Qui sim, viator, quæris: ipse nescio: Qui vis futurus tu, tamen per me scies. Ego tuque pulvis, umbra et umbræ somnium. JOHN PASSERAT, born in 1534, at Troye in Champagne; died in Sept. 1602, aged 68. Lord Rochester has imitated Passerat's Poem entitled « NIHIL. » Johnson has given this Poem at length in his Life of Lord Rochester, observing that Passerat's Works are not common. (1) ART. LXXXV. PHILIPPE DE COMINES. Memoires de Messire Philippe de Comines Seigneur d'Argenton, où l'on trouve l'Histoire des Rois de France Louis IX. et Charles VIII. Nouvelle Edition, Revúe sur plusieurs Manuscrits du tems, enrichie de Notes et de Figures, avec un Recueil de Traités, Lettres, Contrats et Instructions, utiles pour l'Histoire, et nécessaires pour l'étude du Droit Public et du Droit des Gens. Par Messieurs Godefroy. Augmentée par Mr. l'Abbé Lenglet du Fresnoy. A Londres, et se trouve à Paris chez Rollin, Fils, Quai des Augustins. MDCC.XLVIII. 4 vol. in 4.o This is the best edition of De Comines. (1) Johnson's Lives of the Poets, vol. I. p. 181. The following DEDICATION is seldom to be found in copies, having been early suppressed. HOMAGE Consacré AU HEROS de nos jours. Vrai modele du PARFAIT HEROISME dans la guerre, Par la Prudence, le Courage et l'Activité. Puisqu'il sçait la défendre. CHERI DU SOLDAT; Aimé de l'Officier; Né pour faire l'admiration des Peuples, Au fils du Magnanime Frederic Auguste : AU GRAND, A L'INTREPIDE, AU VICTORIEUX Gravé pour toujours dans le cœur des François, Décore par ses lauriers les heureux fastes de la Monarchie. L'ABBÉ LENGLET DU FRESNOY Lui présente une foible marque de son respect DE L'HISTOIRE D'UN GRAND ROY, ET DU PLUS JUDICIEUX DE SES SUCCESSEurs. ART. LXXXVI. M. ANT. FRANC. RAINERIO. All Illustrissimo et Eccellentiss. S. Fabiano De Monti. Cento Sonetti. Di M. Anton Francesco Rainerio. Gentilhvomo Milanese. Con breuissima Espositione dei soggietti loro, et con la Tauola in fine. M.D.Liii. 4.o Al Reverendiss. et Illvstrissimo S. Innocenzo Cardinale De Monti. Breuissima Espositione Di M. Hieronimo Rainerio Gentilhuomo Milanese. Sovra di Cento Sonetti et l'altre Rime aggiunte loro. M.D.LIII. Colophon. Impressi in Milano Per Gio. Antonio Borgia. (1) ILLVSTRISSIMO ET ECCELLENTISS. SIGNOR. Fv' costume degli Antichi Gentili, vietato poi da la nostra legge diuina, di procacciarsi ne le fortune aduerse, et ne le graui necessità, da se medesmi la morte: Chi col ferro, chi col veleno, et chi con altro modo; secundo che più loro aggradiua. Giudicando essi minor infamia finir la vita à voglia loro, ch' à l'altrui cenno imperioso; condotti (com' à dir) n' e Trionfi et n' e spettacoli publici da Vincitori Nemici, ò crudelmente vccisi. Questo caso auiene hora à me Sig. mio; perche hauend' io scherzato ne i primi anni de la giouentù mia, come sogliono molti, in diuerse compositioni et volgari et latine; quel tempo che da l' ufficio mio di Segretario de Principi m' era lecito, [1] Another Ed. Giolito, 1554. 12.° pensando che non s'hauessero à far' conserue di cose tali, et di si poco valore; ritrouo fuor' in stampa hor vna cosa, hor vn' altra de le mie; si mal acconcie però, ch'apena le riconosco; se non quanto elle escon fuori col mio nome infelice, in dubio d'esser condotte in volta miseramente, com' in Trionfo da la mia Sorte nemica; che m'ha percosso più volte ne le cose grandi, et mi percuote ancora in queste minime. Et però cò l' essempio di quegli Antichi Gentili, contr' a la legge nostra, et per estrema necessità, mi riuolga hora à dar' al mio nome istesso la morte; Et di mia mano acconci, com' hò saputo meglio mando fuori di questa vita CENTO SONETTI per hora; con animo di far del resto; liquali dedico à l'Ecc. V. con vn' aura ancor di speranza, che pur mi resta, che il nome solo di quella, à cui li dedico, se non altro, li deggia sostener in vita, splendidamente forsi, et più di quel che il fato loro hà circonscritto. Degne V. Ecc. raccorli con pietà; dando loro anima et luce; sin tanto che crescendo l'età di quella, ne la qual' Ella già mostra segni chiarissimi del paterno reale spirito, et risorgendo insieme in lei il valor de i suoi Maggiori Illustriss. che nelle armi, nelle lettere, et nelle prelature, furo oltre modo magnanimi, famosi, et nobilissimi; et non mancando à me la vita, possa con stil' alto et heroico et con studio più graui, et più seueri, celebrar' i fatti generosi del Ecc. V. et consecrarli meco insieme à l'immortalità. Della qual parmi già di vederla si per tempo, accesa tanto, che riempia il S. Padre Illustriss. di Gioia; il Zio Beatissimo d' infinita speranza, Italia tutta di Merauiglia; et se medesma di Gloria; di Cui bascio le mani reuerendemente. Di Milano. Il primo d'Aprile. M.DLIII. Di V. Ecc. Deuotissimo Seruo ANTON FRANCESCO RAINERIO. SONNET VI. Celeste forma; anzi lucente stella, Che al Sole innanzi et à la bionda Aurora, Si ricca luce apriui al mondo, all' hora Trà noi ti miro, et pur ti cerco ognihora? Ou' ascondesti il viso Hespro lucente Non Lucifero più, com' il chiudesti Quand' al suo maggior lume il tuo si rese? Spiegar i raggi al Polo, onde scendesti. SONNET X. Amor', ond' è, ch' entr' al mio petto I senta Le fiamme, e 'l gielo, in vn medesmo loco ? Ne la fiamma dal giel pur anco è spenta. Frà duò contrari, oue non cede vn poco O' nel mio cor sol cò le fiamme vieni, ་་་་་་་་ (1] See Crescimbeni, II. 405. |