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fosse stato maestro del Collegio Germanico per molti anni, pure alla sua morte donolle tutto il suo archivio: l'altro come maestro, e benefiziato la fece erede del suo archivio, e di tutti i suoi beni. A chi piacesse di opinare che forse amendue questi valorosissimi musici ottenessero le lezioni del Pierluigi fin da quando egli fu ai servigi della proto-basilica, io il lascerei tranquillamente nella sua opinione: e solo gli farei riflettere, che essendo stato lo Stabile eletto maestro dal capitolo lateranense non prima dell'anno 1575., ed il Dragoni nel 1576. cioè quattordici, o quindici anni dacchè n'era partito Giovanni, può anche differirsi alcun poco l'epoca di questa istruzione.

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Un altro insigne scolaro ebbe Giovanni, D. Adriano Ciprari, movallombrosano, nativo di Palestrina. L'amor della patria gliel diede ad istruire, e l'amor della patria gli addolcì la più indefessa ed industre cultura, ch' egli tolse di questa dolcissima pianta. L'estensione però de' talenti di sì grand' uomo involò una parte del frutto dovuto a tante cure: perciocchè nè io conosco, nè mi è noto chi abbia mai veduto opere musicali di questo virtuosissimo monaco; purtuttavia è certo per la testimonianza del P. Eudosio Loccateli (457), monaco dello stesso ordine, e contemporaneo del Ciprari, che esso nel mzzo delle sue gravissime ed utilissime occupazioni sia dello studio delle lingue dotte, sia di controversie dommatiche con i Rabbini, sia della procura, e della abbazia del monastero di S. Prassede, sia della abbazia ge

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(457) Vita del glorioso P. S. Giovangualberto fondatore dell' ord. di Vallombrosa. Insieme con le vite di tutti i generali ec. raccolte dal P. D. Eudosio Loccatelli da Santa Sofia monaco dello stesso ord. in Fiorenza 1583. Lib 2. cap. 58. pag. 318. Alcuni di questi primi studenti dello studio ordinato in Passignano si sono addottorati nel collegio de' teologi di Roma, come D. Adriano da Palestrina e D. Cesare da Firenze, et hanno servito, e servono nella congregazione degli Ebrei, censurando i Rabbini, come è l'istesso D. Adriano, il quale ha esercitato molti nella lingua ebrea appresa da quell' Arias Montano, che ha fatto quella bella Bibbia regia; et ancora ha instrutti molti nella musica, la quale egli imparò da quel gran musico da Palestrina. Lo stesso afferma Pietrantonio Petrini nelle Memorie Prenestine all'anno 1583. pag. 222. dicendo: Un nostro cittadino per nome Adriano Ciprari. . . . aveva sortito dalla natura un felicissimo ingegno, stante il quale avendolo da giovinetto il Pierluigi istruito nella musica vi riuscì moltissimo.

nerale di quella rispettabilissima congregazione non isdegnò d'istruire molti nella musica, la quale aveva imparata da quel gran musico di Palestrina. Tanto è vero, che le belle anime non sanno defraudare i loro simili e la patria della principal porzione di qualsivoglia concepita speranza che le riguardi !

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Il settimo, e per quel ch' io mi sappia, ultimo particolare privato discepolo del Pierluigi fu similmente un ecclesiastico, cioè D. Giovanni Guidetti bolognese, chierico benefiziato della basilica vaticana . Le profonde cognizioni nel canto fermo, o gregoriano onde il Guidetti fu debitore alle istruzioni di Giovanni siccom' egli stesso il confessa nella prefazione del suo Direttorio, dovrebbero servirmi a tessere un vago serto di gloria al maestro ed al discepolo; tornando però fra non molto più opportuna occasione di ragionare espressamente di siffatta materia, quivi rimettiamo il lettore e qui ci resta d'altronde a contestare che quanto alla scienza musicale non debbe il Guidetti essere sta to degno discepolo del massimo Pierluigi: perciocchè diede egli, è vealle stampe l'Uffizio della Settimana Santa nel 1587. (458), e vi pose in musica figurata a versetti spezzati, e quasi direi in Falso-bordone il Benedictus, ed il Miserere: ma tacer non posso, che la sua precisissima musica trovasi scritta anticipatamente nel volume dei Miserere del nostro archivio segnato n.o 150. e nel volume dei Falso-bordoni della nostra custodia (V. la no. 379.) con il nome del Pierluigi. Or mai non sarà, che io, o uomo al mondo osi dire essersi il Pierluigi vestito di due note del Guidetti, quando tanto è naturale che il Guidetti per mancanza d'invenzione abbia fatte sue queste inezie del Pierluigi .

