Obrázky na stránke
PDF
ePub

16 Forse per forza già di parlasia

Si travolse così alcun del tutto: Ma io nol vidi, nè credo che sia. 19 Se Dio ti lasci, lettor, prender frutto

Di tua lezione, or pensa per te stesso Com' io potea tener lo viso asciutto, 22 Quando la nostra immagine da presso

Vidi sì torta, che 'l pianto, degli occhi
Le natiche bagnava per lo fesso.

25 Certo io piangea poggiato ad un de' rocchi
Del duro scoglio, sì che la mia scorta

Mi disse ancor se' tu degli altri sciocchi ? 28 Qui vive la pietà, quand' è ben morta.

16 Parlasia è paralisia, come parletico e paralitico, scrissero gli antichi ugualmente. Vedi 'l Vocab. della Cr., ed è, dice il Volpi, risoluzione de' nervi, che cagiona storcimento d'alcuna parte del corpo. 18 Ne credo che sia, che trovisi al mondo

[ocr errors]

19 20 21 Se Dio ec. Dovrebbe la costruzione esser questa: Ora, lettore, se Dio ti lasci prender frutto di tua lezione: cioè, Or posto, o lettore, che Dio ti conceda commovimento ed orrore nel solo leggere queste cose, pensa per te stesso, com' io potea tener lo viso asciutto, com' io, presente trovandomi alle cose medesime, contener mi potessi dal piangere

[ocr errors]

22 La nostra immagine, l'umana figura in quelle ombre.

23 24 Si torta, che ec. Lodando qui'l Daniello la variazione, che usa il Poeta nel ripetitamente descrivere cotale storcimento dell' uman corpo, vorrei, vi aggiunge il Venturi, poter sempre lodare ancor la decenza. L'espressione però contenuta ne' termini ch' adoperano gli anatomici, è in questi casi sempre la più decente.

25 26 Ad un de' rocchi. Rocchi non è qui 'l plurale di rocco, ma di rocchio, che significa [ spiega il Vocab. della Cr. ] pezzo di legno, o di sasso, o di simil materia; onde ad un de' rocchi del duro scoglio vale quanto, ad un masso prominente da quello scoglio sconcio (a), scabroso, su del quale stava a guardare.

27 Degli altri sciocchi, mondani.

28 Qui vive la pietà, quand è ben morta corrisponde a questa quell' altra espressione E cortesia fu lui esser villano (b); e per ben morta intende la pietà, in cui sia estinta ogni umana passione; tal che

(s) Canto preced. v.131. (b) Inf. xxxii. 159.

Chi è più scellerato di colui,

Ch' al giudicio divin passion comporta? 31 Drizza la testa, drizza, e vedi a cui

S'aperse, agli occhi de' Teban, la terra;
Perchè gridavan tutti, dove rui

34 Anfiarao? perchè lasci la guerra?

E non restò di ruinare a valle,

Fino a Minos, che ciascheduno afferra.

sia tutta zelo della gloria di Dio : nè certamente a questo modo v'è cosa per cui possa dirsi il Poeta quì non teologo, come il Venturi borbotta.

30 Passion comporta legge la Nidob. con miglioramento del verso, ove l'altre edizioni leggono passion porta. Comportare significa soffrire comportar adunque passione al giudizio divino vuol dire soffrire patimento al mirare in altrui gli effetti della diyîna giustizia . 31 A cui, per quello a cui.

32 Agli occhi de' Teban, vale quanto veggenti quei di Tebe assediati . 33. 34 Dove rui Anfiarao ( Anfiarao figliuolo d'Oicleo, o di Linceo, fu uno de' sette Regi che assediarono Tebe per rimettervi Re Polinice. Essendo egli indovino, ed avendo preveduto che portandosi all' assedio di Tebe vi sarebbe perito, erasi perciò nascosto in luogo note alla sola propria moglie. Ma vinta costei da Argia moglie di Polinice coll' offerta di un prezioso gioiello, manifestò dov' era il marito; e condotto per forza a quell' assedio, mentre valorosamente combatteva, gli si apri sotto i piedi la terra e lo inghiotti. Adunque dove rui Anfiarao? sono voci derisorie degli assediati Tebani allegri di cotale di lui disgrazia. Rui adopera qui Dante a causa della rima per ruini cadi, come nel Pasad. xxx. 82. rua per corra in fretta; significati ambedue del verbo Latino ruo, is e forse qui ebbe il Poeta, come il Daniello avverte, qualche particolar riguardo al verbo stesso, che pone Stazio in bocca di Plutone interrogante il caduto Anfiarao, qui limite praeceps Non licito per inane ruis (a)?

