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DELLA RAGION POETICA

TRA GRECI LATINI ED ITALIANI

LIBRO PRIMO

A MADAMA COLBERT

PRINCIPESSA DI CARPEGNA.

Introduzione

TRA quanti per ingegno ed erudizione al mondo fiorirono, quegli, Eccellentissima Signora, degni a me sembrano di maraviglia maggiore che a sì grande acquisto più per elezion propria, che per necessità e per sorte, pervennero. Quai sono coloro che di chiara stirpe usciti, e nel grembo educati della prosperità la quale, abitando quasi sempre lungi dalle virtù, suol da quelle anche gli animi umani allontanare; pur seppero dalle grandezze e dagli onori ed altri caduchi e volgari beni al bene immortale della dottrina come dall' ombre ascendere alla luce; e superar col proprio merito qualunque maggior beneficenza o del Principe o della Fortuna. In questo numero nell' età nostra per opinion di tutti

collocata siete degnamente voi che con la generosità dell' indole e col fervor dell'ingegno poteste aprirvi il volo alle più erte cime del sapere: benchè tra vaghi e rari pregi della natura, che per lo più ne' possessori loro estinguon d'ogni più saldo bene la stima; e tra le ricchezze, scoglio per l'altre, per voi grado alle virtù; e tra le delicatezze del sesso, che alle altre appresta scusa, a voi accresce la gloria; ed in fine tra i fulgori d' illustre origine, che i vostri Maggiori di Scozia trassero in Francia, ove feron dono a tal regno di quella prole, al cui talento e consiglio, non solo la vostra nazione dee il fior di ogni beil' arte, ma il principio d'ogni più grande impresa ed il fondamento di questa a' dì nostri più che in ogn' altra età vigorosa potenza.

Nè le vostre cognizioni sono da' libri che per diporto si leggono tolte in presto per poche ore di vana pompa nelle oziose adunanze; ma sorgono dal fondo de' più antichi e gravi filosofi, storici, e poeti, non solo della vostra, ma altresì della ́nostra favella, che sì dall' uso come dallo studio e dall' arte apprendeste. I quali lampi di profonda scienza cangiati già per lunga meditazione nella sostanza dell'animo vostro per tutti i vostri dis corsi, e per tutto il savio e nobil tenor della vostra vita, come raggi di sole per terso cristallo, tralucono. Di tal vena scorrono le singolari e fruttuose considerazioni vostre sopra gli umani eventi e gloriose imprese passate, le quali al pari delle

presenti vi vengono sempre avanti dal commerzio che ha la mente vostra con la prisca età, ove sì spesso albergate, per tessere col consiglio di que' savj ed in lor compagnia la intera tela che in vostra lingua ordite della Storia Universale. Di tal vena escono i retti giudizj che d' ogni autore profferite, e particolarmente de' poeti e della poesia, nella quale è ugual difficoltà ottimamente giudicare che perfettamente comporre, e di cui è più facile mediocre autore che giusto estimator divenire. Da questa vena istessa nasce il genio e la stima colla quale voi contro l' inclinazion del sesso, e contro l'usanza comune, accogliete nell' animo vostro gli studiosi più del vero che dell' apparente, e quelle opere con le persuasioni vostre eccitate, che contrastando a i comuni errori, nella repubblica letteraria più tosto faccian l'ufficio d'amico, il quale dispiacendo giova, che di adulatore, il quale nuoce dilettando.

Quindi vedendovi desiderosa ch'io riducessi l'Italiana poesia a quella medesima ragione ed idea, alla quale nel mio ragionamento delle Antiche Favole ridussi già la Greca e la Latina, per cagione che la nostra, come più esposta al volgo, ha bisogno di riparo maggiore: perciò al primo discorso ho dato la compagnia d' un'altro, che anche da molti miei amici uomini dottissimi si desiderava delle Nuove Favole; con avere al primo innestato un brieve ragionamento sopra que'

poeti latini nostrali, che nel decimoquinto e decimosesto secolo coll' opere loro eccelse l' aurea età di Augusto a noi trasportarono; affinchè siccome da questo trattato rimane escluso o poco applaudito chiunque perfetto non sia, così luogo ed applauso vi truovi quasi ogni perfetto: qual riputiamo non solo ognuno de' primarj poeti latini; ma molti anche de' novelli, sorti prima che la corruzion dello stile, nelle nostre scuole dalla stolida presunzione de' presenti maestri introdotto, l'Italia inondasse. E questi ambedue libri sotto un comune titolo di Ragion Poetica ho voluto comprendere.

Imperocchè ad ogn' opera precede la regola, e ad ogni regola la ragione; come ogni nobile edifizio è fabbricato secondo le regole dell' architettura; e le regole dell' architettura per sua ragione hanno la geometria, la quale, per mezzo dell' architettura sua ministra, comunica la propria ragione ad ogni bell' opera. Or quella ragione, che ha la geometria all' architettura, ha la scienza della poesia alle regole della poetica. E se la medesima geometria, che ha dato le regole all' architettura fondate sull' opere, per esempio, degli antichi Egizj, può dare altre regole fondate sull' opere Greche, riducendo quelle dell' una e dell' altra nazione ad un' idea e ragion comune; similmente la Ragion Poetica, che noi trattiamo, secondo la quale i Greci poeti e le regole loro rivochiamo ad un' idea eterna di

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