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Cotale privata istruzione data da Giovanni ai sette nominati individui, due soli de' quali continuarono con frutto fino alla meta la carriera musicale, troppo piccola gloria formerebbe al magistero del Pier

(458) Cantus ecclesiasticus officii majoris hebdomadae juxta ritum capellae SS. D. N. Papae, ac Basilicae Vaticanae collectus et emendatus a Ioanne Guidetto Bononiensi ejusdem basilicae perpetuo clerico beneficiato nunc primum in lucem editus cum privilegio summi Pontificis. Romae, ex Typographia Iacobi Tornerii 1587. excudebant Alexander Gardanus, et Franciscus Coattinus socii 1587.

VOLUME 11.

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luigi. Aprì finalmente scuola in Roma il nuovo maestro della basilica liberiana Giovanni Maria Nanini (459); ed ecco la prima scuola aperta pubblicamente in Roma da un italiano: perciocchè la misteriosa è celata istruzione data da D. Nicola Vicentino ai famigliari del card. Niccolò Ridolfi non può, e non debbe aversi per vera scuola di Roma. (V. la no. 424.) Una scuola siffatta aperta novellamente da un italiano, avendovi in Roma tanti oltramontani compositori, meritava, a vero dire, un appoggio da poter imporre a chi si fosse, che avesse tentato d' invilirla, od ardito di denigrarla. Il Pierluigi amicissimo com' era di Giovanni Maria Nanini, essendosi amendue trovati giovanetti alla scuola di

(459) Giovanni Maria Nanini, di Vallerano, discepolo di Claudio Goudimel fa prima maestro della sua patria; quindi di S. Maria Maggiore dal 1571. fino a Maggio 1575. e finalmente fu aggregato nel collegio dei cappellani cantori pontificii li 27. Ottobre 1577 morì gli . di Marzo 1607. e fu sepolto nella regia chiesa di S. Luigi de' francesi. Le di lui opere alle stampe sono un lib. di mottetti a 3. vo. ed un lib. di mottetti a 5. vo. Ven. Gardano 1578. Tre libri di madrigali a 5. vo. Ven. Gardano 1580. 1584. 1586.-Un lib. di canzonette a 3. vo. Ven. Gardano 1587. Alcuni suoi madrigali a 5. vo. sono fra quelli di Annibale Stabile (V. la no. 455.). Il Banchieri nella Cartella pag. 234. cita la seguente di lui opera: Maria Nanino compositore celebre nella cappella di N. S. ha mandato in stampa un libro di contrapunti obbligati sopra il canto fermo in canone, opera degna di essere in mano di qualsisia musico e compositore. Il P. Martini nell'indice degli autori di musica al fine del to. 1. della storia pag. 461. cita il trattato MS. di contrappunto con la regola per far contrappunto a meute di Gio. M. Nanini (V. no. 208. ) come pare l'opera soprallodata dal Banchieri con il seguente titolo: Centocinquanta sette contrappunti, e canoni a 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 11. voci sopra del canto fermo intitolato la base di Costanzo Festa MS. Alcuni salmi del Nanini a 8. vo. sono nella raccolta di salmi a 8. di diversi eccellentiss. autori, posti in luce da Fabio Costantini Romano. Napoli G. G. Carlino 1615. Varii mottetti a 2. 3. 4. vo. sono nella raccol. dello stesso Costantini. Roma. Zannetti, 1616. Ed alcuni mottetti a 8. vo. sono nella raccol. pur del Costantini del 1617. ec. Molti mottetti e litanie inedite di Gio. M. Nanini si conservano nell' archivio di S. Maria in Vallicella; molte nell' archivio della basilica vaticana: molte nella biblioteca del collegio romano in due ampie raccolte di musica spettanti già al duca Giovanni Angelo Altaemps: ed in fine moltissime messe, e mottetti similmente inediti sono nell'archivio della capp. pont. e si replicano nella cappella con sempre nuovo piacere nelle ricorrenze di varie solennità, come la mattina del S. Natale si canta ogni anno al pontificale del Papa il mottetto: Hodie nobis coelorum rex etc. il quale è veramente bello, e sublime.

Claudio Goudimel, promisegli la sua assistenza e la sua direzione, e mantennegli così costantemente la data parola, che gli scolari del Nanini si avevano insieme per discepoli del Pierluigi. Perciocchè il primo insegnava gli elementi del contrappunto, e della composizione, Giovanni assumeva i discepoli già formati, e ne ripuliva e perfezionava l'arte, dirigendoli secondo le diverse inclinazioni alla imitazione confacente della natura. Non ebbe Giovanni Pierluigi, così il Liberati (460) genio di fare scuola, o non potè per l'assiduo impiego della composizione armonica: ma si unt, e si conformò con la scuola di Giovanni Maria Nanini suo condiscepolo, et amico confidentissimo valoroso quanto dotto compositere, e contrapuntista, di modo che in quella scuola compariva il Palestrina, et assisteva bene spesso, come degnissimo maestro principale, decidendo le differenze ed opinioni che nascevano tra scolari, e professori diversi, che ivi a bel la posta frequentavano. Cui risponde Andrea Adami, dicendo: Gio. Maria Nanini, condiscepolo, coetaneo ed amico confidentissimo di Giovan Pierluigi da Palestrina, col quale collegato tenne scuola in Roma, facendo molti allievi (461).

