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ed altri noti. Qui poi rammentar dobbiamo Venezia, ora assalita da una lega spaventosa, ora colpita dai fulmini del Vaticano, ora insidiata dalla congiura del Bodemar; ora vessata dagli oscuri maneggi di emissarj tifonici, e che trionfa di tutti. Qui veggiamo ancora una popolazione la quale serbò benchè scemata l'antica eredità italiana. Non troviamo certamente nella sua giurisprudenza uno sviluppamento ed una applicazione del comune diritto, perocchè l' indole del suo governo vi si opponeva; ma in compenso vi riscontriamo la esenzione da certe opinioni che si vollero far prevalere astutamente in questo periodo, e quindi l'esempio d'una illuminata indipendenza dalle medesime.

Nell' esaminare la quinta età dell' Italico incivilimento noi non possiamo separare le nostre considerazioni dall'azione simultanea delle altre parti di Europa. Dapprima ostile fu lo scontro che fra loro queste parti subirono; indi passarono a bel bello ad essere rispettose; finalmente furono comunicative dei pensieri e delle cose godevoli. Il nome di Repubblica letteraria si verificò soprattutto nell'ultimo secolo, nel quale specialmente per la storia, l'erudizione, l'economia politica e la legislazione ebbe una parte assai luminosa anche l'Italia (1). Il fatto corrispondeva al nome, come lo provano le opere degli autori, gli atti delle accademie ed i giornali. Leggete quelli delle diverse parti di Europa di questo periodo, e voi rileverete passo passo i movimenti direm così articolati degli ingegni determinati dai tempi e dai luoghi si nella scelta delle materie che nel modo di trattarle Gli argomenti di religione, di sociale filosofia e di storia civile, oltre i sussidiarj, si presentano con una estensione, con una successione e con un rispettivo interesse analogo alle rispettive posizioni dei diversi cultori posti fra di loro in uno scambievole commercio, talchè lo studio di ognuno si vede giovato dallo studio di tutti, e determinato dalle circostanze sociali di ognuno. Bello è il vedere come la ragione si fa strada in mezzo all'autorità per disceverare

(1) Vedi la nota giustificativa, N.o XXX.

le rispettive competenze. Anche qui si combatte; anche qui si esagera in forza appunto delle resistenze: ma questi eccessi vengono finalmente ne' posteriori tempi a bel bello corretti, e le forze centrifughe rientrano nella curva della moderazione in forza della verità. Qui incomincia l' aurora dell' opinione illuminata. Il calore della polemica si va temperando a forza di dimostrazione, si sperimentale che razionale. Una buona scoperta ben provata forma un segnalato avvenimento; e gl' inventori salgono al posto loro destinato dal tempo. La scienza della socialità verrà finalmente posta sul trono ; e l'erudizione, le scienze naturali, le belle arti e le belle lettere le faranno corteggio. Il suo trono è saldo, e suo regno sarà possente, perchè fondato sulla forza dell'ordine naturale, comandato dalla dimostrazione, apprezzato dall' interesse e sanzionato dalla voce stessa del cristianesimo. I principj diverranno articoli di sociale credenza; e questi ridotti in consuetudine formeranno i costumi couservatori e garanti della potenza.

il

L'ultimo pensiero che accentra tutti i raggi della scienza sociale ad un solo punto, dal quale essa trae vita, solidità ed impero, costituisce certamente la più difficile e la più importante scoperta. Ma quando sorgerà questo pensiero non si dovrà attribuirne il merito ad un dato paese o ad una data storia particolare; ma si dovrà figurare essere esistito uno spirito il quale seppe sollevarsi e porsi in un luogo dal quale riceveva gli ammaestramenti e le inspirazioni passate e presenti delle genti europee onde scoprirne il comune andamento mediante una forte e sostenuta induzione, e mediante un unificante ed armonico talento di costruzione, illuminato da un compiuto modello ragionato del politico potere. Tutte le versioni del bene e del male, tutti i consi. gli della ragione e delle passioni, tutti gli sforzi della moderazione e dell' intemperanza, tutte le forme spedite e contrastate delle diverse età, tutte le vicende fauste e sinistre della fortuna non si possono raccogliere nella storia di un sol popolo, onde dedurne dettami di solida e perpetua civile sapienza. Per la qual cosa tutto quello che ho scritto fin qui,

se male non ho veduto, non formerà che un'introduzione, ed anzi il profilo solo di un'introduzione in ordine di tempo alla storia della civiltà europea, la quale dovrà servire di appoggio alla filosofica giurisprudenza universale della quale manchiamo ancora.

Ciò che ho detto fin qui si dovrà riguardare come principale e primordiale, sì perchè trae le sue radici dalle reliquie superstiti anteriori dell' Impero Romano, che dominò nella parte tutta meridionale dell' Europa, sì perchè l'europea civiltà fu prima che altrove ravvivata, fecondata e distesa in Italia, ed altrove propagata ; e sì perchè finalmente le vie e i mezzi altrove effettuati dalla fortuna per operare l' europeo incivilimento dovevano infine condurre le cose ad avvicinarsi alla posizione tacitamente voluta dalla italiana civiltà. L'abbozzo dunque da me presentato, se dir si può di fattura italiana, pare che considerare si debba di ragione

europea.

