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l'ac

le si affida questo insegnamento allo Scarpellini, affinchè si conosca tutto il bello del tenore di essa. Fu tanto l'interesse del sommo gerarca Pio VII per cademia de'lincei, che volle onorarla di sua presenza: visitò lo stabilimento, ammirò le macchine fisiche ed astronomiche in esso contenute, e permise che il suo venerando nome fosse registrato nell'elenco dei lincei. A perpetuare la memoria di questa sovrana onorificenza, fu posta nella sala dell'accademia la seguente iscrizione:

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PIO. VII. PONT. MAX.

OPTIMO. PRINCIPI

ANNO. MDCCCXVII

IN MEMORIAM. AVSPICATISSIMI . DIEI XV. KAL. MART.

QVOD. LYNCEORVM. ACADEMIAM ET. THEATRVM. PHYSICES ADITV. EIVS. NOBILITATA. SINT FELICIANVS. SCARPELLINIVS. LYNCEORVM

RESTITVTOR
D.N.M.Q.E

Nel 1819 si ridusse a quaranta il numero dei lincei componenti il corpo accademico deliberanté : questi furono registrati secondo l'ordine dell' anzia

Lincei, il sig. ab. Scarpellini, che n'é il proprietario e direttore, le offre anche per uso di quelle dimostrazioni, relative alle scienze, di cui dovrà tenersi particolare ragionamento nelle applicazioni, che la nuova facoltà suddetta si propone.

Al sig. ab. D. Feliciano Scarpellini.

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nità loro accademica: e nel 2 luglio dell'anno medesimo si distribuì fra essi tanto il diploma di accademico linceo, che per brevità non riportiamo, quanto il linceografo precedentemente stampato, come già è detto; ed ognuno ricevè altresi la medaglia lincea (1), che fu immaginata dallo Scarpellini come qui appare.

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Negli anni seguenti ancor più che nei passati l'esercizio accademico fu copioso di memorie e di rapporti fatti per commissione del governo. Nel 1820 con decreto linceo furono accordate tre medaglie per quegli studenti di fisica saera della università, i quali avessero dato lodevole saggio del progresso loro in questa scienza, che allo scopo si riferiva dei lincei: fu altresì decretato, che gli studenti medesimi, quante volte avessero assai meritato in siffatta istruzione, fossero fatti candidati lincei.

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In questo discorso non possiamo svolgere gli an

(1) La medaglia riportata sopra non fu più riprodotta, perchè si ruppe il conio della medesima nel suo rovescio, che poi fu sostituito da altro più semplice, nel quale veniva inciso il nome di colui che la riceveva in dono.

bali dell'accademia nostra, dalla nascita sino all'epo ca della stabilità sua, nell'anno 1847 avvenuta. Un lavoro così fatto abbisogna di molte ricerche ulteriori, e di tempo assai maggiore di quello che attualmente possianó spendere, senza cessare dalle molte altre nostre occupazioni. Il compilare però questi annali sarà molto utile, non solo per tessere una storia bene ordinata e completamente sviluppata di questo scientifico stabilimento; ma eziandio per servire alla continuazione della pregevolissima opera: « Saggio storico della letteratura romana dell'avv. Filippo Maria Renazzi. >> Noi abbiamo gran copia di materiali per questo lavoro, e non disperiamo poterlo, quando che sia, condurre a termine. In tanto qui limitandoci ai principali fatti dell'accademia nostra, compresi nell' epoca già in principio definita, riporteremò, riguar do alle commissioni ed alle memorie, alcune soltanto delle più notevoli.

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Nel 7 agosto 1824 fu l'accademia incaricata dal governo di esaminare il processo, che il sig. Fortuna to Castellani gioielliere orafo proponeva per com partire speditamente ai lavori d'oro il colore detto giallone. Una commissione tratta dall'accademia, é composta del prof. D. Feliciano Scarpellini e del prof. Domenico Morichini, esaminato quel processo riconobbe meritevole di ogni encomio; quindi con analogo rapporto interessò il governo a favore del Castellani pel nuovo suo trovato. Due anni dopo, cioè nel 10 di agosto 1826, lesse il Castellani all'ac'cademia de'lincei una memoria, intitolata: «Ricer» che chimico-tecnologiche sul colorimento detto giallone delle manifatture di oro, con alcun cen

