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teriori è riuscito talvolta agli Eretici d' evitare dalla giustizia umana le meritate pene: ma come ne'primi difficilissimi tempi della Chiesa ha supplito la provvidenza divina all'inazione de' Pastori e de' non Fedeli sovrani con assoggettare ella stessa gl'increduli ai più severi castighi; così sempre eguale a se stessa lo ha fatto in appresso quando ha trovato o la Chiesa impedita o i sovrani men pronti a punire i colpevoli: e se allora guido al laccio il perfido Giuda, fece sbranare dai cani l'empio Luciano, e rese carnefici di se stessi Teodoro, Montano e le sue Profetesse; dopo ha fulminati i Giuliani, dementati i Nestorj, strozzati i Luteri, i Carlostadį, gli Eccolampadj. Ed a chi vorrà riflettere alle molte stragi, che in Francia, divenuta da gran tempo refrattaria delle leggi ecclesiastiche ed in gran parte anche della Religione cattolica, succedono anche ai dì nostri non solo dei buoni sacerdoti e Fedeli, ma anche degli empj ed increduli, vedrà in questi avvenimenti un tratto ammirabile di quella straordinaria provvidenza, che fin dalle fascie sperimentò la Chiesa a sua consolazione e ristoro. Coglie ne' primi nuove palme gloriose, che accrescono i fasti de' suoi annali: ottiene ne' secondi quella riparazione e difesa che non può procurarsi per se medesima; e si va disponendo in tal modo a quella calma e tranquillità, che ha goduto ne' meno borrascosi suoi giorni, e che l'onnipotenza divina sa far nascere dalle più furiose tempeste .

Neppure il nome d'Inquisizione in materia di Fede e d'eresia è di così recente invenzione nella Chiesa di Dio, che non s'incontri usato anche a questo proposito fin dai tempi antichissimi : e senza parlare degl' Inquisitori, che istituì Teodosio il grande contro de' Manichei (a), e di quelli, che spedì Carlo Magno in Sassonia, il quale, come attesta Tritemio nella sua Poligrafia (b), veritus ne denuo, sicut pluries fecerant, apostatarent a Fide, secretos quosdam instituit Exploratores, quibus judiciariam contulit potestatem, qui totam Saxoniam peragrantes de Fide ac moribus secreto inquirerent diligenter, & quoscumque reperissent apostatasse a Fide..... blasphemos Ecclesiae ac Sacerdotum ejus, & mandatorum ejus contemptores seu notoriis criminibus christianam rempublicam pertur

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(a) L.9. Quamvis Manichæorum Cod. Theod. de Haereticis . (b) Lib. 6. ex Grammaticis Offridi Monachi Witemburg.

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bantes, aut populum ad Paganismum revocantes, vel sollicitantes sine dilatione imperiali & regali auctoritate impune laqueo suspenderent, vel alias, ut possent, necarent: senza parlar, dico, di quest' Inquisizioni e di quest' Inquisitori, i quali aver non si possono per autorizzati abbastanza, nè per legittimi esecutori, se pure non accorrevano e non prestavano il loro braccio avvalorati e mossi dalla podestà ecclesiastica, non addurrò che quelle sole Inquisizioni, che si dicono istituite da questa a danno dell' eresia e a difesa della cattolica Religione, e sono anch'esse antichissime. Ne parla così chiaramente S. Leone, che non solo le nomina, ma le descrive anche a colori assai vivi; e ne accenna con tal precisione le funzioni ed il metodo al nostro consimile, che il Padre Cacciari editore delle sue opere ha creduto bene d'impiegare nell' Esercitazioni, che vi ha premesse, due capitoli, il nono cioè e il decimo , per trattare de Romana S. Leonis M. in Manichaeos Inquisitione. Sentite come ne parla S. Leone stesso dopo d'averla descritta con molta accuratezza: Non sufficiat, egli dice (a), quod actum est, sed eadem Inquisitio perseveret, quae hoc, auxiliante Deo, consequetur, ut non solum qui recti sunt, incolumes perseverent, sed etiam multi, qui diabolica seductione decepti sunt, ab errore revocentur : e come scrive altrove (b): de voragine impietatis suae confessos poenitentiam concedendo levavimus. Dalle quali parole si rileva assai bene, che S. Leone prevenne colle sue pra tiche non il solo rigore del tribunale presente, ma anche la singolare clemenza, che usa con chiunque pentito confessa spontaneamente i suoi falli.

