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non si potrebbero cernire, (1) ma vadano li cittadini su questo legno; e' (2) forestieri nell' altro. E le femmine co' fanciulli in quelli altri; (3) sì che tutti v' andaro suso. I conducitori furo presti; diedero de' remi in acqua, ed apportarli (4) in Sardegna. E là li lasciaro, che v'era dovizia; (5) ed in Genova cessò il caro.

NOVELLA LXXXVII.

Come uno s'andò a confessare.

Uno s' andò a confessare al prete suo, ed intra l'altre cose disse: io ho una mia cognata, e 'l mio fratello è lontano e quando io ritorno a casa, per grande domestichezza, ella mi pone a sedere in grembo: come debbo fare? Rispose il prete: a me il facesse ella, ch' io la ne pagherei bene.

si

NOVELLA XCI.

Come uno si confessò da un frate.

Uno si confessò da un frate, e disse che, essendo elli una volta alla ruba (6) d' una casa con assai gente, il mio intendimento sì era trovare in una cassa cento fiorini d' oro, ed io la trovai vuota; onde io non ne credo aver peccato. Il frate rispose certo sì, hai, (7) come se tu li avessi avuti. (8) Questi si mostrò molto crucciato, e disse: per Dio, consigliatemi. (9) E' frate rispose: io non ti posso consigliare, se tu nolli (10) rendi. E que' rispose: io lo fo volentieri, ma non so a cui. (11) E il frate rispose: recali a me, e io li darò per Dio. (12) Questi li promise, e partissi, e prese tanta contezza (13) che vi tornò l'altra mattina. E ragionando con lui, disse che li era suto (14) mandato uno bello storione, e che li le (15) volea mandare a disinare. E lo frate li rendè molte grazie. Partissi

(1) Scegliere. (2) E i. (3) Cioè, vadano. (4) Lo stesso che portarli, li portarono o da apportare, pigliar porto, approdare. (5) Abbondanza. (6) Essendo andato a rubare. (7) Cioè, peccato. (8) Cioè, presi, rubati. (9) Qui, dal senso, consigliatemi vale datemi l'assoluzione, assolvetemi; e pare che, per lo scambio del C nell' S usato dagli Antichi, stia in vece di concigliatemi, conciliatemi, ossia riconciliatemi, cioè con Dio. (10) Non li. (11) A chi renderli. (12) Per amor di Dio, per limosina. (43) Familiarità, cioè, col Frate. (14) Stato. (15) Glielo.

questi, e non li le mandò. E l'altro di tornò al frate con allegra cera. (1) E1 frate disse: perchè mi facesti tanto aspettare? E que' rispose: o, credevatelo voi avere? (2) Certo sì. E non l'aveste ? No. Dico che è altrettale (3) come se voi l' ave

ste avuto.

NOVELLA XCIII.

Qui conta d'uno villano che s' andò a confessare.

Un villano s' andò un giorno a confessare, e pigliò dell' acqua benedetta; e vide il prete che lavorava nel colto: (4) chiamollo, e disse: o Sere, (5) io mi vorrei confessare. Rispose il prete: Confessastititu anno? (6) E que' rispose: sì. Or metti un danaio (7) nel colombaio, e quella medesima ragione ti fo uguanno (8) che anno. (9)

NOVELLA XCIX.

Qui conta una bella novella d'amore.

Un giovane di Firenze amava carnalmente (10) una gentile pulzella. (11) La quale non amava neente (12) lui, ma amava a dismisura un altro giovane, lo quale amava anche lei, ma non tanto ad assai quanto costui. (13) E ciò si parea (14), che costui n' avea lasciato ogni altra cosa, e consumavasi come smemorato; e spezialmente il giorno ch' elli non la vedea. A un suo compagno n' increbbe. Fece tanto che lo menò a un suo bellissimo luogo; e là tranquillaro (15) quindici dì. In quel mezzo (16) la fanciulla si crucciò con la madre. Mandò la fante, (17) e fece parlare a colui cui amava, che ne volea andar con lui. Quelli fu molto lieto. La fante disse: ella vuole

(1) Con lieto viso. (2) Credevate voi averlo, che io ve lo volessi mandare? (3) Lo stesso, la stessa cosa. (4) Colto, sostantivo pronunziato coll' O chiuso, vale luogo coltivato. E coltare per coltivare si ha nel volgarizz. def Libro de' Costumi di Dionisio Catone: se per avventura tu vorrai sapere lo coltare della terra, leggi Virgilio. (5) Signore; titolo che si dava ai preti semplici ed a' notai. (6) Cioè, l'anno passato; e a questo modo s'usa tuttodi dai Toscani. (7) Un danaro, un picciolo. (8) Voce antica, che vale quest'anno, in Provenzale uguan. Il compilatore del Gloss. Occit. spiega ogan, oguan e ongan, per cette année. (9) Che l'anno scorso. (10) Lussuriosamente. (11) Pulcella, donzella, vergine. (12) Niente, affatto. (43) Maniera bellissima di favellare. Altri avrebbe detto con molto minor garbo ma l'amava assai men di costui. (14) Era chiaro e manifesto. (15) Soggiornarono dandosi piacere e bel tempo. (16) Intanto. (17) La serva.

