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§. La onde, scritto così staccato. V. Onde.

LAPIDESCENTE, add. d'ogni g. T. azzurro, la quale si trova nelle minie. de' Naturalifti. Acque, o Pontane lapi-\re del rame dell' argento, e dell' oro. LAPÁZIO, s. m. Rumex S rta d' erba descents diconsi Quelle in cui si generan Ricett. Fior. Le medicine, che Per Lor che cresce comunemente ne' luoghi incol. tufi, o simili pietre. nasura evacuano la collora nera, sono tì, e con altro nome è detta Romice. Il LAPIDÍFICO, ICA, add. Che ha la l'episima, l'efula, il lapıslazuli, il lapazio ec. enne di tre maniere, cioè fal- facoltà di generar pietre. V. Impietrire, lapifarmeno, ec. Volg Mes. vatico, domestico, e acquatico. Cresc e Petrifico. Softanza lapidifica diferol. LAPPA, s. f In Toscana, presso i LAPAZZA, s. f. T. Marinaresco. Pez-ta nell' acqua. Terra che abbia del la Contadini, è una sorta d' Insetto, che zi di legno, tondi da una parte e concavi pidifico. Sughi lapidifici i quali predo. va ronzando di sera intorno al bugno dall' altra, che si adattano alla superficie minano ne' corpi. Targ. Prodr. o sia cassetta delle pecchie per veder di di un albero, antenna, o pennone con LAPIDOSO, OSA, add. Sassoso. Di poter involare alcun poco di mele. chiodi e trinche per rinforzarli quando questa grave, e lapidofa terra, nascon LAPPÁCEO, EA, add. T. Botanico. sono indeboliti. V. Paroma. noftri diletti, e noftri amori. Cant. Carn. Che è della natura, e qualità della lap§. Chiamasi Lapazza della traversa LAPILLARE, v. a. Ridurre in lapil- pola. Pericarpio fecco, lappacov. delle bitte, un Pezzo di legno, che s' in-li. Voc. Cv. LAPPE LAPPE; Voce, che così recaftra dietro a quelle per fortificarle. §. Lapillare, v. n. Figurarsi a manie- plicata s'usa in quefta frase. Par lappe LAPAZZARE, v. a. T. Marinaresco.ra di lapillo. Così il fal comune, dis-appe, che vale Desiderar ardentemente Afforzare un albero, un' antenna, o pen- fatto in acqua, in capo a poche ore co- una cosa. Ovunque egit è, d'untumi fa none con lapazza. mincia a dare in fondo, e lapilla in pic un bagendo, che ognor la gola gli fa ciolifsimi dadi, i quali dadi se di nuo lappe lappe. Malm. vo si torneranno a Bruggere, in altri §. Par el cul tappe lappe, modo basdadi torneranno a lapillare. Magal. so, che vale Aver paura. Tremar per lett. paura Ognun gli velzava to ch ́appe, LAPILLATO, TA, add da Lapilla. porocchè il cul gli facon lappe lappe. re. Si vedrà il vetriuato lapillato at. Morg. torno la catinella, che parrà cristallo di montagna, Ner Art. Vett. Tali fono il zucchero candito, ec. e il sal gemma lapillato. Sagg nat. esp.

LAPIDA, s. f Pietra; ma si dice più propriamente che d'altra, di Quella, che cuopre la sepoltura. Chi ci rivolgerà la lapida, ch'è così grande dall' ufcio del monimento? Vit. Crist. Lo feci sotterra re ec. di poi gli feci fare una bellissima lapida de marmo nella quale vi si fece alcuni trofes, e bandiere intagliate. Vit,

Benv. Cell.

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LAPIDARE, v. a. Lapidare. Percuotere, e Uccidere altrui con sassi . A grido di popolo fu lapidato, e vilmente per li fanciulli straziato. G. Vill. La quale operazione fu di tanta efficacia, che ci guadagno Paolo, il quale era capitano, a fario lapidare. Cavalc. Frutt. ing. Avvegnache fossono arrestiti, e scorticati, e lapidasi, e strafcinati, ec. Serm S. Ag. Ma molti con grande ira cominciarono a Lapidare le statue di Pompeo, ma Caso Solo gl' impacciqua. Vit Plut.

LAPIDARIA, s. f. Voce dell'uso. Scienza delle inscrizioni,

LAPIDARIO, s. m. Gemmarius Giojelliere. Lo lapidario si mosse guernito di molte pietre di gran bellezzı. Nɔv. ant. 5. Lapidario, dicesi impropriamente da alcuni un Medaglista, un Antiquario V. LAPIDÁRIO, JA, add. Voce dell'uso Appartenente alla lapidaria; onde Stile lapidario, vale Stile delle inscrizioni. LAPIDATO, TA, add da Lapidare V. LAPIDATORE, verb m. Lapidator Che lapida. Santo Stefano pregò Ildio per li Suoi lapidators! Cavalc. Frutt ling,

LAPIDAZIONE, s. f Lapidatio. Il lapidare Confortavano l'uno l'altro: daregis bene delle pietre, alia quale lapidazione fu San Paolo. Bur. Purg

Lapidazione, dicesi da' Pittori per Rappresentazione in pittura del martirio di S, Stefano. La lapidizione di S. Sie fano Vasar.

LÁPIDE, s f. Voc. Lat. Lapida. Nel Carmine a mezza la Chiesa sotto una lapide de marmo feppe lito. Borgh. Rip

Per Pietra preziosa. Luce di nosse queßa lapide, e dicesi, che ha in fe tut. se le virtù dell' altre pietre. La peni. senza passa tutte le virtudi di tutte le mature, d'erbe, li lapidi, e d'ogni al. tra cofa. Fr. Giord. Pred.

LAPIDEO, EA, add. Voc. Lat. Di lapide; Di pietra. In un'arca lapidea ac, il fe riporre. Bocc. vit. Dant.

