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E di Priamo figlia, e nuora a Venere,
Nè donna lor, nè di lor donne ancella,
Chè la gran Genitrice de gli Dei

Appo se tiemmi. Or il mio caro Iulo,
Nostro comune amore, ama in mia vece; 1275
E lui conserva, e te consola. Addio.
Così detto, disparve. Io che dal pianto
Era impedito, ed avea molto a dirle,
Me le avventai, per ritenerla, al collo;
E tre volte abbracciandola, altrettante,
Come vento stringessi o fumo o sogno,
Me ne tornai con le man vote al petto.
E così scorsa e consumata indarno

Tutta la notte al poggio mi ritrassi
A' miei compagni, ove trovai con molta
Mia meraviglia d'ogni parte accolta
Una gran gente, un miserabil volgo

Dardanis, et divae Veneris nurus:

1280

1285

Sed me magna Deúm genitrix his detinet oris. Iamque vale, et nati serva communis amorem. Haec ubi dicta dedit, lacrimantem, et multa volentem Dicere deseruit, tenuesque recessit in auras. Ter conatus ibi collo dare brachia circum; Ter frustra comprensa manus effugit imago, Par levibus ventis, volucrique simillima somno. Sic demum socios consumta nocte reviso. Atque hic ingentem comitum affluxisse novorum Invenio admirans numerum; matresque virosque,

795

D'ogni età, d'ogni sesso e d'ogni grado,
A l'esiglio parati, e 'nsieme additti
A seguir me, dovunque io gli adducessi,
O per mare o per terra. Uscia già d'Ida
La mattutina stella, e 'l dì n'apria,
Quando in dietro mi volsi, e vidi Troia
Fumar già tutta; e de la rôcca in cima,
E di sovr' ogni porta inalberate

1290

1295

Le greche insegne; onde nè via, nè speme.
Rimanendomi più di darle aita,

Cedei; ripresi il carco, e salsi al monte.

Collectam exsilio pubem, miserabile vulgus.
Undique convenere, animis opibusque parati,
In quascumque velim pelago deducere terras.
Iamque iugis summae surgebat lucifer Idae,
Ducebatque diem: Danaique obsessa tenebant
Limina portarum: nec spes opis ulla dabatur,
Cessi, et sublato montem genitore petivi.

800

Fine del Libro secondo

A L LIBRO

SECONDO

TROIE CAMPUS

Teatro dell'Iliade, capo lavoro di poesia d'ogni tempo e d'ogni nazione. Il dinanzi di questa veduta presenta il monte Cotilo tutto boscaglie, il quale dalle parti più elevate della catena del monte Ida scende nella sottoposta pianura. A sinistra della greggia di pecore scorgesi la sorgente del Simoenta, che precipita a destra dall'alto della montagna in varie cascate. Dall' altra parte per un dolce pendío scorre lo Scamandro (oggi chiamato Mendéré-Su ), il quale dopo di essersi piegato verso il nord si unisce col Simoenta, forma lo Stomabimna (foce paludosa) e si getta nel mare presso la moderna città di KumKalessi, all'ovest del porto degli Achei.

In mezzo alla scena, fra i due fiumi, vedonsi le supposte mura di Troia o Ilio, e sul lido qualche collina sepolcrale, ed alcune rocce nel mare l'isoletta di Tenedo, ed a sinistra di questa una delle isole Calidne.

ÆNEID. L. II, v. 21 e seg.

D'ogni età, d'ogni sesso e d'ogni grado,
A l'esiglio parati, e 'nsieme additti
A seguir me, dovunque io gli adducessi,
O per mare o per terra. Uscia già d'Ida
La mattutina stella, e 'l dì n'apria,
Quando in dietro mi volsi, e vidi Troia
Fumar già tutta; e de la rôcca in cima,
E di sovr' ogni porta inalberate

1290

1295

Le greche insegne; onde nè via, nè speme.
Rimanendomi più di darle aita,

Cedei; ripresi il carco, e salsi al monte.

Collectam exsilio pubem, miserabile vulgus.
Undique convenere, animis opibusque parati,
In quascumque velim pelago deducere terras.
Iamque iugis summae surgebat lucifer Idae,
Ducebatque diem: Danaique obsessa tenebant
Limina portarum: nec spes opis ulla dabatur,
Cessi, et sublato montem genitore petivi.

800

Fine del Libro secondo

A L

LIBRO SECONDO

TROIE CAMPUS

Teatro dell'Iliade, capo lavoro di poesia d'ogni tempo e d'ogni nazione. Il dinanzi di questa veduta presenta il monte Cotilo tutto boscaglie, il quale dalle parti più elevate della catena del monte Ida scende nella sottoposta pianura. A sinistra della greggia di pecore scorgesi la sorgente del Simoenta, che precipita a destra dall'alto della montagna in varie cascate. Dall'altra parte per un dolce pendío scorre lo Scamandro (oggi chiamato Mendéré-Su ), il quale dopo di essersi piegato verso il nord si unisce col Simoenta, forma lo Stomabimna (foce paludosa) e si getta nel mare presso la moderna città di KumKalessi, all'ovest del porto degli Achei.

In mezzo alla scena, fra i due fiumi, vedonsi le supposte mura di Troia o Ilio, e sul lido qualche collina sepolcrale, ed alcune rocce: nel mare l'isoletta di Tenedo, ed a sinistra di questa una delle isole Calidne.

ENEID. L. II, V. 21 e seg.

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