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Si conferma quanto è stato detto colla costante pratica della Chiesa per tutto il tempo che ha preceduto l'istituzione del tribunale del S. Officio.

LETTER A XXIV.

Origine del tribunale dell' Inquisizione delegata.

LETTER A XXV.

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pag. 264

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Propagazione e favore ch' ebbe il tribunale del S. Officio nel suo incominciamento e progresso.

LETTER A XXVI.

Riforma e più commendevole sistema, che il tribunale del
S. Officio acquistò verso la metà del secolo XVI.

LETTERA XXVII.

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pag. 297,

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pag. 304

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Epoca e motivi della decadenza del tribunale del S. officio.

LETTERA XXVII.

Confini e regole da prescriversi ai dubbj concernenti le pretese imperfezioni e difetti del Santo tribunale pag. 326

LETTER A XXIX.

Il tribunale del S. Officio non istà male in mano de' Re

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Il tribunale del S. Officio dev' essere assistito dai suoi

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Il tribunale del S. Officio non è riuscito d' alcun pregiudizio ai sovrani.

LETTER A XXXII. Neppure i Vescovi hanno sofferto alcun danno dall'istituzione del S. Officio.

LETTER A XXXIII.

A torto si dà al S.Officio la taccia di rigoroso e crudele. pag. 384

LETTER A XXXIV.

Neppur nelle cause di streghe e maliardi il S. Officio è

stato ingiusto e troppo severo.

LETTER A XXXV.

L'Editto del S. Officio è ragionevole e giusto.

LETTER A XXXVI.

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Il metodo che usa il S. Officio non è contrario ma favo

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Il giuramento, che il S. Officio dà ai rei, e qualunque altra maniera che usa, scostandosi dalla pratica degli altri tribunali, non riesce loro d' aggravio.

LETTER A XXXVIII.

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pag. 441 La religiosa segretezza dei ministri del tribunale del S. Officio, e l'occultazione delle persone e nomi de'testimonj non sono ne irragionevoli ne ingiuste.

LETTER A XXXIX.

Il tribunale del Sant' Officio non è mai stato nè avaro nè ingordo.

LETTER A XL.

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pag. 452

pag. 469

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pag. 496

Confutazione di un libro stampato in Pavia in difesa

della tolleranza indiscreta

LETTER A XLI.

Nuovi errori del Libro Pavese, e mente di S. Agostino sul soggetto del presente carteggio.

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Si prega il cortese Lettore a voler supplire da se agli altri errori tipografici

di minor considerazione.

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LETTERA PRIMA

Importanza dell' argomento e breve critica di alcuni libri, che disapprovano la punizione degli Eretici ed il tribunale del S. Officio.

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Alle bizzarre espressioni, motti pungenti ed ironiche maniere, che voi parlando del tribunale del S. Officio avete usate nell'ultime vostre lettere, parmi di dovere arguire che sia in voi scemata di molto quella venerazione, che l'educazione, le leggi e la vostr' indole istessa portata alla giustizia e pietà avevano profondamente impressa nel vostro cuore verso quel sagro tribunale, che ne' paesi d'Italia ed anche altrove veglia con tanto zelo e prudenza alla difesa e custodia della cattolica Religione. Nè mi reca grande meraviglia la mutazione. Così suol' avvenire a chi sfornito delle necessarie cognizioni si azzarda alla lettura di libri, che ad altro non mirano che a sedurre gl' incauti, ed usano ogni arte per conseguire il mal' augurato loro funestissimo intento. Voi siete debitore delle vostre perdite a quelle Novelle Letterarie, Annali, Giornali, Gazzette, Storie ed altri libercoli velenosissimi, ch' escono da gran tempo alla luce, e si spacciano con tant' impegno e premura che non possono restar nascosti neppure ai meno curiosi e meno colti ed il piacere, che dite di aver provato nel leggerli, non vi è co