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LAPPIA, s. f. Voce Contadinesca. Ape; Pacchia. Lamo, e Lippis: i Contadini così chiamano l'amo, e le asė, ftimando parte della voca quedio, cha d arLAPILLO,sm. Lapillus. Pietruzza; s,colo, e soprapponentovi un altro avtima propriamente dicesi di Certe parti di colo, Salvin Buon. Tanc. alcuni corpi congelati a modo di cristal LÀPPOLA, S f Leppa. Erba, che lo come i zucchero, il sale, e simili nasce lungo le strade, ed è di du: sorte, Nè i metalli, nè i lapi li de' falt attrag. la grande, e la piccola. I frutti di que. gono, come da alcuni è faso scritto. Sagg A panterella son armati d'uzinetti, nat esp. Nelle replicate foluz oni queste che s' appiccano faci mente agli abiti di parti faline van fempre sminuendo nel chi vi si accofta. La lappola è un'erla mole dai loro lapilli cristallini. Cocch. ba, che nella fua fommisade ha censi caBagn. pitells, li quali moito s' appiceams alle S. Lapillo, dicesi ancora alle Pietruz. veftimenta. Cresc. Pajono quast ortica, ze ritondate dalla flutazione, come il a lappole fra i erbe dolci, e domeftiche sabbione, ed a' Frammenti di materie degli orti. Galat. metalliche o vulcaniche. Lapi fta- §. Lippola di piano, che s'appicce lagmities. Lapilis di miniera di ferro, ec. agii ftruali grossi, dicesi in prov. del S. Lapillo, per Pietra preziosa, è di- Cavar qualche cosa da persona, onde susato. V. Gemma. Era giovane con oc. quasi impossibile il poterne cavare Voc.Cr. chi bellifsimi, e piacevole a modo di uno S. Lappola, per metaf si dice a Perlapillo prezioso in uno anello. Virg. sona, che si freghi altrui d'intorno vo Eneid lentieri. E' nɛn by buschia, ed è una gran lappola. Pataff

LAPIS, s. m. Pietra naturale molto dura, della quale si vagliono i Pittori per fare i disegni su i fogli, lasciando vi il suo colore, che è rosso. Chiamasi anche Matita, Amatita, e Cinabro mi nerale. I Lap's, che ci vengono d' In ghi terra sono di legno durissimo inclusavi dentro la piombaggine. Voc. D.s. § Lapis piombino, Spezie d'Amatita fatta artificiosamente, che tigne di co lor di piombo, e serve per disegnare, V Dis.

§ Dicesi anche degli Uomini troppo ftretti nello spendere, e che volentieri s' attaccano al mantello d'altri, per scroccare un pafto. Sard. Prov.

Pur fig. per Cosa da nulla, di niua prezi, di niuna stima, da non farne conto. E quasi con visslo tal fosse una lappola, volesti andarvi, e desti nella trappola. Malm.

LAPPOLONE, s. m. Magna lappe, Accsescit, di Lappola; Lappola grande. M. Vill.

LAQUEATO, TA, add. Laquearibus. extructus. Voce manierata; Oggi comu nem Soffittato. I laqueari sesti, Buon Fier,

LAPISARMENO, s. m. Lo ftesso, che Armena. V Le medicine, che per loro natura evacuano la collova nera, sono l'epitima, l'efula, il lapislazuli, il lapisarmeno e. Volg Mes. LAPISLAZZALO, LAPISLAZZARI, LARDÀCCIO, s. m. Voce dell' uso. LAPISLAZZOLI, e LAPISLÁZZULI, Lardo vieto s m. Lapislazulus Pietra preziosa di color azzurro con vene d'oro. Di qu sta pietra fassi l' Azzurro, che chiamasi Oltramarino. V. De. reßto nei lapis. 3. zali, nè le surchine, nè í diaspri, nè le agate ec. attraggono. Sagg. nat. esp. IV. Fico.. lapislazzoli ec. è una pietra di colore

LARDAJÒLA, a d, f usato anche in forza di sust. Nome volgare d'una spezie di perca V. Agricoltura.

LARDAJÒLO, add e sust m. Nome volgare d'una Spezie di fico settembrino.

LARDARE, v. a. Metter lardelli nel

le carni, che si debbono arroftire. Poc. Cr. LAR DARUÒLO, s. m. Voce dell'uso. Pizzicagnolo.

lare.

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LARGAMENTE, avv. Large. Condi Strettezza, con parlare figurato, larghezza; Molto eftesamente Cr. in Lar. bello, per vocaboli trasportasi gentilghissimamente. V. mente da quello Strignere o Allargar la LARDATO, TA, add. da Lardare V. § Per Copiosamente; Abbondantemen-mano. E turto avvenne ec. por la for. Fig va e Unto; Sporco. D ontano te, Ampiamente. Ma il vostro fanguez, e larghezza della sus pecunia. M. avemmo innanzi un candelliere, non d'ot. piove più largamente, ch'altr' ira vi sfer Vill. Il contrario neste larghezze avviesoxe eccellente a far arrosto, perchè egri za Petr. E mentre così i tre fratelli lar.ne dice il Davanzati parlando della era landato più maniere. Alleg. gamente Spende ano ee. La fante prom fe Moneta. LARDATOJO, s. m Voce dell' uso.largamente, e alla fua donna il raccon §. Per Abilità, e Licenzia. Uno InStrumento di cucina, che serve a lardel.. Bocc. nov. giese prigione nella forte vacca di Gui Per Diffusamente; A di lungo. Ma nisi ec avez larghezza d' andare per la LARDATUR A, s. f. Il lardare. Mesto. di quefie cose si tratterà a suo luogo piùocea. M Vill no pensiero, che la lardatura nel cappo largamente. Serd. stor. LARGHISSIMAMENTE, avv. Superl. ne sia fatta con amore. Zibald. Andr. LARGÁRE, v. n. Dilatave. Allarga-di Lagamente, e per lo più in signifiLARDELLARE, v. a. Lardare. Vore, e dicesi tanto al proprio che al fig. cato di Copiosamente; Liberalmente. gliono, che i cunchi la lardellino di fotLargai'l desto, ch's' tengo or mo to a Fichi seceni ec. larghissimamente fisn silissimi lardellini. Zibaid. Andr. freno. Petr. Fu largata ogni ftrada, ed dati loro a mangiare. Pallad. Donave ogni porta. Mauro rim. larghissimamente sopra gli altri signori. LARGATO, TA, add. da Largare. V Nov. ant. Larghissimamente premiato. LARGHEGGIÀRÉ, v. a. Facultatem Cas. lett. Si Rende la Guinea larghisconcedere. Dare abilità, o facoltà. Is simamente. Quella cettz si fiende lar. LARDELLINO, s. Arvinæ frußtulum, detto messer Giovanni ec. che Radico era ghissimamente Serd. stor. Dim. di Lardello. Vogliono, che i cuo a Calese, villanamente, essendo larghegcbi la lardellino di sottilissimilardelli.giato d'andare a cacciare e uccellare ni. Z bald. Andr. a sua volontà, si fuggì. Fr. Vill. §. Per Usar liberalità di donativi, o S. Per metaf. parlando di Leggi, e sidi altro. Ostone, per non si torre i cen mili fu usato in signif. di Sfrenato ; turioni, largheggiando co'soldati, pro Licenzioso. Essendo oggi alquanto le che il fisco farebbe ogni anno que' leggi rist ette al piacere, che allora ec. pagamenti. Vespasiano off è meno nella erano, non che alla loro età, ma a troppo civil guerra, che gli alevi non usavano più matura larghissime. Bocc. nov. nella pace; col sener forte di non lar § Per Amplissimo; Copiosissimo ; Ab. gheggiare a' soldati, l'esercito faceva bondantissimo. Nella mente avendo, che migliore. Tac Dav. stor. l'onesta poverid sia antico, e larghissi. mo patrimonio de' nobili cittadini di Ro