che voi vegniate a cavallo già quando sia notte ferma; (1) ella farà vista di scendere nella cella: (2) apparecchiato sarete all' uscio, e gitteravvisi in groppa: (3) ella è leggiera, (4) e sa ben cavalcare. Elli rispose: ben mi piace. Quando ebbero così ordinato, fece grandemente apparecchiare a un suo luogo. Ed ebbevi suoi compagni a cavallo, e feceli stare alla porta, perchè non fosse serrata. E mossesi con un fine ronzone, (5) e passò dalla casa. Ella (6) non era ancora potuta venire, perchè la madre la guardava troppo. (7) Questi andò oltre per tornare a' compagni. Ma quelli, che consumato (8) era in villa, non trovava luogo. Era salito a cavallo. E' compagno suo nol seppe tanto pregare che 'l potesse ritenere; e non volle la sua compagnia. Giunse quella sera alle mura; tutte le porte erano serrate, ma tanto accerchiò (9) che s'abbattè a quella porta ove erano coloro. Entrò dentro; andonne verso la magione di colei, non per intendimento (10) di trovarla, nè di vederla, ma solo per vedere la contrada. Essendo ristato (11) di rimpetto alla casa, di poco era passato l' altro. La fanciulla disserrò (12) l'uscio, e chiamollo sotto boce, (13) e disse che accostasse il cavallo. Questi non fu lento; accostossi. Ed ella li sì gittò giustamente (14) in groppa, ed andaro via. Quando furo alla porta, li compagni dell' altro non li diedero briga, (15) chè nol conobbero. Perocchè, se fosse stato colui, cui elli aspettavano, sarebbe ristato con loro. Questi cavalcaro ben dieci miglia, tanto che furo in un bello prato intorniato di grandissimi abeti. Smontaro, e legaro il cavallo a un albero; e prese a basciarla. (16) Quella il conobbe. Accorsesi della disavventura. Cominciò a piangere duramente. Ma questi la prese a confortare lagrimando, (17) ed a renderle tanto onore, ch' ella lasciò il piangere, e preselí a voler bene, veggendo che la ventura era pur di costui; ed abbracciollo. Quell' altro cavalcò poi più volte tanto che udì il padre e la madre fare romore nell' agio, (18) ed intese dalla fante com' ella n' era andata in cotal modo . (19) Questi sbigottì. (20) Tornò a' compagni, e disselo loro. E que' ri

(4) Notte fatta, avanzata. (2) Stanza terrena. (3) Cioè, del cavallo. (4) Snella. (5) Con un ottimo cavallo di razza, più comun. stallone. (6) Cioè, la donzella. (7) Le facea troppo la guardia. (8) Strutto, consumato dalla passione. (9) Girò intorno. (10) Con intenzione. (11) Essendosi fermato. (12) Apri. (13) Voce. (14) Per l'appunto. (15) Fastidio, molestia. (16) Baciarla e il giovane cominciò a baciarla. (17) Lagrimante, mentre lagrimava. (18) Nella camera. (19) Era fuggita in quella guisa. (20) Si shigotti, si perdette d'animo.

:

sposero: ben lo vedemmo passar con lei, ma nol conoscemmo; ed è tanto (1) che puote ben essere allungato (2) ed andarne per cotal strada. Misersi incontanente a tenere loro dietro. Cavalcaro tanto che li trovaro dormire così abbracciati; e miravanli per lo lume della luna ch' era apparito. Allora ne 'ncrebbe loro disturbarli, e dissero: aspettiamo tanto ch' elli si sveglieranno, e poi faremo quello che avemo a fare: e così stettero tanto che 'l sonno giunse, e furo tutti addormentati. Coloro si svegliaro in questo mezzo, e trovaro ciò che era. Maravigliarsi. (3) E disse il giovane: costoro ci hanno fatta tanta cortesia che non piaccia a Dio che noi li offendiamo. Ma salio questi a cavallo, ed ella si gittò in su un altro de' migliori che v'erano, ed andaro via. Quelli si destaro, e fecero gran corrotto, (4) perchè più non li potevano ir cercando.

(1) Ed è tanto tempo che lo vedemmo passare ec. (2) Allontanato, lontano. (3) Si maravigliarono. (4) Gran pianto, piansero grandemente.

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Que

uesto libro è stato da alcuni attribuito malamente a Marco Porcio Catone Censorio, e a Catone Uticense; e fuvvi eziandio chi lo ascrisse a Seneca, e chi ad Ausonio. Giuseppe Scaligero, parlando di quest' ultimo, mihi, egli dice, Catonis ille liber bonus et satis elegans, satis antiquus videtur, non tamen ut propterea Ausonii sit. (1) E certamente un uomo cristiano non avrebbe scritto thure Deum placa, (2) ed altre siffatte cose che leggonsi nel libro suddetto; e che d' altronde l'autore di esso, il quale si vuole dagli eruditi che fiorisse negli anni della nostra salute 160. imperando gli Antonini fosse adoratore degl' idoli, apparisce da alcuni insegnamenti di lui. Secondo i più moderni Critici esso è proprio affatto sconosciuto, ed incerto ancora è il tempo, in cui scrisse i suoi distici; tuttavia sicuro è che questi sono dettati nell' età sotto a Lucano, il quale vi è espressamente nominato, (3) ed anteriori al tempo di Valentiniano imperadore il vecchio, come Osserva il Manni; imperciocchè lodati si trovano i versi da Vindiciano medico in una lettera al medesimo imperadore. Il nome poi di Dionisio Catone non è che supposto; e forse l'anonimo avrà voluto assumere quel nome per la paterna cura che Catone il Censore sì prendeva nell' ammaestrare i figliuoli, come sappiamo da Plutarco; o forse perchè una qualche sen

(1) Lib. II. delle Lez. Auson. (2) Lib. IV. Distico 38. (3) Lib. II. Proem.

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