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stato meno della perdita dell' ingenua vostra antica semplicità nel pensare e di quella invidiabile fermezza, colla quale siete stato in addietro veneratore ossequioso di ogni passata nostra costumanza e sistema. Allettato dalla novità di quelle notizie, che andavate acquistando nel leggerli, vi siete incautamente affezionato a queste guide infedeli, le quali ben consapevoli delle favorevoli prevenzioni, che dovevano risvegliare nell' animo vostro, hanno colla maldicenza, invettive e calunnie fatto in voi, senza che neppur vene siate avveduto, quel colpo che meditavano e Dio non voglia che insieme col tribunale, che è destinato a difenderla, la Fede istessa, la Fede di Gesù Cristo non sia restata in qualche maniera pregiudicata ed offesa. Le molte riprove, che avete date in ogni tempo, del sommo vostro attaccamento alla cattolica Religione mi persuadono, che in questa parte vi siate conservato quello che siete stato in addietro: ma i pessimi libri, che avete letti, non lasciano di destare in me qualche timore, che non cesserà giammai, finchè non vi veda distolto affatto da così gagliarda tentazione e pericolo. Non è poco discapito a mio parere l'aver già a quest' ora sminuita la stima e venerazione verso quel tribunale, che difende la Fede, il quale siccome coll' esterior forza ed autorità, che esercita, frenar suole i trasporti dei miscredenti; così col timor salutare e colla dovuta venerazione, che ispira verso la spirituale podestà della Chiesa, riesce ai buoni di grande ajuto e riparo contro la seduzione degli empj. Comunque si sia, l'antica nostra amicizia non mi permette che io vi abbandoni a quella incer tezza nella quale confessate di essere restato involto sopra punti così rilevanti. E' troppo vicino all' incertezza il pericolo di declinar nell' errore: e la cosa, di cui si tratta, non è tale, che si possa sbagliare senza danno. Voi me ne date un sufficiente stimolo, cercando da me istruzione e schiarimenti in questa, come voi dite, troppo spinosa ed intralciata materia ed io accetto volentieri l'impegno di somministrarveli, purchè mi permettiate di farlo con quell' interruzione e pausa, che esigeranno le mie gravissime occupazioni, e che vi contentiate che vi comunichi i miei sentimenti a riprese per mezzo di un' interrotto amichevole carteggio. Voi proporrete i vostri dubbj, ed io li scioglierò colla maggiore possibile celerità e chiarezza e riusciranno a me tanto più facili le risposte ed

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a voi tanto più vantaggiose, quanto nel proporli vi mostrerete più preciso e metodico. Nè crediate già, che il nostro carteggio debba riuscire a me di grande applicazione e fatica. Trattandosi di difficoltà mosse contro di un tribunale tanto applaudito e rispettato da i buoni per tanti secoli, non possono essere che insussistenti e di pochissimo peso: e trovandosi ripetute sì spesso in molti libri e foglietti, niuna me ne potrete proporre, che mi riesca improvvisa e difficile. Intanto in questa prima lettera, che non ha avuto da voi altro che un ecci- . tamento generale a scrivere su di questo argomento, non avendo alcun dubbio particolare in che occuparmi, a scanso di quel la prevenzione che potreste aver concepita a favore di quelli che ve ne hanno parlato sin' ora a sproposito, vi darò un breve dettaglio di alquanti libri ed autori, che hanno scritto contro del tribunale del S. Officio, e si vanno ricopiando con frequenza maggiore dal quale vi sarà poi facile l'argomentare a quali guide vi siate affidato sin' ora, e quanto sia lodevole cosa e ne cessaria il chiamare a rigoroso esame quanto avete appreso da loro di stravagante e difforme dall' antica vostra maniera di ragionare. Dissi d' alquanti; perchè a tutti volerli descrivere con esattezza tutti dovrei accennare gli antichi Eretici ed i moderni irreligionarj ed increduli i quali quantunque abbiano talvolta incominciata la guerra contro qualche domma o massima di morale evangelica, non l'hanno però terminata giammai senza volger l'armi contro quell' autorità, che forma la base del nostro tribunale e le ha sempre sostenute con gran forza e valore: e quest' istessa lunghissima serie di miscredenti non sarebbe bastante a tutto adeguare il numero di quelli, che l'hanno preso a combattere ostilmente. Anche non pochi Cattolici si sono voluti distinguere in quest' obbrobriosa carriera: e a dispetto del le solenni condanne che riportarono alle prime mosse che fecero contro l' ecclesiastica podestà e Arnaldo da Brescia e Marsilio di Padova e Gianduno e Wicleffo ed Hus e Pietro di Clognieres e tant' altri pel disprezzo in cui ebbero l'autorità della Chiesa e de' tribunali ecclesiastici ; pure non manca tra Cattolici chi o non ne ha scoperta abbastanza la forza, o ha procurato di declinare con raggiri e pretesti il fatal colpo per isfogare impunemente la loro bile contro quel tribunale che non può avere altra colpa presso di loro, se pure vogliono confessare il vero, che quella d'aver difesa con efficacia la Religione santissima che di

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