Obrázky na stránke
PDF
ePub

liberarsine appena aveano cominciato, spaventati di paura ď ogne parte raunaro oste, e quegli di Beozia in aiutorio (1) s' aggiunsero, essendo Ificrate loro doge; il quale essendo giovane di 20. anni, la sua fragile età si guernia per la maturità del suo animo. E Conone, uomo nato d' Atena, ma doge dell' oste di Persia, udita la tornata d' Agesilao, a guastare i campi di Lacedemonia tornò. E così quegli di Lacedemonia chiusi da' nemici d'intorno e spaventati molto vennero quasi come in sul disperare. (2) Ma Conone, poscia che fue sazio di dare danno a' nemici, entrò in Atena con molta allegrezza de' cittadini ma egli tristo, (3) veggendo la cittade sua, che per addietro solea essere di grande popolo ripiena e ornatissima di molti ornamenti, ed ora la vede vuota di genti, e di molte ruine disfatta; e però mosso a molta pietade la riformò, e per quegli di Lacedemonia recata al neente, di loro ornamenti e ricchezze Ja riempieo, ed arsa da quegli di Persia, rifatta sì riparò. (4) In questo mezzo Artaserse, re di Persia, come di sopra ti dissi, a tutti i popoli di Grecia per ambasciadori comandò che si partissero dall' arme e pace servassero tra loro, non perchè misericordievolemente si muovesse agli affaticati per le guerre di dare pace, ma, vogliendo contra quegli d' Egitto pigliare battaglia, neuno rubellamento nel regno suo si facesse,

LIBRO IV.

CAP. VI.

Perchè oggimai le battaglie di Cartagine si seguitano, il fatto richiede che di Cartagine, che da Elisa (5) fue fatta LXXII. anni prima che Roma, poche cose diciamo, e delle sue pistoJenzie (6) e mali che dentro da se ricevette, (7) secondo che Pompeio Trogo e Justino, scrivendole, dissero. Quegli di Cartagine sempre tra loro dentro fuoro in grave discordia, la quale facendola tra loro aspramente, (8) non ebbero neuna volta o di fuori prosperevole, o dentro tra loro riposato (9) tempo. Ma tra gli altri mali, essendo di pistolenzia (10) percossi, usaro

(4) Aiuto. (2) Il testo: ultima propemodum desperatione tabuerunt. (3) Il testo: in maximo gaudio civium ipse tristis. (4) I testo: namque cam a Lacedaemoniis exinanitam, Lacedaemoniorum praedis replevit : Per -sis incendentibus concrematam, Persis aedificantibus reformavit. (5) Ossia Didone. (6) Sconfitte. (7) Cioè de' mali domestici. (8) Il testo: qua infeliciter exagitante. (9) Quieto, tranquillo. (10) Peste.

di fare micidj (1) per rimedi pigliare, perchè uomini usavano a' Dei loro sacrificare, facendo loro olocausto, uccidendo negli altari i giovani loro. Della generazione (2) di quello sacrificio, a che fine ne polessero venire, non veggo. (3) Se questo cotale sacrificio alcuno dimonio fue ardito di comandare, perchè per la morte degli uomini per (4) la uccisione degli uomini a Jui si satisfacesse, fue da intendere sè essere operatori ed aiutatori della pistolenza, (5) ch' egli uccidessero colui, il quale la pistolenza corrotto non avea: perch' era usanza di fare sacrificio d' uomini sani e non corrotti; e così quelli non cacciavano via le infertadi, (6) ma aggiungendovi le cominciavano dinanzi. (7) E così quegli di Cartagine, recandosi gli Dei incontro, (8) facendo loro cotale sacrificio, come Pompeio Trogo e Justino dicono, e come noi medesimi veggiamo, per la loro presunzione e crudeltade irato Iddio, abbiendo in Cicilia lungo tempo combattuto, trasportata la battaglia in Sardigna, ancora maggioremente vi fuoro vinti: per la quale cosa Mazzeo loro doge isbandiro, e i pochi che di quelli cavalieri erano campati. Ma i detti sbanditi per ambasciadori addomandata perdonanza ed essendo loro negata, la cittade loro per assedio cinsero. Ed allotta il detto Mazzeo, doge degl' isbanditi, Cartalone suo figliuolo, prete d' Ercole, perch' essendo fatto doge di quegli della cittade in vestimenta di porpore (9) gli venne addosso, (10) il mise nella croce, com' era nella porpore e coronato, in veduta di tutti quegli del paese. E dopo pochi di' la detta cittade piglioe; il quale, abbiendo morti molti de' grandi, e facendo crudele segnoria, fue morto. Queste cose fuoro fatte al tempo di Ciro re di quegli di Persia. E dopo le dette cose Imilco re di quegli di Cartagine, facendo battaglia in Cicilia, repentemente per terribile pistolenzia perdeo l'oste; e sanza dimoranza morendo d' infertà il popolo quasi come a schiera, incontanente che 'l male il pigliava, l'uccidea, e seppellire non si poteano. Il messaggio di quelle male novelle abbiendo

