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può senz' opporsi al buon regolamento della Chiesa universale contribuire alla loro convenienza e decoro l'istruzione della loro Greggia, la somministrazione del pascolo salutare de' divini misteri, la scelta de' ministri inferiori, la distribuzion de' beni al divin culto consagrati, un' autorevole legislazione che ai rispettivi sudditi prescriva i cristiani doveri, e per dir tutto in breve colle parole di Benedetto XIV. (a), quae ad vitia coercenda, virtutem promovendam, depravatos populi mores reformandos, & ecclesiasticam disciplinam aut restituendam aut fovendam necessaria atque utilia esse judicaverit; tutte queste ispezioni le credo di primigenio originario vescovile diritto. E voglio anche accordare di più, e non mi metterò a contendere con chi volesse supporre che, previo il consenso e l'approvazione o espressa o ragionevolmente presunta del Romano Pontefice in qualche caso d'inevitabile necessità e quando fosse interdetto ogni ricorso alla S. Sede per implorare la sua assistenza, voglio, dissi, accordare che per istraordinario diritto possa un Vescovo stendere il suo zelo e la sua pietà fuori della sua diocesi ed esercitare qualch'atto di giurisdizione in quelle, che o abbandonate dai loro. Vescovi o cadute in mani di lupi rapaci fossero per incontrare senza il suo soccorso un' inevitabile ruina. Anche i canoni hanno provveduto opportunamente per mezzo di stranieri Pastori alle occorenze e bisogni delle vicine diocesi (b): e non mancano esempj antichissimi di alcuni Santi che si sono adattati in quest'incontri alle dure circostanze de' tempi, e si sono piegati alle altrui spirituali indigenze. Questa e non altra autorità da tramandarsi ai Vescovi successori è stata conferita da Gesù Cristo agli Apostoli, la quale se fu in loro più estesa, non fu per altro mai indipendente dal loro Capo S. Pietro, e l' estensione amplissima ch' ebbe in loro per tutto il mondo fu richiesta allora dai bisogni della Chiesa nascente, non comunicata perchè passasse nei successori. A questi bastava che parte solo si diffondesse in appresso dell'ecclesiastico ministero, e si comunicasse loro dal Romano Pontefice, in cui solo passa con

ogni ampiezza dalla sua sorgente, perchè successore del Capo degli Apostoli, come ho testè avvertito colle parole di S. Leoe di S. Ottato Milevitano. Quello che non posso sof

ne

(a) de Syn. dioec. lib. 6. cap. 1.num.1.

(b) Concil. Milevit.ap.Harduin.tom.1.can.24.& 25.

frire, e che non soffrirà chiunque ha a cuore l'unità della Chiesa e la tranquillità de' Fedeli, si è che questi originarj diritti siano indipendenti ne' Vescovi e si stendano per modo che senza riconoscere sopra di se alcun Capo e superiore oltrepassino i confini delle rispettive loro diocesi e si estendano anche su quelle cose, che nate da superiore podestà non possono esser soggette ad una podestà inferiore, ed ordinate a promovere i vantaggi di tutti i Fedeli non devono esser variate da chi non ha in cura per ordinario diritto che una piccola porzione del divin Gregge. Non esige questo il bisogno della diocesi, non lo permette il buon' ordine, ed è contraddetto da quella stessa Verità, da cui si suppone originata immediatamente anche la podestà vescovile, alla quale non meno che ad ogni altra subordinata facoltà hanno intimato S. Pietro e S. Paolo di star soggette e di rispettare le podestà superiori, anzi dal testo medesimo di S. Cipriano (a), del quale abusano si spesso i nostri avversari per sostenere i loro spropositi. Non dice egli che tutti i sagri Pastori abbiano il vescovato in solidum, come pure avrebbe dovuto dire se avesse riconosciuti tutti i Vescovi adorni di quella pienezza d'autorità che risiede nel solo Romano Pontefice, giacchè così porta la frase presso i giureconsulti, secondo i quali vogliono interpretare S. Cipriano, cioè che sente l'intero peso del debito ciascuno di quelli che tenentur in solidum ma S.Cipriano dice che hanno in solidum non tutto ma parte del vescovato, che è appunto ciò che io ho loro accordato colle accennate limitazioni e dipendenze; ond'è che, come riflette assai bene il P. Bianchi (b), quell'in solidum non si deve intendere secondo il pieno della cosa, di cui si parla, ma per quella somiglianza e conformità che ha il tutto colla parte e vuol dire, che Gesù Cristo ha così disposte le cose, che come l'unità della Chiesa universale risultar doveva dall'unità del suo Capo, così in ogni Chiesa particolare non vi doveva essere che un sol Vescovo Capo visibile anch'esso fondamento ed origine dell'unità della sua diocesi. L'illimitata estensione in somma e l'indipendenza è ciò ch'io ricuso di conoscere ne'subalterni Pastori, non la sublime loro condizione e ca

(a) lib. de Unitate Ecclesiae.