§. Per similit. Che di pomata lardella og nor que bafettin di topo. Menz. sat. LARDELLATO, TA`, add. da Lar

dellare.

LARDELLO, s. m. Lardi frustulum. Pezzuol di lardo. Prima, che l'altrui te. le curi, adocchia le bozzime, i lardelli, e le tue note, Libr. son.

§. Lardello, dicesi anche Una spezie di fico settembrino.

LARDIÈRO, RA, add Concio col lardo; Tratto dal lardo. Bin, rim,

§. E fig vale Limaccioso. V LARDINZO, s. m. T. de' Macellaj Cicciolo. Ciccioli ec, da alcuni detti an cora Lardinzi. Min. Malm.

mise,

§. Largheggia di parole. V. Parola.
LARGHEGGIATORE, verb
m. Di.
largitor. Che largheggia; Che usa libe.

LARGHISSIMO, IMA, add. Superl. di Largo. Vi bi due vie larghissime, che s'incrocicchiano insieme Serd. Stor.

ma. Bocc nov

S. Per Liberale. Avvegnachè Dio acLARDITE, s. f. T. de' Naturalisti.ralità. Largheggiator di mance, di sos- cetti il desiderio delle perfone, larghisSpezie di stearite fine, molle, e verdaftra, toman le cuftodie corromoi. Buon. Fier.simo di molto oro nulla pajono le cose detta comunemente pietra da Sarti. Lar LARGHETTO, ETTA, add Latior acquißate Amm. Ant. dite fem diafana. Gab Fis

LARDO, s m. Arvina Grasso frutto ed è comunemente di porco. E l'acqua di quella era grassa come lardo. Vit. Plut.

§ Per Carne di porco grassa, e salata §. Notar nel lardo, dicesi dell'Andare altrui tutte le cose interamente secondo il suo desiderio. Se le vivande triste fus ser buone, noi porremmo notar quassù nel Pardo. Bellinc. son.

§. Getter il lardo a' cani, dicesi delle Straziar checchessia. M'hanno fatto info. Spettive piutofo, che altro : oggi non si getta il lardo a' cani. Varch. Suoc.

Dim. di Largo. Di pelo nero, il viso S. Larghissima pioggia, vale Dirotta
argberto, gli occhi grofsi, e le gote ri- grandissima e larghissima pioggia il ciel
levare in colmo. M. Vill. Tra essa maricuopre. Alam Colt.
teria viscosa, si trovavano acquassati LARGHITA, LARGHITADE, e LAR-
sedici vermicciuoli vivi dello fso co GHITATE, s. f. Voc. ant. Larghezza
love, larghetts, spianati Red. Oss an. E perciò fanno sì gran larghità di lor
LARGHEZZA, s. f Latitudo. Una femmine. Mil. M. Pol. cioè Ne sono si
del e tre dimensioni del corpo solido. Si liberali.
grande lume, quinti è la larghezza di
quefta rosz. Dant Par.

LARGIMENTO, s. m. Largitio. Il largire. Se amor si dà per largimento di Per Latitudine nel senso usato da' doni, e non si concede per grazia, non è Geograf, oggi non s'userebbe. Talchè amore, ma falfo componimento. Libr. Am. per questa cagione ancora tutta l' Europa LARGIRE, v. a. dal Lat. Largiri. ha non picciolo obbligo a Portoghesi, i Dare, Donare, Concedere gratuitamente, quali siccome insegnarono la regola di liberalmente. Largir grazia, licenza, cc. §. In prov. Tauto torna is gatta al trovar la larghezza, così ec. Serd. stor. Colla mente levato in also cercava i ci let. Bardo, che ella vi lascia la zampa; e si S. Per Liberalità; Donazione fatta per ma in quelli niuna entrata ne fu largita. dice del Tornare a mettersi tante volte cagione d'umanità, e dolcezza. Esso Amet. E quando tu savai tornato, io si in un pericolo, che alla fine vi si rima-parius ancor della larghezza, che fe- largirò la sua mercede. Stor. Tobb. Non ae. Salv Granth. ce Niccolao alle pulzelle, per condurre si dee l'uomo gloriare de' beni dell' anima, S. Dicesi pure in proverb. Andare alla ad onor lor giovinezza. Dant. Purg, Loi quali Iddio liberamente, e non per noftro gatta per larda, V. Gatto. maggior don, che, Dio per suz larghez-merito, ei largifce, e dona. Passav. LARDONE, s. m. Laridum pingue. za, fesse creando ec. fu della volontà S Largire, per Rilasciare in libertà. Carne di porco grassa, e salata. Unguenia libertate. Id. Par. La prodigalitade Tu hai le chiome fue intrecciate in mano, to da očehi magistrale, recipe larione di si puste diftinguere dalla larghezza in non lo largir, che si farà lontano. Pulci porco falato one tre ee Ricett Fior più modi. Com Iaf. Se tu conosci la Driad. § Lardone, Franzesismo corrotto dagli donna sua pienamente dotata delle so LARGITÀ, LARGITADE, e Oriuolaj Quel pezzo degli Oriuoli da praddette virtù ec, nel tuo teftamento la GITATE. s. f. Largitas. Larghezza; tasca a cui è annesso il braccio della posciala facitora ec. e quefta larghezza Liberalità; Magnificenza. Or versò in buona a usare nelle buon». Cron. Morell. na ogni fuð largitate. Petr. In quanto §. Onde Far larghezza, vale Usare per la divina largitd v'è concesso dare liberalità. Cammillo non era cofumato a' prossimi vostri ec. Omel. S Greg. di fare tali larghezze. Liv. M. LARGITO, ITA, add. da Largire. V. §. Per Abbondanza; Copia; Pienez. LARGITORE, verb m Largitor. Che za; ed in questo significato è contrarioliargisce. Dunque coftui non è cacciasor

tenza.