(1) Omicidii. (2) Specie, sorta. (3) Il testo: de quo sacrorum, immo sacrilegiorum genere, quid potissimum discutiendum sit, non invenio. (4) Per mezzo, con. (5) Il testo: si enim hujusmodi ritus aliqui daemones praecipere ausi sunt, ut mortibus hominum occisione hominum satisfieret, intelligendum fuit se operarios atque adjutores pestilentiae conduci, ut illi, quos illa non corripuisset, occiderent. (6) Infermitadi. (7) Il testo: ita ut illi non sedarent morbos, sed praevenirent. (8) Il testo : aversis diis. (9, porpora. (10) Il testo: quod sibi velut insultans purpuratus occurrerat

Per

repentemente ripiena Cartagine di pianto, così fue tutta la cit tade turbata, come se da' nemici fosse presa; perchè in ogne luogo ululato e grande pianto sonava, e chiuse in ogne parti (1) l'uscia (2) delle case, corsero al porto le genti, e dimandavano novelle degli amici da que' cotanti pochi, che della pistolenzia erano campati, quando usciano delle navi. E poscia che caluno del suo amico ebbe saputo la novella, dicendola coloro, ovvero piangendo, (3) allotta in tutto il lito del mare s'udiro le boci de' pianti delle dolorose madri e i tristi lamentamenti. E tra queste cose (4) uscìo il doge della sua nave discinto e di vilissime vestimenta di pianto vestito, alla cui veduta (5) si giunsero (6) le schiere de' piagnitori. Ed egli levando le mani al cielo, ora la sua disavventura, ora quella del popolo contava e piagnea: e colla detta gente vegnendo per la cittade piagnendo e luttando, (7) entrò nel palagio, ed accomiatato i piagnitori che l' aveano seguitato, e poscia serrato l'uscio della camera, e messone fuore i figliuoli, per coltello il dolore e la vita finìo. E dopo il detto anno, (8) uno di Cartagine, colle sue proprie ricchezze soperchiando il Comune, ardio di pigliare la segnoria della terra. E pensò che fosse acconcio a questo fatto per poterlo compiere, all' infinta (9) dicendo egli di volere torre per moglie la figliuola del re, la qualc sola avea, d' uccidere per veleno tutti i grandi ch' e' credea che 'l detto fatto sturbassero. (10) La quale cosa per li suoi ministri manifestata, sanza fare vendetta si rimase, acciocchè in uomo polente non facesse più di male la cosa saputa, che se saputa non fosse. (11) Ischernito del detto pensamento, e passato uno anno, (12) per uno altro ingegno (13) il detto

(1) Di ogni accordato col numero plur. abbiamo altri esempi negli Antichi. (2) Gli usci. (3) Il testo: postquam de clade suorum, dicentibus illis vel gementibus, miseri intelligunt. (4) Inter haec. (5) Il testo: ad cujus conspectum. (6) Si congiunsero, si unirono. (7) Querelandosi : il testo, vociferans. (8) Il traduttore, probabilmente per la scorrezione del suo testo, ha reso Anno, cioè Annone, nome proprio, per anno, confusa la punteggiatura. Le parole del testo sono queste: Post haec, Anno vir quidam Carthaginensis, privatis opibus reip. vires superans ec. (9) Infintamente. (10) Qui pure il traduttore non ha rese esattamente le parole del testo, che dice: cui rei consilium utile ratus est, ut simulatis unicae filiae nuptiis, omnes senatores, quorum dignitatem obstaturam incaeptis suis arbitrabatur, inter pocula veneno necaret. (14) Altra non fedele interpretazione del testo, che ha: ne in viro tam potenti plus negotii faceret res ·cognita quam cogitata. (12) Ha confuso nuovamente Annone con anno: hoc consilio clusus Anno, alio machinamento facinus aggredi parat. (13) Strattagemma.