Prima di lui aveva accennata anche S. Agostino una forma consimile di Inquisizione praticata in Cartagine contro i Manichei (c), della quale dice di aver' avuti gli atti dal Diacono Quodvultdeo. Anch' egli ha proceduto (d) contro l' Eretico Vittorino Suddiacono reo di manicheismo, e dopo un formale giudizio lo ha deposto dall'Ordine chiericale, ed ha procurato che fosse cacciato da Ippona; Eumque coercitum pellendum de ci

(a) Serm. 15. et 5. de Jejunio cap.6.

(b) Epist.z.ad Episc.Ital.

(c) Lib. de Haeres. ad Quodvultdeum cap. 46. (d) Epist. 236. al.74. ad Deuterium Episc.

vitate curavi; avvertendo il Vescovo Dauterio sul finir della let tera, che petenti poenitentiae locum tunc credatur, si & alios, quos illic novit esse, manifestaverit vobis non solum in Malliana, sed in ipsa tota omnino provincia. Un' altra non molto diversa da queste Inquisizioni è riportata da Possidio nella vita dello stesso S. Agostino, il quale narra (a), che i Manichei presentati da Orso procurator regio ab Episcopis ad tabulas auditi sunt e che S. Agostino usque ad confessionem earumdem blasphemiarum eos perduxit. E' poi alle nostre così conforme non che di nome e fatti, ma anche di metodo quella, che il Patriarca d'Alessandria istituì poco prima contro Ario e suoi fautori e seguaci, che non posso dispensarmi dal riferire quel tanto che ne dice S. Epifanio (b), dove descrive gli atti, espone l'ordine giudiciale, e ne accenna la finale sentenza. Premesso il dettaglio della denuncia, che ne avea data Melezio, Alexander, dice il Santo, Arium ad sese vocans, ecquid ita se se res haberet, interrogat. Tum ille nihil tergiversatus aut cunctatus statim frontem perfricans pravam omnem suam opinionem evomuit, ut ex ipsius epistolis & actis illius Inquisitionis constat. Ecco il Fedele che denuncia; ecco il giudice ecclesiastico che chiama in giudizio e interroga; ecco l'Eretico che risponde temerariamente e s'ostina. Quam ob rem ( sentite ora il progresso e l'esito della causa) Alexander, habito Presbyterorum ac quorumdam Episcoporum, qui aderant, conventu (neppur mancavano allora le odierne consulte ), de eo quaestionem habet, ac diligenter examinat. Tum veritati cedere detrectantem ejicit ex Ecclesia, & tota civitate proscribit. Ecco la sua condanna a pene anche temporali: e perchè nulla mancasse di ciò che si pratica anche presentemente, ecco condannati anche i complici e suoi aderenti : cum quo & virgines illae & Clerici, quos antea commemoravi, cum reliqua multitudine haud exigua ab Ecclesia distracti sunt. Così si formavano le Inquisizioni, e si condannavano gli Eretici anche nel quarto secolo. Nè fu questa per verità una straordinaria maniera usata da Alessandro fu pratica ordinaria e costume di tutte le Chiese, raccontando di se stesso anche S. Epifanio (c), che

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usò diligenza, perchè i Gnostici fossero scoperti dal Vescovo; quo factum est, come soggiunge, ut 80. fere capita exulare jussa ab lolio spinisque suis repurgatam urbem reliquerint Esempi da questi non molti discordi ed una non dissimile pratica di giudicare gli Eretici ed i Sospetti d' eresia troverete anche presso Reginone (a), dove descrive i Rettori destinati a ricercare ai Decani delle respettive parrocchie de omni opere pravo, per riferirne ai Sinodi provinciali il risultato, ed ottenere dalla loro autorità e consiglio l'opportuno riparo: al quale intento credo che fossero dirette altresì le provvide diligenze di que' fedeli Operaj, de' quali S. Gregorio esalta in più luoghi l'attenzione e lo zelo nel perseguitare gli Eretici (b).