LARGA (ALLA) V. Largo. LARGACCIO IA, add Peggiorat. di Largo; Molto largo. Uomini largacci di bocca, e di lingua sfrenatissima. Fr. Giord. Pred.

LAR

d'onore, nè largitore di varie follecitudi- Aveva uno collaretto a uno suo guarnatni, nè indegno occupatore dell' altrui li- cone, ec, era si largo, e sparato, che berta. Filoc. Illustrator della veritade, averebbe tenuto due faja alla larga. e della beatitudine largitore. S. Ag. C. D. Franc. Sacch nov.

Cof.

5. Largo, usato dal Chiabrera a mo. do di preposizione, per la forza dell' a nalogia con Lungi, e Lungo. Il tronco largo il fiume si diftende, e violento LARGITRICE, verb. f. di Largitore; S. Per Di gran lunga. Ho in mano tale rapido difcende. Guerr. Got. Che largisce. La liberalitade è virtude lar pegno, che gli vale alla larga. Ambr. LARGOVEGGENTE, add. d'ogni g. gitrice de benefitj, la quale, quanto all' Che si ftende colla vifta; Che vede di effetto è detta benignita. Zibald. Andr. S. Alla larga fgabelli. V. Sgabello.largo, o di lontano. Al cui occhio, chiaLARGIZIONE, s. f. Largitio. Largi- S. Stare alla laga, vale anche Trat-ro, e largoveggente tutti i futuri sono tà. Alla seconda largizione fece un simil tarsi largamente, o comodamente. Tutti prefenti. Salvin. disc. Di Saturno tra. diniego. Buon Fier. quanti ci possiamo stare alla larga, e nes vò il figlio largoveggente. Id. Iliad. LARGO, s. m. Latum. Larghezza; sun ci cape, perchè la donna del demonio LARGURA, s. f Locus amplus. Lar. Spazio. I'vidi per le cofte, e per lo fondo signoreggia. Franc. Sacch. Op. div. ghezza, ma non si direbbe, se non in piena la pietra livida di fori d'un largo S. Tirarsi alla larga, vale Discostarsi, significato di Grande spazio; Spaziosi sutti, e ciascuno era tondo. Dant. Inf. Allontanarsi al quanto in disparte. tà. Pigliando una lunga via per una D'un largo tutti, cioè d'una larghezza. bella largura. Libr. Viagg. La fefsura But, ivi. gli diventa porta, cioè la frettezza gli pare largura. But Purg. Per voi feri. vende, ce. ne versi non avrei quella largura ufasa mo', che una carrozza a sei passi fra l'una, e l'altra addirittura. Fag. rim.

S. Pigliarla larga, Pigliar largamente, e simili maniere, esprimono Fare §. Farsi far largo; figuratam vale checchessia, e particolarmente i conti Farsi aver rispetto, o riverenza. Il mo- con larghezza. E nota, che questo con do che si tiene per le corti dagli Spiriti in ducimento si dee pigliare largamente cioè vidi, e maligni contra coloro, che colla in qualunque modo e' lo indusse o con pa virtù, e colla fedeltà si fanno far largo. vole, o con fatti a giuocare. Maeftruzz. Fir. disc. an. Parmi di potere ingenuamente affermare, § Dicesi anche da chi precede qualche che l'arte del fabbricare gli occhiali è in gran Signore, Largo largo ovvero. Largo venzione moderna, e ritrovata in TofcaSignori, per dire, Fate luogo ; Scoftate na in quegli anni che corfero, a pigliarla vi; Fate ala; ben larga, dal 1180 al 1311. Red. lett. Occh.

S. Largo si usa anche sust. in signif. di Liberale, ed è opposto all'Avaro. E così §. Fare largo, vale Allargare. Voc. Cr. l'avaro molio spesso spende più che 'l §. Pare largo, per Trarsi da banda; largo. Fr. Sacch nov. La pecunia all' a. Ceder di luogo. Su tamburi, e trom. varo, è sormento, al largo è onove. Albert. betti, datevi dentro, e voi altre briga §. Pigliar il largo, l'altura, dicono se, perchè pofsan giucar, largo ne fa i Marinari dello Andare per l'alto mare, te. Cant. Carn, senza accostarsi alle terre.

LARI, s. m. pl. Numi caserecci; Dei familiari de' Gentili. Nella facciata si. niftra di verfo Mercurio, nel corno ver.. fo la facciata da piè si potriano fire i lari Dei, che sono fuoi figliuoli. Cat. lett. LARICE,s m Lavix. Albero di grande altezza, comune ne'boschi della parte più settentrionale dell' Italia, dagli scrittori aanoverato tra' coniferi, come e' dicono, e resiniferi. Ha le foglie a fascetto, ottuse, caduche. È spezialmente buono a farne le secchie, nelle quali si reca l'acqua, ed in ciò quasi solamente è diverso dall' Abete, o Piella, la quale per l'acqui agevolmente diventa viziosa. La trementina è prodotta dalle incisioni fatte nella sua scor

