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gno fa che tema molte persone. E quali sono queste? Il marito, il padre, i frategli, la madre, ed altre persone, cui ella cognosce che 'l fallo suo torna a vergogna. (1) Che ne intervene adunque? Per quella cotale paura, ch'ella ha, avvelena colui incontanente, di cui ella hae paura, se ella puote. Perchè? Perchè non si tempera (2) mai di nessuna malizia, sì si sente paurosa di così grande peccato, che 'l calore della lussuria la fae ardita, e la femmina è di una natura che non considera mai che (3) del fatto si può seguire. (4) Adunque qual femmina è colpevole che abbia avvelenata alcuna persona, bisogno è che sia lussuriosa? Assegna (5) la ragione. Perchè neuna cosa muove la femmina a quel fatto così agevolmente, come il vizio della lussuria; e quando il suo animo è corrotto, non credono poscia i savii che 'l suo corpo sia casto. » Item. «< Interviene degli uomini il somigliante? (6) Certo no. Per che cagione? Perchè ciascuno disiderio muove l' uomo al suo malificio, (7) ma la femmina per uno disiderio solamente si muove a fare molti peccati.« Item.« Molto bene giudicarono i nostri maggiori, che il re che fosse preso in battaglia non dovesse poscia essere morto. (8) Per che cagione? Perchè colui ch'è iguale (9) in prima con noi, e la ventura lo mette poscia in nostra podestade, nol dobbiamo uccidere poi. Potrebbe altri dire: Come? e' non ci venne addosso coll' oste? (10) Ciò dobbiamo dimenticare. Per che cagione? Perchè colui è di grande animo, che non ha per nimici coloro che sono vinti, ma per uomini, acciocchè la sua nobiltade possa menomare (11) battaglia, e la sua umilitade generare pace. (12) E s'egli avesse vinto, arebbe (13) fatto il somigliante a noi? Forse che no, che non arebbe avuto tanto senno. Perchè dunque si perdona a costui? Perchè tanta mattia si dee dispregiare e non seguitare per li savii.» (14) Questo ornamento tiene molto atteso (15) l'animo dell' uditore, sì per belle parole, (16) sì perchè delle cose ode render ragione. (17)

(1) Il testo ad quos videt sui dedecoris infamiam pertinere. (2) Non si contiene, non si raffrena. (3) Ciò che. (4) Le conseguenze, che possono derivare dal fatto. (5) Adduci, arreca. (6) La stessa cosa. (7) Misfatto. 11 testo: quia viros ad unumquodque maleficium singulae cupiditates impelJunt. (8) Ucciso. (9) Voce antica per eguale. (10) Esercito. (11) Diminuire. (12) Il testo: ut possit bellum fortitudo minuere, pacem humanitas augere. (13) Avrebbe. (14) Da' savii. (15) Attento. (16) Il testo: tum venustate sermonis. (17) Il testo Gamba ha malamente: si perchè delle cose che ode, rende ragione, essendo l'uditore, non il dicitore, che ode rendersi ragione delle cose. Ed infatti dice il testo: Haec exornatio ad sermonem vehementer accomodata est, et animum auditoris reddit attentum, tum venustate sermonis, tum rationum expectatione.

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Del Disegnamento.

Ed è un'altra sentenzia, che si appella Disegnamento, (1) la quale ha luogo quando il dicitore disegna che gravi cose di alcuno fatto si possono seguitare (2) per innanzi (3) in questo modo. «Se questo reo uomo, ch'è ora caduto alle mani (4) del Comune, non fia punito per voi, (5) e delle vostre mani camperà, (6) incontanente, siccome lione o altra crudele bestia scatenata, andrà per la piazza della città e per lo contado uccidendo e rubando e ardendo amici e nimici, forestieri e cittadini, e 'l Comune non si potrà poscia atare (7) di costui. Però, Messer lo Podestà, (8) liberate i vostri cittadini dalle mani di costui, e a voi medesimo provvedete, (9) perchè se questi dalle vostre mani camperà, contro a voi medesimo si volgerà questa fiera, e sarete in grande pericolo di campare. >> Item. Messere lo Podestà, se di costui prendete troppo aspra vendetta, (10) non solamente costui, ma molti altri per la vostra sentenzia saranno puniti, perchè questo giovane è nato di gran sangue, (11) e 'l padre è un vecchio, e tutta la sua speranza è oggi in costui, e i suoi figliuoli sono pargoli (12) tutti, e hanno molti nimici; sicchè incontanente, privati del loro padre, verranno loro addosso, (13) e torranno loro le case e le terre, e caccerannoli via, e non sarà chi li difenda, o si levi per loro. «< (14) Item. Se non vi difenderete francamente, (15) è lascerete vincere (16) la vostra cittade, potete bene essere certi che incontanente, presa la terra, tutti quelli da arme (17) saranno morti, (18) e spezzati (19) i vecchi, le femmine e i pargoli, quale sarà morto dinanzi al suo padre e quale storpiato, e quelli che rimarranno, saranno tutti presi e venduti per servi, e sarà isceverato (20) il marito dalla moglie, il padre dal figliuolo, e l'uno fratello dall' altro, i quali la natura avea congiunti; e la vostra

