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58 Tra male gatte era venuto il sorco;

Ma Barbariccia il chiuse con le braccia,' E disse: state in là, mentr' io lo 'nforco: 61 Ed al maestro mio volse la faccia :

Dimandal, disse, ancor, se più disii Saper da lui, prima ch' altri 'l disfaccia. 64 Lo duca: dunque or dì degli altri rii: Conosci tu alcun che sia Latino

Sotto la pece? e quegli: io mi partii 67 Poco è da un, che fu di là vicino;

58 Male, leste e feroci.

60 State in là, fatte largo, allontanatevi compagni miei. mentrio lo'nforco. Inforcare per prendere colla forca spiegano il Volpi e 'l Venturi appresso al Vocabolario della Crusca, che d' inforcare per prendere colla forca adduce per esempio questo medesimo di Dante. Se ci narrasse Dante, che vibrasse di fatto Barbariccia contro di Ciampolo forca, o raffio, bene procederebbe cotale interpretazione del verbo inforcare, e converrebbe intendere, che dicesse Barbariccia agli altri demoni state in là, o per non offendere in un colpo essi pure, o per ottenere spazio di bene adoprare il graffio. Ma nulla di ciò detto essendoci, anzi scorgendosi Barbariccia impegnato a fare un momento cessare in Ciampolo lo strazio; come possiamo intendere che mentr' io lo 'nforco vaglia quanto mentr' io lo prendo colla forca? Piuttosto io direi che, siccome inforcare disse Dante, ed altri, per istringere tra le gambe (a), così dalla rima costretto, dir faccia a Barbariccia mentr' io lo 'nforco, in vece di mentr' io tengolo [come tenevalo] stretto fra le braccia; e che state in là dir faccia agli altri demoni a solo fine che non molestassero Ciampolo, e ne lo lasciassero rispondere a Virgilio. in ciò che bramasse di sapere da lui.

62 Dimandal la Nidobeatina, dimanda l'altre edizioni Tralasciasi qui la particella e congiuntiva di questa colla precedente azione. 65 Latino, per Italiano, presa la denominazione dal Lazio celebre. porzione d'Italia.

67 Fu di là vicino, vale quanto fu di quelle vicinanze, ed intende di Sardegna, isola all'Italia vicina, della quale fu Frate Gomita, che, come in seguito manifesterà, era colui dal quale erasi Ciampolo poco prima partito.

(a) Vedi 'I Vocabolario della Crusca alle voci inforcare, ed inforcato §. 1.

Barattier fu non picciol, ma sovrano. 88 Usa con esso donno Michel Zanche

Di Logodoro; ed a dir di Sardigna Le lingue lor non si sentono stanche. 91 O me, vedete l'altro, che digrigna: lo direi anche; ma io temo, ch' ello Non s' apparecchi a grattarmi la tigna. 94 El gran proposto volto a Farfarello, Che stralunava gli occhi per ferire,

Disse fatti 'n costà, malvagio uccello. 97 Se voi volete o vedere, o udire, Ricominciò lo spaurato appresso,

87 Sovrano in grado superlativo.

88 Usa, conversa, confabula donno Michel Zanche, [titolo anche questo donno di maniera Sard-Ispana]. Dicono gli espositori, segnatamente Landino, Vellutello, e Venturi, che questo Michel Zanche, di siniscalco ch' era del Re Enzo, divenisse dopo morto Enzo, signore di Logodoro in Sardegna, per essersi con fraudi e baratterie ottenuta in isposa la madre d'Enzo. Se però per isposalizio acquistossi costui signoria, dovette acquistarsela sposando, non la madre d'Enzo, ma quella medesima Adelasia che fu ad Enzo sposa, e per cui acquistò Enzo stesso signoria nella Sardegna (a).

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91 L'altro, Farfarello. Vedilo nominato quattro versi sotto. 93 A grattarmi la tigna scherzoso gergo in vece di graffiarmi. 94 Proposto, prevosto dal Latino praepositus, appella il menzionato più volte capodieci Barbariccia.

95 Per ferire, vale quanto in procinto di ferire, come diciamo sta per andarsene in vece di sta in procinto d'andarsene (b). La è di fatto proprietà di chi sta in procinto di ferire altrui, di stralunare, cioè di spalancare spaventevolmente, gli occhi.

