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di Propaganda spedisce inermi tra le più barbare genti ad inalberar la Croce e spargere l'eletto seme della divina parola; e sopra tutto il sangue sparso da tanti martiri, che non cessano neppure ai giorni nostri di accrescere coll' eroica loro sofferenza le glorie del nome cristiano: ed è una solenne illusione del Bartolotti il sospettare che fa (a), che non siano oggi così felici i progressi dell' evangelica predicazione, perchè è dissimile la maniera di praticarla. Trattandosi d'Infedeli è affatto la stessa e quello solo può ostinarsi a negarlo, e può non sapere i progressi che fa la cattolica Religione anche ai dì nostri nelle parti degl' Infedeli, il quale o ignora tutto o è pronto a mentire sfacciatamente per soste nersi. E allorchè ad oscurare una verità sì palese i nostri impugnatori ricorrono alle conquiste del nuovo mondo, alle spedizio ni di gente armata fatta più volte a danno de' Mosulmani e degli Eretici, altro non fanno che mostrar vie meglio il loro mal' animo e la cattiva causa che hanno per le mani: chè troppo gran de è il divario sopraccennato, ed è troppo evidente che le mire ch'ebbero i sovrani e i Pontefici in queste spedizioni erano rivolte a tutt'altro che a sforzarli a credere anche renitenti. Non l'involontaria loro conversione, ma procuravano per questi mezzi la difesa de' proprj diritti e la libertà dell' evangelica predi cazione, che veniva da' Barbari impedita con ingiustizia. Che se nel bollor della mischia, e nella direzione e governo d'imprese così ragionevoli è accaduto talvolta qualche disordine (che non tanti certamente ne sono accaduti, quanti ne vantano gl' invidi calunniatori della Chiesa e de' sovrani cattolici, come dimostra assi bene Gio: Battista Mugnoz nella famosa sua storia del nuovo mondo ) mal si confondono le mire de' sovrani coll' esecuzion de' soldati, i disegni della Chiesa colle dissensioni de'Crocesegnati, e l'esito infine degli affari co'saggi consigli ed ottime provvidenze che li hanno preceduti. Regge la giustizia e l'equi tà dell' una e dell'altra intrapresa anche a fronte di qualche disordine che sia accaduto nell' eseguirle; e le violenze del Messico, le sconfitte de' Crocesegnati, le prepotenze di qualche esercito cattolico e qualunque altro particolare accidente non può recare maggior pregiudizio a si lodevoli azioni di quello recar soglia alla riputa zione delle guerre con giustizia intraprese l'avarizia, crudeltà e disor. dine de licenziosi soldati : e non meritano d'esser ascoltati i nostri ne

(a) Esercit. cap. 3.

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mici, che non hanno difficoltà di tutto scusare e difendere quando trattasi d'affari puramente mondani, e riservano poi mal a proposito per le sole guerre di Religione gl'implacabili loro sdegni e clamori. Voi lasciateli scapricciare a talento; ed assai più delle loro disapprovazioni valutate a gloria delle descritte intraprese e di così utili provvedimenti il merito di que' personaggi insigni, che li hanno procurati e protetti, le Indie in gran parte convertite alla Fede, la libera predicazione aperta ormai in tutte le parti del mondo gli avanzamenti impediti a Mosulmani il regno di Gerusalemme ricuperato una volta e conservato per molti anni in mano de' Fedeli, i già estinti Albigesi in Francia, gli Hus siti abbattuti in Boemia, la lega Smalealdica distrutta in Gerinania, le Spagne o ricuperate o difese in gran parte, la pace e sicurezza ricondotta in Italia, l'autorità de' sovrani vie meglio ristabilita, il commercio ampliato, e la strada agevolata alla scoperta del nuovo mondo e varj altri beni, che non senza intervento di segnalati prodigj ne sono venuti in seguito, e li li potrete incontrare registrati a minuto presso il Gretsero (a) e l'ab. Nonnotte (b) e a ciò che dir vorranno di qualche fallo particolare o non plausibil violenza fatta in qualche occorrenza rispondete pur francamente ciò che rispose S. Agostino ai Donatisti, che obbiettavano ai Cattolici cose consimili: Haec sunt illa crimina