(1) In questo senso e come figura rettorica manca nel Vocab. Nel testo e detta Descriptio. (2) Seguire, succedere. (3) In avvenire. (4) Cadere alle mani vale venire in potere. (5) Da voi. (6) Scamperà, uscirà dalle vostre mani. (7) Antico, per aitare, aiutare. (8) Il testo ha, judices. (9) Il testo: vobis consulite. (10) Prender vendetta, cioè vendicarsi. (11) Lignaggio, stirpe. (12) Piccoli, fanciulli. (13) Cioè, i nemici. (14) Levarsi per uno vale prender sue difese. (15) Arditamente, coraggiosamente. Il testo Gamba, meno correttamente, se non vi difenderete e francamente lascerete ec. (16) Che sia vinta. (17) I soldati, o quelli che sono atti alle armi. Il testo: qui contra arma tulerint. (18) Uocisi. (19) Distrutti. (20) Separato, disgiunto.

T. III.

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cittade sarà arsa, e tutti li vostri beni verranno alle mani de' nimici vostri. Neuno potrebbe contare le cose che ne avverrebbe.» (1) Per questo ornamento si aprono (2) molto le cose dinanzi che possono incontrare, (3) e o recasi l'animo dell' uditore a misericordia, o rendesi indignato. (4)

Del Pulimento.

Ed è un'altra sentenzia, che si appella Pulimento, (5) la quale ha luogo quando soprastiamo in uno luogo (6) a dire sopra una medesima cosa, e pare che noi diciamo cose diverse; e puossi fare in due modi: l' uno, quando diciamo quella medesima cosa ch'è detta già di sopra; l' altro, quando non quella medesima cosa, ma di quella diciamo. Quando ridiciamo quella medesima cosa, ch'è detta già di sopra, sì la ci conviene ridire per altre parole, perchè se la dicessimo per (7) quelle medesime parole, non sarebbe ornamento, ma sarebbe detto noioso. (8) Questo è lo assempro.« (9) Niuno pericolo è sì grande che li savii uomini voglino (10) fuggire per fare salva la città loro, , per campare (11) il Comune loro, che (12) non perisca. Coloro, che sono savii, non ischifano travaglio neuno nè pericolo. » Del secondo modo, quando non ridiciamo quella medesima cosa, ma diciamo di quella, questo è lo esemplo. Vogliendo (13) il dicitore dire che per difendere il suo Comune non si dee fuggire pericolo niuno, sì il dirae in questi modi. << Coloro, che sono savii, per lo Comune non ischifano mai pericolo niuno, perchè chi per lo suo Comune non vuole perire, col suo Comune spesse volte perisce; conciossiacosachè della cittade, ove l'uomo abita con ogni suo bene, (14) niuno pericolo vi dee avere grande per camparla; dunque chi fugge quello

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(1) Avverrebbero. (2) Si dichiarano, si mettono davanti agli occhi. (3) Avvenire, accadere. (4) Sdegnato. (5) Due Codici Riccardiani e il testo Gamba hanno Punimento. Abbiamo preferito Pulimento, come si legge in un terzo Codice Riccardiano e nel testo Manni, dicendo il latino, Expolitio. In questo senso, e come figura rettorica, Pulimento manca nel Vocab. (6) Il testo latino: cum in eodem loco manemus et aliud atque aliud dicere videmur. (7) Con. (8) Il testo latino: nam id quidem obtundere auditorem est, non rem expolire. (9) Antiquato per esempio. (10) Vogliano. Il testo Gamba, in senso contrario, non vogliano. Il testo latino: nullum tantum est periculum quod sapiens pro salute patriae vitandum arbitretur. (11) Salvare. (12) Onde, affinchè. (13) Inusitato, per volendo. (14) Il testo Gamba: conciossiacosachè della sua città, ove l' uomo abita, abbia ogni suo bene, niuno pericolo gli dee parere ec.

