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che non vorrebbero in lui quella frequente libertà di aggiugnere o scemare al suo Autore immagini e pensieri, e quella non sempre opportunamente disprezzata leggiadría; ma ci uniamo altresì a celebrare e a stupire quella invidiabil proprietà di voci, quella beata copia di locuzioni, la piacevol varietà nel numero, l'egregia particolarità nell'artifizio; le quali doti, congiunte mirabilmente alla nativa castità e gentil disinvoltura del suo dire, al fiore del suo gusto e all' amenità del suo stile fanno sì che laddove egli non segue il debito di Traduttor diligente, compie sempre poi l'altro di bellissimo Scrittore. E queste peregrine virtù se non valgono a porre in dimenticanza i suoi difetti, certo li compensano largamente assai; e devon rendere molto modesta la loro condanna, massime poi dove si ponga mente che al CARO intervenne quel che a VIRGILIO; cioè che la morte troncò e fece imperfetto il suo volere, mentre che stava sopra a ultimarne il lavoro. Infortunio grande alle Lettere, anzi grandissimo, per non potere venir riparato dai senni umani.

Abbiamo inoltre voluto a questa edizion nostra aggiungere un abbondante e utile adornamento; ciò sono cinquanta Incisioni in acciaio di maestro bulino, le quali rappresentano i luoghi più famosi da Virgilio tocchi o descritti nel suo Poema, e non inventati sul racconto dell'antica loro geografía, nè sulle parole del Poeta, ma sono ritratti dall'aspetto che offrono di sè presentemente; essendo queste Incisioni, gelosamente cavate da quelle, che con generosa lar

ghezza fe' sulla faccia del luogo copiare ad abili artisti la duchessa di Devonshire, per adornar poi di loro incisioni, come fece, la magnifica stampa dell'Eneide stessa del CARO, eseguita in Roma nel 1819. Sopracciò noi abbiam posto in fronte a ciascun de'due Volumi una Vignetta allusiva al più cospicuo fatto che in quel volume si descriva, e per compimento a questa parte v'abbiamo unito i ritratti di Virgilio e di Annibale, desunti l' uno da un' antica gemma, e l'altro dal busto che ne scolpì Giambattista Dosio. Le Incisioni poi sono collocate ciascuna in faccia alla pagina dove si fa menzione del loro respettivo luogo, e alla fine di ogni libro s'è messo una breve, ma adeguata loro dichiarazione.

Abbiamo anche tenuto dietro ai migliori testi sì del Latino come dell' Italiano, e buona diligenza ci siamo dati della correzione e della nitidezza convenienti a cosiffatto lavoro.

Quindi è che portiamo buona fiducia che il Pubblico farà buon viso alle cure e ai fregi che abbiam posto intorno a quell'Opera che, per salvarla, fe' rompere ad Augusto la veneranda potestà delle leggi, e che ha fatto ratificare (forse con unico esempio) per santa a tutte le Nazioni la sua ingiustizia.

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DI VIRGILIO

LIBRO PRIMO

ARGOMENTO

Manda Eolo i venti a' preghi di Giunone,
E le Navi Troiane a i lidi spigne

Della nuova Cartago: ivi riceve
Enea la bella Dido, a cui Cupido

Sotto forma d' Ascanio, inspira amore.

Quell' io che già tra selve e tra pastori
Di Titiro sonai l'umil sampogna,

E che, de' boschi uscendo, a mano a mano
Fei pingui e colti i campi, e pieni i voti
D'ogn' ingordo colono, opra che forse
A gli agricoli è grata: ora di Marte
L'armi canto, e 'l valor del grand' eroe
Che pria da Troia per destino ai liti
D'Italia e di Lavinio errando venne;

Ille ego, qui quondam, gracili modulatus avena
Carmen, et, egressus silvis, vicina coegi,
Ut quamvis avido parerent arva colono:
Gratum opus agricolis: at nunc horrentia Martis
Arma, virumque cano, Troiae qui primus ab oris
Italiam, fato profugus, Lavinia venit

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