che per alle re per

vel non vera, vel non mea (c), perchè sono di fatti per lo più insussistenti, o se nel promovere la conversione degl' Infedeli è stata usata talvolta qualche violenza, questa è tutta da attribuirsi allo zelo indiscreto di qualche non lodevole Cristiano, non alla disposizion della Chiesa, che non ha mai permesso tre strade si propagasse il Vangelo tra gl' Infedeli, che gie vie della persuasione e della pazienza, segnate già gloriosamente dal suo divino Istitutore e da quanti altri suoi fedeli seguaci l'hanno imitato in appresso. Io non mi diffondo di più in un'argomento che interessa sì poco la nostra causa; e posto in sicuro che niuna giuridica podestà può ingerirsi nella conversione degl'Infedeli per altri mezzi che per quelli che ha prescritti il Redentore, passo ora a cercare, se sono della condi

(a) Tom. 3. lib. de Cruce cap. 6. pag. 187. & seq.
(b) Errori di Voltaire tom. 1. cap. 18.
(c) Lib. 2. cont. Litt. Petilian. cap. 16.n. 37.

zione degl' Infedeli non battezzati coloro che hanno ricevuto il battesimo, e sono stati allevati cattolicamente.

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Il delitto di costoro, voi ben lo vedete, è assai più grave; e vi scioglie da ogni dubbio S. Agostino assicurandovi che pejor est utique desertor Fidei, et ex desertore oppugnator ejus effectus, quam ille, qui non deseruit quod nunquam tenuit (a). La promessa solenne che hanno fatta in faccia agli altari di calcar l'orme, e di aderire con ogni fermezza agli insegnamenti di Gesù Cristo, e la nuova dipendenza, che hanno incontrato, dalla giurisdizione della Chiesa, cui sono divenuti soggetti pel carattere che hanno ricevuto nel santo Battesimo toglie loro per rapporto all' umana legislazione, quella libertà, che Gesù Cristo ha lasciata agli altri che non sono battezzati; e sarebbe un rinnovare gli errori dei Valdesi (b), di Marsilio di Padova (c), di Lutero (d), di Melantone (e), di Calvino (f), e di varj altri condannati anche dal Concilio di Trento (g), il pretendere, che i Battezzati non hanno altra obbligazione in affari di Religione, che quella che vogliono ritenere di loro capriccio. S. Agostino nella lettera a Bonifacio (h) distingue gl' Infedeli battezzati dai non battezzati, e questi paragona a coloro, che in altra guisa non furono invitati alla cena del padrone evangelico, che con indicar loro la volontà del padrone e la squisitez za delle vivande imbandite; gli altri li paragona ai raccolti in secondo luogo a capo delle strade, dei quali è scritto, che per ordine dell' adirato padrone dovevano essere sforzati ad entrare nel divin cenacolo: Quoscunque inveneritis cogite intrare: e come con maggior vaghezza s'esprime altrove (i), gl' Infedeli si pescano dal profondo del mare dell'idolatria colle reti, nelle quali i pesci si radunano spontaneamente; ma gli Eretici, che vanno vagando superbi per gli erti monti e le disagiate colline delle false dottrine chi di Donato, chi d' Ario, chi di Fotino, si sforzano collo strepito dell' armi e degli armati ad abbandonare le

(a) Lib.21. de Civ. Dei cap. 25. (b) Presso S. Antonino. (c) Nel libro intitolato Defensor Pacis.

(d) Lib. de Captivitate Babilonica.

(e) Nella Confessione Augustana. (f) Lib.4. Instit. cap.10. (g) Sess. 7. c. 8. (h) Epist. 185. al. 50. cap. 6. num. 24.

(i) Tractat.de utilitate jejunii cap. 9.

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perverse loro strade, ed a rientrare nelle reti del cacciatore: chè non pescatori soltanto, come da S. Matteo, ma cacciatori ancora sono stati da Geremia chiamati i Ministri evangelici: Apostoli, così egli commentando il passo di Geremia (a), juxtà ea verba Christi Matthaei 9. vers. 19. faciam vos fieri Piscatores hominum, erant Piscatores, qui ex profundo mari idololatriae credentes rete Fidei piscari debebant; quando vero hi per mon tes et colles, hoc est per tumentes Haereticorum doctrinas unus Donati, alius Arii, tertius Photini circumerrare caeperunt, tunc venatoribus opus habebant, qui eos in rete compel lere debebant, et ideo dici non debet, quod Apostoli neminem coegerint. Piscator enim tantum trahit, quod ipsi in rete venit. Venator autem et circumretit sylvas, et terrendo etiam cogit ubique intrare in rete. Non è dunque eguale la condizione di entrambi; ed i Battezzati, che colla loro eresia si ribellano a quella società cui si erano uniti immobiliente, e mancano alle giurate promesse, non possono pretendere a quell' indipendenza in affari di Religione rivelata, che hanno coloro i quali non l'hanno mai abbracciata: ed è giustissimo il canone del Concilio Toletano IV., che prescrisse (a) ne Judaei cogantur credere; qui vero dudum Christiani facti sunt, ut Fidem, quam susceperunt, teneant cogantur.

