Elegie : La Morte di CatoneGabinetto di Pallade, 1819 |
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... misero lux , non sine votis , O rus , quando ego te aspiciam ? Quandoque li- cebit , Nunc veterem libris , nunc somno et inertibus horis Ducere sollicitae jucunda oblivia vitae ? O quando faba Pythagorae cognata , simulque Uncta satis ...
... misero lux , non sine votis , O rus , quando ego te aspiciam ? Quandoque li- cebit , Nunc veterem libris , nunc somno et inertibus horis Ducere sollicitae jucunda oblivia vitae ? O quando faba Pythagorae cognata , simulque Uncta satis ...
Strana 149
... misero la sorte Frenetico poeta ? Ogni uom di senno Fugge da lui , teme toccarlo , come Di lebbra immondo , d'itterizia infetto , Da ' fantasmi agitato , o in furia volto Dell'irata Diana , e se i fanciulli Osan seguirlo e dargli noja ...
... misero la sorte Frenetico poeta ? Ogni uom di senno Fugge da lui , teme toccarlo , come Di lebbra immondo , d'itterizia infetto , Da ' fantasmi agitato , o in furia volto Dell'irata Diana , e se i fanciulli Osan seguirlo e dargli noja ...
Strana 237
... misero stato le strap- pa contro la patria : ... Olà più saggia Regola , Aspasia , il tuo dolor . Mia figlia Non è chi può lo scempio Della patria bramar : ein faccia delle sue tenerezze volendo ella distorlo dal presentarsi a Serse ...
... misero stato le strap- pa contro la patria : ... Olà più saggia Regola , Aspasia , il tuo dolor . Mia figlia Non è chi può lo scempio Della patria bramar : ein faccia delle sue tenerezze volendo ella distorlo dal presentarsi a Serse ...
Strana 263
... nodo è stretto ed impegnata la fede ; onde il misero Timante non sa più che rispondere ; poichè in oltre si sente rammentare la severa antica legge , di cui lo as- sicura Demofoonte che fin che viva sarà rigido esecutore . DEL 263 ...
... nodo è stretto ed impegnata la fede ; onde il misero Timante non sa più che rispondere ; poichè in oltre si sente rammentare la severa antica legge , di cui lo as- sicura Demofoonte che fin che viva sarà rigido esecutore . DEL 263 ...
Strana 266
... di trascrivere per coloro che non si dan pena di andarli a ricercare al luogo loro : Misero me ! Qual gelido torrente la Mi ruina sul cor ! Qual nero aspetto Prende la sorte mia ! Tante sventure Comprendo alfin : 266 DISSERTAZIONE.
... di trascrivere per coloro che non si dan pena di andarli a ricercare al luogo loro : Misero me ! Qual gelido torrente la Mi ruina sul cor ! Qual nero aspetto Prende la sorte mia ! Tante sventure Comprendo alfin : 266 DISSERTAZIONE.
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Abramo Achille affetti Agamennone alcuni altrui amico antichi ARBA Arbace Aristea Artaserse Atalia atque avea azione Beniamino Betulia carmi ch'io chè ciel Clistene Clitennestra colla comune condotta costume cotesto crede Creusa d'Achille d'Issipile d'Orazio Dacier degno Deidamia Demofoonte dialogo dice difetto Dircea discolpa dramma drammatiche ecco eroi Eurinome favola figlio forza fuggir furor Giasone Gioas Giuseppe gran Greci guisa ingegni Issipile l'azione lascia Learco legge Licida Licomede lunga Mandane Matusio medesimo MEGA CLE Megacle mente morte musica Numi Oh Dio Orazio osserva padre parlare parole passo personaggi piè pietà poema poesia poeta Poetica possono precetto presenta quae quid quod Racine ragione Sanadon satirica scena scioglimento scrittori sdegno sento Serse signor Metastasio SIMEONE sinderesi somma spettatori sposa stile sublime teatro Temistocle tenerezza Tespi tibi Timante Tito Toante trage tragedia tragico trasporti troppo trova Ulisse vede vegga verisimile versi virtù vuole
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Strana 343 - Diverse lingue, orribili favelle, parole di dolore, accenti d'ira, voci alte e fioche, e suon di man con elle facevan un tumulto, il qual s'aggira sempre in quell'aura sanza tempo tinta, come la rena quando turbo spira.
Strana 321 - L'amico infelice' Rispondi, 'morì.' Ah! no, si gran duolo Non darle per me: Rispondi, ma solo : 'Piangendo partì.
Strana 106 - ... 10 scimus, et hanc veniam petimusque damusque vicissim; sed non ut placidis coeant immitia, non ut serpentes avibus geminentur, tigribus agni. Inceptis gravibus plerumque et magna professis purpureus, late qui splendeat, unus et alter...
Strana 144 - Natura fieret laudabile carmen, an arte, Quaesitum est : ego nec studium sine divite vena ; Nec rude quid possit video ingenium : alterius sic Altera poscit opem res, et conjurat amice.
Strana 134 - Verbaque provisam rem non invita sequentur. Qui didicit patriae quid debeat et quid amicis, Quo sit amore parens, quo frater amandus et hospes, Quod sit conscripti, quod judicis officium, quae Partes in bellum missi ducis, ille profecto Reddere personae scit convenientia cuique.
Strana 120 - Conversis studiis aetas animusque virilis quaerit opes et amicitias, inservit honori, commisisse cavet quod mox mutare laboret. Multa senem circumveniunt incommoda, vel quod quaerit et inventis miser abstinet ac timet uti, vel quod res omnes timide gelideque ministrat, dilator, spe longus, iners, avidusque futuri, difficilis, querulus, laudator temporis acti se puero, castigator censorque minorum.
Strana 338 - Un sol de' guardi tuoi mi costringe a voler ciò che tu vuoi. Caro, son tua cosi, che, per virtù d'amor, i moti del tuo cor risento anch'io. Mi dolgo al tuo dolor, gioisco al tuo gioir, ed ogni tuo desir diventa il mio.
Strana 138 - ... verum ubi plura nitent in carmine non ego paucis offendar maculis, quas aut incuria fudit aut humana parum cavit natura.
Strana 42 - Quamvis digressu veteris confusus amici, laudo tamen, vacuis quod sedem figere Cumis destinet atque unum civem donare Sibyllae.
Strana 268 - Qual era il genitor. Come in un punto, oh Dio, Tutto cambiò d'aspetto! Voi foste il mio diletto, Voi siete il mio terror.