S. Farsi largo, vale Aprirsi la straLARGO, GA, add. Latus. Che halda all' eftimativa, o al credito. Se non larghezza; Spazioso; Ampio; Disteso; vi fase largo col donare, e' vi resterà Efteso; Prosteso. V. Vafto, Allargato, la voglia addosso. Cecch. Corr. Dilatato, Lato. E quivi avere una 1avo. LARGO, avv. Largo. Largamente. E la molto larga Perciocchè la sottil corda se io ne parlo a quinto largo ad uiliidza, sulla quale nasce anche il vero A. riceverà ottimamentè la saetta, che avrà di voi, non mi disdice, come farebbe ad larga cocca, Bocc. nov. Gli occhi ha ver un altro. Bocc. nov. Grazie, ch'a pomigli, ela barba unta, e atra, e'l ven-chi il ciel largo deftina. Petr. are largo, e unghiate le mani. Dant Inf $ Volgere largo, o Valgere, e Andar Al qual veggio si larga, e piana via largo a canti, vale Scansare le difficol. Petr. Ed a quel largo pian fatto vicino,tà, e pericoli. Volgen largo colle genti. ove Argante l'attende, anco non era suste, dicende ec. Franc. Sacch rim Voigi pur largo, Farfarello, a' canti e 5. Per Copioso; Abbondante. E usa. Morg. La camera è fervasa ec. senza me re large mensa a mangiare, siccome gli non vs può ir perfona, e io andrò lar. altri. G. Vill. Sì profond' era, e di sigo a' conti. Cecch Spir. larga vena il pianger mio. Petr. La sua §. Giuocar largo, vale Non s' appres. lunga fatica sarà compensati con perpe sare. V. di pur che Rido fe giuochi lar tua gloria, con largo frutto. Cas. lett. go Cecch Mogl.

Tass. Ger.

S Per Magnifico; Liberale; Cortese. S. In lungo, e in largo, dicesi avv.
Che più largo fu di Dio a dar se ftefso per dire, Prendere un grande spazio
Dant. Par. E larghi di ler sangue eran per se.
are Deci. Petr.

S. Largo partito. V. Partito.
S Larga mano. V. Mano.

§. Andar largo da checchessia, vale Andarne lontano.

§. Andar largo, vale anche Andare §. Largo, per Famoso; Distesɔ, mo colle cosce, e gambe allargate. S. met. do poetico. Misero lui! Che dell' angote in cammino, e andava largo come se scie eftreme sia largo esempio alla fu tura gente. Ghiabr Guerr. Got.

avesse avuto nelle brache due persini da
Roppa, et. E mettevași le man forio, e
andava largo come un crepato. Franc.
Sacch nov.

garico bianco delle spezierie. L'abere, che volgarmente si chiama piolla, e la. vice, fon quasi ana medesima cofa Cresc § Larice femmina, lo stesso, che Cedro del Monte Libano officinale, e del Mattiolo; il suo legname è di color șimile al mele, e dicono essere egli in certo modo immortale: onde adoperandolo in tavole per dip gnervi sopra non mai si fende. Voc. Dif.

LARICINO, INA, add Di larice, Lr vazia è zi liquore, che naturalmente distilla dal primo ec. e ritrovafene di due maniere ; una liquida, come dal terebinto la trementina, dal larice la lavicina, la quale oggi è la volgare trementina ec. Ricett. Fior.

LÀRIMO, s. m. Sorta di pesce, che second Oppiano, pigliasi la state, con rete di canap:, entrovi posto per esca una ftiacciata di ceci, bagnata di vino, e di mirra Salvin, opp Pf.

LARINGE, s. f Larinx. T. Anatomico. La parte superiore e più grossa, ov§. Di largo, posto avverbialm. va. vero capo della canna de' polmoni . le Largamente Questa peftilenzia ri Quando ne' vecchi le cartilagini nella lacominciò ec. che di largo il terzo de' cit §. Andar targo da terra o alla larringe son diventate di natura d'osso. sadini, e oltra morirono. M Vill. ga, dicono i Marinaj Quando si scofta Libr cur malatt.

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§. Alla larga, posto avverbialm Lonne assai, e vanno in alto mare. Andar LARINGOTOMIA s. f T. Chirur tano; Di lontano, come Stare alla lav largo di undici rombi, di undici qurgico Lo stesso che Broncolamia. V. ga, cioè Star lontano; Star di lontanote, c.

È divisa, e combatte alla larga. Franc. S. Largo da cheechessia, vale Lonta Sacch. rim. Trova la via di farsene al no. A Domizio comanda, che una galda, largo da terra, e ifole per altro vada §. Per Largamente; Comodamente.in Soria. Tac. Dav. ann.

la larga Malm.

LARVA,s f Umbra. Propriamente vale Ombra di morto; Spettro; Apparenza finta da' Gentili cangiantesi di forme. V. Fantasma. Larve in lingua Latina signi, ficano oltre quello che nei diciamo ma

Schere, l'anime dannase de' rei, che noi volgarmente chiamiamo Spiriti. Varch. Lez. Qui l'incanto fornì svanir le larve. Tass Ger.

trovarsi fafera colla Spina, e trove. rafsi coll' Agata mia compagna. Salv. Spin.

LASAGNOTTO, s m. Lencifcus Cy Larva, fig. Ombra, Apparenza vana prinus grislagine. Linn. Accresc. di Ladi checchessia La fola vostra larua con- sagna. Con un poco di vitella morbida cepita dagli uomini è di tanta virtù, che per amor de' lasagnosti. Fir. Luc. fa diventar gli uomini tanto simili al LASCA, s. f. Pesce d'acqua dolce, la vestro fugnato originale. Anzi una fer- d: cui carne è molto sana. Lafea è una vitù impostagli da una larve di divini-Spezie di pesce, che si trova nel lago tà, la qual abbia prefo corpo, e vigore di Perugia. But. Purg. dall'annighittimento della fua resistenza. Magal. lett.

Larva, vale anche Maschera; Trasmutata apparenza. Larva è vocabol gra maticale, e significa vesta contraffatta, come si vestono gli uomini, che non vogliono esser conofciuti. But. E poi tra via m'apparve quel traditore in si men. tite larve. Petr. Larve, cioè maschere, che si mettono alla faccia quelli, che si vogliono camuffare, e contraffare. But. Purg.

LARVATO, TA, add. T. de' Natura listi. Occulto, Non manifefto perchè in volto in altre sostanze. Miniera d' oro, d'argento, ec larvata. Gab. Fis.