35 A valle, posto avverbialmente significa a basso alla 'ngiù, Vocab. della Cr., che oltre ad altri esempi di Dante, ne reca uno ancora dell' Ariosto.

36 Fino a Minds, cioè fino all' Inferno, ed al giudice Minos (b). che ciascheduno afferra: afferrare qui metaforicamente per sindacare, e giudicare, come dicesi comunemente capitar nell' unghie di alcun giudice chi capita sotto il giudizio del medesimo. Tale caduta di Anfiarao dirittamente fino all' Inferno finge anche il prelodato Stazio (c).

(a) Theb. lib.8. v.85. e seg. (b) Inf. v. 5. (c) Theb. lib.7. nel fine.
Tom. I.
Min

!

37 Mira, ch' ha fatto petto delle spalle: Perchè volle veder troppo davante

Dirietro guarda, e fa ritroso calle. 40 Vedi Tiresia, che mutò sembiante

Quando di maschio femmina divenne Cangiandosi le membra tutte quante 43 E prima poi ribatter le convenne

Li duo serpenti avvolti, con la verga,
Che riavesse le maschili penne

[ocr errors]

46 Aronta è quel, ch' al ventre gli s'atterga, Che ne' monti di Luni, dove ronca

39 Fa ritroso calle. Calle significa lo stesso che via; e ritroso val quanto retrogrado, e ve n' ha molti esempi anche d' altri scrittori vedi 'lVocab. della Cr.]. Adunque fa ritroso calle vuol dire il medesimo che fa passi retrogradi. Qui ritroso [chiosa il Venturi] forse dal retrorsum Latino riconosce l'origine sua.

40 al 45 Vedi Tiresia ec. Tiresia Tebano, altro celebre indovino. Hassi nelle favole, che nell' atto che costui percosse con una verga due serpenti, maschio e femmina, insieme avviticchiati, d'uomo in donna si vedesse cangiato, e che non riacquistasse il sesso primiero se non dopo sett'anni, mentre, ritrovati i due medesimi serpenti nello stesso atto percosseli di nuovo- cangiandosi le membra tutte quante; ri chiedendo il diverso sesso non solo diversi organi, ma diversa simmetria anche degli organi ad ambo i sessi comuni. E prima ec. Costruzione E le [ a lei Tiresia, allora femmina] convenne poi ribatter con la verga li duo serpenti avvolti, prima che riavesse le maschili penne. Le penne, chiosa il Venturi, si pongono qui per le membra; così ci avvisa il gran Vocabolario degli Accademici; ma forse intese Dante più tosto indicar la barba virile, i peli della quale nel canto ancora I. al v. 42. del Purgatorio chiamerà piume.

46 Aronta è quel, legge la Nidob., ed è quei l'altre ediz. Aronta o Aronte, indovino celebre della Toscana, abitò ne' monti di Luni sopra Carrara. Luni era città situata a lato della foce della Magra, da cui ancora il paese d'intorno ritiene il nome di Lunigiana. Venturi.

Ch' al ventre gli si atterga, che gli sta dietro al ventre, o che al ventre di Tiresia accosta il tergo, essendo anche Aronte, come tutti quegli sciaurati indovini, colla faccia dalla parte della schiena.

47 al 51 Che ne monti ec. Costruzione. Che ebbe per sua dimora la spelonca tra' bianchi marmi [ tali appunto sono i marmi di cola } ne' monti di Luni , dove lo Carrarese [il numero singolare pel plu

Lo Carrarese, che di sotto alberga, 49 Ebbe tra bianchi marmi la spelonca

Per sua dimora onde a guardar le stelle,
E'l mar non gli era la veduta tronca.
52 E quella, che ricuopre le mammelle

Che tu non vedi, con le trecce sciolte,
E ha di là ogni pilosa pelle,

55 Manto fu, che cercò per terre molte,

91.

Poscia si pose là, dove nacqu' io ;

inutili e noOnde a guar. non gli era

rale ], che alberga di sotto, ai medesimi monti, ronca, coltiva la terra. Roncare propriamente è nettare i campi dall' erbe cive; ma si pone la spezie per lo genere. Venturi. dar le stelle ? el mar, per formarne i suoi vaticini la veduta tronca, non gli erano per l'altezza del sito della spelonca tronchi i raggi visuali da verun oggetto di mezzo.

