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27. Et creavit Deus hominem ad imaginem suam : * ad imaginem Dei creavit illum: † masculum, et foeminam creavit eos.

* Sap. 2. 23. - Eccl. 17. 1.
*Matth. 19. 4.

28. Benedixitque illis Deus et ait:* Crescite, et multiplicamini, et replete terram, et subjicite eam : et domina mini piscibus maris, et volatilibus coeli, et universis animantibus, quae moventur super terram.

* Infr. 8. 17. - 9. 1.

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bestie più feroci. È comun sentimento de' Padri, che gli animali, che sono adesso contrarj all' uomo non lo erano nello stato dell' innocenza. Vers. 27. Creò l'uomo a sua somiglianza: a somiglianza ec. Ripetizione, la quale nella bocca di Dio denota, ed esalta sempre più la grandezza di questa sua creatura, affinchè questa dal suo Fattore medesimo impari a fare una giusta stima de' doni, ond' egli la ricolmò, e ad averne tutta la gratitudine .

Lo creò maschio, e femmina. Dio creò l'uno dopo l'altro i due sessi, come vedremo, nel capo seguente: imperocchè qui si riferisce in compendio quello, che in detto luogo più ampiamente è descritto.

Vers. 28. Benedisseli... Crescete, e moltiplicate, ec. Dio promette all' uomo, e alla donna la fecondità, la quale, supposta anche l'unione de' sessi, è sempre un dono del Creatore, e un effetto di questa benedizione. Non si ha qui adunque (checchè dicano gli empj e gli eretici) un comando, ma un'approvazione del matrimonio, per mezzo del quale la specie umana si conservi, e si propaghi. Vedi August. de civ. lib. XXI. c. 22. Notisi, che le stesse parole sono dette a' pesci e agli uccelli nel vers. 22., a' quali nissun dirà, che sia perciò stato dato un

comando.

E assoggettatela. Occupatela come di vostro dominio, e coltivatela. Abbiate dominio sopra i pesci... volatili ec. Non v' ha dubbio, che queste parole non diano all' uomo potestà sopra tutti gli animali per fargli servire a' proprj usi e bisogni, e per cibarsene ancora quando che fosse.

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Crescite et multiplicamini ; et replete terram, et subjicite cam; et dominamini piscibus maris, et volatilibus Coeli, et universis animantibus quae morentur super terram.

Gen. Cap. I. v: 28.

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29. Dixitque Deus: Ecce dedi vobis omnem herbam afferentem semen super terram, et universa ligna, quae habent in semetipsis sementem generis sui, ut sint vobis in escam. * Infr. 9. 3. 30. Et cunctis animantibus terrae, omnique volucri coeli, et universis, quae moventur in terra, et in quibus est anima vivens, ut habeant ad vescendum. Et factum est ita.

31. * Viditque Deus cuncta, quae fecerat: et erant valde bona. Et factum est vespere, et mane dies sextus. Eccl. 39. 21.- Marc. 7. 37.

29. E disse Dio: Ecco che io v'ho dato tutte l'erbe, che fanno seme sopra la terra, e tutte le piante, che hanno in se stesse semenza della loro specie, perchè a voi servano di cibo.

30. E a tutti gli animali della terra, e a tutti gli uccelli dell'aria, e a quanti si muovono sopra la terra animali viventi, affinchè abbiano da mangiare. E così fu fatto.

31. E Dio vide tutte le cose, che avea fatte, ed erano buone assai. E della sera e della mattina si formò il sesto giorno.

Vers. 29. Ecco, che io v'ho dato tutte l'erbe ec. Quantunque Dio abbia fatto l'uomo padrone della vita di tutti gli animali per trarne i vantaggi, ch'essi possono somministrargli, contuttoció, concedendo adesso a lui per suo cibo l'erbe e le frutta, ci dà tutto il motivo di credere, che dalle carni degli animali si astennero gli uomini fino a quel tempo, in cui l'uso di esse fu espressamente conceduto, come vedremo. Tale è il sentimento comune de' Padri e degl' Interpreti .

Vers. 30. E a tutti gli animali... uccelli ec. L'uomo è qui istruito a non fare gran caso di que' beni, che la Provvidenza ha fatti comuni anche a' più piccoli e negletti animali, a non affannarsi di soverchio per timore di restar privo di quel sostentamento, che Dio ha preparato in abbondanza anche per quelli. Mirate i volatili dell'aria, che non seminano, nè mietono nè chiudono ne' granai le biade e il Padre vostro celeste li pasce. Non siete voi da più di loro? Matt. VI. 26. Vers. 31. Ed erano buone assai. Dio avea approvata ciascuna parte dell'universo da se creata; ma tutto insieme il complesso, la concatenazione, per così dire, e l'ordine merita una particolare approvazione, e più speciale. Erano buone assai. Così si degnasse l'uomo di dar talvolta un'occhiata alle infinite maraviglie fatte per lui da Dio, affin di eccitare la sua riconoscenza e il suo amore.

CAPO II.

Dio, avendo compiuto in sei giorni il suo lavoro, riposa il settimo giorno, e lo benedice. Pone l'uomo nel paradiso ornato di varie piante fruttifere, e di correnti. Forma dalla costola dell'uomo Eva per suo ajuto; e istituisce il matrimonio.

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Vers. 1. E tutto l'ornato loro. Tutte le creature, che abbelliscono, e riempiono i cieli e la terra .

Vers. 2. Riposò il settimo giorno. Scrive s. Agostino, sent. 277. Che Dio riposasse da tutte le opere sue, non altrimenti si dee intendere, se non che verun'altra natura non fu di poi formata da lui, senza però ch' ei lasciasse di reggere, e di conservare quelle, che avea già fatte. Dio sempre immobile e immutabile in se stesso produce tutti i cangiamenti, che succedono nella natura: opera perpetuamente, e a tutte le operazioni concorre delle sue creature. Sopra questo misterioso riposo di Dio vedi Heb. IV. 3. ec. e le annotazioni.

Vers. 3. E benedisse il settimo giorno, e lo santificò. Questa maniera di parlare sembra assai favorevole alla opinione di quegli Interpre

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