Una sola opposizione di qualche apparenza potrebbe esser fatta. a questo proposito, ed è la libertà, che accordò Gesù Cristo agli Apostoli di abbandonarlo sull'esempio di alcuni altri discepoli, che lo avevano già fatto senza rimprovero, Numquid et vos abire vultis? (b) così diss' egli a coloro ch'erano restati, mostrando per tal modo e la sua non curanza de' primi e la libertà in cui erano gli altri di appigliarsi a qualunque partito. Ma mal si confondono que' tempi di umiliazione e di sofferenza coi tempi nostri; e quello che conveniva allora mal si pretende che convenga anche adesso. Se ne abusavano i Donatisti di que sto argomento; ma S. Agostino così li rimprovera da suo pari (c): Attendis enim, et saepe repetis, sicut audio, quod in Evangelio scriptum est, recessisse a Domino septuaginta discipulos, et arbitrio suae malae atque impiae disertionis fuisse permissos, caeterisque duodecim, qui remanserunt, fuisse

(a) cap. 16. vers. 16. (b) can. 57.& 58. (c) Joan.6.ver.68.

responsum: Nunquid & vos vultis abire? et non attendis, quia tunc primum Ecclesia novello germine pullulabat, nondumque in ea fuerat completa illa prophetia: Et adorabunt te omnes Reges terræ ; omnes gentes servient illi; quod utique quanto magis impletur, tanto majore utitur Ecclesia potestate, ut non solum invitet, sed etiam cogat ad bonum. Basta questa sola risposta a distruggere non solo l'indicato argomento, ma quanti altri presi dai fatti del nuovo Testamento vanno cumulando i nostri contradditori per difendere la loro tolleranza indiscreta. Tutti appartengono a quei tempi, se pure sono portati a proposito; giacchè alcuni addotti del Bartolotti non hanno che fare colla presente questione, e a tutti si può rispondere, che così conveniva allora che la Chiesa novello germine pullulabat, ma che adesso con quelli, che abbandonano la Fede che hanno abbracciata col santo Battesimo, vi vuol coazione e rigore. Dimostrata per tal modo la maggior reità degli Infedeli che sono battezzati in paragone di quelli che non lo sono, è facile l'immaginarsi che diversa debba essere la loro condizione, e che il delitto de'primi non deve andar neppur fra noi affatto impunito. Guardatevi però dal credere, che tutti i Battezzati si debbano confondere insieme, e che debbano tutti essere trattati con egual rigore; chè prendereste un grosso abbaglio.

Tra gl' Infedeli battezzati altri sono nati da parenti cattolici ed allevati cattolicamente, altri nati da Eretici ed hanno succhiato l'errore col latte, e sono stati in quello educati. Il Padre S. Agostino crede che debba essere valutata in molti di questi l'ignoranza e rozzezza, in altri il ragionevol timore che aver possono de' compagni infedeli, ed in tutti finalmente il maggiore attaccamento, che coll'educazione hanno acquistato alle loro massime; e sulla scorta del Redentore, che differì l'istruzione perchè S. Pietro non era disposto a riceverla, vuole che si pazientino per non condurli col rigore al peggior partito: Talium infirmitas, dic' egli (a), donec firmi efficiantur, sustinenda est, non desperanda. Nec obliviscendum, quod ipse Dominus adhuc infir mo Petro ait: non potes modo sequi: sequeris autem postea. E' vero che in tanta luce, che sfavilla ai dì nostri a rendere credibili le cattoliche verità, è difficile trovare alcuno, il quale ben

(a) Epist. ad Vinc. Rogatist. 93. al. 48. n. 3.

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