SOCIETÀ PER LA STORIA DEL RISORGIMENTO ITALIANO BIBLIOTECA SCIENTIFICA SERIE CARTEGGI Carteggio del Conte Federico Confalonieri ed altri documenti spettanti alla sua biografia pubblicato con annotazioni storiche a cura di GIUSEPPE GALLAVRESI I have just seen H. R. H. the Duke of Sussex 2 who informs me that it will not be convenient to make3 you in London before October but 1 È certamente l'Yeats Brown, non Yale Brown come lessero il Carraresi ed il Chiattone, di cui ci è caro l'aspetto come di generoso amico del Foscolo nella lettera che questi gli scrisse e che G. A. MARTINETTI, Perchè il Foscolo soppresse il libro su Parga (Rivista d'Italia, febbr. 1903) opportunamente pubblicò. Se ne serbano lettere nella Labronica indirizzate al Foscolo. Cfr. FRAncesco VigliONE, Catalogo illustrato dei manoscritti foscoliani della biblioteca Labronica, Pavia 1909 p. 128. Il Foscolo lo raccomandò al conte di Velo con lettera del 2 maggio 1821, pubblicata da ORLANDINI e MAYER, Epistolario di Ugo Foscolo, vol. III, Firenze 1854, p. 33. Gli diede altra commendatizia pel Trechi, stampata in C. CANTÙ, Ugo Foscolo Paralipomeni (Arch. storico lombardo a. III p. 90). 2) Augusto Federico (1773-1843), duca di Sussex, era il 6° dei figli di re Giorgio III. Dopo clamorose avventure giovanili, terminate coll'annullamento imposto dal re di un matrimonio celebrato due volte, partecipò, con singolare vivacità, alle lotte parlamentari, combattendo i ministeri tory dal suo seggio di pari del regno. Sostenne fra l'altro l'emancipazione dei cattolici, tratto notevole di un principe che non celò mai le sue tendenze radicali e fu, a partire dal 1811, gran maestro della massoneria inglese, che anzi ricompose ad unità col conciliarne nel 1813 le diverse correnti. Numerosi ricordi personali intorno al duca sono raccolti in SIR Herbert MaxwEL, The Creevey papers, London 1904. Cfr. pure GUY LE STRANGE, Correspondence of Princess Lieven and Earl Grey, London 1890, vol. I. pp. 171 e seg. 3) Cioè iniziare ai riti massonici. Queste loggie inglesi, auliche ed apolitiche tuttora, dovevano essere nel 1818 poco dissimili da quelle in fiore in Francia verso la fine dell' antico regime, prima del loro collegamento cogli Illuminati capitanati dal Weishaupt e tutt'altro che anodini. Una descrizione delle formule di quei massoni d'antico stampo, ben altra cosa dai contemporanei, almeno nei paesi latini, è fatta, sulle traccie di opuscoli assai rari, da GEORGES BERTIN, Madame de Lamballe, Paris 1888. La principessa di Lamballe era gran maestra d'una loggia di rito scozzese. Sulla trasformazione, maturata verso il 1818, della massoneria in senso rivoluzionario, per opera del suo ramo secessionista (adelfia) dice buone cose il BERSANO Adelfi, federati e carbonari in Atti della R. Accademia delle Scienze di Torino, vol. XLV. Se ne parla anche in D. SPADONI, Sette, cospi razioni e cospiratori nello Stato pontificio, Torino 1904; ORESTE DITO, Massoneria e Carboneria ed altre società segrete nella storia del Risorgimento italiano, Torino 1905 ed in E. DEL CERRO, Fra le quinte della storia, Torino 1903, Cap. II. Secondo il BEAUMONT VASSY, Histoire des états italiens depuis le congrès de Vienne, Bruxelles 1851, Ch. III, lo sviluppo degli elementi settarii, dalle forme massoniche a quelle, assai più vivaci, delle vendite carboniche, ebbe luogo dapprima sotto gli auspicii del ministro napoletano Maghella. II LA Kodde, Histoire des sociétés secrétes, Bruxelles 1850, Ch. II, ritarda, sino al tempo della Restaurazione, il passaggio delle loggie nell'ambito della carboneria. È indubbio che l'adesione del Confalonieri alle loggie inglesi corroborava l'efficacia dei suoi rapporti, ancor mal noti, cogli adelfi dei paesi latini, facendone all' infuori e quasi al disopra delle organiz |