96 Fatti'n costà, equivale a tirati 'n là, allontanati di quì (c) malvagio uccello appellasi da Barbariccia Farfarello, perocchè alato esso pure, come tutti i demoni si fingono.

97 98 Se voi volete o vedere, o udire legge la Nidobeat. con maggiore pienezza e grazia che non leggano l'altre edizioni Se voi volete ve→ dere o udire. Ricominciò ec. Costruzione. Ricominciò appresso, in seguito, lo spaurato Ciampolo

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(a) Vedi Petracchi vita d'Arrigo di Svevia ec. c.11. (b) Vedine altri esempi nel Voc. della Cr. sotto la particella per §. 17. (c) Vedi 1 Cinon. Partic. 72.5.

Dì, che facesti, per venire a proda ;
Ed ei rispose: fu frate Gomita,
82 Quel di Gallura, vasel d'ogni froda,

Ch' ebbe i nimici di suo donno in mano ,
E-fe' lor sì, che ciascun se ne loda:

85 Denar si tolse, e lasciolli di piano,

Sì com'e' dice: e negli altri ufici anche

80 Per venire a proda, a riva, all'orlo del bollente stagno, col capo fuori come i ranocchi v. 25.

81 Frate Gomita. Costui di nazione Sardo, di professione Frate, ma non si sa di qual' ordine, guadagnatasi la grazia di Nino de' Visconti di Pisa, governatore, o presidente di Gallura, se n' abusò, trafficando nel barattare cariche, e ufici, con trappolerie e frodi, come di mangiare a due ganascie, mettere in mezzo ec. La Sardegna di quel tempo era de' Pisani, che ne divisero il governo in quattro giudicati, che si chiamarono Logodoro, Callari, Gallura, e Alborea. Venturi. Tutti gli altri comentatori però dicono Nino signore di Gallura e non gover natore o presidente e scrive Bernardino Corio (a) di più, che quella parte di Sardegna passò per eredità da Nino ai Visconti di Milano.

82 Quel di Gallura, specifica il giudicato ond' era esso Frate Gomita Vasel d'ogni froda, ricettacolo d'ogni sorte di furfanterie. Vasello non è qui [e nè anche forse altrove] diminutivo di vaso, com'è vasetto; ma significa quanto assolutamente vaso.

83 I nimici di suo donno, di Nino di lui principe e signore mano in suo potere.

- in

84 Ciascun se ne loda, ciascun di essi nimici di Nino, n'è di Gomita contento.

85 86 Lasciolli, la Nidobeatina, e lasciogli l' altre ediz. di pia. no, sì com'e' dice. Questo sì com'è dice o non istà qui per altro che per una sciocca riempitura del verso [cosa che in Dante non avrebbe esempio], o se ha giusta ragione, dovrebbe indicare, che lasciar di piano per rilasciare senza contrasto, senza gastigo, lisciamente [ciò che si vuole qui significare] fosse a que' tempi espressione propria de' Sardignoli, com'era Gomita. Il parlare di quell'isola è una corruzione dello Spagnuolo, in cui hassi di fatto de Iliano equivalente affatto al di piano: e quel ch'è più, una dotta persona di Sardegna medesima mi accerta, che anche a di nostri adoprasi in quell' isola espressione cotale. De plano in significato molto analogo al detto trovasi usato anche dai Latini (b).

(*) Stor. di Mil. part. 3. (b) Vedi 'l Tesoro di Rob. Stefano.

Barattier fu non picciol, ma sovrano 88 Usa con esso donno Michel Zanche Di Logodoro; ed a dir di Sardigna Le lingue lor non si sentono stanche. 91 O me vedete l'altro, che digrigna : lo direi anche; ma io temo, ch' ello Non s'apparecchi a grattarmi la tigna. 94 El gran proposto volto a Farfarello,

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Che stralunava gli occhi per ferire, Disse fatti 'n costà, malvagio uccello. 97 Se voi volete o vedere, o udire, Ricominciò lo spaurato appresso,

87 Sovrano in grado superlativo.

88 Usa, conversa, confabula - donno Michel Zanche, [titolo anche questo donno di maniera Sard-Ispana]. Dicono gli espositori, segnatamente Landino, Vellutello, e Venturi, che questo Michel Zanche, di siniscalco ch' era del Re Enzo, divenisse dopo morto Enzo, signore di Logodoro in Sardegna, per essersi con fraudi e baratterie ottenuta in isposa la madre d'Enzo. Se però per isposalizio acquistossi costui signoria, dovette acquistarsela sposando, non la madre d' Enzo, ma quella medesima Adelasia che fu ad Enzo sposa, e per cui acquistò Enzo stesso signoria nella Sardegna (a).