LARVEGGIARE, v. n Descrivere favoleggiando, o mascherando il faiso o il vero. Che benchè larvegiando il falfo er finga, l'adatta così ben, che ne par vero. Adim Pind.

LASAGNA. s. f Lagana. Pasta di farina di grano, che si distende sottilissima mente sopra graticci, e si secca per cibo Le zuppe Lombarde, le lasagne maritete, le frittellette fambucate. Lab. Voleva darti più, che d'un cappone, e con quel cibo le lafagne fare. Franc. Sacch. rim. S. Dicesi in proverb. Affogare il can con le lasagne, quando per venire al suo intento si offerisce maggior partito, che non merita ia bisogna. Vir. Cr

S. Notar nele lasagne, vale Notar nel lardo. V. Lardo. Di quei, cui par notar nelle lasagne d'amor felici, che nuotan 'n un golfo di pazzia tranquillissimo . Buon Fier.

§ Aspettare a bocca aperta le lafa. gne, o Aspertar che le lasagne pievano al trui in bocca, o in gola, figurat. si dice di Chi vuol conseguire alcuna cosa, e non fa dal canto suo niente per ottenerla. Saiv Granth.

S. Lasagna, per similit. dicesi da' Get tatori di metallo, la Cera, o Pafta, che si mette ne cavo delle forme delle fta tue, o d'altre cose, che si fondono. Nel Suo cavo si metterà una grossezza di ce. ra quanto una costa fortile di coltello, la qual cera per cagione dell' egualità, e fottigliezza, che ha da avere vien detta per l'arte la lafagna. Cellin. Oref.

LASAGNAJO, s. m. Che fa, e ven. de lasagne. In Firenze era da fanto Ghirigoro un lasagnajo com una sur moglie, aveano uno piccolo loro fanciullo ec. M. Vill. Fu figliuola d'una fornija, ovve ro lafagnija. Cron. Vell Qui sust. f. LASAGNINO, INA, add Aggiunto dato ad una sorta di Cavolo. Cr. in Ca volo V.

LASAGNONE, s. m. Bliteus. Uomo grande, e scipito, che anche dicesi Bietelone. Questo lafagnone afpettava di Dz. Un. T. IV. *

§. Dicesi Sano come una lafca, e va le d'Intera sanità. E fono andato spian do la vita, e trovo, ch' egli è fan, co me una lafea. Cecch. Mogl.

§. Onde lafciare in abbandono, vale, lasciare affatto, Ei gli lafcia in abban dono a beneficio di fortuna. Red. esp.

nat.

§. Onde pure il proverb. Lafciare in Naffo. V. Nasso.

§. Lasciare, per Ordinare alcuna cosa nel testamento. Lafciò si rendesse l'u,fura, che n'ebbe assai dalla nostra compagnia. Cron. Vell.

Lasciare, per Permettere; Concede.. re; Consentire Lafciami vedere come usignuolo ha fatto questa notte dormivat la Caterina. Bocc nov. Lafcia la cura me, dicea Gradesso, ch'io guarisca ceftui dalla pazzia. Ar. Fur.

§. La celeste lafca, fu detto, per di re Il segno de' pesci. Dan. Purg. S. Lasciare, per Tralasciare; Omette LASCARE, v. a. T. di Marineria. Ire, ed anche Trascurare. Io per niun Allentare; Lasciar andare. Usasi per lo cofa lafcerei di Cristian firmi. Al quapiù a modo di comando, e dicesi Lafcale, quantunque turbato il vedesse, noz bune, e tira molla a prua, ed è co lafciò di dire il parer fuo. Bocc. nov. mando, che si fa per cambiar le vele Il suo teftamento die molto da dire, adi prua, e orientarle dall'altra parte. vendo onorato di sua gran facultade quasi Lafca burine, e tira molla a poppa è co. tutti i principali, e lasciato Cefare. Tac. mando, che s'usa nel girar di bordo Dav. Ed io non lafcio perdere alcuna ocvento in faccia volendo cambiar le ve casione, perchè ciò Segua prestissimo. le di maeftra, e di mezzana per orien Cas. lett tarle, e murarle dall'altra parte. o in penna.

LASCHITA, s. f. Voc. ant. Pigrizia; Viltà. Appresso viene lafchità, che fa l'uomo lafco, e venire infralendo, e peggiorando di giorno in giorno. Tratt. pecc mort.

§. Lafciar nella penna, V. Penna.

§. Lasciare, neutr. pass. vale Riserbarsi; Conservarsi; e Ritenersi. Intanto che parente, ne amico lafciato savea, che ben gli volesse. Bocc nov.

LASCIAMENTO, s. m Omissio. Il Lasciarsi, si usa pure in diversi silasciare. Acciocchè per temporale lafciagnif. di Tollerare, Permettere, Non avmento di fatica ad affaticare diventino vertire, come Lasciarsi prendere, o chiappiù fort. Amm. ant E farne traspor par al boccone. Lasciarsi mangiar la sorto, cedizione, e lafciamento per fede, ta in capo. Lafciavsi fuggir di bocca una e faramento folennemente e con lettere parola e simili. V. Boccone, Torta ec. patenti. M Vill. La qual cosa si fa per lafciamento di vizi, e aggiugnimento di virtudi. Com Par.

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LASCIAMISTÁRE, s. m. Dicesi in modo basso d'Uomo quieto, che bada a se. §. Efser pieno di lafciamiftare vale Esser pieno di noja, o d'inquietudine, LASCIARE, V a Relinquere Non torre, o Non portar seco in partendosi checchessia. Li mici (pensier) afias o dentro dalla porta della città Bocc. in trod. Lui dentro dell' arca lasciarono racchiufo. Id. nov.

S. Lasciare, parlandosi di Persona, che muore dicesi non solamente in riguardo di quella spezie d'abbandono che si fa delle cose terrene, ma ancora rispetto alle sue facoltà. Mio padre mi lasciò ricco uomo. Bocc. nov. cioè Redai mol ta roba. V. Redare.

§. Dicesi ancora per Fare erede, o Far lasciti per teftamento. V. Legare. Ea loro, siccome a legittimi fuoi eredi, o gni fuo bene, e mobile, e ftabile lasciò. Bocc. nov. Lafcio alla Bruna et. una lettiera d'albero, e 26183 coltricetta di penna, ec. Id. Test.