male si pensò di fare, e raunò suoi fedeli, e credette di subité la cittade assalire. Ma ispiato anzi che venisse il die della mossa, e conoscendo che, stando quelli della cittade di ciò intesi, fare non si potea, pigliò uno castello con grandissima oste de' suoi fedeli armati. Ei Mauri e quegli d' Affrica ebbe in aiuto, ma fue poscia preso e fortemente battuto con verghe, e alla fine cavatogli gli occhi e mozzatogli i piedi e le mani, come se da ciascuno membro s' addomandasse la pena, in veduta del popolo fue istrangolato, e fue il corpo battuto e crocifisso. E i suoi figliuoli e parenti fuoro morti, acciocchè neuno di sua famiglia non ardisse mai uno cotale fatto di fare, o di lui fare alcuna vendetta. Le dette cose nel tempo di Filippo fuoro fatte. Dopo le dette cose quegli di Cartagine, poscia che seppero che la cittade di Tiro, là onde egli erano nati dall' incominciamento, (1) per Alessandro era disfatta, temendo che in Affrica non venisse, mandaro Amilcare chiamato Rodano, uomo molto savio e scaltrito (2) e bello parlatore, che i fatti d' Alessandro guardasse e i suoi reggimenti. (3) Il quale da Parmenione preso, (4) siccome pensava che fosse andato a' nemici, e poscia fatto cavaliere dal re Alessandro, (5) ogne cosa a' suoi cittadini per lettere suggellate fece assapere. Costui, dopo la morte d' Alessandro, tornato in Cartagine, non come se contra lui fossero indegnati, ma con crudele animo fue istrangolato, (6) dicendo che ad Alessandro la cittade venduta avea. E poscia facendo co' Ciciliani spesse battaglie non prosperevolemente, e Seracusa una cittade di Cicilia per assedio avendo cinta, ingannati con maraviglioso ingegno per Agatocle re di Cicilia, infino in sulla disperazione fuoro recati. Perchè essendo Agatocle in Seracusa per quegli di Cartagine assediato, e considerando che co' nemici non era pare (7) per fare battaglia, ed all' assedio non era sufficiente perchè gli veniano meno i dispendi, (8) provveduto bene il suo consiglio, e facendo vista il fatto di non fare, (9) coll' oste sua passò in Affrica: e quivi aperse (10) a' suoi i suoi proponimenti, è poscia disse che fa bisogno di fare. (11)

hunc

[ocr errors]

(1) Il testo: Tyrum urbem auctorem originis suae. (2) Sagace, astuto. (3) Maniere di procedere. (4) Il testo: qui per Parmenionem quasi transfuga exceptus. (5) Il testo: in militiam regis admissus. (6) Il testo: non ingrato tantum animo, verum quasi urbem regi vindicasset, etiam crudeli invidia necaverunt. (7) Pari, eguale. (8) Gli alimenti, vero i danari per mantener l'esercito. (9) Il testo: › bene proviso, ac melius dissimulato consilio. (10) Manifestò. (11) Il testo: deinde quid facto opus sit, docet.

OV

[merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][ocr errors][ocr errors][merged small][subsumed][ocr errors][ocr errors][merged small][merged small][ocr errors]
[ocr errors]

ར རྩ

agie i Cartagine si serutam e da Elisa (5) fue ira ene cose diciamo, e der sie -ntro da se ricevette, 7 READING sing, scrivendoie, dissere.mz ontro fuoro in grave discurta, i naramente, (9) non ebbero e

o dentro tra loro riposa 10 P * mali, essendo di pistolenzia percoosh

2. Il testo: ultima propemodum irrecone
n marimo gaudio civium ipse tristis.

Cazteemoniis erinanitam, Lacedaemoniorum TRIALS CROW
athus concrematam, Persis ædificanto que..
6 sconfitte. (7) Gioè de' mali domestic. $

giante. Quieto, tranquillo. (19) Put

« PredošláPokračovať »