pericolo, che per lo suo Comune dee pigliare, mattamente si porta, perchè fuggire da sezzo (1) nol puote, e vive tra gli altri cittadini vituperato. Ma chi prepone il pericolo del Comune al suo speziale, (2) fa saviamente, perchè al suo Comune rende il debito suo, e vuole per molti più avaccio (3) perire con onore, che con molti vivere con vergogna; perocchè molto è grande iniquità, la vita, che dalla natura ha avuta e per lo suo paese ha conservata, quando la natura lo richiegga per lo suo paese, non darla, e a grande onore potendo morire, volere con disonore vivere. E com'è da riprendere colui che, quando naviga, più avaccio la nave che le persone intende a salvare, (4) così di colui è da fare beffe e scherno, che in sullo grande pericolo più provvede al suo salvamento che a quello del Comune; perchè, spezzata la nave, molti ne possono scampare, ma quando perisce il Comune, non ne scampa veruno. Per la quale cosa possiamo dire che Decio si portò saviamente, che per campare la città sua si mise alla morte e fedire (5) li nimici suoi, e ricomperò per vile, cosa certana, (6) e per piccola, grande; (7) diede la vita, e fece salvo il paese; partissi l'anima, (8) e accattò grolia (9) e onore, il quale non menoma, ma sempre cresce ed inforza. Dunque se per viva ragione e grandi esempli ti ho mostrato che per lo suo paese si dee l'uomo mettere ad ogni rischio, savii debbono essere tenuti coloro che, per fare salva la città loro, non ischifano pericolo nè fatica neuna. » Questo è bellissimo ornainento, per lo quale una medesima cosa in molti modi si ridice, e sempre par che si dica altre cose; e fassi solamente dal buono dicitore, e chi l'usa di fare, appara tosto a ben parlare.

Della Similitudine.

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Ed è un'altra sentenzia, che si appella Similitudine, quale ha luogo quando il dicitore mostra alcuna cosa, che vuole dire, per un' altra che a quella sia simigliante; e fallo per ornare il detto suo, o per renderlo più approvato, o per darlo

(1) Da ultimo. (2) Speciale, particolare, cioè pericolo. (3) Piuttosto. (4) Il testo latino ha al contrario: uti contemnendus est qui, in navigando, se, quam navim, mavult incolumem. (5) Ferire. (6) Antiquato, per certa; cioè la salvezza della patria. (7) Il testo latino: re enim vilissima et parva maximam redemit. (8) Il testo latino: misit animam . (9) Per gloria; voce fiorentina.

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meglio a intendere, o per farlo si aperto (1) come se in pre senzia e dinanzi agli occhi dell' uditore sì il facesse. Per ornare il detto suo fa il dicitore in questo modo. «Non come colui che piglia il pennone, (2) per correre nel prato, da colui, che ha corso, corre meglio, così la podestà (3) nuova, che piglia la signoria dalla vecchia, è migliore; perchè affaticato colui, che ha corso, rende il pennone a un altro, che corre, ma la podestà già usata rende la signoria alla nuova. » In questo luogo sanza alcuna similitudine puote il dicitore dare a intendere il detto suo chiaramente in questo modo: (4) la podestà nuova non è perciò migliore che la vecchia, perchè ne sia rimossa la vecchia e la nuova entri nel suo luogo; ma fa questa similitudine per dare alcuno ornamento al detto suo. Per rendere più approvato il detto suo, sì fa similitudine il dicitore in questo modo. » Nè 'l puledro non domato, avvegnachè sia buono, può essere acconcio a quella utolità (5) che l' uomo desidera del cavallo ; nè l'uomo non usato, (6) avvegnachè sia ingegnoso, può essere di molta bontà « Questa similitudine rende il detto del dicitore più approvato, e al detto suo è data più e al detto suo è data più piena fede, perchè neuno uomo può essere di gran bontà, se prima non ne usa, nè l puledro, se prima non è domato. Per rendere il detto suo più chiaro e aperto fa similitudine il dicitore in questo modo. »> Non come coloro, che corrono, debbono fare coloro che sono amici; perchè basta a colui, che corre, in sino alla fine correre del suo corso; ma colui ch'èe (7) amico, debbe il fine passare e amare i figliuoli, poscia che l'amico è morto. » Questa similitudine dà meglio ad intendere il detto di colui che favella,

(1) Chiaro, palese. (2) Insegna, bandiera. Il testo Manni e un Codice Riccardiano hanno facellina, e il testo dice infatti taedas. Il Gamba legge: come colui che piglia ec. ma in tutti i Codici Riccardiani è: non come colui ec. e così dice il testo: non enim quemadmodum in palaestra qui taedas candentes accepit, celerior est in cursu continuo, quam ille qui tradit: ita melior imperator novus, qui accipit exercitum, quam ille qui recedit; propterea quod defatigatus cursor integro facem, hic peritus imperator imperito exercitum tradit. (3) Anticamente si dicea la Podestà in fem. e non il Podestà; e così dovrebbe dirsi, non essendo che il potestas de' Latini. (4) Il testo Gamba: In questo luogo senza alcuna similitudine puote il dicitore dare ad intendere il detto suo chiaramente; e in questo modo ec. La lezione de' Codici Riccardiani è più conforme al testo che ha: Hoc sine simili satis plane et perspicue et probabiliter dici potuit, hoc modo: dicitur minus bonos imperatores a melioribus exercitum accipere solere. (5) Antico, per utilità. (6) Non pratico, non avvezzo: indoctus è nel testo. (7) Per è.

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