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(b) della Podestà e della Polizia &c. tom.3.lib.1 cap.3.§. 13.

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, suc

rattere e tutti li riconosco per ministri di Gesù Cristo cessori in qualche modo degli Apostoli, veri principi ecclesiastici, Padri de' Padri, Sacerdoti sommi, vicarj di Cristo ed Angeli della Chiesa, coi quali nomi, al riferir di Mamachi (a) sono stati distinti ed onorati sì spesso dagli antichi Padri e Concilj, purchè non pretendano d'essere indipendenti e dispotici d'ogni ecclesiastico stabilimento. Vedo anch' io che nella mia supposizione non tutti i casi saranno soggetti alle loro Chiavi, non tutte le persone che abitano nella diocesi saranno pienamente soggette alla loro giurisdizione, non tutte le cause saranno terminate nel loro tribunale, non tutti i Beneficj saranno da loro distribuiti, nè saranno giudici della Fede se non quando chiamati dal loro Capo ed uniti con lui al corpo del sagro episcopato agiranno di concerto nel decidere le controversie di Fede 'non ancor definite: ma questo nè toglie che in tant' altre e sì numerose maniere esercitar non possano l'ordinaria loro vescovile podestà, ed i vincoli che incontrano, e dai quali vengono stretti nel nostro piano più che dall' altrui superiorità dal bisogno che ha la Chiesa di conservare l'unità e il buon'ordine, restano com. pensati in maniera e dal maggior lustro che acquista la loro tiara tra gli splendori del sagro triregno e da quelle opportune istruzioni che ricevono nelle più difficili e complicate faccende e dal la solidità in fine che ottengono appoggiati ad una base sì ferma ed immobile, che si mostrano improvvidi affatto que' Vescovi che li ricusano, e chi li disapprova e combatte non tende a meno che alla depressione e ruina totale di se medesimo.

Ne volete una prova evidente? ve la somministra l'argomento stesso che abbiamo per le mani, del quale ritorno ora a parlar di proposito. Finchè uniti alla Santa Sede hanno i Vescovi potuto godere del libero influsso de' favori del Romano Pontefice non è stato loro difficile il combattere qualunque errore e sradicare qualunque disordine o uniti in Concilio o sedenti sul loro trono; e perseguitati sono stati da lui difesi, come gli Atanasj, i Grisostomi, i Nazianzeni, timidi sono stati incoraggiti, come i Vescovi d' Inghilterra da Pasquale IIed Alessandro III,, deboli sono stati rinforzati, come il Vesco, vo di Milano S. Ambrogio da Siricio, vacillanti sono stati rasso

(a) Orig.& Antiq.Christian.lib.4.cap.4.§.1.

