Satire di A. Persio FlaccoDal Genio Tipografico, 1803 - 118 strán (strany) |
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Strana 57
... seno , Tu che scerni il buon vaso al tintinnío , E il parlar , che par vero , e al ver vien meno . Gli è per ciò che oserei chieder le cento Bocche , onde quanto di te il petto ho pieno , Manifestarlo con sincero accento , E tutto aprir ...
... seno , Tu che scerni il buon vaso al tintinnío , E il parlar , che par vero , e al ver vien meno . Gli è per ciò che oserei chieder le cento Bocche , onde quanto di te il petto ho pieno , Manifestarlo con sincero accento , E tutto aprir ...
Strana 75
... seno il lido avvallasi . Uopo è veder di Luni il porto , amici ; Ennio il vuol , dacchè in sogno ei Quinto Omero Non è più da pavon pittagoreo . Qui nè calmi del volgo , nè dell ' Austro Dannoso al gregge ; nè il vicino campo Del mio ...
... seno il lido avvallasi . Uopo è veder di Luni il porto , amici ; Ennio il vuol , dacchè in sogno ei Quinto Omero Non è più da pavon pittagoreo . Qui nè calmi del volgo , nè dell ' Austro Dannoso al gregge ; nè il vicino campo Del mio ...
Strana 99
... qui con molta finezza mad . de Staël ) un qualche avanzo di dignità nel seno medesimo del servaggio , no- bilitando le indolenze della vita , e dando alla stessa voluttà una cert ' aria di filosofia , consolatrice de ' mali 99.
... qui con molta finezza mad . de Staël ) un qualche avanzo di dignità nel seno medesimo del servaggio , no- bilitando le indolenze della vita , e dando alla stessa voluttà una cert ' aria di filosofia , consolatrice de ' mali 99.
Strana 100
... seno della pace recente di che godevano le provincie , aveva bisogno di essere di- vertito e lodato . I talenti poetici che procacciavano ad Orazio l'ami- cizia d'Augusto e la benevolenza de ' grandi , non sarebbono stati bastevoli a ...
... seno della pace recente di che godevano le provincie , aveva bisogno di essere di- vertito e lodato . I talenti poetici che procacciavano ad Orazio l'ami- cizia d'Augusto e la benevolenza de ' grandi , non sarebbono stati bastevoli a ...
Strana 103
... 'intelletti , e dal seno medesimo della più orribile . servitù nacque la libertà degl ' ingegni , e il bisogno di esser fieri , onde non essere conculcati . Si rimprovera a Giovenale il menare con troppo sdegno la 103.
... 'intelletti , e dal seno medesimo della più orribile . servitù nacque la libertà degl ' ingegni , e il bisogno di esser fieri , onde non essere conculcati . Si rimprovera a Giovenale il menare con troppo sdegno la 103.
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15 SATIRA adunque ahenos amico Antiope assai Atin atque auriculas auro bella Berecynthius bile buon Casaubono Catullo cena centum certo Cesio Basso chè chioma cinis cittadino colla Cratino Crisippo d'ogni d'Orazio delitto dice dito Ecco Ennio filosofia FRANCESCO MELZI D'ERIL Giove Giovenale gran grida habet hæc haud Hunc Iliade inguine Inque intus Juppiter l'altro Labeone latino lettore libertà lode lusca Macrino maris expers medesimo Melicerta Mida rex mihi millia multa bibi miser molle morale mores naso Nerone nisi niuno NOTE Alla Satira nulla nunc omnibus expers unguentis Orazio palles parla patranti Persio pingui poeta Polidamante populi pretore puer pure quid quis quod ragione Salvini satira satire SATYRA scherzo schiavo sentimento sibi Stajo stile Stoico Suburra tacere tibi trabe traduttore traduzione trovo Tunc turgescit verba verecondia versi virtù vivere vizio vizj voto zione
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Strana 14 - ... quo didicisse, nisi hoc fermentum et quae semel intus innata est rupto iecore exierit caprificus?' 25 en pallor seniumque! o mores, usque adeone scire tuum nihil est nisi te scire hoc sciat alter? 'at pulchrum est digito monstrari et dicier "hic est." ten cirratorum centum dictata fuisse pro nihilo pendes?
Strana 14 - ... trepidare Titos, cum carmina lumbum 20 intrant et tremulo scalpuntur ubi intima versu. tun, vetule, auriculis alienis colligis escas, articulis quibus et dicas cute perditus 'ohe?
Strana 34 - NEMPE hoc assidue : jam clarum mane fenestras Intrat et angustas extendit lumine rimas, Stertimus, indomitum quod despumare Falernum Sufficiat, quinta dum linea tangitur umbra. " En quid agis ? siccas insana Canicula messes Jamdudum coquit, et patula pecus omne sub ulmo est.
Strana 40 - Samios diduxit litera ramos, Surgentem dextro monstravit limite callem : Stertis adhuc, laxumque caput, compage soluta, Oscitat hesternum, dissutis undique malis. Est aliquid quo tendis, et in quod dirigis arcum? 60 An passim sequeris corvos testaque lutoque Securus quo pes ferat, atque ex tempore vivis ? Helleborum frustra, cum jam cutis aegra tumebit, Poscentes videas : venienti occurrite morbo ! Et quid opus Cratero magnos promittere montes?
Strana 58 - Tecum etenim longos memini consumere soles, Et tecum primas epulis decerpere noctes. Unum opus, et requiem pariter disponimus ambo, Atque verecunda laxamus seria mensa.
Strana 16 - Felix? non levior cippus nunc imprimit ossa? ,,Laudant convivae. nunc non e Manibus illis, ,,nunc non e tumulo fortunataque favilla ,,nascentur violae? rides, ait, et nimis uncis 40 ,,naribus indulges.
Strana 44 - TANGE, miser, venas, et pone in pectore dextram; Nil calet hic : summosque pedes attinge manusque; Non frigent.
Strana 60 - Cras hoc fiet. Idem eras fiet, quid ) quasi magnum Nempe diem donas...
Strana 56 - Non equidem hoc studeo, bullatis ut mihi nugis Pagina turgescat dare pondus idonea fumo.
Strana 62 - An quisquam est alius -liber, nisi ducere vitam Cui licet, ut voluit ? licet, ut volo, vivere : non sim Liberior Bruto ?' Mendose colligis, inquit 85 Stoi'cus hic, aurem mordaci lotus aceto.