Obrázky na stránke
PDF
ePub

perde tutta la sua nobiltà, e giustamente vien ripresa dai filosofi e dai più prudenti legisla tori. Perciò la musica appellata Gromatica fu dagli antichi riprovata, come nociva ai cittadini. Si contentino dunque i poeti lirici ch'io nomini difetto loro il far servire la poesia agli argomenti amorosi. E questo difetto perchè commesso dalla volontà, non dall' intelletto, può dirsi peccato di malizia, leggiera però e scusabile in paragone di quella grave, di cui peccarono gli antichi poeti, apertamente disonesti e viziosi in tal sorta di suggetto. Non si lagnino parimente, se non di sè stessi, quando rimirano dileggiata e tenuta da tante persone in vil conto l'arte loro; avvenendo ciò per colpa d'essi, e non già della poesia, che o richiede maggior sodezza d' argomenti, o almeno dee porgere un sano diletto e un onesto giovamento al pubblico. Perchè nulladimeno s' avvisano alcuni che gli amori terreni sieno il più fecondo e vasto suggetto che possa aver la lirica, io mi riserbo i disaminare e riprovare la costoro opinione, dappoichè avrò prima dimostrato quali sieno i difetti d' ignoranza ne' professori della poesia.

42

CAPITOLO IV.

Dei difetti d'ignoranza ne' poeti. Division d' essa. Altra dalla natura, altra ha origine dal poco studio. Ignoranza sforzata. Drammi musicali da chi e quando introdotti in Italia. Musica d'essi pregiudiziale alla poesia.

POSSIAMO dividere in tre specie l' ignoranza che porta nocumento alla riputazione e gloria della poesia. Altra nasce dalla natura, altra dal poco studio, ed altra finalmente dal pessimo gusto de' tempi. La prima ignoranza si scorge in coloro che dalla natura non riceverono in dono quel temperamento d' umori, e quelle doti d'ingegno e fantasia che d'uopo agli uomini per divenir poeti. Chia

son

mansi costoro nati aversis Musis; e per qualunque studio ch'essi facciano, mai non sapranno trovar la via d'entrare in Parnaso. Contuttociò se verrà loro talento di compor versi e poemi, oltre al divenire eglino stessi ridicoli, sottoporranno eziandio la poesia al pericolo d' essere molteggiata e derisa. Ed è ben cosa considerabile, che non ci è verun' arte in cui più facilmente ciascuno si persuada di poter fare figura, quanto nella poetica. Stimasi che l'aver salutato da lungi le scuole dell' Umanità, che una leggier tintura di lettere, e il saper accozzare insieme quattro rime, basti per poter pretendere una patente d' Apollo. Quindi è poi, che nascono tanti scipiti, sciocchi ed ignominiosi componimenti, che tutto giorno

imbrattano le stampe, e servono di trastullo, più che le gazzette e i foglietti, alla gente curiosa. Dalla repubblica poetica non dovrebbe comportarsi sì fatto abuso; ed io le persuaderei che porgesse finalmente un memoriale al mentovato Apollo, acciocchè egli costituisse qualche maestrato in tutte le città, da cui si avesse cura che non uscissero mai alla luce versi cotanto vergognosi e ridicoli. E in vero sì sconci componimenti, de' quali sono sì spesso condannate a lordarsi le carte, non solo avviliscono ed oscurano il merito e lo splendore della poesia, ma recano ancor gran disonore alle città, ove si soffre la loro pubblicazione. Per maggiormente però accendere i popoli ad apportar questo rimedio all' ardita balordaggine de' poetastri, vorrei, senza timore d' offendere la dilicatezza e la serietà de' miei lettori, poter rapportare un qualche saggio di que' versi che ora condanno. Ma troppo facile a tutti è il ritrovarne de' simili; onde basterà l'aver solo additata la piaga.

Dall' ignoranza naturale passiamo a quella che nasce dal poco studio. Cadono in questo difetto coloro che hanno bensì dalla natura vivo ingegno e fantasia felice, e perciò gran disposizione alla poesia; ma non istudiano quanto è necessario per divenir buoni poeti, o studiano sol quello che può farli essere cattivi poeti. Per cagion di tale ignoranza molti non pervengono che alla sola mediocrità; e molti per lo contrario stimando d' esser giunti alla cima di Parnaso, rimangono infelicemente scherniti, allorchè si veggono saliti sopra un

[ocr errors]

monte, abitato bensì da non pochi, ma non. mai conosciuto dalle Muse, e situato fuori della giurisdizion d'Apollo. Si degli uni come degli altri non è poca la turba; e il difetto di queste genti concorre anch' esso a far poco stimabile appo il volgo la povera poesia. Quantunque nelle altre arti non si passi oltre alla mediocrità, pure la mediocrità non dispiace; ed è pagata bensì con lodi mediocri, ma però è lodata. Per disavventura alla sola poesia pare vietata da' migliori maestri la mediocrità, non lodandosi punto o non leggendosi, anzi più tosto schernendosi i poeti mediocri. Notissimi sono in tal proposito i versi d' Orazio:

[blocks in formation]

Non Dii, non homines, non concessere columnae.

E l'autore del Dialogo delle cagioni della corrotta Eloquenza anch' egli scrisse, che mediocres poëtas nemo novit, bonos pauci. Ora. essendo numerosissimo, in paragon degli eccel-. lenti, il popolo di questi poeti contenti della. sola mediocrità, e non ristando essi d'em-, piere le stampe de' lor versi, e di grossi libri ancora; si danno molti a credere che poco sia da prezzarsi la ricolta general di Parnaso essendovi il loglio e la vena in sì gran quantità, e apparendovi sì poco il frumento.

Non ha veramente ragione il volgo di argomentare in tal guisa, e di motteggiar la poesia per così aspra fortuna; dovendosi la. lode almeno a chi la merita, e compensandosi

da un sol poeta eccellente la disavventura di mille altri non eccellenti. Contuttociò fia bene ammonire questi sì fatti poeti, acciocchè pongano studio maggiore nell' apprender l' arte; se pure son tirati dal desiderio d'acquistar gloria in questo esercizio, e se amano di recar eziandio colle lor fatiche onore all'arte

ch' egli professano. Che se o per timore della fatica, o per altra ventura, non giungeranno essi ad occupar qualche riguardevole seggio in Parnaso, non si vuol perciò biasimare la loro impresa; non dovendo tutti gli uomini, o non volendo essi o non potendo perfettamente attendere a tale studio; ed essendo per altro lecito a chichessia ĺ' averne appreso, senza ingolfarvisi dentro, quello che basta per servire alla propria ricreazione. Agli altri poscia, che per non buon cammino fan viaggio verso Parnaso, e studiano sol quello che può farli divenir cattivi poeti, abbiam pronto il rimedio. In vece di seguir ciecamente un Marino, un Tesauro, un fra Ciro di Pers, un Gioseffo Batista, ed altri somiglianti maestri del gusto non buono, pongansi dietro all' orme de' nobili poeti, bevano i veri precetti dai più famosi espositori della Poetica, de' quali ha tanta abbondanza l'Italia nostra. In tal guisa potranno essi cacciar da sè l' ignoranza, da cui eglino per disgrazia punto non riconoscono d' essere occupati. Coloro finalmente che non ebbero dalla natura il necessario talento per esser poeti, dovranno amorevolmente consigliarsi a rivolgere altrove i lor pensieri, e a cercar gloria in altri paesi,

« PredošláPokračovať »