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a città, traete le porte de' gangheri: cioè, se voi fate queste due cose, potete dire d'abbattere la chiusura delle porte.

Io domandai messer Andrea da Cerreto savio legista, d'antico ghibellino fatto guelfo Nero, se fare si potea uficio nuovo senza offendere gli ordini della giustizia. Rispose: che non si potea fare. E io che n'era stato accusato, e appostomi (1) che io avea offesi quegli ordini, proposimi osservarli, e non lasciare fare l'uficio contro alle leggi.

In questo tempo tornarono i due ambasciadori rimandati indietro dal Papa. L'uno fu Maso di messer Ruggerino Minerbetti falso popolano, il quale non difendea la sua volontà, ma seguiva quella d'altri. L'altro fu il Corazza da Signa, il quale tanto si riputava guelfo, che a pena credea che nell' animo di niuno quella parte fusse altro che spenta. Narrarono le parole del Papa: onde io a ritrarre (2) sua ambasciata fui colpevole. Misila ad indugio, e feci loro giurare credenza: (3) e non per malizia la indugiai. Appresso raunai sei savi legisti, e fecila innanzi loro ritrarre, e non lasciai consigliare di volontà (4) de'mici compagni. Io proposi, e consigliai, e presi il partito, che a questo signore si volea ubbidire: e che subito gli fusse scritto, che noi eravamo alla sua volontà, e che per noi addirizzare (5) ci mandasse messer Gentile da Montefiore Cardinale. Intendi questo signore pel Papa, e non per messer Carlo.

Colui, che le parole lusinghevoli da una mano usava, e dall' altra producea il signore sopra noi, spiando chi era nella città, lasciò le lusinghe, e usò le minacce. Un falso ambasciadore palesò la 'mbasciata, la quale non aveano potuto sentire. Simone Gherardini avea loro scritto di corte, che il Papa gli avea detto: io non voglio perdere gli uomini per le femminelle. I guelfi Neri sopra ciò si consigliarono, e stimarono per queste parole, che gli ambasciadori fussono d'accordo col Papa, dicendo: se e' sono d'accordo, noi siamo vacanti. Pensarono di stare a vedere, che consiglio i Priori prendessono, dicendo: se prendono il no, noi siamo morti; se pigliano il sì, pigliamo noi i ferri, sì che da loro abbiamo quello, che avere se ne può: e così feciono. Incontanente che udirono, che al Papa per li rettori si ubbidia, subito s' armarono, e misonsi (6)

(1) E mi era stato apposto, ero stato incolpato. (2) Riferire, rapportare. (3) Fede e segretezza. (4) Non lasciai che si prendesse consiglio a volontà de' miei compagni, ma io fui che proposi e consigliai. (5) Correggere, riformare, ridurre in buono stato. (6) Si misono, si misero.

a offendere la città col fuoco e ferri, e consumare e struggere la città.

I Priori scrissono al Papa segretamente, ma tutto seppe la parte Nera, perocchè quelli, che giurarono credenza, non la tennono. (1) La parte Nera avea due Pricri segreti di fuori, e durava il loro uficio sei mesi; de' quali l'uno era Noffo Guidi, iniquo popolano e crudele, perchè pessimamente aoperava (2) per la sua città, e avea in uso, che le cose facea in segreto, e in palese ne biasimava i fattori: (3) il perchè era tenuto di buona temperanza, (4) e di mal fare traeva sostanza. (5)

I Signori erano molto stimolati da' maggiori cittadini, che facessono nuovi Signori; benchè contro alla legge della giustizia fusse, perchè non era il tempo da eleggerli. Accordammoci di chiamarli più per piatà della città, che per altra cagione. E nella cappella di S. Bernardo fui io in nome di tutto l' uficio (6), e ebbivi molti popolani i più potenti, perchè senza loro fare non si potea. Ciò furono (7) Cione Magalotti, Segna Angiolieri, Noffo Guidi per parte Nera: messer Lapo Falconieri, Cece Canigiani, e il Corazza Ubaldini per parte Bianca. E a loro umilmente parlai con gran tenerezza dello scampo della città, dicendo: io voglio fare l'uficio comune, da poi che per gara degli uficj è tanta discordia. Fummo d'accordo, e eleggemmo sei cittadini comuni, tre de' Neri, e tre de' Bianchi. Il settimo, che dividere non si potea, eleggemmo di sì poco valore, che niuno ne dubitava. I quali scritti posi su l' altare. E Noffo Guidi parlò, e disse: io dirò cosa, che tu mi terrai crudele cittadino; e io gli dissi, che tacesse. Ei pur parlò, e fu di tanta arroganza, che mi domandò, che mi piacesse far la loro parte, nell' uficio, maggiore che l'altra: che tanto fu a dire, quanto disfà l'altra parte, e me porre nel luogo di Giuda. E io gli risposi, che innanzi io facessi tanto tradimento, dare'i miei figliuoli a mangiare a'cani. E così dal collegio (8) ci partimmo.

