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130 Finito questo, la buia campagna
Tremò si forte, che dello spavento
La mente di sudore ancor mi bagna.
133 La terra lagrimosa diede vento

Che balenò una luce vermiglia,

La qual mi vinse ciascun sentimento,
E caddi, come l' uom, cui sonno piglia.

delle sue colpe, e per istabilirsi in un salutevole timore dei divini eterni gastight, cosa ai demoni rincrescevole.

132 La mente, qui pure, come nel canto precedente v.8., per la me. moria di sudore [di sudor l'edizioni diverse dalla Nidob. ] ancor mi bagna, anche ora colla sola ricordanza mi fa sudare: non essendo [v' aggiunge il Venturi che una cara semplicità di tal uno, l' interpretare, che Dante da che vide questo spettacolo, finchè lo descrisse, non avesse mai ancora asciugata la fronte da quel sudor fredda. E pure è tale costui, che vuole ogni dottore al lato manco.

133 314 La terra lagrimosa, bagnata dalle lagrime de' poltronî, come ha detto nel v. 68. diede, esalò, vento, che balend, il quale fece balenare, una luce vermiglia. Per capir ciò basta supporre il poe ta nostro del medesimo intendimento che riferisce Cicerone Placet Stoicis eos anhelitus terrae, qui frigidi sint, cum fluere coeperint, ventos esse: cum autem se in nubem induerint, eiusque tenuissimam quamque partem coeperint dividere, atque disrumpere, idque crebrius facere, & vehementius, tum & fulgura, & tonitrua exsistere (a).

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135 136 Mi vinse, m' abbattè, m' instupidi E caddi come uom, cui sonno piglia, ed a guisa di addormentato cascai per terra. Merita osservazione, che in ogni passaggio, tanto in questo, come in quello al Purgatorio (b), ed in quell'altro al Paradiso (c), sempre il Poeta s' addormenta. Vorrà egli forse significare, che non si passi a questi luoghi nè realmente, se non per divina forza, nè mentalmente, per via di meditazione, se non con una mente sgombra d'ogn' altro pensiero, come d'ordinario suol renderla il sonno. Prova di ciò, almeno in parte, pare il v. 4. del seguente canto:

El'occhio riposato intorno mossi ·

(a) De divinat. lib.2. n.44. (b) Purg. Ix. 11. e segg. (e) Purg. xxxII. v.68. e segg.

Fine del canto terzo

CANTO IV

ARGOMENTO

Destato il Poeta da un tuono, e seguendo oltre con la sua guida, discende nel Limbo, che è il primo cerchio dell' Inferno, dove trova l'ani me di coloro, ch'erano colaggiù pe'l solo originale peccato. Indi è condotto da Virgilio, per discendere al secondo cerchio.

I

4

Ruppemi l'alto sonno nella testa

Un greve tuono, sì ch' io mi riscossi ,
Come persona,
persona, che

che per

forza è desta.
E l'occhio riposato intorno, mossi,
Dritto levato, e fiso riguardai,

Per conoscer lo loco, dov' io fossi. 7 Vero è, che 'n su la proda mi trovai Della valle d'abisso dolorosa

Che tuono accoglie d'infiniti guai.

10 Oscura, profond' era, e nebulosa

Tanto che, per ficcar lo viso al fondo,

1 Alto per profondo, ch'è l'epiteto che suol darsi al grave sonno nella testa, pleonasmo, non però inutile, perocchè indicante, che nella testa, cioè nel cerebro, formasi quel sopimento che sonno appelliamo.

2 Un greve tuono, il tuono d'infiniti guai, che dirà nel verso 9. 45 El'occhio ec. Costruz E diritto levato [corrisponde a ciò che disse nel fine del canto preced. E caddi, come uom ec.] mossi, girai, intorno l'occhio riposato, nel sonno, e riguardai fiso, fissamente, at

tentamente.