S. Lafciare stare alcuno, vale Cessare di nojare. Udite il comandamento del fuo signore, lasciata far lei, a lui se ne ritornò. Bocc. nov Nè il nimico lo lafeid poi fare. Vit SS. Pad.

§ Lafciare Rare, vale Cessare di fare checchessia Tanto crebbe il biasimo per la città, che egli lasciò stare. Din. Comp.

§ Lafciare fare, fa figura sovente quasi di un solo verbo, e vale il præterire de' Latini. Perchè mirte fura prima i migliori, e lascia stare i vei. Petr.

S. Non solamente si accorda col quarto caso, ma eziandio col terzo e col secondo. Lastiami stave all' amore. Bocc, nov. Lasciamo stare alle cose passare. Tocci Par. Lasciamo stare di questo ec., e ve gniamo a quello, che su di Lasciamo ftare del vostro cammino, che impedito alquanto avete. Bocc. nov.

§. Lasciare il cane, o simili; si dice dello Sciogliere i cacciatori il cane dal guinzaglio dietro alla fiera. Belline, son.

Lafciar la briglia, vale Allentarla, e fig Lasciar operare alcuno a sua piena balia. Che lafciando la briglia all'eloquenza, fatto han de' loro error la peni. Bern. Orl.

§. Lasciare, contrario di Tenere. Latenza sciami, non mi tener più ec. tempo hai di lafciarmi, lafeiami io te ne priego. Bocc. nov.

§. Lasciare, per Abbandonare. Lafcia. re a poßta, inavvedutamente, per dimen ticanza. Sole in tanta afflizione n'hanno lafciate. Bocc. introd. Il mio cor che per lei lafciar mi volle. Petr.

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Lafciar luogo. V. Luogo.

S. Lasciar andare un colpo, o simili vale Scagliarlo. Mi lafciò andare un st fatto tempione. Buon Fier.

§. Lasciare il proprio per l'appellativo. V. Appellativo, Proprio,

S. Lafciar a bocca dolce, Lasciar al colonnino, Lasciar in bianco, ec. ec. V. C

Bocca, Colonnino, Bianco, ec. E cost
Lasciarsi consigliare, Lasciarsi ferrare ec.
V. Consigliare, Ferrare, ec.

LASCIVIA, s. f. Lafcivia. Movila ftessa, che l' Assa. Il bengiud è goma mento disonefto di corpo, e d'animo dis ma d'un arbore, la qual gomma non & soluto, procedente da intemperanza car S. Far a lascia podere. V. Podere. il laferpizio odorató, come abbiamo des~ Rale. Impudicizia; Incontinenza; Img, ec. Ricett. Fior. S. Lafciare alle grida. V. Grido. purità; Libidine; Lussuria; Sensualità; S. Lasciare, in T. di Marinerìa, si Disonestà; Dissolutezza; Laidezza. La scio. Un can d'argento aver vuole OliLASSA, s. f. Lorum, Guinzaglio; La. dice Quando salpando l'ancora si stacca fcivia ardente, furiofa, insaziabile viero, che giaccia, e che la lassa abbin dal Terreno, così l' Ancora ha lasciato sfrenata, cieca, laida, brutale, obbro ful dosso. Ar. Fur. Una dozzina di s'intende dire che si è staccata. briofa. Ei nacque d'ozio, e di lasci. quelle belle lasse da lauriere, che si soLASCIATA, s. f. Voc. ant. Lasciamen- via umana. Petr. Gli occhi sono da re to; Il lasciare. I fanciulli, che nascono primere, e raffrenare dalla lafcivia del Bemb lett reano fare in Urbino di cuojɔ di cervo . a' 355. punti alla lasciata della pianeta la fua volontà. Cavalc. Med, cuor. Non in fegno d' Aquario ec. sì mascono attratti. Secondo i coftumi de' nobili odierni si Zibald. Andr. diede alle fanciullefche lafcivie. Bocc.

S. Lasciata, T. de' Pannajuoli. Difet-vit. Dant. to del panno, che in qualche parte è re § Lascivia, per Motto, Parola lu ftato senza cimare. brica, disonefta; Espressione grassa, e. LASCIATO, TA, add da Lasciare. Vquivoca. Se di bocca mi sdrucciola im 5. Lasciato, in forza di suft. T. di provvisa una lafcivia, un lubrico con Stamperia Lo ftesso, che Lasciatura. V. cetto Crud rim. LASCIATURA, s. f T. di Stampe. ria. Errore del Compositore allorch'egli lascia indietro una, o più parole. Alcu ni dicono Ua lasciato, è in gergo Un pesce

LASCIBILE, add d'ogni g. Voc. ant Dissoluto; Licenzioso; Trascorso. Cor.

so; Stancare; Straccare. V Spossare, LASSARE, v. a. Lafsare. Render las Affievolire; Affaticare Io non fui d'a. mar voi lafsato unquanco, Madonna, në avd. Petr.

dolce ben, ch' is lasso ec. fermo se pian. §. Per Lasciare. Poi ripensando al te sbigottito, e smorto. Lafsave it ve. lo, a per fole, o per ombra, donns, nom vi vid' io. Petr O tu, che porte parte Lateco di me, parte ne lafsi, o prendi l'uo vendi l'altra, ec. Tass. Ger. LASSATIVO, VA, add. Milliens. Che ha virtù di lenire, e mollificare, o purgare Medicine lafsative. La virtų lassitiva delia feamones Libr cur ma

LASCIVIARE. V. Lascivire, LASCIV'ENTE, add. d'ogni g. sciviens. Che lascivisce; Lascivo. Dal. la lafciviente turba da diverse parti era afsalito. Amet.

no

LASCIVIRE, LASCIVIARE, v. n Voci disusate. Divenir lascivo; Operar refse la vita lafcibile, e vitusse i Crilascivamente, Sen. Provv. Fr. Jac. Tec.latt. La scatapuzza è molto lafsativa Aiani a penitenza. G Vill. §. Per Amoreggiare lascivamente. Bal-e purga di sopra, e di forte Cresc.

