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la Fede, che è la prima bafe dello spirituale Edificio; e tanto è lungi dall' apprezzare la comunione dei Fedeli, che anzi la detesta, e l'abbomina; e dopo efferfi appartato spontaneamente da chi la coltiva ed apprezza, fa ogni sforzo per ifminuirne i feguaci. Non riesce adunque a lui molefta una tal perdita, che è di beni, i quali tiene a vile, ed in paragone di quella vana ambizione e sfrenata libertà, cui aspira avidamente, sono riputati da nulla, e per conseguenza la loro perdita è incapace di arrestarlo nel male intrapreso cammino. Ella è pena, giusta il detto dell' Abbate Fleury (1), per chi la teme ; non è dunque, nè può crederfi tale per un Eretico, che non folo non la teme, ma la deride e difprezza. O dovrà dunque il fuo delitto andare impunito, ciò che fi è dimoftrato contrario alla pubblica e fagra e temporale tranquillità; o converrà dar mano a que' castighi, che riefcano più pesanti ai colpevoli, quali fono appunto le pene temporali, e furono fuggerite, ed approvate efpreffamente a quefto effetto dal Canone III. del Concilio Triburienfe nel terminare del nono fecolo; ut qui (2) divis

1) Difcours. 3. n. 17.

N

2) Labbe Tom. 2. pag. 631.

na

na judicia non verentur, humana fententia feriantur: E rechino pure cotefte pene, qualora fi ufa no in difefa della Religione, quel terrore, che nel Lib. 25. Cap. 12. efagera il Montesquieu per provare, che sono da evitarfi, che io, ben lungi dal dedurne una confeguenza sì irragionevole e ftrana, lo riputerò fempre un terror falutare e neceffario per impedire il corfo a quella mifcreden.

che non cede alla perfuafione e preghiera. Con quefto ripiego i più faggi Legislatori hanno procurato di ridurre alla fequela della virtù coloro, che non erano allettati abbastanza dalle foa vi attrattive delle divine fue bellezze; ed io lo giudico efficaciffimo per impedire i molti mali, che fa temere alla Chiefa ed allo Stato la pertinacia di quelli, che hanno l'ardire di abbandonar la Fede di Gesù Cristo. Il timore di perde rei beni di natura e di fortuna compenferà l' indolenza, che moftrano nella perdita di quelli di Grazia, e farà in loro tanto più efficace il caftigo, quanto è maggiore l' adefione, che acquiftano ai beni di quaggiù, fcoftandofi dai fuperiori e divini. Divenga l'infamia ricompenfa di quella diabolica fuperbia, che per oblique ftrade li gui da in cerca della riputazione e gloria mondana:

Sia

Sia lo fpoglio della roba compenfo delle rapine, che vanno ideando, e fperano di fare a danno della Chiefa e dei Santuarj: Trovino la carcere per quella ftrada medefima, per la quale vanno in traccia di una libertà fenza limiti, e l' infaziabile defiderio, che mostrano dei fenfuali piaceri e comodi di quefta vita, abbia nei digiuni, negli efilj, e nelle flagellazioni il meritato riftoro: O quefte pene difcrete e temporali faranno in loro quel colpo che fi defidera, e li avremo ricondotti sulla smarrita strada della pietà; o pure oftinati s' indureranno ai colpi dei più pefanti flagelli, e paghino il fio della intollerabile loro oftinazione, onde riescano altrui di terrore, perchè fi aften. ghino dall' imitarli.

Queste fono le pene, che i noftri primi Padri, e Maestri hanno autorizzate colle loro iftruzioni, ed esempj. Sono quefti i caftighi, che contra gl' increduli fono ftati da' Concilj antichiffimi stabiliti, ed in più folenni maniere au. tenticati anche da' Romani Pontefici Leone X., e Clemente XI. nelle folenni condanne degli errori di Wicleffo, Lutero, e Quefnello. Quefte fono le più frequenti fanzioni, colle quali è piaciuto a Sovrani Cattolici di premunire le

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provvide loro leggi in difefa della Cattolica Religione, e le troverete accennate nella terza mia Lettera. E' celebre l'efclufione d'ogni non che religiofo, ma anche civile, e famigliare com. mercio fatta degli Eretici da S. Giovanni, il qua le non folo ricusò pubblicamente di entrare in quel bagno, dove fi lavava Cerinto, e manifeftu a tutti il pericolo, in cui era colui, di perder la vita fotto le ruine del bagno, perchè nemico della verità; ma nella fua feconda Lettera Cano. nica v. 10. prefcrive a tutti i Fedeli d' imitarlo fcrivendo: Si quis venit ad Vos, & hanc doctri ham non affert, nolite recipere eum in domum, nec ave ei dixeritis. Ha fatta la medefima proi bizione anche San Paolo nelle Lettere ai Ro mani (1), e a Tito (2); e trasportato inol tre da quel zelo veramente apoftolico, che lo accendeva a favore dei Fedeli ebbe an che a defiderare, e ad augurarfi quei tempi feli ci, nei quali non farebbe ftato difdetto alla Chie fa di dar mano a più fevere, ed utili coazioni: Utinam & abfcindantur, esclamava Egli scrivendo ai Galati (3), qui vos conturbant. Le maffime

1) Cap. 16.

(2) Cap. 3.

(3) Epift. ad. Gal. cap. 5. v. 12.

di

di quefti divini Maeftri furono poi fedelmente abbracciate dai loro fidi feguaci e difcepoli, e segnatamente da S. Policarpo, il quale non folo ricusò ogni amichevole corrispondenza coll' empio Marcione, ma pregato perchè lo voleffe trattare famigliarmente, lo diffamò in pubblico colla obbrobriofa taccia di Primogenito di Satanaffo: Novi te Primogenitum Satana. Riporta il fatto S. Ireneo (1) citato da Eusebio ( 2 ), ed approvandolo anch' Egli, ne efpone il frutto, dicendo, che complures eorum, quos Valentinus, & Marcion feduxerunt, ad Ecclefiam veramque Religionem reduxit, illoque, quod in Marcionem dixerat, experimento docuit, quantum quifque averfari debeat Hæreticos, fi nec verbo tenus, quod & Joannes feciffe narrabat, communicare voluiffet. Più di questi rimproveri parlano a noftro favore gl insegnamenti, che fu questo propofito fi leggono preffo San Giustino, Atenagora, e Tertulliano tre de' primi, e principali Apologisti della Cattolica Religione, i quali febbene difapprovino altamente quelle ingiufte persecuzioni, che i Gen. tili movevano contra i Criftiani per richiamarli

(1) Lib. 3. cap. 3. (2) Lib. 4. cap. 13.

N 3

all'

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