Commento alla Divina Commedia d'anonimo Fiorentino del secolo XIV, Zväzok 2

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G. Romagnoli, 1868
 

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Strana 485 - Sì tosto come in su la soglia fui . Di mia seconda etade e mutai vita, Questi si tolse a me, e diessi altrui. Quando di carne a spirto era salita, E bellezza e virtù cresciuta m...
Strana 6 - Vidi presso di me un veglio solo, Degno di tanta reverenza in vista, Che più non dee a padre alcun figliuolo. Lunga la barba e di pel bianco mista Portava a
Strana 482 - L'occhio lo sostenea lunga fiata: Così dentro una nuvola di fiori, Che dalle mani angeliche saliva, E ricadeva giù dentro e di fuori, Sovra candido vel cinta d'oliva Donna m'apparve, sotto verde manto, Vestita di color di fiamma viva.
Strana 254 - Esce di mano a Lui, che la vagheggia Prima che sia, a guisa di fanciulla, Che piangendo e ridendo pargoleggia, L' anima semplicetta, che sa nulla; Salvo che, mossa da lieto fattore, Volentier torna a ciò che la trastulla. Di picciol bene in pria sente sapore; Quivi s'inganna, e dietro ad esso corre, Se guida o fren non torce il suo amore.
Strana 113 - Dall'erba e dalli fior dentro a quel seno Posti, ciascun saria di color vinto, Come dal suo maggiore è vinto il meno. Non avea pur natura ivi dipinto, Ma di soavità di mille odori Vi faceva un incognito indistinto. Salve Regina in sul verde e in su' fiori Quindi seder cantando anime vidi, Che per la valle non parean di fuori.
Strana 45 - L'ossa del corpo mio sarieno ancora In co' del ponte presso a Benevento, Sotto la guardia della grave mora. Or le bagna la pioggia e move il vento Di fuor dal Regno, quasi lungo il Verde, Ove le trasmutò a lume spento. Per lor maladizion sì non si perde, Che non possa tornar l'eterno amore, Mentre che la speranza ha fior del verde.
Strana 95 - Costei ch' è fatta indomita e selvaggia, E dovresti inforcar li suoi arcioni ; Giusto giudicio dalle stelle caggia Sovra '1 tuo sangue, e sia nuovo ed aperto, Tal che il tuo successor temenza n...
Strana 80 - Oh, rispos' egli, appiè del Casentino Traversa un acqua che ha nome l' Archiano, Che sopra l' Ermo nasce in Apennino. Dove il vocabol suo diventa vano Arriva' io forato nella gola, Fuggendo a piede e sanguinando il piano.
Strana 497 - SI di Parnaso, o bevve in sua cisterna, Che non paresse aver la mente ingombra, Tentando a render te qual tu paresti Là dove armonizzando il Ciel t' adombra, Quando nell
Strana 445 - Tanto ch' io possa intender che tu canti. Tu mi fai rimembrar dove e qual' era Proserpina nel tempo che perdette 50 La madre lei, ed ella primavera. Come si volge, con le piante strette A terra ed intra sè, donna che balli, E piede innanzi piede appena mette; Volsesi in su

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