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te,

to ciò che v' ha in quest' opera di canto gregoriano, tutto è tratto precisamente dai libri di canto della basilica vaticana, e non dai libri della nostra cappella (539); i quali massime nei responsorii variano non poco: onde l' emendatus mi par che non v'abbia luogo, e che debba piuttosto intendersi emendate, cioè trascritto, ed impresso correttamensiccome per la verità è correttissimo. Le composizioni poi di canto figurato quivi inserite, cioè il falso-bordone del primo verso di tre Benedictus a 4. voci,. ed il primo verso di tre Miserere uno a 4. voci l'altro a 5., il terzo a sei voci, delle quali dice nella dedica; Cumque haec maximam utilitatem afferre posse intellexerim, cum verba clare, ac dilucide explicent, non sono affatto sue: e torno a ripetere ciò che affermai nel cap. 2. di questa 3. sez. che li Benedictus sono antichissimi nella nostra cappella, e furono scritti nel libro dei falsi-bordoni, del quale facciamo uso anche al dì d'oggi, innanzi che il Guidetti nascesse ; li Miserere sono del Pierluigi, e trovansi nei volumi del nostro archivio segnati co' num. 150. 151.

La quarta, ed ultima opera con la quale compì il Guidetti soprabbondantemente la parte addossatasi della commissione ingiunta al Pierluigi da Gregorio XIII. si fu il canto delle Prefazioni impresse già correttissimamente nel nuovo breviario di S. Pio V. (siccome abbiamo veduto di sopra nella nota 528.) ed ei tornò a pubblicarlo nel 1588. dedicandolo al suo Reverendissimo capitolo vaticano in data del primo

(539) Varie sono le differenze, che occorrono fra il canto dell' uffizio della settimana sauta del Guidetti, ed il canto dello stesso uffizio della nostra cappella. Vuole il Guidetti, che il canto di tutti i salmi si chiuda nell' ultimo verso calando un tono, ovvero un semitono dalla respettiva corda corale di ciascun modo siccome usava, ed

usa anche al dì d'oggi nella basilica vaticana, ed altrove: ma nella nostra cappella nè ora nè mai non si costumò di chiuderlo siffattamente, 2. Riporta il Guidetti una cotal melodia per i versetti usata nella basilica vaticana, ed altrove; e non mai usata nella nostra cappella. 3. Li suoi responsorii sono tratti da' codici vaticani, ed hanno un numero soverchio di note nel mezzo, nelle ultime sillabe, e nel fiue. Li responsorii della nostra cappella sono il lambiccato di ogni maniera di codici, prodotto dagli studi, dall' esperienza, e dal genio di sommi musici di diverse età. E così dicasi di altre differenze di minor rilievo che di tratto in tratto occorrono nel parallelo.

di di Gennajo con il seguente frontispizio: Praefationes in cantu firmo, juxta rilum Sanctae Romanae Ecclesiae, emendatae, et nunc primum in lucem editae a Joanne Guidetto Bononiensi basilicae principis apostolorum de urbe clerico beneficiato. Romae, ex typographia Jacobi Tornerii. Excudebant Alexander Gardanus, et Franciscus Coattinus socii 1588. Oltre le prefazioni fece quì imprimere il Guidetti anche le module per le quattro diverse intonazioni del Gloria, del Credo. e dell' Ite missa est: tutte similmente già inserite nel nuovo breviario, e delle quali abbiamo di sopra parlato. Quì cessò il Guidetti di scrivere: tuttavia nell'anno seguente 1589. affine di sodisfare alle incessanti richieste del suo Direttorio divenuto raro, ne fece la seconda edizione per Francesco Coattino, e dedicolla al card. Evangelista Pallotta (540). Visse ancora il Guidetti tre anni benemerito del canto ecclesiastico pe' lumi che trasse dal magistero del Pierluigi, e passò agli eterni riposi il dì 30. Novembre del 1592, in età di anni sessauta: (541).

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(540) 4 Giovanni Evangelista Pallotta di Caldarola diocesi di Camerino, prima canonico della basilica vaticana, quindi cardinale, ed arciprete della stessa basilica dedicò il Guidetti la seconda edizione del suo direttorio con il seguente frontispizio. Directorium chori ad usum omnium ecclesiarum tam cathedralium, quam collegiatarum nuper restitutum, et nunc secundo in lucem editum opera Ioannis Guidetti Bononiensis basilicae principis apostolorum de urbe clerici beneficiati. Romae, apud Franciscum Coattinum 1589. Questo frontispizio fu la pietra ove inciampò il P. Martini, siccome abbiamo veduto nella nota 530.

