I sette cerchi del Purgatorio de Dante: saggio di studi

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Libreria alla Minerva editrice, 1867 - 279 strán (strany)
 

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Strana 192 - Forse l'interdetta dolcezza dell' alzare a Dio anche colle labbra la preghiera è acerba ricordanza e pena per anime . che un giorno al pregare furono troppo restie , e che or debbono intendere meglio che mai come la preghiera è> il più sublime tra i privilegi degli uomini , quello che loro permette d'avvicinarsi e parlare a Dio. Forse il continuo raccoglimento nell' orazione mentale, e il pianto misto con essa (cfr. v. 99), tien luogo d' orazione vocale per gente, che dee rammentarsi e piangere...
Strana 246 - La bufera infernal, che mai non resta, Mena gli spirti con la sua rapina ; Voltando e percotendo li molesta.
Strana 120 - Ch'ad aprir l'alto amor volse la chiave. Ed avea in atto impressa esta favella, Ecce Andila Dei, sì propriamente, Come figura in cera si suggella.
Strana 63 - A cosi riposato, a cosi bello Viver di cittadini, a cosi fida Cittadinanza, a cosi dolce ostello, Maria mi die, chiamata in alte grida, E nell'antico vostro Batisteo Insieme fui cristiano e Cacciaguida.
Strana 120 - Che aperse il ciel dal suo lungo divieto, Dinanzi a noi pareva sì verace Quivi intagliato in un atto soave, Che non semhiava imagine che tace. Giurato si saria ch' ei dicesse: Ave; Perchè quivi era imaginata quella, Che ad aprir l'alto amor volse la chiave.
Strana 23 - A sofferir tormenti e caldi e geli Simili corpi la Virtù dispone, Che come fa non vuoi ch
Strana 133 - Io divenia nel dolor sì umile, veggendo in lei tanta umiltà formata, ch'io dicea : — Morte, assai dolce ti tegno; tu dei ornai esser cosa gentile, poi che tu se* ne la mia donna stata, e dei aver pietate e non disdegno. Vedi che sì desideroso vegno d'esser de' tuoi, ch'io ti somiglio in fede.
Strana 169 - Siede la terra, dove nata fui, Sulla marina dove il Po discende Per aver pace co
Strana 132 - La luce onde si circondano gli altri ne' cerchi superiori ha sempre un non so che di vivezza che abbaglia ; ma questo ride di luce così modesta e gentile ! luce di tremola stella che sta per cedere il luogo alla luce dell' aurora nascente, e coprirsi di un velo.
Strana 150 - Lucano ornai là dove tocca del misero Sabello e di Nassidio; e attenda a udir quel ch'or si scocca. Taccia di Cadmo e d'Aretusa Ovidio; che se quello in serpente e quella in fonte converte poetando, io non lo 'nvidio...

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