Messer Carlo di Valos ci facea spesso invitare a mangiare. Rispondevamgli, che per nostro saramento (9) la legge ci costrignea, che fare non lo potevamo. E ciò era vero, perchè fra noi stimavamo che contro a nostra volontà ci avrebbe ritenuti.

(1) Tennero, mantennero. (2) Adoperava, agiva. (3) Coloro che le facevano. (4) Moderazione, modestia. (5) Utile, profitto. (6) Magistrato. (7) Cioè, questi furono. (S) Adunanza. (9) Dino era pur egli de' Signori, e questi doveano stare nel palazzo del Comune. In questo tempo forse avevano ristretto anche di più i loro giuramenti, per giusta diffidenza contro le insidie.

Ma pure un giorno ci trasse di palagio, dicendo, che a Santa Maria Novella fuori della terra volea parlamentare per bene de' cittadini, e che piacesse alla Signoria esservi. Ma perchè troppo sospetto mostrava il negarlo, deliberammo, che tre di noi v' andassimo, e gli altri rimanessono in palagio.

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Messer Carlo fe armare la sua gente, e posela alla guardia della città alle porte dentro e di fuori: perocchè i falsi consiglieri gli dissono, che dentro non potrebbono tornare, e che la porta gli sarebbe serrata. E sotto questo pretesto aveano pensalo malvagiamente, che se la Signoria vi fosse ita tutta, ciderci fuori della porta, e correre (1) la terra per loro. E ciò non venne loro fatto, perchè non ve n' andarono più che tre a' quali niente disse, come colui che non volea parlare, ma sì uccidere.

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Molti cittadini si dolsono di noi per quella andata, parendo loro che andassono (2) al martirio; e quando furono tornati, lodavano Iddio, che da morte gli avea scampati.

I Signori erano stimolati da ogni parte. I buoni diceano, che guardassono bene loro e la loro città. I rei li contendeano con quistioni. (3) E tra le domande e le risposte il dì se n'andava. I baroni di messer Carlo gli occupavano con lunghe parole; e così viveano con affanno.

Veune a noi un santo uomo un giorno celatamente (4) e chiese e pregocci che di suo nome non parlassimo, e disse: Signori, voi venite in gran tribolazione, e la vostra città. (5) Mandate a dire al Vescovo faccia (6) fare processione, e imponetegli, che ella non vada Oltrarno (7): e del pericolo cesserà gran parte. Costui fu uomo di santa vita, e di grande astinenzia, e di gran fama, per nome chiamato Frate Benedetto. Seguitammo il suo consiglio, e molti ci schernirono dicendo, che meglio era arrotare i ferri. Facemmo pe' consigli leggi aspre (8) e forti, e demmo balìa (9) a' rettori contro a chi facesse rissa

(1) Correr la terra, andar per essa armata mano, impadronirsene per forza. (2) Andassono si riferisce a que' Signori che andarono da Carlo di Valois, tra' quali non pare che fosse Dino, restato egli in palazzo; se no, avrebbe detto andassimo. (3) Contendere con questione potrebbe parer ripetizione, come se dicesse contendere con contese, o questionare con questioni: ma qui ha un significato latino, cioè stringer con questioni, dubbi, proposte, e dimande. (4) Di nascosto. (5) Queste trasposizioni alla latina di più nomi che dovrebbero succedersi, non le usano più, o di rado, neppure i buoni poeti. Costruisci: Signori, voi e la vostra città venite ec. (6) Che faccia. (7) Di là d' Arno. (8) Severe. (9) Podestà, autorità.

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o tumulto, e pene personali imponemmo, e che mettessero il ceppo (1) e la mannaia in piazza per punire i malfattori, e chi contraffacesse. (2)

A messere Schiatta Cancelliere capitano di guerra crescemmo balìa, e confortammo (3) di ben fare, come che niente valse, (4) perocchè i messi, famigli, e berrovieri (5) lo tradirono. E trovossi da' Priori, (6) che venti berrovieri de' loro doveano avere fiorini M. e ucciderli (7): li quali (8) misono fuori del palazzo. Molto si studiavano (9) difendere la città dalla malizia de' loro avversarii: ma niente giovò, perchè usarono modi pacifici, e voleano (10) esser repenti e forti. Niente vale l'umiltà (11) contro alla grande malizia.

I cittadini di parte Nera parlavano sopra mano, (12) dicendo: noi abbiamo un signore in casa: il Papa è nostro protettore: gli avversarii nostri non sono guerniti (13) nè da guerra nè da pace; danari non hanno; i soldati non sono pagati. Eglino aveano messo in ordine tutto ciò che a guerra bisognava per accogliere tutte loro amistà (14) nel Sesto (15) d'Oltrarno: nel quale ordinarono tenere (16) Sanesi, Perugini Lucchesi, Samminiatesi, Volterrani, e Sangimignanesi. Tutti i vicini aveano corrotti, (17) e aveano pensato tenere il ponte a S. Trinita, e di rizzare su due palagi alcuno edificio da gittare pietre e aveano invitati molti villani d' attorno, e tutti gli sbanditi di Firenze.