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>> no sulle dorature dei bronzi: »> nella quale (1) per mezzo di sperienze assai bene circostanziate, e di ragionamenti fondati sopra la teorica elettro-chimica, concluse che il colore detto giallone consisteva in una precipitazione di oro, prodotta dalla elettricità, sulla manifattura; e dimostrò vari processi, dai quali poteva questo effetto costantemente e con ogni speditezza ottenersi, tanto sulle manifatture di oro, quanto su quelle di bronzo. Siffatta memoria per consiglio di vari dotti, fra'quali Morichini e Donarelli, fu dall'autore pubblicata nel t. 32 del Giornale arcadico, p. 62. Il sig. Castellani erasi adoperato molto per l'accademia, tanto colla sua perizia docimastica nelle commissioni, quanto favorendo in altre guise l'esercizio accademico; per modo che i lincei, nel 10 giugno 1826, vollero a lui rilasciare amplo certificato di gratitudine, per quanto aveva egli operato a loro vantaggio. Ma tornando alla indicata memoria, noi crediamo che la medesima, debba riguardarsi come la prima scintilla di tutta la galvanoplastica, particolarmente della doratura galvanica; e ciò tanto pei fatti annunciati nella memoria stessa, quanto per la teorica sviluppata in più luoghi di essa. Il Castellani con quel suo scritto, letto nell'accademia nostra, superò i pregiudizi degli artisti sul colore giallone; rimosse il segreto misterioso fino allora conservato su questo colore; assegnò all' attrazione molecolare ed alle correnti elettriche la causa principale

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(1) Di questa memoria venne fatta menzione nell' Antologia, Firenze v. 28, p. 161, §. 2. an. 1827. Nella biblioteca universale di Ginevra, t. 40, p. 54, an. 1829- Nel giornale inglese » Quaterlej iournal science, dicembre 1828.

del fenomeno da lui studiato; e riconobbe che la condizione indispensabile per ottenere il giallone, per ottenere cioè le precipitazioni regolari e plastiche dell'oro sulle manifatture, consisteva nell'impiegare una corrente elettrica di debole intensità, e nell' agire con soluzioni di oro sufficientemente sature.

Egli è indubitato che la metallurgia elettro-chimica, ovvero la galvano-plastica, fu definitivamente scoperta da due fisici collocati agli estremi dell'Eu ropa nel 1837; cioè da Spencer in Inghilterra, e dal professor Iacobi in Russia, senza che l'uno di loro conoscesse le sperienze dell'altro. È pure certo, che i medesimi fisici, unitamente ai signori De la Rive, Boetger, Elsner, Roulz, Elkington, Christofle, ed altri, hanno condotto la galvanoplastica in quello stato di perfezione ammirabile, nel quale oggi la troviamo (1).

(1) Non possiamo in questa occasione lodare abbastanza lo stabilimento galvano-plastico, fondato fin dal 1844 sulla rupe Tarpeia, dal signor dottor Braun, con somma perizia e con dispendio considerevole; in cui si ammirano produzioni galvano-plastiche di colossali dimensioni e della maggiore perfezione. I primi lavori dello stabilimento medesimo si limitarono alla riproduzione galvanoplastica delle incisioni in legno, quindi si estesero agli oggetti d'arte; cosicchè si riprodussero con la massima esattezza alcuni di quei bellissimi antichi e moderni originali, che si conservano in Roma; e le fusioni fatte in bronzo dei medesimi sono inferiori alle riproduzioni galvano-plastiche di essi, tanto pel riflesso artistico, quanto per l'economico. I lavori più importanti dell'indicato stabilimento sono, una serie di busti ordinati per la regina d'Inghilterra, ed una statua colossale di Hanemann, oggi eretta in Lipsia.

Attualmente si è lavorato nello stabilimento medesimo un vistoso numero di rami, incisi per la carta monetata del governo pontificio, col vantaggio della impossibilità di falsificarli. Lo stabilimento del sig. Braun in Roma servi di norma per la industria inglese di tal genere; ed il R. principe Alberto ne faceva elogio al nominato fondatore nella esposizione industriale di Londra. (Dicembre 1851).

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