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per tanto tempo gran parte di magistrati cattolici, ed i generosi sussidj, che hanno recato le stesse anche più povere Comuni tà a mantenimento delle carceri e de' carcerati, che troverete registrati presso l'Eimerico, il Carena, ed il Pegna. Nè mi si oppongano con Fra Paolo le difficoltà e contrasti, che ha incontrati in qualche luogo prima di essere accettato: chè questi non mostrano il contraggenio che avessero al suo stabilimento premura piuttosto che nodrivano di vederlo sorgere tra loro con maggiore consistenza e decoro. Le cose più accettevoli non vanno esenti da questi contrasti: e se, superata ogni difficoltà.

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il tribunale del S. Officio è stato in fine ricevuto e ben veduto da tutti, tanto è lungi che i passati contrasti lo dimostrino odioso e sgradevole, che anzi ne assicurano della molta premura che si aveva di accoglierlo nella migliore possibile maniera. Suc cedono così per lo più varie gare e contrasti nella scelta de' Superiori, non perchè non si vogliano, ma perchè più matura ne succeda l'elezione, seguita la quale quello che vien' eletto diviene la consolazione e la delizia di tutti. Così s'incontrano grandi opposizioni e dispareri prina d' introdurre un nuov'Ordine regolare in qualche regno o città, superate le quali, diviene poi il sollievo de' poveri, il sostegno della buona educazione e coltura degl'ingegni, e l'amore di tutti. E così appunto è avvenuto al tribunale del S.Officio in più luoghi. Compariva ovunque accettevole, e tutti conoscevano quanto era per essere opportuno e proficuo; ma non si giunse tosto a scoprire da tutti come conciliare il libero suo esercizio coll'economia de'respettivi paesi e coi riguardi dovuti ai Vescovi ed ai magistrati. Ma tutto è stato in fine combinato assai bene; e allora fu che venne accolto da ogni principe e magistrato cogli indicati contrassegni d'amorevolezza e favore.

Non sono però i soli rettori dell' una e dell' altra società che abbiano favorito il nostro tribunale. Tutti i Fedeli si sono uniti a secondare i loro voti; e mossi da quella premura che li animava alla difesa della Religione, che professavano, hanno mostrato in cento guise l'attaccamento che avevano per sostenerlo. E chi può mai credere che ad alcuno di loro sia mai dispiacciuto l' unpegno, che il tribunale del S. Officio ha dimostrato, di castigar gli Eretici, se niuno tra loro vi fu ne' tempi andati che non si credesse in dovere di farlo in qualche modo, giunti sino al trasporto di ucciderli talvolta disordinatamente con privata autorità ed arbitrio? Chi può credere che dispiacesse ad alcuno il

suo regolamento e sistema, se somma comparve sempre in tutti, e si mostra tuttora in molti dove sussiste, la premura d'essere ascritti tra i suoi famigliari e dipendenti, ed è per lo più de' più distinti il rango di quelli che ottengono l'intento? Ne volete un' argomento anche più palmare e sensibile? ve lo somministrano amplissimo e la rapida felicissima propagazione, ch'ebbero i due grandi Ordini Domenicano e Francescano e i pubblici onori e la distinta venerazione che ottennero per tutto il mondo cattolico i due gran personaggi, che più si distinsero in questa malagevole impresa, S. Domenico e S. Pietro martire. Non può negarsi che fosse la prima sì felice ed estesa, da poter somministrare anche ai suoi Patriarchi l'ameno spettacolo di vedere divisi i loro Ordini in molte non che case ma provincie vastissime, e sparsi già per ogni parte del mondo i loro Religiosi; e che fu si grande la venerazione che riscossero e in vita e dopo morte tra tant' altri i due indicati campioni, che appena v'ha chi possa uguagliarli in tanta gloria. Solo tra gli Eretici trovò il primo chi lo maltrattasse; dovunque ponesse il piede in terre cattoliche sommi erano gli ossequj che riscuoteva dai principi e magistrati, dai Vescovi e Pontefici, dai nobili e plebei: e fu chiamato appena da Dio a ricevere il guiderdone delle sofferte fatiche, che i Cardinali più illustri ed i più distinti Prelati s'impegnarono ad onorarne le esequie; e nel breve giro di pochi anni venne sollevato dalla S. Sede agli onor degli altari, è divenne nobile oggetto di pubblica divozione chi fu in vita lo scopo dell' amore e delle lodi di tutti, e crebbe di poi col crescere de'prodigj per sua intercessione operati la venerazione e pietà per modo, che oltre d'aver forniti in Bologna i numerosi suoi figli di ampia e comoda abitazione e di onestissimo sostentamento inalzò alle onorate sue ceneri si ricco e nobile mausoleo che gareggia a giudizio dei Bollandisti coi più sontuosi d'Italia .