C

(541) Nella chiesa di S. Michele, e Magno presso il colonnato di S. Pietro vedesi la seguente iscrizione sepolcrale del Guidetti. D. O. M. Ioanni Guidetto hujus basilicae clerico benefic. Gregorii XIII. capellano viro probo princip. caro Mathaeus Guidettus fra benem. moestiss. P. C, vixit ann. LX. obiit prid. Kal. decem. MDLXXXXII. Parlano del Guidetti l'Orlandi (notiz. degli scritt. bologn. pag. 145.); il Possevino ( apparat. sacr. To... 2. pag. 194. ): Giacomo Grimaldi (descendentiae canonicor. pag. 493.):, e Giovanni Fantuzzi (Scrittori bologn. To. 4. pag. 344.). Poco però si può dedurre dai medesimi, perchè si contradicono l'un l'altro. Quello che ho potuto raccorre di certo dai libri MS, della basilica vaticana si è, che Giovanni Guidetti, (non Guidotti, come lo chiamano i citati scrittori) fu bolognese e sacerdote che trovossi in Roma alla elezione di Gregorio XIII. il quale lo fece uno de' suoi cappellani, e gli conferi il chiericato benefiziato della basilica vaticana, vacato per la morte di un cotal D. Fran

Siam giunti al 1592. Corre già il diciassettesimo anno da che Gre gorio XIII. commise a Giovanni Pierluigi la correzione del graduale, e dell' antifonario romano. Il Guidetti associato da Giovanni ad una parte della commissione ha pubblicato quattro opere. Il patrizio Liechtenstein si è guadagnato fama e danari con l'edizione del nuovo graduale, ed antifonario corretto nelle parole e nelle note. Ed il Pierluigi..cosa pensa ? cosa fa egli mai? Ov'è il prodotto de' suoi studi? Ove la sua inesauribile vena? Ove le promesse a Gregorio XIII? Ove il progetto di correggere le melodie di tutto il canto, e spogliatolo delle inutili note, ridurlo ad un abito più semplice, e di maggior verità ? Sia detto in buona pace del mio Pierluigi. Il ciel destinollo sibbene a per-: fezionare la musica ecclesiastica armonica; ed in questo lavoro ei superò le viste umane, e s'innalza sopra se stesso. Il canto gregoriano però è un genere a se ha un bello tutto suo proprio: un conio particolarissimo. E', siccom'è, non cangia maniera. Essere il medesimo, ed esser diverso non si permette dalla sua natura, dalle di lui maniere . Il cielo fecelo pe' primi padri, e poi ruppe la stampa.

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Tuttavia il Pierluigi animato dal magnanimo suo zelo per il sagro culto, riscaldato dalle promesse avanzate a Gregorio XIII. e note in Roma, incalorito della prevenzione del Liechtenstein pose in opera quanto più seppe di studio, di fatica, di vigilie, d' instancabilità. Consultò codici, lesse quanto vi aveva di que' tempi alle stampe. Studiò, specolò, compose, trascrisse, e compì finalmente il graduale per la parte detta: De tempore. Accintosi quindi alla parte per le Feste de' Santi si sgomentò interamente, gli cadde la penna di mano, e stanco più di

cesco Tosti: che Il Guidetti prese possesso di questo benefizio il dì 27. Novembre 1575. che fu associato dal Pierluigi, di cui era discepolo, ad una parte della correzione del graduale, e dell' antifonario romano commessa al detto Pierluigi da Gregorio XII., e che perciò diede alla luce le quattro sopraccitate opere rivedute e corrette dal Pierluigi: che morì di anni 6o. il dì 30. Novembre 1592. che un suo fratello Matteo Guidetti gli fu erede e che il suo chericato benefiziato fu conferito a D. Francesco Paolini, di Sarzana, sacerdote di specchiata probità ed integrità, già uno dei cappellani di Gregorio XIII. e quindi parroco di S. Pietro in Vaticano, del qual benefizio il Paolini prese possesso il dì 13. Decembre 1592.

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Atlante sotto il peso de' cieli, abbandonò per sempre l'impresa, e non fu trovato che alla sua morte il lacero manoscritto fra le carte ripudiate.

སྙོམ

Igino Pierluigi figlio ed erede di Giovanni reputossi felice e fortunato nel rinvenire questo manoscritto, benchè imperfetto: e volendolo far compiere nella sua integrità, per trarne utile profitto, s'imbattè finalmente in uno sciolo audacissimo, il quale corresse allo sproposito il Proprio de' Santi, e fu così completato l'intero Graduale. Uno stampatore di Roma sborsò ad Igino il prezzo vistosissimo di scudi romani due mille cento cinque, e comprò questo Graduale intero, composto, corretto, ed emendato da Giovanni Pierluigi d'ordine di Gregorio XIII. onde farlo pubblico con la stampa. Si consegna il manoscritto alla revisione dei superiori: e vi si notano in molti luoghi le parole diverse dal messale di S. Pio V. Lo stampatore entra in sospetto di essere stato ingannato nella compra, chiama dei periti, e questi lo accertano, che la parte del Proprio dei Santi non è opera del Pierluigi, Eccoti in piedi una lite per la rescission del contratto. La lite fu por tata in Rota, e decisa dapprima innanzi a Monsignor Uditore Alà: tornò per la seconda volta, e di nuovo con sentimento uniforme di tutti gli uditori fu deciso Coram Mellino in data dei 2. Giugno 1596. che lo stampator renda il libro, ed il venditore i danari, essendovi tutto il luogo alla retrovendita (542).

