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RISPOSTA

AD ORAZIO

RISPOSTA

AD ORAZIO

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H mia ne'dì ridenti

Già fida scorta, ed ora

Degli stanchi miei dì cura gradita,
Venosino Cantor; sei tu? t'ascolto?
O l'industre piuttosto

Mio rispettoso amore emula al vero
Or l'immagine tua finge al pensiero?
Ah no. Quei nuovi armonïosi accenti,
Con cui meco presente oggi ragioni,
Non ponno esser che tuoi. D'un sì vivace
Splendido colorir, d'un sì fecondo,
Sublime immaginar, d'una sì ardita
Felicità sicura

Altro mortal non arricchì natura.

Sei tu, sei tu. Questa è la voce istessa
Che solea sul frondoso

Tuo Lucretile un giorno

Liete adunarti intorno

Delle amene pendici

Le Oreadi abitatrici: è quella, è quella
Con cui l'aure invaghir d'un'elce all' ombra
Spesso t'udì la tua Blandusia, e spesso,
Allor che il suon ne intese,

Le cadenti fra i sassi onde sospese.
Sei tu, sei tu: tutte l'antiche io trovo

TOM. XII.

7 *

Note sembianze in te. Sol ciò che in vano
Ti cerco in volto è il tuo rigor primiero.
Dove è mai quel severo,

Magistral sopracciglio, onde la penna
Già di man mi facesti

Tante volte cader? Tu così parco
Approvator, de' più felici ingegni
Tu rigido censor, come or divieni
Sì largo lodator? Del folle orgoglio,
Da cui l'ardente incauta età difesi,
Vorresti mai per giuoco or questa mia
Più fredda e meno audace

Età contaminar? No; sì maligno
Piacer te non seduce. Assai più bella
Di tua nuova favella

È la nobil cagion. L'altrui ti sforza
Meco a cangiar costume

Generosa amistà: quella che gode,
Di tue norme a tenor, ne' suoi diletti
A scemare i difetti,

I pregi ad ingrandir: che ben palesa

Qual sia l'alma in cui nacque, e in me produce
Un di pena e piacer confuso eccesso.
Grato nel tempo istesso

Del benigno favor che a me consente
Sì amabil Protettrice,

N'esulto possessor: ma di sue lodi
Involontario usurpator m'affanno;
E fra i rimorsi miei

Meco arrossisco e mi consolo in lei.

DELL'

ARTE POETICA

EPISTOLA

DI

Q. ORAZIO FLACCO

A' PISONI

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