7 Vero è, val quanto la verità si è, fatto sta, e simili. riva, sponda. Vedi'l Vocab. della Cr.

proda,

8 Valle d'abisso appella l'infernale buca perocchè fatta, come in progresso apparirà, a guisa di rotonda valle, larga nella cima e stretta nel fondo.

9 Che tuono accoglie ec.; che unisce nella sua cavità uno strepito di guai infiniti.

Io non vi discernea alcuna cosa. 13 Or discendiam quaggiù nel cieco mondo; Incominciò il Poeta tutto smorto :

lo sarò primo, e tu sarai secondo. 16 Ed io, che del color mi fui accorto, Dissi come verrò, se tu paventi, Che suoli al mio dubbiare esser conforto? 19 Ed egli a me: l'angoscia delle genti,

Che son quaggiù, nel viso mi dipinge Quella pietà, che tu per tema senti. 22 Andiam, che la via lunga ne sospinge. Così si mise, e così mi fe'ntrare

Nel primo cerchio, che l'abisso cinge..

25 Quivi, secondo che per ascoltare,

Non avea pianto, ma che di sospiri,

12 Non vi discernea alcuna cosa, intendi massimamente nel fondo di essa valle infernale; imperocchè in non molta distanza dal luogo ove stava v'era un foco, ch' emisperio di tenebre vicina (a), e qualche lume per vedere le vicine cose sempre Dante lo suppone

veru.

na cosa piacque agli Accad. della Cr. di leggere coll' autorità di pochissimi testi.

13 Cieco per buio, catacresi molto usata. Vedi 'l Vocab. della Cr. 21 Pietà, compassione per tema senti, apprendi per timore. 22 Ne sospinge, ne fa fretta, non ci permette di perder tempo. 23 Così, ellissi, intendi dicendo -si mise, entrò egli. ·24 Nel primo cerchio che ec, nel primo circolare ripiano, che l'infernal buca circonda. Chi sa com'erano disposti i gradi intorno agli antichi anfiteatri, non ha, per formare idea de' cerchi del Dantesco Inferno, a far altro, che concepire divisa in soli nove altissimi e larghissimi circolari ripiani, a guisa di gradi d'anfiteatro, tutta l'infernale discesa; e sopra dei ripiani medesimi intendervi ripartite le anime de' dannati.

25 Secondo che per ascoltare. Così, ellissi adoprando, in vece di secondo che per ascoltare pareva .

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26 Non avea [per non era] pianto, ma che di sospiri, cioè se non di sospiri; et è un modo di parlar più tosto Lombardo, che Fiorentino, perchè dicono, questo non è ma che bene, cioè questo non è se

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Che l'aura eterna facevan tremare. 28 E ciò avvenia di duol senza martiri,*

Ch' avean le turbe, ch' eran molte e grandi,
D' infanti, e di femmine, e di viri.

31 Lo buon maestro a me: tu non dimandi,
Che spiriti son questi, che tu vedi?
Or vo' che sappi, innanzi che più andi,
34 Ch'ei non peccaro: e s' egli hanno mercedi,
Non basta, perch' e' non ebber battesino;

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non bene. Landino, seguito da altri, e dal Venturi specialmente Se però non è in altre parti della Lombardia, nel Milanese parmi di poter assicurare che cotal modo di parlare, almeno a di nostri, non sia. Sarebb' egli mai questo ma che il mas que de' Spagnuoli, lo stesso che il magis quam dei Latini? Egli certamente sembra che anche a questo senso torni bene: non avea pianto, ma che di sospiri, non era significazione di dolore più che, maggiore che, di sospiri; cioè, non erano lì, come altrove, gemiti e strida, ma solamente sospiri. 27 L'aura eterna: estende ed applica all' aura, o sia all' aria dell' infernale prigione l'epiteto, che alla prigione stessa più propriamente

si conviene.

