Obrázky na stránke
PDF
ePub

nato, e benedirò di tutto cuore l'Autore di ogni bene, se le deboli mie fatiche, servir potranno ad accendere ōgni di più nelle persone consacrate a Dio, e al servizio della sua Chiesa la brama di attignere a questo fonte di vita quello, che debbono dispensare per istruzione, ed edificazione del popolo del Signore. Mi crederò anche più fortunato, se pel cuor de' fedeli tutti verrà a risucitarsi l'antico affetto verso la divina parola, e da questa vorranno apprendere i principj della vita cristiana; e le regole della vera pietà. Ecco il fine, per cui già da molti anni secondo la piccolezza del talento per divina bontà confidatomi io vo procurando, quanto per me si può, di render facile anche pe' piccoli la meditazione di queste carte, che debbon essere non solo la legge, e la norma del vivere, ma anche la dolce consolazione dell'uom Cristiano su questa terra.

Sarebbe qui forse il luogo di far parola de' principj, e delle regole tenute da me in questo nuovo lavoro, ma essendomi su tal proposito sufficientemente spiegato nella prefazione generale dell' altra mia opera, inutil fatica sarebbe il tornare a disccrrerne. Una sola cosa dirò, anzi ripeterò adesso con nuovo piacere, ed ella si è, che in tutto quello, che ho scritto, posso arditamente vantarmi con la parola di san Girolamo di non aver mai avuto per maestro me stesso: Nunquam me ipsum habui magistrum (1), ma ho avuto sempre davanti i Padri della Chiesa, e gli spositori cattolici, e dalla santa romana Sede approvati. Quindi è che religiosamente osservando lo spirito del celebre decreto della sacra Congregazione de' 13 giugno 1757, confermato dalla santa memoria

(1) Praef. in ep. ad Ephes.

di Benedetto XIV. (dal qual decreto ebbe questa impresa il suo principio e il suo fondamento), non solamente nella versione ho seguito costantemente a parola a parola la nostra volgata, ma nelle annotazioni ancora mi son fatto legge di non dilungarmi giammai da' sentimenti, e dalle dottrine ricevute comunemente nella Cattolica Chiesa. Ma qualunque e fatica e diligenza siasi quì da me posta, debbo pur riconoscere, che troppo insufficiente io mi veggo per giungere a quel segno, cui forse in qualche modo poss'io comprendere col pensiero, ma non arrivarvi colla esecuzione, e col fatto. Per la qual cosa con molto miglior ragione che Agostino confesserò, che per quanto antica e ardente sia la brama, che io nutrisco di far qualche passo in questa scienza divina, io non ho tuttora se non un principio di lume (primordia illuminationis) simile a quella fioca incerta luce, la quale posta di mezzo tra l'oscurità della notte, e il chiaror dell'aurora, se può servire a un viandante, perchè ei non esca affatto fuori di strada, non è bastante però a farlo avanzare con franco e libero piede in un difficile e penoso cammino. Colle parole pertanto dello stesso Santo a Dio finalmente raccomanderò l'effetto e l'esito di quest'opera (1). Porgi, Signore Dio mio, le tue orecchie alla mia orazione, e la tua misericordia esaudisca il mio desiderio; perocchè non al solo mio bene egli è inteso, ma vuol servire eziandio all'amor dei fratelli: e nel cuor mio tu ben vedi, come è così, e come a te io sacrifico il servigio de miei pensieri, e della mia penna. Or tu dà a me quello, che io debbo offerirti; conciossiachè povero, e mendico son io, tu ricco per tutti quei,

(1) Conf. lib. XI. 2.

che ti invocano. Circoncidi da ogni temerità, e menzogna le interiori, e le esteriori mie labbra. Sieno mie caste delizie le tue Scritture; nè in esse io mi inganni, nè altrui inganni con esse... Tuo è il giorno, e tua è la notte, e al tuo cenno i momenti sen volano. Dona quindi a noi spazio per meditare gli arcani della tua legge, e non sia ella chiusa a quelli, che picchiano; perocchè non indarno volesti, che tante pagine fossero scritte piene di astrusi segreti. Danne tu la piena, e perfet:a intelligenza... Dà quello che io amo, perocchè io lo amo, e questo è pure tuo dono. Ti lodi io per tutio quello, che trovo ne' libri tuoi, e consideri le meraviglie della tua legge da quel principio, in cui tu facesti il cielo, e la terra, fino al regno eterno con te della tua città santa. Mira, o Signore, di qual sorta sia il mio desiderio : mi raccontarono gli iniqui le loro favole; ma nulla è da paragonarsi colla tua legge. Ecco di qual sorta sia il mio desiderio : miralo, osservalo, e approvalo, o Padre, e piaccia alla tua misericordia, ch'io trovi grazia dinanzi a te, onde sieno aperti a me, che picchio, i penetrali delle tue sante parole. Di questo io ti scongiuro pel Figlio tuo il Signor nostro Gesù Cristo, l'uomo della tua destra, il figliuolo dell' uomo accettissimo a te, mediatore tuo, e nostro, per mezzo del quale tu cercasti di noi, che non cercavamo di te, affinchè te cercassimo; pel tuo Verbo, per cui tu facesti tutte le cose, tralle quali anche me, per lui io ti scongiuro unico tuo Figliuolo, per cui all'adozione chiamasti il lo delle Genti, tralle quali anche me; per lui, che siede alla tua destra, e per noi sollecita, e in cui tutti sono ascosi i tesori della sapienza, e della scienza : lui io cerco nei libri tuoi, di lui scrisse Mosè: questo lo disse egli, questo è verità.

