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Quando plures rapina & furta? Quando maritis adempta funt uxores, aliisque tradita, quod nunc in tuo reponitur Evangelio? Quando plura facta funt adulteria, quam poftquam tu fcripfifti? Nè il folo Giorgio di Saffonia cugino dell' Elettore, e attaccatiffimo all' antico Siftema ha conosciuti e rinfacciati ai Luterani tanti difordini. Li ha veduti e rimproverati anche Erafmo, nome non odiofo al loro partito, il quale nella Lettera a Voltu rio Neocomo (1) dopo aver detto, che non ha conofciuto un Luterano, che fia divenuto migliore, foggiugne poi, che invece ne conosce moltifmi, che hanno peggiorato: Ego tibi multos oftendam, qui facti funt fe ipfis deteriores. Anzi non lo ha potuto diffimulare neppure il Luterano Giacomo Andrea Smidelino così accreditato tra loro, che era chiamato da molti Papa dei Luterani : Ecco ciò che ne dice nella Concione 4. fopra il capo 21. di S. Luca: Ut totus Mundus agnofcat non effe Papiftas, nec bonis operibus quidquam fidere, illorum operum nullum exercent penitus ; jejunii loco comeffationibus & perpotationibus nocte dieque vacant: ubi pauperibus benigne facere oportebat,

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(1) Lib. 31. Epift. 47. pag. 2054. edit. Londin.

an. 1642.

bat, cos deglubunt & excoriant; precationes vertunt in juramenta, blafphemias, & divini nominis execrationes, idque tam perdite, ut Chriftus ne ab ipfis quidem Turcis hodie tantopere blafphemetur : demum pro humilitate regnat passim superbia, faftus, elatio, atque hoc univerfum vitæ genus ab illis Evangelicum dicitur Inflitutum. E crediate pure, che non è questa una verità amplificata oratoriamente, ma è la pura storia esposta elegantemente da uno di coftoro, che fenza avvederfene ha fomminiftrato a noi uno dei più forti argomenti per fmentire le loro impofture, e moftrare la loro apoftasia più irragionevole e perniciofa, e la troverete anche meglio conteftata dai loro principali Capi, e Maeftri preffo il Padre Ignazio Fiumi (1). Nè tanti difordini fono così proprj de' Luterani, o della Germania, che non fieno ftefi ampiamente dovunque la novità ha potuto introdurfi. Marcantonio de Dominis prima di partire dall' Inghilterra così rinfaccia nell' indicata lettera i difordini alla maggior parte de' Prelati, e Miniftri della Comunione Anglicana: Adfunt profesto inter veftros Prælatos (falva bonorum exiftimatione graviores adhuc abufus, quam fint inter

(2) Schola Veritatis Narrat. 12. cap. 2.

Ponti

Pontificiorum nonnullos; non minor luxus, non minores pompa, non minor avaritia, major vero Ec clefiarum, & animarum neglectus. Dominatus Epif coporum mundanus in ipforum Clerum efficit, ut paffim Parochi Britannici, & Miniftri ( excipio nonnullos bonos & pios unionis peramantes) fint acerrimi Puritani, quia dominatum illum oderunt. De moribus nihil dico, nihil de fimoniis: mirum enim non eft, quod minora beneficia vendant illi, qui fua majora emerünt. Ora che volete di più? Abbiamo rei, che confeffano il danno che hanno arrecato coi loro errori anche al buon coftume e alla naturale oneftà, che regnar deve in ogni ben ordinata Repubblica; e non potendomi io immaginare, che Voi fiate per efigere di più, onde rilevare maggiormente i danni graviffimi, che l' Eretico fuole apportare anche alle civili Repubbliche, vivo ficuro, che punto non tardarete a decidere, che l'erefia anche per quefto capo merita d'effere annoverata tra i delitti maggiori, e ripeterete anche voi francamente con Teodofio (1), che chiunque abbandona la cattolica Religione dopo d' averla abbracciata, riuscir suole a Dio alla Chiefa, alla fteffa

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civile

(1) Cod. lib. 1. tit. 5. de Hæreticis & Manichæis L. Manichæos.

civile Società, a tutti infomma ingiuriofiffimo : quod in Religionem divinam committitur, in omnium fertur injuriam: che era ciò che fi dovea da me dimoftrare prima di paffare a dichiararmi al folito.

I

LETTERA VII.

Il delitto di Eresia non deve
andare impunito.

Nfegna l' Angelico Dottor S. Tommaso (1),

che ogni colpevol difordine rende l'uomo foggetto al proporzionato caftigo; e l'ordine della giustizia, che refta turbato dalla fua mancanza, duopo è che fia colla dovuta foddisfazione e compenfo reftituito al perduto equilibrio. Non può adunque il delitto di Erefia, feconda, come fi è detto, dei maggiori fconcerti, andare immune dalla condizione degli altri. Ma è egli poi foggetto egualmente alle divine, che alle umane dif pofizioni, e può effer punito anche da noi? o non è piuttosto per la fteffa fua gravità da riservarfi al folo giudizio di Dio? Quefto è il quefito, che dopo di averlo accennato altrove leggermenmi rinovate adeffo con maggior precifione, e

te,

(1) 1. 2. quæft. 87. art. 1.

che

che io, ricalcando le orme già fegnate nelle pas fate mie Lettere, prendo a fciogliere in due altre. Vi moftrerò nella prima quanto fia giusta e ragionevol cofa, che un sì enorme attentato per quei motivi medefimi, che concorrono a formare la maggior fua deformità, non vada impunito fra noi: v' indicherò nell' altra alcuni cafi particolari, nei quali o per divina ordinazione, o per ragionevoli difpofizioni di umane leggi deve andar talvolta impunito; e quefte due Lettere, dando al voftro quefito un' adeguata risposta, riusciranno altresì di nuova conferma della molta premura, che di rendervi informatiffimo in sì rilevante e

ho,

vafto argomento.

Che il delitto di Erefia fia punibile dalla giuftizia umana per quella parte, che và a fconvolgere la civile Repubblica, non ammette alcun dubbio, e lo confeffa chiunque non ha il coraggio di sbandire ogni giustizia dal Mondo. E' quefta una delle principali ragioni, per le quali reftano ef posti alla pubblica vendetta i delitti comuni; e fe ogni malfattore ha da temere quella fpada, che non feuza cagione ha pofto Iddio in mano di chi prefiede alle civili Società, l' ha da temere maggiormente l'Eretico, che, come fi è detto, tut

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