LE SATIRE DI AULO PERSIO FLACCO INTERPRETATE DAL PROF. AMADIO RONCHINI PARMA COI TIPI DI MICHELE ADORNI MDCCCLXXXIX. PREFAZIONE Quel fiore di patrizio che fu il Conte Senatore Luigi Sanvitale, mio concittadino di sempre onoranda memoria, avendo circa l'anno 1862 ricevuto in dono dal suo amico dottor Jacopo Sacchi di Faenza una poetica versione, che questi avea pubblicata, delle sei Satire di Persio Flacco, mi consegnò il libro, persuaso di far cosa gratissima a me appassionato cultore della lingua del Lazio; e invitommi ad esprimergli poscia il parer mio intorno al valore di così fatta versione. A ciò io m'accinsi con tanto più di curiosità, in quanto trattavasi di un classico da tutti ritenuto per oscurissimo, e fino allora a me noto soltanto per la Satira seconda, e per alcuni brani, che fin dalla mia giovinezza avevo letti su le Antologie, prodotti in quelle siccome i men difficili degli altri. Cominciai pertanto dalla Satira prima; ma, a pena scorsa la prima pagina del traduttore, mi venne alle labbra quel detto di Cicerone (de Divin. II., 56): interpres eget interprete. Passai a consultare le versioni del Silvestri, |