Di cui segò Fiorenza la gorgiera . 121 Gianni del Soldanier credo che sia Più là, con Ganellone, e Tribaldello , Ch’apri Faenza, quando si dorinia. 124 Noi eravam partiti già da ello, Ch' io vidi due ghiacciati in una buca Si che l' un capo all' altro era cappello : E '1 pan per fame si manduca , pose di (a), e pronunziasi in Lombardia anche di presente: nè se non male hanno gli Accademici della Crusca per l'autorità di pochi testi voluto in vece scritto Beccheria . Questi fu di Pavia [ di Parma il Landino), et Abate di Vallombrosa ; al quale , per essersi scoperto certo trattato , che fece contro a' Guelfi in favore de' Ghibellini in Fiorenza, ove era stato mandato Legato dal Papa , fu tagliata la testa. Daniello. 120 La gorgiera dice pe 'l collo, la parte pe'l tutto. 121 Gianni del Soldanier. Giovanni Soldanieri, secondo Giovanni Vil. lani al decimo terzo del settimo libro, essendo in Firenze di grande autorità, e di fazione Ghibellino, volendo la parte sua cor il governo del popolo a' Guelfi, tradendo i suoi, si accostò ad essi Guelfi, e fecesi di quel governo principe . Vellutello. 122 Più là , più verso il centro Ganellone appella il traditore dell'esercito di Carlo Magno, che Giovanni Turpino appella Ganalon (b), ed altri Gano. Del costui tradimento si è fatta menzione nel canto precedente v. 16. — Tribaldello [Thebaldello addimandasi nella Nidobeatina]. Tribaldello de Manfredi Faentino apri per tradimento di notte una porta di quella città a messer Giovanni de Apia, o de' Pa', com' altri 'l dicono , condottiere delle armi Papali. 124 Da ello per da lui , o da quello , cioè da quello che fino allora aveva parlato , da Bocca degli Abati. 125 Che per quando (c): 127 Si manduca . Manducare per mangiare detto anticamente anche in prosa . Vedi 'l Vocabolario della Crusca. 128 Il sovrano vale qui quanto il soprastante, lo stante di sopra , sovrano cioè di luogo semplicemente , e non di dignità pose per po. neva, ficcava . Enallage. (6) De vita Caroli M. (a) Vedi tra gli altri Corio istor. Milan. parte 2. cap. 21. (c) Vedi 'l Cinon. Partic. 44. 18, O Là ’ye 'l cervel s'aggiunge con la nuca Le tempie a Menalippo per disdegno, Che quei facea 'l teschio , e l'altre cose. Odio sovra colui , che tu ti mangi, Dimmi 'l perchè, diss' io : per tal convegno Sappiendo chi voi siete, e la sua pecca, Nel mondo suso ancor' io te ne cangi; vella ec. 129 Là 've , sinalefa , per ld ove il cervello per la sommità del 130 131 Tideo figliuolo d'Eneo Re di Calidonia , nell'assedio di Tebe, 132 Teschio , cranio (6) e l'altre cose, cotenna, capelli, cer- 135 Per tal convegno. Con in luogo di per hanno trovato in un ma- 137 Pecca per inancamento (f). 138 Te ne cangi , te ne cambi, per te ne renda il cambio ; favorisca 139 Se quella con ch'io parlo, la lingua, non si secca, non si risolve (a) Vedi Stazio nella Tebaide lib. 8. nel fine . (6) Vedi 'l Vocabolario Fine del canto trentesirrosecondo CAN TO XXXIII vir A R G Ο Μ Ε Ν Το In questo canto racconta il Poeta la crudel morte del Conte' Ugolino, e de' fi. gliuoli . Tratta poi della terza sfera , detta Tolommea : nella quale si pu- La bocca sollevò dal fiero pasto 1 bocca sollevò dal fiero pasto Del capo ch' egli avea diretro guasto : Disperato dolor , che 'l cuor mi preme Già pụr pensando , pria ch'io ne favelli. Che frutti infamia al traditor ch' io rodo, Parlare e lagrimar vedrai insieme. Venuto se'quaggiù ; ma Fiorentino 2 Forbendola ec. per potere più chiaramente e speditamente fa- s. 6 Che 'l cuor mi preme già pur pensando , che mi opprime il cuore se esser den 9 Parlare e lagrimar vedrai. Propriamente il vedrai si riferisce a la. o Chi tú se' la Nidob.', chi tu sie l'altre ediz. : ma il chi tu se 13 Tu dei saper ch' io fui 'l Conte Ugolino, E questi l' Arcivescovo Ruggieri : Or ti dirò, perch'i son tal vicino . Fidandomi di lui io fossi preso , E poscia morto, dir non è mestieri . Cioè come la morte mia fu cruda Udirai , e saprai se m'ha offeso . 13 14 Tu dei saper ch' io fui la Nidob. , Tu de' saper ch' i* fuo l'al- 15 I vale qui lo stesso che gli , a lui, come nel preced. canto xxII. 16 Ma', apocope , per mali, malvaggi pensieri per sospetti , Che se 'l Conte Ugolino aveva voce D' aver tradita te delle castella . 22 Brieve pertugio , picciolo finestrello . muda con molta con- () Gio. Villani lib.7. cap.120. C 127. . La qual per me ha il titol della fame E’n che conviene ancor ch' altri si chiuda , Più lume già , quand' io feci 'l mal sonno 23 Ha il titol della fame , perocchè d' allora innanzi ( lo conferma 24 E 'n che, in cui, conviene ec. questo immagina per le spesse mu. 26 Più lume ( molto lume ) , cosi amo di leggere con molte antiche al marzo in prigione , volle il Poeta , secondo noi , mostrar che incomincia i tristi lai Più dalla carne, e men da'pensier presa , Alle sue vision quasi è divina (b): Nè perchè poi dica Ugolino Quand' io fui desto innanzi la dima- Sonno , nel medesimo verso dice per sogno ; antitesi che si ac- . (a) Cap.126. del cit. lib. (6) Purg. Ix. 13. e segg. (6) Vers. 37. |