linee che ad un medesimo contro concorrono, ad imitazion dell' Iliade; pur non sò perchè un poeta narrando cose verisimili, e con vivi colori rassomigliate, ma diversamente ordite e senza tale artifizio inventate, non debba riputarsi epico e narratore: poichè siccome le cose in natura possono variamente succedere, così dee esser lecito variamente inventarle e narrarle o secondo la loro unità, o secondo la loro moltitudine.

Onde io non solo non trovo cagione d' escludere dal numero degli epici poemi alcuni più nobili de' nostri, come i due Orlandi; ma nè meno il romanzo dal poema so distinguere, se non che da una sola differenza esteriore ed accidentale, anzi puerile; cioè dall' essere alcuni poemi scritti in lingua Provenzale, la quale, siccome di sopra si è detto, lingua Romanza appellavasi dalla lingua Romana plebea, nella quale in Provenza si cominciarono i fatti a descrivere de' Paladini di Francia, contenuti nel favoloso libro di Turpino Arcivescovo di Rems, e degli eroi della Tavola Rotonda d' Arturo re d' Inghilterra: le quali narrazioni per nome aggettivo chiamavan Romanzi, sottintendendovi il nome sostantivo di poemi, quasi dicesser poemi Romanzi ovvero Romanensi, per cagione della lingua in cui erano composti. Che se vogliamo Romanzi chiamare i due Orlandi, perchè contengono gli eroi e i Paladini che in que' romanzi campeggiavano, sia pure in loro arbitrio il nome, purchè non separino la sostanza, la quale i poemi eroici e i romanzi hanno promiscua: se pur, con maniera strana d' intitolare, non vogliono dare il nome d' eroico a quel poema, ove fa la principale azione un solo, e negarlo a quello dove per avventura molti principalmente operassero. Con qual dialettica novella attribuirebbero al minor numero la proprietà comune, che niegano al maggiore,

« PredošláPokračovať »