LASCIO, s m Legatum Legato fat-lano, cantano, lafcivifcon con gli occhi, to per teftamento. Molti benefici, e li con gli atti, e con le parole. Bocc mosine profferte, e lasci faits. G. Vill.Com. Inf. Santo Agostino rifiuid il lafcio d' uno ch' avea lasciato tutto "! fuo per Dio alla Chiefa, donde era Vescovo. Tratt. gov. fam.

S. Lascio, per Teftamento. I quali fedeli erano fasi del conte Guido da Raggiuolo, e per fuo lascio fuccedendo a' figliuoli del conte da Bittifolle. G. Vill. E perciocch' egli non sapeva, che la fua nuora fofse pregna, dimenticò il fuo nipore al fare del fuo lafcio. Liv. Dec.

LASSATO TA, add. da Lassare. V. LASSAZ ONE, s. f. Lassitude. FiacLASCIVISSIMO, IMA, add. Superl. Sopra og virtù den” umana condizione chezza; Relassazione La qual cosa è di Lascivo. Alcuna volta oneftifsimo, per continua lafsızion delle virtù Teol. alcuna volta lascivifsimo in lussuria mift. Il vipeso del corpo è cominciamenPetr. uom. ill. Ovvidio fu lafcivifsimo.ro d'ogni mile, e lafsızione nel fanno, Varch. Ercol. Coll. Ab Isac

LASCIVITA, LASCIVITÁDE, e LA.
SCIVITATE, s. f. Lascivia. Lascivia
S'egli ritorna alle sozzure de peccati,
e alle puzzolenti lafcivitadi del mondo.
Scal S. Ag.

LASSEZZA, s. f Lassitudo. Strac

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chezza; Stanchezza. V Debilità, Relassazione. Un pigrezza forprende nerbi, e una lassezza s-nza fatica, Sen. Pift. Fatiche, e lassezze, e fami, e se LASCIVO, IVA, add Lafcivus. Che si tormentofe e crudeli. Med. Arb. cr. Lascio, per Lassa, guinzaglio; on ha lascivia; contrario di Cafto Impu de Andare al lafcio, che si dice del Te dico; Lu suri so; Libidinoso; Inconti chezza; Infralimento; Allentamento. LASSITÀ, s. f. Rilassatezza; Fiacnere fuor della fila il cane in guinzaglio,nente; impuro; Sensuale; Licenzioso Dall'apparenze della Rachitide è facile e andare alle pofte. Voc. Cr. Laido; Disonefto; Dissoluto; Carnale accorgersi chella depende di ria ed Lijevo cieco, folle, misero. E si così inequale nutrizione per l'ine zia, e lasnelli toro coftumi, come i cittadini, d1-si à degli organi solidi, ec. Cocch Bagn. venusi lafcivi, di niuna lor cofa, o fac Mili, che ban per origine la debo ezcenda curavano Bocc. intr. Tanto bel e lassità della fibra, dolorosi efla, e sì vana, e lafciva, che molti perfetti delle dolcezze troppo frequenti. Id. fuo amore contendevano insieme. Vit. Matrim

LASCITO s. m. Legatum. Lascio. Si confidano molto ne' lafciti teftimen. tary, che fanno al punto della morte. Fr. Giord. Pred.

LASCIVA, s. f. Voce usata antica mente in signif. di Lascivia, ed anche di Ranno, o Lisciva, V.

LASCIVAMENTE, avv. Lafeive. Con lascivia. V. Disoneftamente. Fece aleu ne cose contro a' suoi prefetti, e alcune lafcivamente contro a fe. Petr. uom ill. Quelle, ch' erano femmine, o difcendo no da quelle, ch'erano femmine, in o gni parte amano la bellezza l' una dell' altra, chi puramente, e fantamente, ec. ebi lafcivamente, ec. Fir. dial. belt. donn. LASCIVANZA. V. e dici Lascivia. LASCIVETTO, ETTA, add. Lafcivibundus. Dim. di Lascivo. Nello alzarsi vuol difendersi tutta, e quasi i. mitare la lafcivetta palomba. Diciamo: la tale è vaghetta, quando parliamo d'una, che ha un certo lafcivetto, e un certo ghiotto colla oneftd mescolato. Fir. dial. bell. donn. E qui in forza di suft. Ove le viti in lafcivetti intrichi Spofa. se fono, in voce d'olmi, a' fichi. Red.

Ditir.

SS P

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LASSITO,s m. Lo stesso che Lascito. Ed in senso men cattivo vale Che Parendomi, the m'abbia fatto un lassite scherza, Che giuoca dissolutamente. N'altro che de fuoi mobili. Car lett. fate, come agnel, che lafcia il latte del. la fua madre, e semplice, e lafcivo se co medesmo a suo pracer comb itse. Dant Par Lafcivo, cioè vago, e dissoluto But, ivi.

LASCIVOLO, LA, add Lascivetto; Licenzioso. E se vuoi aver lude, obuo na fama, fuggi d'esser lafcivao, cioè sfrenato. Albert.

LASCO, CA, add Voc. ant. Pigro; Vile. Quando egli è disleale, non calen te, dimentico, lafco, diffillante, e fie vole. Tratt pecc. mort. Fatto m'è l'a mar dolce, e'l dolce amaro, e il viver lieto, dispettofo, e lafee. Montem. rim § Vento lafco. V. Vento.

chezza; Lassezza. Pallav. Cone Trid.
LASSITUDINE, s. f. Stanchezza; Strac-
S. Lassitudini, o Debolezze nervose,
dicono i Medici l'Acca sciamento, o Rifi
mo di malattia.
nimento di forze per malattia, o sinto-

LASSO, SA, add Fessus. Voce sin-
copata da Lassato; Stanco; Stracco;
to; Infralito; Affralito; Infiacchito
Spossato; Fievole; Affievolito; Indeboli-
Abbattuto. V. Languido, Affaticato
Rifinito. La gente eran lassi, e ftinchi
per lo combattere. G. Vill. Ch'e gid di
piangere, o di viver lasso. Petr.
S. Lasso, nell'uso parlandosi di Mo-
rale, o di Costum, vale Rilassato.

LASER PIZIO, s. m. Laferpitium Per Infelice; Misero; Meschino. Specie di pianta onde ftilla una spezie imè lassa me, dolente me, in che mal di gomma, la quale, secondo molti, èlora nacqui. Boca, nov. Lasse, non so

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