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CANTO XIX

A

ARGOMENTO

Vengono i poeti alla terza bolgia, dove sono puniti i simoniaci. La pena de' quali è l'esser fitti con la testa in giù in certi fori, nè altro vi appar di fuori che le gambe, le cui piante sono accese di fiamme ardenti. Poi al fondo della bolgia trova Dante Papa Niccolao III., e di tui, e di altri Pontefici biasima le cattive opere [ benchè altri scrivano, che Niccolao III. di casa Orsini fosse un degno Pontefice]. In fine, per la stessa via onde era disceso, è portato da Virgilio dalla bolgia sopra l'arco, che risponde al fondo della quarta bolgia.

I

O

Simon mago, o miseri seguaci,
Che le cose di Dio, che di bontate
Denno essere spose, voi rapaci

4. Per oro e per argento adulterate :

7

Or convien che per voi suoni la tromba,
Perocchè nella terza bolgia state.

Già eravamo alla seguente tomba

Montati, dello scoglio in quella parte

Simon mago. Costui, come leggesi negli Atti Apostolici. offerse danari a s. Pietro, per comprar da lui la potestà di conferire la grazia dello Spirito santo, e perciò dall' Apostolo fu maledetto. E quindi il patteggiare, e contrattare che si fa delle cose sacre chiamasi simonia. Volpi .

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2.3 Che di bontate denno essere spose, che alla bontà debbon esser congiunte, che ai buoni debbon esser date. Voi rapaci legge la Nidobeatina meglio delle altre edizioni, che rompendo il senso leggono e voi rapaci.

4 Adulterate, dee valer quanto prostituite.

Suoni la tromba per si parli:

6 Perocchè nella terza bolgia state, a veder la quale [ intendi] dalla seconda bolgia venimmo.

7 Alla per sopra la

Tom. I.

Kk

1

Ch' appunto sovra 'I mezzo fosso piomba.

10 O somina sapienza, quant'è l'arte,

Che mostri in cielo, in terra, e nel mal mondo,
E quanto giusto tua virtù comparte !
13 I' vidi per le coste, e per lo fondo,
Piena la pietra livida di fori

D'un largo tutti, e ciascuno era tondo.
16 Non mi parien meno ampi, nè maggiori,
Che quei, che son nel mio bel san Giovanni
Fatti per luogo de' battezzatori .

9 Piomba, sovrasta a piombo, perpendicolarmente.

10 11 Quant' è l'arte ec. cioè nel dare i premi e i gastighi condegni all' opere accennando condegno gastigo a' simoniaci quello ch'è ora per descriverci, di starsene costoro fitti in terra a capo in giù, quasi a mirare le viscere della terra d' onde si cava l'oro, e l'argento, e guizzando e spingendo co' piedi contro il cielo, quasi in atto di dargli de' calcì mal mondo, l' Inferno, perchè Il mal dell' uni

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verso tutto insacca (a).

13 Per le coste, e per lo fondo, cioè non solamente nel più basso luogo di quella bolgia, ma anche nelle falde degli argini: e dee con ciò volere il Poeta accennare che si contenesse quella bolgia più gente di qua lunque altra.

14 Livida, metaforicamente detta per di colore oscuro. 15 D'un largo, per d' una medesima larghezza.

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16 17 18 Non mi parien, la Nidob., la quale nè qui, nè altrove mai legge nè parèn, nè parèmi, come l'altre edizioni, ma sempre parean, parien, pariemi ( b ), uniformemente allo scrivere d'altri antichi (c) - meno ampi, nè ec. Per meglio esprimersi [ chiosa il Landino aggiunge, che erano a similitudine di quelli quattro pozzetti, i quali nel tempio del Batista Giovanni sono intorno alla fonte posta nel mezzo del tempio, fatti perchè vi stiano i preti che battezzano, acciocchè stiano più presso all' acqua. Al tempo del Landino, come da questo di lui modo di parlare apparisce, esisteva cotal battistero; nè fu demolito se non [testimonio il Rica (d)] del 1576. cessato essendo l'antico costume di non battezzare [ fuori del caso di necessità ] bambini, che nel sabbato santo, e nella vigilia di Pentecoste (e); costume, che apportando necessariamente folla di gente,