52 53 Le mammelle, che tu non vedi, perocchè portavale nella parte opposta alla faccia, e però naturalmente ricoperte dalle trecce sciolte. 54 E ha di là, cioè nella detta parte opposta alla faccia — pilosa pelle, dell' occipite e del pettignone

ogni

55 Manto, Tebana indovina, figliuola di Tiresia sopraddetto, dopo la morte del padre, fuggendo la tirannia di Creonte, abbandonò la patria, e vagando per molti paesi, fu anche in Italia, dove dal fiume Tiberino ingravidata pertori Ocno, che fondò Mantova, e denominolla così dal nome di sua madre:

Ille etiam patriis agmen ciet Ocnus ab oris,

Fatidicae Mantus, et Fusci filius amnis:

Qui muros, matrisque dedit tibi, Mantua, nomen (a),

56 Là, dove nacqu' io. Virgilio propriamente nacque in Andes, terra picciola nel Mantovano, se prestiam fede al suo appassionatissimo imitatore Silvio Italico lib. 8. Mantua Musarum domus, atque ad sidera cantu Erecta Andino [ testimonia lo stesso anche Donato nella di lui vita: natus est in pago, qui Andes dicitur]. Si è scoperto il sito preciso dove nacque Virgilio dal Marchese Maffei, e si chiama in oggi Bande. Vedi il tomo II. della Verona illustrata alla pagina} 6. dove tratta di Catullo. Venturi. Nondimeno però come Virgilio stesso prendendo Mantova pe 'l Mantovano disse, Mantua me genuit (b); così potè Dante far dal medesimo dire Manto si pose là, dove nacqu' io : Mantova mia terra ec.

(a) Virgil. Aeneid. x. 198. e segg (b) Vedi Donato nella vita di Virgil,

,

Onde un poco mi piace, che m' ascolte .
58 Poscia che 'l padre suo di vita uscio
E venne serva la città di Baco,
Questa gran tempo per lo mondo gio.
61 Suso in Italia bella giace un laco

Appiè dell' Alpe, che serra Lamagna,
Sovra Tiralli, ed ha nome Benaco ;
64 Per mille fonti credo e più si bagna,
Tra Garda e val Camonica, Pennino

57 Un poco mi piace che m' ascolte. Costruzione. Mi piace che m' ascolte [per ascolti] un poco.

[ocr errors]

la città

59 Serva, schiava del sopraddetto tiranno Creonte di Bacco, Tebe, perocchè patria di Bacco Baco per Bacco in rima. Vedi 'I Varchi nell' Ercolano a carte 190., e il Salvini nella 2. parte de' Discorsi accademici a carte 505 506. Volpi. Il Venturi però, senz' altra briga, pronunzia ex tripode che Baco o significa vermicello, • è voce da far paura ai bambini. Baco il Dio del vino con una c sola pronunziasi in Lombardia, e nel Veneziano; e come Dante da queste ed altre nazioni prese lodevolmente termini affatto dai Toscani. diversi, molto più potè in grazia della rima sceglierne una solamente varia nella non addoppiata c.

61 62 63 Suso, relativamente all' Inferno

giace, sta situato un laco, antitesi presa dal Latino in grazia della rima anche dall' Ariosto (a) ed ha nome Benaco. E' questo il nome ch' ebbe dai Latini il lago detto oggi volgarmente di Garda appie dell' alpe, che serra Lamagna sovra Tiralli Tiralli scrive anche Giovan Villani (b) in vece di Tirolo > borgo una volta capo della contea denominata da esso del Tirolo (c): ed alpe appella qui 'l Poeta tutto il montuoso lungo tratto dal lago di Garda fino al principio dell' Alemagna sopra del Tirolo ..

65 Val Camonica Pennino, così ammetto con vari testi manoscritti e stampati, in vece di Val Camonica e Apernino, che appresso all'edizione degli Accademici della Cr. leggono tutte le più moderne edizioni. Varia questa lezione ch' io scelgo da quella che rigetto, in due capi. Il primo è che togliesi la particella e tra Val Camonica e Apennino. L'altro è che scrivesi Pennino in vece d' Apennino. La prima variazione hassi nella Nidobeatina edizione, ed in due mss. della Cor

(a) Fur. XLIII. 11. (b) Cron, lib. 12. cap.84. (c) Vedi Baudrand Lexic. geogr. art, Teriolum.

« PredošláPokračovať »