28 Di duol senza martiri, da puro interno dolor d'animo, senza cagione d'alcuno esterno tormento: dal solo rammarico d'esser privi della beatifica vision di Dio: non dal fuoco, o altro esteriore tormentoso mezzo: dalla pena del danno, in una parola, non da quella del senso. 29 Le turbe, le comitive, le brigate d' individui della propria classe. -grandi, copiose ciascuna

30 Femmine, in contrapposto ad infanti, e congiunto a viri, vale quanto femmine di adulta età, donne. viri, uomini fatti, voce Latina, italianamente però adoprata anche da altri ottimi scrittori. Vedi'l Vocab. della Cr.

33 Andi per vadi. L'autore del Prospetto di verbi Toscani sospetta ragionevolmente che non fosse ai tempi di Dante così difettivo il verbo andare come lo è al presente (a); è ne arreca in conferma quell' altro verso del Burchiello

Besso, quando andi alla città Sanese (b):

ove certamente non adoperasi andi per cagion della rima.

34 Mercedi vale opere buone: e però disse anche Cino da Pistoia Che ben faria mercè chi m' uccidesse (c).

(a) Sotto il verbo Andare n.1. (b) Part. 2 Son. 62. (c) Rim, ant. Firenze 1527. lib. 5.

Ch'è parte della fede, che tu credi.

36 Ch'è parte, lezione ammessa dalla comune de' testi manoscritt e stampati avanti la correzione degli Accademici della Crusca, e la sola che non incontra veruna difficoltà. Basta avvertire di non prendere il che per il quale, relativo alla sola voce battesmo, ma per lo che, relativo a tutta la sentenza; cioè che non bastano per salvarsi le buone opere senza il battesimo; e la è questa veramente una parte o sia un articolo della fede che noi crediamo.

Per mancanza di questo intendimento è sembrata agli Accademici prefati gran sorte di avere tra li novanta e più testi, che per la cor rezione del presente poema consultarono, trovati due, ne' quali era scritto porta in vece di parte; e cacciandone questa lezione e quella inserendovi, scrissero in margine: Sappiendosi quanto il Poeta fosse scienziato in divinità, e da' maestri d'essa chiamandosi il battesimo ianua sacramentorum, abbiamo con l'autorità, quantunque di pochi testi, rimesso porta nel nostro testo: tenendo per fermo, tal luogo essere stato · guasto dalla ignoranza de' copiatori. Oltre all' essere indivisibile la ragion formale della fede, non pare che possa dirsi aver parti.

Egli è però ben diverso appellare il battesimo porta de' sacramen. ti, ed appellarlo porta della fede: imperocchè apre bensi'l battesimo la via a ricevere gli altri sacramenti, ma non già a ricevere la fede: anzi [tutto il contrario] la fede dispone a ricevere il battesimo: credo filium Dei esse Iesum Christum dovette protestare l'Eunuco al santo diacono Filippo prima di esserne battezzato (a); e istessamente, così santa chiesa ordinando, professar debbono tutti quelli che al medesimo salutare lavacro aspirane. Il perchè no'l battesimo porta della fede appellare si dee, ma piuttosto la fede porta del battesimo. E tale, per dir vero, se non l'ha Dante espressamente pronunciata, l' ha però evidentemente accennata nel secondo della presente cantica, dicendo essere la fede principio alla via di salvazione (b).

Che poi la ragion formale della fede, cioè l'autorità di Dio rivelante, sia una, e indivisibile, ciò è verissimo: ma egli è però ugualmente vero, che ha la fede distinti articoli; e che per la ragione me desima che articoli si appellano (c), possono anche appellarsi parti.

Per un altro motivo vorrebbe che si leggesse porta e non parte il sig. Bartolommeo Perazzini (d), per corrispondenza cioè a quell' altro passo del Parad Canto xxv. v. 8. e segg.

in sul fonte

Del mio battesmo prenderò 'l cappello

(a) Act.8.37. (b) Vers. 30. (c) Ut corporis membra articulis distinguuntur; ita etiam in fidei confessione quidquid distincte, et separatim ab alio nobis credendum est, recte et apposite articulum dicimus, Catech. Rom. cap. I, (d) Correct, in Dant. Com. Veronae 1775.

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