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Da una scuola di questa fatta non potevano uscire che sommi uomini e sommi di fatto furono Antonio Brunelli (462) di Viterbo, maestro del duomo di Prato, di S. Miniato in Firenze, e del gran duca

(460) Antimo Liberati. Lettera responsiva ad Ovidio Persapegi, pag. 24. e seg. (461) Andrea Adami. Osservazioni per ben regolare il coro della cappella, pag. 181. (462) La seguente discendenza di scolari e maestri è stata da me estratta dalle opere di D. Romano Micheli, dalla lettera di Antimo Liberati ad Ovidio Persapegi, dalle Osservazioni di Andrea Adami, dalle notizie MSS. dei compositori di Ottavio Pitoni, dalla narrazione istorica MS. di Matteo Fornari, e dalle dediche e prefazioni delle opere dei medesimi autori, i quali sovente nominano ora i respettivi maestri, ora i respettivi scolari. Si è voluto qui in globo anticipare al lettore siffatta notizia per risparmio di

citazioni.

Le opere di Antonio Brunelli sono: Esercizi a una e due voci, Firenze, Marescotti 1605.La sagra cantica a 1. 2. 3. 4. vo. 1606.-- L'affettuoso invaghito. Canzonette a 3. vo. 1607. Lib. 1. e 2. di mottetti a 2. voci. Firenze, Marescotti 1608. - Regole, e dichiarazioni di alcuni contrapunti etc. (V. la no. 210)-Scherzi, arie, canzonette, e madrigali a 1. 2. 3. vo. libri 3. Venezia, Vincenti, 1614.

di Toscana nella religione de' cavalieri di S. Stefano in Pisa: Felice Anerio. (463) romano, maestro del collegio inglese in Roma, e del card. Pietro Aldobrandini, e che fu giudicato degno di essere eletto compositore della cappella apostolica dopo il Pierluigi: D. Gio. Francesco Ane

(463) Le opere di Felice Anerio sono. Il 1. 2. 3. lib. di madrigali spirituali a 5. vo. Roma, Gardano 1585. — Il 1. 2. lib. de' concerti spirituali a 4. vo. Roma, Coattino 1593. Il 1. lib. degl' inni, cantici e mottetti a 8. vo. Venezia, Vincenti 1596. dedicato a Clemente VIII. ove lo ringrazia di averlo creato compositore della cappella apostolica: Musicam artem ab ineunte aetate sequtus sum, laboris, et diligentiae multum in ea posui.. totum Deo, et sanctitati vestrae debeo, quae meam industriam summa beneficentia alit, quae me singulari bonitate, et amplissimi ac de me optime meriti cardinalis Petri Aldobrandini patrocinio, in sua capella Pontificia musicis modis faciendis praefecit. — Il 2. lib. degl' inni, e mottetti a 5. 6. 8. vo. Roma, Zanuetti 1602. ove s'intitola: compositore della cappella Pontificia, Il 1. lib. di Madrigali a 6. vo. Venezia Amadino 1590. ed in Anversa 1599. —ll 2. lib. di madrigali a 6. vo. Roma, Zannetti, 1602. Responsorii per la settimana S. a 4. vo. Roma, Zannetti, 1606. Canzonette a 3. 4. vo. madrigali spirituali a 3. 4. vo. libri 4. Roma, Zannetti, 1603. - Alcuni mottetti, e salmi a 8. vo. sono nelle tre raccolte di Fabio Costantini citate nella no. 459. Finalmente è di Felice Anerio la musica a 8. vo. del sonetto sopra l'antica villa di Belvedere rinnovata dal sopramenzionato card. Pietro Aldobrandini, incomincia :

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Sul belveder dagli alti monti un fiume

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Cade tra boschi Tusculani al basso; ec.

Si trova stampato nei sonetti nuovi di Fabio Petrozzi Romano sopra le ville di Frascati, e altri posti in musica a 5. voci da diversi eccellenti musici con uno a 8. in fine; Roma; Robletti 1609. Non vuolsi ommettere, che due sonetti di questa raccolta uno posto in musica da Leonardo Meldert, incomincia :

Felice ora ch' Orfeo ti chiama all'ombra

Del Tuscol vago ec.

l'altro da Giovanni Cavaccio, incomincia :

Vivo felice or tra quest' antri, e giro

Gli ameni colli, ec.

sono in lode di Felice Anerio, le cui opere inedite conservansi negli archivii di S. Ma

ria in Vallicella, della basilica vaticana, e massime della nostra cappella .

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