(a) Inf. vII. 18. (b) Vedi Purg. vII. 84., XII. 67., XIX. 46., xx. 30. e 148. (c) Vedi 'l Prosp. di verbi Tosc. sotto il verbo Parere n. 8. (d) Notiz delle cbiese Fiorent. tom.5. part. 1. (e) Vedi tra gli altri Durando lib.6. de bapt.

19 L' uno de' quali, ancor non è molt' anni, Rupp' io per un, che dentro v' annegava : E questo sia suggel, ch' ogni uomo sganni. 22 Fuor della bocca a ciascun soperchiava

25

D'un peccatore, i piedi, e delle gambe
In fino al grosso, e l'altro dentro stava.
Le piante erano accese a tutti intrambe :
Perchè si forte guizzavan le giunte,

aveva indotto il bisogno di provedere i preti battezzanti di simili stalli.

19 20 L' uno de' quali, la Nidob. L'un degli quali, l'altre edizioni. Rupp' io ec. Intervenne [ prosiegue il Landino ] che, essendo più fanciulli nel tempio di s. Giovanni, e scherzando, si come è di lor costume, uno cadde in un de' pozzi, doppio [ cioè colle gambe rivolte alla vita; positura atta a formare incaglio ] e non se ne potendo per altra via cavare, vi s' abbattè Dante, e di sua mano ruppe pozzo, e scampò il fanciullo. v' annegava, per vi si soffogava perdeva il respiro, a cagione del predetto indoppiamento del di lui corpo. Quando non voglia supporsi, che per rottura fosse l'acqua della fonte penetrata nella cavità stessa in cui era il fanciullo caduto.

il

21 E questo sia ec. la Nidob., ed altri testi; fia la Cominiana, e l'altre recenti edizioni. Questo [continua il Landino] acciocchè nissun creda, che volesse violare le cose sacre, o che per impietà avesse rotto quel pozzo; ma per scampare il fanciullo.

22 Bocca, imboccatura, orifizioa ciascun foro — soperchiava per soperchiavano [ ad imitazione dell' Attica discordanza] avvanzavano fuori.

23 24 D'un peccatore i piedi, la Nidob. D' un peccator li piedi l'altre edizioni. e deile gambe, porzione, intendi per ellissi tacciuta.

Infino al grosso, fino alla polpa -e l'altra, il rimanente del corpo- dentro, del foro, stava.

ac

25 Le piante, le parti inferiori de' piedi. Vocab. della Cr. cese, intendi, da fiamme, che le investivano- intrambe, tutte e due. 26 Guizzavan, si contorcevano le giunte, le giunture, commessure, o articoli, spiegano il Venturi, il Volpi, e tutti concordemente gli espositori. La descrizione però del cavallo che fa il Pulci nel suo Morgante (a) richiede, che per giunte, non articoli, ma membri s'in

tendano:

(a) Canto xv. st. 107.

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Che spezzate averian ritorte e strambe. 28 Qual suole il fiammeggiar delle cose unte Muoversi pur su per l' estrema buccia, Tal era lì da' calcagni alle punte 31 Chi è colui, maestro, che si cruccia,

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Guizzando più che gli altri suoi consorti
Diss' io, e cui più rossa fiamma succia?
34 Ed egli a me se tu voi, che ti porti
Laggiù per quella ripa, che più giace,
Da lui saprai di se, e de' suoi torti.
Ed io

37

tanto m' è bel, quanto a te piace,
Tu se' signore, e sai, ch' io non mi parto

Egli era largo tre palmi nel petto,
Corto di schiena, e ben quartato tutto,
Grosse le gambe, e d'ogni cosa netto,

Corte le giunte, e 'l piè largo, alto, asciutto ec.