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(542) Trovasi questa Decisione Rotale nella seguente opera dello Zacchia: Pauli Zacchiae Protomedici romani quaestionum medico legalium lib. II. Lugduni, sumptib. loan. Antonii Huguetan et Marci Ant. Ravaud. 1661. to. 2. lib. X. decis. 20. rot. rom. pag. 389. Eccone le parole. Romana redhibitionis librorum. Mercurii. 2. Iunii 1599. Coram R. Pa. D. Mellino.

Placuit Dominis votum reverendi patris domini mei decani alias datum in hac causa tunc pendente coram R. P. domino Alà; et ideo concorditer resolverunt, quod sit locus redhibitoriae utili, quae habet locum etiam in libris, in quibus licet non occurrat qualitas morbosi vel vitiosi, propter quam datur emptori redhibitoria directa; tamen si propter vitium latens expediat eos non habere, vel multum impediatur eorum usus, competit redhibitoria utilis.

Et ideo cum iste liber fuerit emptus pro pretio satis notabili scutorum 2105. ad effectum ut typis excuderetur, pro usu ecclesiarum: et ex depositione peritorum et testium, et ex decreto sacrae Congregationis Rituum constet esse ita refertum errori

Questa decisione rotale assicurandoci del prezzo esorbitante di scudi romani 2105. sborsati dallo stampatore: pretium satis notabile scutorum bis mille centum quinque, mostra a sufficienza l'altissima espettazione di Roma per vedere una volta alla luce l'opera del Pierluigi

bus, et varietatibus, ut imprimi non possit, et sic non possit servire ad usum destinatum, bene intrat supradicta communis opinio quod sit locus utili redhibitoriae.

Non obstat, quod liber fuit venitus talis qualis est. Quia vitium non erat tale, ut ab emptoribus posset facile cognosci, cum pro eo detegendo necessarium fuerit adhibere peritos, qui praecedente diligenti discussione retulerunt librum continere errores et varietates. Et quando vitium non apparet, generalis protestatio non relevat, sed necessaria est expressio in specie..

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Praeterea dicebant domini, quod illa generalis protestatio debet intelligi ultra expressa, et sic quando venditur liber talis qualis est compositus vel correctus, et reformatus a Ioanne Petro Aloysio de ordine san. mem. Gregorii XIII. quod est falsum quantum ad sanctuarium, quod non fuit ab eo compositum, nec correctum, ut periti testantur; et ideo generalis protestatio venditori non suffragatur Et licet fuerit appositum verbum ut dicitur, tamen fuit appositum ad effectum ut venditor se non restringeret solum ad compositionem factam a Ioanne Petro Aloysio, ut etiamsi ab eo non esset liber ille compositus, sufficeret quod esset correctus et reformatus, et non ad effectum restrigendi, ut liber talis qualis est, intelligatur venditus, et quod non sit compositus neque correctus, et reformatus, quia hoc repugnat intentioni contrahentium, quae fuit, ut liber imprimeretur. Quod etiam colligitur ex quantitate pretii, ex qua declarantur verba dubia contractus venditionis.

Non obstat quod graduale de tempore est correctum, quia venditio est facta unico pretio, et emptores non emissent graduale sine sanctuario, cum unum sine alio sit opus imperfectum, et non afferens tantam utilitatem emptoribus, quantam attulisset simul cum alio. Ideo datur redhibitoria in totum.

Non obstat quod redhibitoria non datur emptori scienti vitium. . . quia ista scientia non probatur, et est multum inverisimilis, cum fuerit emptus liber uti compositus vel correctus, pro tanta summa ad effectum ut imprimeretur..

Non obstat alia limitatio, quod redhibitoria cessat, quando vitium supervenit, quia est vera in jure, sed non applicatur, cum liber tempore venditionis esset in eodem statu.

Non obstat, quod tempus sex mensium redhibitoriae praestitutam expiravit, quia currit a die scientiae... ut dictum est ista scientia non probatur, neque praesumitur.

Non obstat demum quod redhibitoria non habet locum, quando vitium est modicum: quia vitium est magnum, cum liber non sit talis ut imprimi possit etc.

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