Volete anche di più, e bramate d' incontrare ne' primi secoli del cristianesimo l' Inquisizione stessa delegata interinalmente dai Romani Pontefici? Neppur di questa è mancante l'ecclesiastica storia ed oltre ai Legati e vicarj che spedivano essi per ogni parte del mondo con molta frequenza per eseguire le incombenze del loro Primato molti de' quali Febronio stesso trattando di quest' argomento riconosce per altrettanti Inquisitori mandati dai Romani Pontefici in partes remotas, qui in Fide inquirerent, & Primatis nomine ac mandato de uni tate aut servanda aut restituenda vigilarent (c); ve ne somministra un' esempio assai chiaro ed identico la lettera del Sinodo di Milano a Siricio, in cui lo avvisa delle condanche avevano colà riportate alcuni Manichei dopo l' arrivo de' suoi delegati: Itaque Jovinianum, Auxentium, Germinatorem, Felicem, Plotinum, Genialem, Martianum, Januarium & Ingeniosum, quos Sanctitas tua damnavit, scias apud nos quoque secundum judicium esse damnatos (d); e la spedizione fatta da Celestino di Germano Vescovo Antisiodorense contro gli Eretici della Bretagna, della quale parla S. Prospero Aquitano (e); e quella fatta da S. Leone di un Vescovo a

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(a) Lib. 2. Collect. de Eccles. Discipl.pag. 204.

(b) Lib. 1. ep. 77., L. 4. ep. 34. & 35., L. 5. ep. 5. & 8. L. 9. ep. 93.& 95., L. 13. epist. 33.

(c) Propos. 7. Commentarii.

(d) Int. Epist. S. Ambr. Ep.42.num. 14. tom. 2.Oper. (e) Chronic. part. 2.

Costantinopoli contro gli Eretici Eutichiani, quem in speculis com' egli s'esprime (a), propter Fidem illic esse constitui, e di Anastasio di Tessalonica, al quale dice (b) d'aver commesse le sue veci, ut eo Inquisitore atque custode, dum certus licentiae modus imponitur, ecclesiasticae disciplinae in omnibus ordo servetur. E le già indicate commissioni date da S. Gregorio a Colombo e ad Agnello; e la grande autorità di sciogliere e legare, che, come racconta il Platina nella sua vita, conferi Vitaliano all' Arcivescovo Teodoro ed all' Abate Adriano, Britannos in Fide praedicationibus & exemplo continerent aver non si possono in luogo di vere Inquisizioni delegate dai Romani Pontefici? Alle prime poco sopra indicate Inquisizioni istituite dai Vescovi null' altro manca per adombrare le nostre che la facoltà delegata agl' Inquisitori dal Romano Pontefice. Altro non manca in queste, che vi ho addotte in secondo luogo, che quella perenne e costante delegazione a modo di tribunal permanente, che non ebbero dal Papa che coll'inoltrarsi del secolo decimoterzo.

qua

Nulla vi ho detto insomma finora, che non abbia nell'ecclesiastica storia esempj antichissimi. Si è perdonato in ogni tempo ai pentiti: s' imponevano allora come adesso e le abbjure e le penitenze salutari : sono stati sempre trattati con ogni severità gl' impenitenti anche dopo morte: sono sempre stati pronti a punire anche i Sospetti di eresia i reclusorj, i flagelli le multe, gli abiti di penitenza, delle quali cose oltre gli esempj e testimonianze riportate in questa lettera aggiungo adesso quella di Teodoreto (c), che chiama uomini pieni di zelo e di pietà que' Vescovi, che , che, al dir del Baronio (d) sul cadere del quarto secolo andavano a caccia d'Eretici ed abbruciavano le loro case. La pratica aggiungo de' Sinodi di Nidi Efeso, di Laodicea, anzi di tutti i Sinodi, che hanno sempre ricercato da' Sospetti e ravveduti l'abjura de' loro errori: rito non recens, come nota assai bene Alfonso di Castro (e), nec a trecentis annis repertum, nec pure humanum inventum,

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(a) Ep.70. ad Marcian.in edit.Quesnel.105.Ballerin.137.c.2, (b) Ep. s.ad Metrop. Illyr. tom. 3. cap. 2. (c) lib. 4. cap. 11. (d) ad ann. 383. num: 36. (e) de justa Haeretic. punit. lib.6.cap. 9.

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