Il voluttuoso vuol godere più che può e pensare meno che può Ma per far ciò conviene esser ricchi e potenti, e non soffrire gli spogli degli agenti o dei domestici. D'altronde l'uomo non vive di solo pane, e l' ignavia di una sensuale ricchezza in mezzo ad una pluralità colta, viene punita col disprezzo, e per lo meno coll' obblio di questa pluralità. Vano ed umiliante è dolersi di questo trattamento; vano ed inconveniente il citare glorie passate. I contemporanei osservano e giudicano i contemporanei su i meriti contemporanei; e con questa sanzione stessa la natura punisce chiunque o non fa valere, o non accresce, potendo, l'eredità de' suoi maggiori. Così la causa della civiltà raccomandata a nazioni diverse indipendenti suscita e mantiene fra gl' ingegni un'emulazione, per cui da una parte sono incitati a giovarsi anche delle scoperte straniere, e dall' altra non possono rimaner indietro senza vergogna e senza detrimento. Questo serva di avviso anche per le nazioni le più celebrate onde non abbandonarsi ad una boria nazionale che fa trascurare l'altrui sapere, e le fa poi retrocedere.

XIII.

SCIENZA CONSEGUENTE DELLE ACQUE.

Qui mi si domanderà quale sia stata l'influenza dell' italico incivilimento sul regime delle acque in relazione alla rurale economia? A questa domanda io rispondo essere ella stata assolutamente decisiva per tutte le sue parti. Pensi tu alla parte idraulica? Tu vedi che questa fu inventata e perfezionata in forza di questo incivilimento italiano, come tanti dotti nazionali e stranieri confessarono (1). Pensi tu alla parte economica? Tu vedi che l'esercizio di una fervida e libera agricoltura ed industria provocò il regime delle acque con quella pienezza a cui giungere si poteva. Pensi finalmente alla parte giuridica? Tu vedi che prima di tutto l'Italia tenne come sacre le leggi tutte romane che cotanto erano giuste ; e così bene quadravano a tutte le tendenze dell'ascendente italiano incivilimento. E siccome nella nuova rigenerazione il poter industriale e commerciale aveva presa una possanza sconosciuta dall' antichità, così per coadiuvare l'agricoltura, le arti e le comunicazioni furono aggiunte leggi di ragion pubblica nel regime delle acque, come per esempio quella di non potere scavare fontanili fuorchè a date distanze, e quella di attraversare previa indennizzazione il fondo di un terzo onde condurre un'acqua, di cui veggiamo anche un capo nelle leggi statutarie Piemontesi, e così discorrendo.

Riassumendo e paragonando le diverse epoche dell'incivilimento che cosa ne risulta? Che nella prima età della vita agricola non si può dire esistere nè potere esistere verun regime civile delle acque, attese specialmente le proprietà non contigue; e però la ragion delle acque non andar distinta da quella della proprietà territoriale senza che comprenda nulla di ordine pubblico sociale.

(1) Vedi la nota giustificativa, N. XXXI.

Passando alla seconda età, nella quale i fondi sono contigui e collegati, noi veggiamo nascere bensì una ragione privata delle acque ; ma dessa non si può a rigor di termine dire ancor civile; e ciò perchè le considerazioni dell'ordine comune non entrano ancora per imporre certe restrizioni o certe concessioni per la socialità inoltrata nella quale la industria ed il commercio che si svolgono e divengono indispensabili per la convivenza, rendano necessarie tali restrizioni e concessioni.

Venendo finalmente alla terza età, nella quale appunto sopravvennero queste nuove esigenze, la ragione delle acque diventò compiutamente civile, nè può esser ben compresa, nè bene applicata se uon con i dettami del buon diritto pub blico economico.

Questi tre periodi della ragion delle acque vengono successivamente atteggiati in forza del successivo incivilimento. Volere dar leggi e impor discipline prima delle insorte necessità formerebbe un controsenso, perchè si vorrebbe un diritto senza titolo, un effetto senza causa, un sagrificio senza compenso, un uso senza consistenza.

Ne' paesi più civili di Europa i popoli si trovano toccare già l'ultimo periodo della civiltà; e però sono posti in una tale sfera di rapporti che tutte le transazioni della convivenza non possono essere ben valutate che collo studio della piena ragion civile, vale a dire collo studio del diritto privato associato col pubblico sociale.

Prima di quest' epoca sarebbe stato indiscrezione esigere uno studio non necessario. Dopo di quest' epoca sarebbe delitto il trascurarlo. Peggior delitto poi sarebbe lo intisichire e spolpare lo studio della ragion civile colle grette vedute limitate a soli sgranati privati interessi, diretti da una minuta ed isolata eguaglianza. Questa carnificina diventa tanto più funesta quanto più si pretende di dettare aforismi generali senza le vedute della buona civile economia. Io non mi stancherò mai di ripetere questa verità, perocchè senza l'osservanza di lei io non veggo nella giurisprudenza dettata a principj generali, fuorchè un impotente od un pericoloso stromento di ignoranza e di arbitrio.

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