Da un carteggio inedito di Giosue CarducciZanichelli, 1907 - 179 strán (strany) |
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Strana 152 - Venuto se' quaggiù.... applicando a Cristo i versi che Dante poneva in bocca ad Ugolino. (1) Da un carteggio inedito, 132. 19, « Uomo fatto, rincarai con parole mie proprie quel che avevo accennato di sbieco, segnatamente nella Chiesa gotica : O inaccessibile re degli spiriti, tuoi templi il sole escludono. Cruciato martire tu cruci gli uomini, tu di tristizia l'aer contamini...
Strana 116 - Saecula ? qui tanti talem genuere parentes ? In freta dum fluvii current, dum montibus umbrae Lustrabunt convexa, polus dum sidera pascet, Semper honos nomenque tuum laudesque manebunt, Quae me cumque vocant terrae.
Strana 6 - Era un fiorentino puro ; e pareva una figura etrusca scappata via da un' urna di Volterra o di Chiusi, con la persona tutta ad angoli, ma senza pancia, e con due occhi di fuoco : io lo aveva conosciuto a scuola di retorica, ridondante ed esondante di guerrazziana fierezza. Poi, andato per...
Strana 164 - D'Annunzio. Per quanto adorato? Perché adorato? E come adorato? Problemi a cui sarebbe facile rispondere, se io avessi voglia di rompermi il capo con la poesia moderna.
Strana 122 - ... instar veris enim vultus ubi tuus affulsit populo, gratior it dies et soles melius nitent. ut mater...
Strana 104 - Critica» (20 gennaio 1903). grandi veli. A Lei lascio le ninfette degli Appennini, scalze, stracciate e sudanti ad ogni passo che muovono per la sassosa via. Se non che, a quelle ninfuccie Ella comanda e presiede come fata bianca, e come sovrana e partecipe della multiforme armonia; e le fa apparire e atteggiarsi come meglio Le piaccia. A settembre, quando l'aere sarà ammansato, io tornerò a Lei prima di tutto, e poi alla bellissima e dolcemente indimenticabile Lizzano: Lizzano sola degna di non...
Strana 152 - Roma più non trionfa. Più non trionfa, poi che un galileo di rosse chiome il Campidoglio ascese, gittolle in braccio una sua croce, e disse — Portala e servi — Fuggir le ninfe a piangere ne...
Strana 45 - Di meraviglia — spiegò — perocchè io non reputava mai aver fatto cosa da meritare tanto; di tenerezza, perocchè da quando lessi il nome della vostra terra leggiadra nel poema di Dante, la mia fantasia errò spesso intorno al colle che fu seggio di virtù e di pregio negli antichi giorni che tutto il popolo era cavaliere ». * * * . Ma il ciclo degli avvenimenti e delle memorie carducciane attorno a Polenta non era ancora conchiuso.
Strana 151 - Signora Contessa Silvia molto amata, « Voglio fare le mie confessioni : cioè vo' dir cose che, « dopo morto, tolgano ogni dubbio del come io pensassi e « credessi. «Cominciamo dal principio: da Dio, o da chi è tenuto « Dio. Poco più che ragazzo cominciai un inno a Cristo così : Io non so chi tu sia, nè per che modo venuto se
Strana 148 - 1 tuon vo' sprofondarmi Tra quei colli ed in quel mar. XLIV. TEDIO INVERNALE M, ia ci fu dunque un giorno Su questa terra il sole? Ci fur rose e viole, Luce, sorriso, ardor? Ma ci fu dunque un giorno La dolce giovinezza, La gloria e la bellezza, Fede, virtude, amor? Ciò forse avvenne ai tempi D'Omero e di Valmichi: Ma quei son tempi antichi, II sole or non è più. E questa ov' io m' avvolgo Nebbia di verno immondo È il cenere d' un mondo Che forse un giorno fu.