Piuttosto adunque per giunte intenderei io i colli de' piedi. E di fatto, intendendosi, come il Landino chiosa, che non potessero costoro mover le gambe, perchè erano rinchiuse nel pozzo; non restava ad essi da potere agitare altro che il collo de' piedi.

27 Ritorte e strambe. Ritorta, legame fatto di ramicciuoli, o vermene attorcigliate da legare fastella [ fasci di legna ]: stramba, corda fatta non per via di torcere, ma d'intrecciare fili d' erbe tra loro. Venturi : qui però dee stramba spezie di fune intendersi pe 'l genere, e come se avesse detto ritorte e funi.

29 Pur, solamente

estrema buccia per la parte superficiale.

30 Da' calcagni alle punte. Punta del piede dicesi la parte dove sono le dita; onde da' calcagni alle punte vale lo stesso, che in tutta la suola del piede.

32 Guizzando più, contorcendo i piedi assai più.

33 Più rossa, più ardente

succia. Succiare, che anche dicesi succhiare, significa propriamente attrarre a se l'umore e 'l sugo (a); ma qui pe 'l diseccare ed ardere, che fa la framma.

34 Che ti porti la Nidob., ch'i' ti porti l'altre edizioni .

35 Che più giace, ch' è meno alta; perocchè verso il centro si andavano quelle ripe di mano in mano abbassando.

36 Torti, torte operazioni, peccati.

(a) Vocab. della Cr.

Dal tuo volere, e sai quel che si tace. 40 Allor venimmo in su l'argine quarto

Volgemmo, e discendemmo a mano stanca Laggiù nel fondo foracchiato ed arto. 43 El buon maestro ancor dalla sua anca Non mi dipose, sin mi giunse al rotto Di quel, che sì piangea con la zanca . 46 O qual che se' che 'l di su tien di sotto,

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Anima trista, come pal commessa,

39 E sai quel che si tace, conosci il pensier mio senza che te lo manifesti con parole e però anche nel canto XVI. 118.

Ahi quanto cauti gli uomini esser denno

Presso a color, che non veggon pur l'opra,
Ma perentro i pensier miran col senno!

40 Allor venimmo, intendi portato Dante da Virgilio

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41 Mano stanca nano sinistra. Vocab. della Cr. (a) : e dicesi tutt'ora in Bologna.

42 Fondo foracchiato, pieno di fori contenenti peccatori

arto

per istretto, dal Latino arctus, l'adopera Dante anche nel Purg. (b). Dalla strettezza essersi queste cavità appellate bolge è detto al verso 1. del canto precedente.

43 Anca, l'osso che è tra 'l fianco e la coscia, sopra cui lo portava. Venturi .

44 Rotto per rottura e foro :

45 Di quel la Nidob., di quei l' altre ediz. piangeva con la zanca [con la zanca per cagione della rima in vece di con le zanche ]. Piangere dee qui Dante avere adoprato o nel medesimo proprio senso del Latino plangere, che significa battere, o allusivamente all' originaria cagione per cui si fa esso plangere sinonimo di lugere, quia [ spiega Roberto Stefano nel suo Tesoro Latino] in ipso luctu pectora plangere solemus: onde vedesi che non tanto esso verbo significa lagrimare, quanto dar segno di dolore. Nel primo senso piangea con la zanca varra quanto batteva, o sbatteva con le zanche nell' altro vorrà dire che dava segno di dolore col dibattimento delle zanche. Nè, per fine, appar ragione che non potesse l'acutissimo nostro poeta usare cotal verbo colla mira insieme ad amendue i detti sensi .

46 Qual che per qualunque (c) che 'l di su, la parte del corpo, che dovrebbe star di su. tien per tieni, apocope.

47 Commessa per messa, fitta.

(a) Alla voce stanco. (b) Canto XXVII. 132. (c) Cinon. Partic. 103. 11,

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