popo

DEL PONTEFICE PIO VI

ALL' AUTORE.

PIUS PP. VI.

Dilecte fili, salutem ec. In tanta librorum colluvie, qui Catholicam Religionem teterrime oppugnant, et tanta cum animarum pernicie per manus etiam imperitorum circumferuntur, optime sentis, si Christi fideles ad lectionem divinarum literarum magnopere excitandos existimas. Illi enim sunt fontes uberrimi, qui cuique patere debent ad hauriendam et morum, et doctrinae sanctitatem, depulsis erroribus, qui his corruptis temporibus late disseminantur. Quod abs te opportune factum affirmas, cum easdem divinas litteras ad captum cujusque vernaculo sermone redditas in lucem emisisti, praesertim cum profitearis, et prae te feras, eas addidisse animadversiones, quae a sanctissimis Patribus repetitae quodvis abusus periculum amoveant. In quo a congregationis Indicis legibus non recessisti, neque ab ca constitutione, quam in hanc rem edidit Benedictus XIV. immortalis Pontifex, quem Nos et in Pontificatu praedecessorem, et cum in ejus familiam feliciter olim adsciti fuerimus, ecclesiasticae eruditionis Magistrum optimum habuisse gloriamur. Tuam igitur non igno ́am doctrinam cum eximia pietate conjunctam collaudamus, et tibi de hisce libris, quos ad nos transmittendos curasti, gratias, quas debemus, agimus, illos etiam, si quando possimus, cursim perlecturi. Interim pontificiae benevolentiae testen accipe apostolicam benedictionem, quam tibi, dilecte fili, peramanter impertimur.

Datum Romae apud sanctum Petrum XVI. kalendas aprilis MDCCLXXVIII. Pontificatus nostri anno IV.

PHILIPPUS BONAMICIUS

ab p stolis latinis Sanctitatis Suae.

Diletto Figlio, salute ec. In mezzo a sì grande e sordido ammas

so di libri, che fieramente combattono la Cattolica Religione, e con sì grave danno e rovina dell'anime girano attorno per le mani an cora delle persone non punto intendenti di tali materie, tu molto bene la pensi, se giudichi esser necessaria cosa, che i Cristiani sieno grandemente animati alla lettura de' Libri divini; imperocchè quelli sono copiosissimi fonti, a' quali debbe a ciascuno esser facile ed aperto l'accesso, per attigner da essi e de' costumi e della dottrina la santità, sbanditi quegli errori, che per la corruttela de' presenti tempi si vanno largamente disseminando. Questo è ciò che sserisci essersi fatto opportunamente da te, alloraquando mandasti fuori a godere la pubblica luce le medesime divine Scritture nel vol. gare idioma tradotte e adattate alla capacità di ciascuno; massimamente che tu ti protesti, e col fatto chiaramente il dimostri, che hai aggiunto annotazioni di tal natura, che per essere state prese e ricavate dagli scritti de' Santissimi Padri della Chiesa, tengon lontano qualunque pericolo di farne abuso. Ciò facendo non punto ti discostasti dalle leggi emanate dalla congregazione dell'Indice, ne da quella Costituzione, che su tal proposito pubblicò Benedetto XIV d'eterna memoria, cui Noi ci gloriamo d'avere avuto e per Nostro predecessore nel Pontificato, e per ottimo Maestro di ecclesiastica erudizione, allorchè un tempo fa fummo con felice sorte aggiunti al numero di coloro che componevano la di lui Famiglia. Noi adunque lodiamo la tua ben nota dottrina, congiunta con un' esimia pietà; e per riguardo a questi libri, che tu avesti ogni premura che a Noi fosser trasmessi, ti rendiamo i dovuti ringraziamenti, con l'animo ancora di dare a quelli, qualora potremo, attentamente una scorsa. Frattanto in attestazione della pontificia benevo lenza ricevi l' apostolica benedizione, che a te, o diletto Figlio, compartiamo con tutto l'affetto.

Dato in Roma presso san Pietro il dì 16 del mese di Aprile 1778 l'anno IV del nostro Pontificato.

FILIPPO BONAMICI

Segretario de' Brevi latini di Sua Santità.

« PredošláPokračovať »