91 L'altro, Farfarello. Vedilo nominato quattro versi sotto. 93 A grattarmi la tigna scherzoso gergo in vece di graffiarmi. 94 Proposto, prevosto dal Latino praepositus, appella il menzionato più volte capodieci Barbariccia.

95 Per ferire, vale quanto in procinto di ferire, come diciamo sta per andarsene in vece di sta in procinto d'andarsene (b). La è di fatto proprietà di chi sta in procinto di ferire altrui, di stralunare, cioè di spalancare spaventevolmente, gli occhi.

96 Fatti'n costà, equivale a tirati 'n là, allontanati di quì (c) malvagio uccello appellasi da Barbariccia Farfarello, perocchè alato esso pure, come tutti i demoni si fingono.

97 93 Se voi volete o vedere, o udire legge la Nidobeat. con maggiore pienezza e grazia che non leggano l'altre edizioni Se voi volete ve dere o udire. Ricominciò ec. Costruzione. Ricominciò appresso, seguito, lo spaurato Ciampolo .

in

(a) Vedi Petracchi vita d'Arrigo di Svevia ec. c.11. (b) Vedine altri esempi nel Voc. della Cr. sotto la particella per §. 17. (c) Vedi 'l Cinon. Partic. 72.5.

Toschi, o Lombardi, io ne farò venire.. 100 Ma stien le male branche un poco in cesso Sì ch'ei non teman dalle lor vendette; Ed io, seggendo in questo luogo stesso 103 Per un Per un, ch' io son, ch' io son, ne farò venir sette Quando sufolerò, com'è nostr' uso

100 Le male branche, l'unghiute nocive zampe. Mancando, come ognun sa, i mss. ed anche le prime edizioni, di molti spartimenti di parole, nè ammettendo in mezzo ai versi mai lettere maiuscole credo essersi per errore intruso nelle posteriori edizioni tutte Malebranche in una parola sola e con m iniziale maiuscola; e che debba scriversi, com' io ho scritto male branche non essendo questo il comun nome di que' demoni, come lo è nel verso 37. del passato canto xxI., nel 23. del seguente, ed altrove, ma la cosa onde ne vuole Dante far capire di avere formato cotal loro nome. Vaglia in prova di ciò, che ma"lebranche qui si fa di genere femminino; e nel citato verso 23. del seguente canto fassi di genere del maschio, ed il pronome di maschio gli si fa corrispondere

noi gli avem già dietro

E gl'immagino sì, che già gli sento.

Accordo io bens: che ponga qui Dante per sineddoche il distintivo di que' demoni pe' demoni medesimi; ma non giammai che ponga ma lebranche per nome. stien un poco in cesso. Stare in cesso dee va ler quanto stare in ricesso, stare in ritiro, ritirarsi, nascondersi : e malamente il Daniello e 'l Venturi intendono valere lo stesso che fermarsi, rimanersi. No: troppo a questo intendimento si oppongono, l'effetto primieramente della maliziosa proposta, il quale fu che di fatto si alfontanassero i demoni da Ciampolo e, scendendo alquanto dalla ripa in contraria parte a quella bolgia, si nascondessero (a); poi la ragione ancora: imperocchè acciò al sufolare di Ciampolo venissero i dannati compagni, non bastava che i demoni stessero fermi, ma abbisognava che non si lasciassero in conto alcuno vedere.

101 Sì ch' ei, la Nidobeatina, sì che l'altre edizioni massime le più

recenti.

103 Per un ch' io son, così leggo in molti testi stampati e manoscritti (b), e ripongo qui in vece di ch' io sò, che leggesi comunemente sette, numero determinato per l'indeterminato, per molti. 104 105 Sufolerò com' è ec. Indica Ciampolo che fosse costume di coloro che, mettendo alcun di essi il capo fuor della bollente pece, e non

(a) Vedi al verso 116. (b) Delle edizioni, se non altre, le Venete. 1568 1578. e dei mss. della Corsini due leggono son, e quattro sono.

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