Lettere ...

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N. Zanichelli, 1864
 

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Strana 105 - Dixit insipiens in corde suo, Non est Deus. Corrupt! sunt et abominabiles facti sunt in studiis suis; non est qui faciat bonum, non est usque ad unum : sepulchrum patens est guttur eorum ; linguis suis dolose agebant, venenum aspidum sub labiis eorum.
Strana 141 - ... letto dopo desinare, non mai la mattina. È come il ponce, che dopo desinare fa digerire; preso la mattina, turba la digestione di tutta la giornata. — Tu mi potresti dire « Medice, cura te ipsum » e avresti ragione. Anch'io son tumido e gonfio e barocco in prosa, quanto Dio vuole; ma son così perché la prosa non la so scrivere. Razzolo male: ma penso e predico bene.
Strana 275 - ... signore, non per valore che abbiano in sé ma come testimonianza che anche in questa vecchia Italia i nobili e arditi concetti che voi rivestite di...
Strana 5 - Di Giampietro Vieusseux e dell'andamento della civiltà italiana in un quarto di secolo. Memorie di N.
Strana 125 - Anche, in critica io sono un po' fatalista. Per esempio : credo che certe condizioni di governo di costumi di idee ci dovessero essere necessariamente', ammesse coteste, io cerco approvo ed amo quel meglio che in coteste condizioni si poteva fare. Io amo, per esempio, i latinisti del quattrocento : prediligo gli accademici del cinquecento : mi diverto un buggerio co' secentisti : mi consolo con gli arcadi : mi svagano gl'infranciosati.
Strana 243 - ... lucum ligna: cave ne portus occupet alter, ne Cibyratica, ne Bithyna negotia perdas; mille talenta rotundentur, totidem altera porro et tertia succedant et quae pars quadret acervum.
Strana 88 - Tutto ciò mi spiace: e vo' che sappi almen tu, che, s'io avessi la convinzione che la forma repubblicana convenisse all'Italia, a quest'ora avrei già obbedito alla mia coscienza e, chiesta la dimissione, mi sarei sciolto dalla fedeltà giurata al re. Del resto il Governo faccia quel che vuole di me : tutto mi è stato offerto, io nulla ho mai chiesto, non chiederei né pur grazia o giustizia. Solamente, se mi voglion mandar via o sospendere, avrei caro saperlo un poco innanzi, per accomodare la...
Strana 108 - Non nego che, come fiorentino antico ed artista, penso con orrore alla città di Dante e di Giano, di Machiavello, di Michelangiolo, e di Ferruccio, cambiata in un'uggiosa capitale d'uno stato accentrato'.: mi fanno rabbia l'Eccellenze e gli Onorevoli ingombranti delle loro pettegole nullità, il silenzio sacrosanto del palagio ove pensò Machiavello, ove Pier Capponi gridò, ove predicò il Savonarola, ove salì scalzo Michele di Lando, onde scese armato di ferro il Ferruccio: ' io gl'imagino sì...
Strana 35 - J-jascia di Delfo la vocal cortina, Febo . che lavi il biondo crin nel Xanto , Reca salute alla gentil Nerina, Padre del canto . Langue il bel volto fra moleste doglie , Qual bianco giglio che la grandin tocca , Rosa rassembra d'appassite foglie L'arida bocca. Se invan t...
Strana 197 - ... rifiutandosi alla poesia d'occasione: Ho deposto ogni pensiero di scriver versi su Dante Alighieri. Quanto alla prosa, ne ho messo insieme una, anche troppo lunga, pel volume che sarà edito dal Cellini, e con ciò parmi di aver pagato il debito mio di scribacchiatore alla memoria del poeta italiano.29 Il lungo saggio prende le mosse da quando Dante cominciò a poetare «di diciotto anni, nel 1283», spinto anch'egli, «come spesso i giovani», dal desiderio di emulare le letterature straniere...

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