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DISSERTAZIONE

DI RANIERI DE' CALSABIGI

ACCADEMICO DI CORTONA

SULLE POESIE DRAMMATICHE

DI PIETRO METASTASIO

DISSERTAZIONE

GODONO da tanto tempo una sì generale approvazione le poesie drammatiche di Pietro Metastasio, che strano mi sembra, come alcuno fino al presente pensato non abbia di ricercar l'origine d'una stima così costante e così bene stabilita, con fare attento esame di quelle, per così rilevarne l'ordine, la tessitura, i caratteri, le situazioni, il maneggio degli affetti, e tante altre bellezze che vi si presentano, per piacer proprio insieme e per ammaestramento degli altri. La negligenza fin oggi avutasi dagl' Italiani che le lettere coltivano, di adattarsi a questa utilissima ricerca, è forse la massima delle ragioni che comparir fin qui non si vegga un successore alla sua gloria; e che diffidatisi gli altri ingegni sublimi, che pur si trovano fra noi, di calcar quel cammino, venga piuttosto riguardato il sig. Metastasio, come uno di que' fenomeni che compariscono di repente nel cielo, e dopo breve giro s'ascondono, e lo lasciano talvolta per secoli interi colla scarsa luce delle stelle comuni.

La maggior parte di coloro che dalla natura ottennero il raro dono di poetico ingegno; han forse sdegnato di sottomettersi a questo studio per motivo di amor proprio e di poetica superbia: han creduto superar questo grand' uomo

senza conoscerlo, e oscurarlo senza seguitar l'orme sue, e senza esaminare, se avean forze bastevoli a tanta impresa. Quindi è, che l'Italia tutta si è veduta inondata di composizioni drammatiche, fra le quali appena qualcheduna alzandosi un poco sopra il volgo delle altre, ha meritato la curiosità della lettura; e sono poi tutte in brevi momenti state condannate dal pubblico a quell'obblio, a cui condannarle dovevano i loro autori.

Ma il disprezzo con cui sono state ricevute tante infelici produzioni, non ha corretto l' abuso: poichè abbondano tuttavia quegli audaci, i quali benchè di scienza privi, dell'arte e delle sue leggi imperiti, e nulla intesi de' costumi e delle storie de' popoli, della politica e de' caratteri de' principi, della diversa energia delle passioni umane negli uomini diversi, si fan lecito di salir sulla scena; e, quel ch'è di peggio, non v'è alcuno fra essi che non pretenda d'essere egli disegnato ad occupar la gloria dal sig. Metastasio ottenuta.

L'estirpare questo ormai inveterato vizio fino dalle radici, è troppo arduo impegno. Non è possibile, nè mai lo fu di metter freno al furore di scriver versi: sarebbe follia l'accingersi a tal riforma; onde colui che a benefizio della patria sì nobil pensiero nutrisse, dovrebbe prima patteggiar con questi rimatori: lasciarli in possesso della canzone e del sonetto; e solamente esigere da loro, che, come a cose sacre e misteriose, por mano non osassero alle composizioni

di teatro; e ciò con far loro comprendere, che la tragedia non è un accozzamento di rime: che i versi che la compongono, non si possono togliere dalle raccolte, nè farsi terminar dagli amici; e che i più grandi uomini vi han fatto talvolta naufragio; eppure eran Tassi, Trissini, Gravina, ed altri celebri ingegni, che al solo sentirsi rammentare a cose alte e meravigliose lo spirito sollevano.

Ma per ciò conseguire, qual miglior mezzo impiegar si può, che il dare a questi verseggiatori una distinta idea delle poesie drammatiche del sig. Metastasio? Che presentar loro quelle bellezze ch'essi non veggono, nè veder possono per difetto di sapere? Che mostrar loro, quale e quanto egli sia, onde comprendano col semplice paragone la propria insufficienza? Questo è appunto quel che adesso io voglio intraprendere, valendomi dell'occasione di questa intera e nuova edizione dell'opere sue.

A questo mio principal motivo quell' altro si aggiunge di far, per quanto è possibile, comprendere agli stranieri che a torto il nostro teatro disprezzano, che le poesie del sig. Metastasio adornate di musica sono poesie musicali; ma senza l'unione di questo ornamento sono vere, perfette e preziose tragedie, da compararsi alle più celebri di tutte le altre nazioni: tragedie corredate di unità, di costume, d'interesse, di sublime linguaggio poetico, di spettacolo, di meravigliosi accidenti, di maneggio singolar di passioni; e tali, che per sè sole, senz'altro arti

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