I guelfi Bianchi non ardivano mettersi gente in casa, perchè i Priori gli minacciavano di punire, e chi raunata facesse: (18) e così teneano in paura amici e nemici. Ma non doveano gli amici credere, che gli amici loro gli avessono morti perchè procurassono la salvezza di loro città, benchè il comandamento fosse. Ma non lasciarono tanto per tema della legge, quanto per

(1) Legno sul quale si decapitano colla mannaia i malfattori. (2) Contravvenisse, disubbidisse alle leggi. (3) Cioè, lo confortammo. (4) Quantunque niente valesse. (5) Messi, famigli o famigliari di luoghi pubblici e magistrati. Famigli, donzelli o servi di alcun magistrato. Berrovieri, birri, o simili ministri della giustizia. (6) Venne in cognizione de' Priori. (7) Cioè i Priori. (8) Cioè berrovieri i Priori cacciarono fuori del palazzo. (9) Si affaticavano, procuravano ogni mezzo. (10) Cioè i modi. (11) Dolcezza, come umiliare si usò in antico nel senso di mitigare. (12) Colla mano alzata più su della spalla. (13) Muniti, forniti. (14) Tutti i loro amici, del loro partito. (15) Sestiere. (16) Che si tenessero. (17) Depravati, indotti con donativi a fare quello che non conviene. (18) Cioè, e minacciavano di punire chi radunasse gente.

l'avarizia, perchè a messer Torrigiano de' Cerchi fu detto: fornitevi, e ditelo agli amici vostri. (1)

I Neri conoscendo i nemici loro vili, e che aveano perduto il vigore, s' avacciarono (2) di prendere la terra, e uno sabato a' dì.... di novembre s' armarono co' loro cavalli coverti (3) e cominciarono a seguire l'ordine detto. I Medici, potenti popolani, assalirono e fedirono (4) un valoroso popolano chiamato Orlanduccio Orlandi il dì, passato vespro, (5) e lasciarono (6) per morto. La gente s'armò a piè e a cavallo, e vennono al palagio de' Priori. E un valente cittadino, chiamato Catellina Raffacani, disse: Signori, voi siete traditi. E' viene verso la notte: non penate, (7) mandate per le vicarie; (8) e domattina all'alba pugnate contro a'vostri avversarii. Il Podestà non mandò la sua famiglia (9) a casa il malfattore: nè il gonfaloniere della giustizia non si mosse a punire il malificio, (10) perchè avea tempo dieci dì.

Mandossi per le vicarie, e vennono, e spiegarono le bandiere; e poi nascosamente n' andarono dal lato di parte Nera, e al Comune non si appresentarono. Non fu chi confortasse la gente, che si accogliesse al palagio de' Signori, quantunque il gonfalone (11) della giustizia fosse alle finestre. Trassonvi (12) i soldati che non erano corrotti, e altre genti; i quali stando armati al palagio, erano da alquanti seguiti. Altri cittadini vi trassono a piè e a cavallo amici; e alcuni nimici, per vedere che effetto avessono le cose.

I Signori non usi a guerra erano occupati (13) da molti che voleano essere uditi, e in poco stante (14) si fe notte. Il Podestà non vi mandò sua famiglia, nè non si armò: lasciò l'uficio suo a' Priori: chè potea andare (15) alla casa de' mal

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(1) G ultimi due periodi peccano di oscurità. Dino vuol dire non doveano i amici (i guelfi Bianchi amici de' Priori, essendo tutti d'una setta) cr fere che i Priori loro amici gli avessero puniti, perchè radunassero ge e a salvezza della città, comunque il radunar gente fosse proibito dalla ge. Ma i guelfi Bianchi non lasciarono di provvedere armi e genti per ti ore della legge, ma piuttosto per paura di spendere. E i Priori stessi fecer intendere a Torrigiano che avesse a provvedersi egli e gli amici. (2) Saffrettarono. (3) Cavalli coverti o coperti debbono intendersi coperti diaglie di ferro, se si parla di guerra; coperti di zendadi o drappi, se si parla di feste. (4) Ferirono. (5) Dopo il cader del sole. (6) Lo lasciarono. (7) Non indugiate. (8) Per vicherie, giunta di milizie per rinforzo. (9) La schiera de' birri. (10) Misfatto. (11) Insegna, bandiera. (12) Vi accorsero. (13) Trattenuti. (44) In breve, dopo poco. (15) Mentre che poteva, e avrebbe dovuto andare.

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