dati, come quelli di Lamagna da Gregorio III., ed ignoranti sono stati istruiti, come il Patriarca e varj altri Vescovi d' Armenia da Paolo III.; nè ha inai questo Padre pietoso sdegnato di stendere il suo braccio autorevole a loro difesa e conforto quan do o essi lo hanno implorato o lo ha ricercato il bisogno delle loro diocesi. Tutto allora camminava a dovere: e S. Ireneo con ogni libertà impugnava i Valentiniani in Francia, combatteva S. Gregorio Nisseno gli Eunomiani nella Capodocia, avviliva i Pelagiani e i Donatisti S. Agostino nell' Africa, e S. Atanasio, S. Ilario e cent'altri Vescovi perseguitavano allora gli Ariani in Egitto, in Francia, anzi per ogni dove, nè insorgeva mai in veruna parte del mondo un'errore o un Eretico che non fosse dalla vescovile vigilanza assistita dalla podestà pontificia e scoperto e atterrito e castigato per lo più severamente. Sono stati da qualche tempo, ed anche a nostro ricordo, o dalla privata ambizione di qualche Vescovo o dalle insistenze e premure de'falsi loro protettori spogliati i Vescovi di questa più intima comunicazione e spedito sussidio, e col pretesto di non pregiudicare ai primigenj loro originarj diritti è stata in gran parte impedita l'attuale influenza e direzione del loro Capo. Ora che n'è avvenuto? Ah! baldanzosi alzano la fronte in più luoghi gli Eretici senza che vogliano più rispettare la sublime loro autorità e l'avrebbero forse anche avvilita affatto e confusa colle semplici prerogative dei ministri inferiori, se pronta non accorreva a soccorrerla la S. Sede, che colla condanna della IX. e X. delle proposizioni dannate dalla famosa e necessaria Bolla Auctorem Fidei dichiarò gli ulteriori loro attentati e dottrine false, temerarie, per lo meno erronee, lesive dell' autorità episcopale, sovvertitrici del governo gerarchico, favoreg. gianti l'eresia ariana rinnovata da Calvino, ed infirmanti la forza delle definizioni e de' giudizj dommatici della Chiesa. Queste provvidenze però se hanno potuto smentire le loro imposture e calunnie, e salvare il prezioso deposito della Fede dalle loro violenze ed insidie presso coloro che forniti di buona volontà sento no tuttora e rispettano la voce del primo Pastore, non hanno potuto ricondurre per anche nella moltitudine l'antica venerazione e rispetto che godeva una volta per tutto il mondo cattolico, nè restituire il perduto esercizio della loro autorità a tutti i Pastori; ond' è che soffre tuttora gran discapito nella pregiudicata altrui opinione la loro autorità, e questa debilitazione e languore seco traendo anche quello, com'è naturale, delle secolari po

destà, tutto resta involto in una miserabile perturbazione. Oh quanto sarebbe stato miglior consiglio soffrire la soggezione e della S. Sede Madre amorosa con tutti, che abbandogoverno narsi alle bugiarde lusinghe de' loro pessimi adulatori, i quali li hanno spogliati de' loro veri originarj diritti per trasferirli in chi non conveniva in conto alcuno ! Non si è mai portata così nè coi Vescovi nè coi sovrani la S. Sede, de' quali ha rispettato l'attività e diritti per modo che non ha mai voluto agire a contraggenio di questi e non solo ha con istraordinarie delegazioni aumentato la forza di quelli, perchè nulla potesse riuscir loro d'impedimento (a), ma per renderla più pronta e spedita li ha anche minacciati di severi castighi, se avessero trascurato colpevol mente d'esercitarla. Leggete la Decretale d'Innocenzo III., che comincia Excommunicamus, riferita dall' Eimerico (b), che nel §. Volumus dichiara meritevole della deposizione quel Vescovo il quale super expurgando de sua dioecesi haereticae pravitatis fermento negligens fuerit vel remissus : le quali minacce sono state rinnovate poi e da Clemente V. e da Martino V. ; e convien dire che tutto sia avvenuto con approvazione e consenso de' Vescovi stessi se alcune furono pubblicate ne' più solenni Concilj, ed altre da Concilj adottate ed inserite negli Atti come il rescritto di Martino V. nel Costanziense. Sarà questa per voi una nuova conferma di quell' ordinaria autorità, che compete ai Vescovi di castigare gli Eretici nelle loro diocesi e una prova evidente che non pregiudica punto ai diritti originarj, ch'essi hanno quel superiore e primario che vi esercita il Romano Pontefice, ma giova ma giova moltissimo , ut Capite constituto, schismatis tollatur occasio, come dice S. Girolamo (c), o perchè una Christi Ecclesia & cathedra una monstretur come afferma S. Cipriano (d), o finalmente perchè tamquam saxum immobile totius operis christiani compagem molemque contineat, come scrisse S. Massimo (e). E questo sia detto se non a rinforzo di quell'autorità che non ne aveva bisogno, a dissipamento almeno di quelle tenebre, che vi hanno sparse sopra i novatori per oscurarla: e pronto a nuovi comandi mi dico

(a) Conc. Trid. cap. 1. sess. 5. de Reform.

(b) Director.part.2.cap.12. (c) lib.1.ady Jovinian.cap.14. (d) de Unit, Eccles.col.14. (e) Homil. 54. edit, rom. 1.

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