Avvenne lo stesso a S. Pietro martire tanto onorato e venerato dagli altri e prima e dopo morte, quanto s'era in vita reso instancabile nel suo apostolato e nella persecuzione degli Eretici. Furono raccolte dopo morte quasi preziose reliquie le sue spoglie, e furono onorate di prezioso avello; e mosso dal giudizio della S. Sede tutto il mondo cattolico lo venerò come campione invitto della cattolica Religione e dichiarato dopo morte protettore di molti regni e città, giovò in cielo colla sua intercessione a quella Fede e a quei Fedeli, che con tanto

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coraggio aveva difesi e sostenuti in terra colla forza e valore. Napoli stessa, feconda sempre d'uomini insigni e di zelanti cittadini e magistrati, allettata dall' eroiche virtù ed invitto coraggio di sì gran Santo, lo stimò e venerò grandemente ; e non solo contrastò a Verona l' onore d'avergli data l'origine per attribuirlo a se stessa, ma morto appena lo dichiarò protettore del regno, e con tanta liberalità accolse i Religiosi del suo Ordine, che luogo non è in tutta l'Europa, in cui essi abbiano avuto più splendido e generoso accoglimento. Or non v'ha dubbio che tra le varie incombenze, delle quali furono incaricati gli Ordini suddetti, la più la più precisa e clamorosa, e che più li ha distinti da tutti gli altri fin dal lor nascere, è stata quella di impiegarsi nelle incombenze del tribunale del S. Officio, portando il loro zelo e coraggio dovunque lo esigeva il bisogno della cattolica Religione. Sono troppo chiari e ripetuti i diplomi e sagri e profani, che ne somministrano le prove. E' fuor di dubbio egualmente, e basta gettare uno sguardo su que' monumenti illustri che sussistono tuttora in Firenze e Milano, che S. Domenico è stato o il primo o uno de' primi Inquisitori, più zelanti, e S.Pietro martire tra tutti gl' Inquisitori è stato quello che ha soste nuto un tal'impiego con più premura e l'ha esercitato con più vigore e coraggio d'ogni altro. Sfido ora tutti gl' invidi detrattori del nostro tribunale a conciliare, senza fare un' aperta violenza alle naturali inclinazioni del cuore umano, e smentire la più costante ed universale sperienza, a conciliare, dissi, l'odiosità del loro impiego con tanto incontro e favore, tanti onori con occupazioni sì odiate e malvedute. Trattandosi di mestieri odiosi, quegli è stimato peggiore, che meglio lo esercita: quo melius, hoc deterius, diceva Diogene a questo proposito (a): e non cessa di esser tale, benchè il suo impiego riesca di qualche utilità e profitto; e n'abbiamo sotto gli occhi varj esempj notissini: nè si potrebbe a ragione eccettuare questo dalla condizione comune ad ogni altro, se questo sopra d'ogni altro fosse riuscito, come pretendono i suoi impugnatori, a tutti i Fedeli odiosissimo. So che a rendere spedita è facile la propagazione degli Ordini suddetti, e venerabile presso tutto il mondo cattolico la memoria di sì gran Santi, potevano contribuire assai bene la loro esemplare condotta e la rara loro scienza e pie

(a) Int. apophtheg. ab Erasmo collecta 84, Diogenis.

tà. Ma se si fossero appigliati ad un mestiere da tutti disappro vato e a tutti odioso, chi può credere che, avendolo essi assunto come di particolare loro ispezione, non fosse per diminuire almeno ogni altro loro merito, e renderli meno disposti a ricevere beneficenze ed onori? Non può a meno, che ripugnanti allora i Fedeli e contrarj al tribunale non avessero fatto ciò che fanno ai di nostri gl' increduli, che odiando veramente il tribunale e la Fede prendono quindi motivo di odiare insieme e gl' Inquisitori, che impiegansi nel primo, e tutto l'Ordine ecclesiastico, che la Fede coltiva e sostiene. Ma furono contrarj affatto i loro diportamenti e crebbe invece col crescer degli anni il lor favore verso gli uni e gli altri, e sempre nuovi altari furono eretti ai grandi eroi, e i Domenicani e Francescani si dilatarono per ogni regno, furono ammessi frequentemente nelle più celebri università, e non i soli primi monarchi del cristianesimo stimarono bene di affidare alla loro fedeltà e sapere non che la direzione della loro coscienza, ma anche i più interessanti affari di Stato, ma le colonne istesse del santuario non ebbero difficoltà di ornarli talvolta delle più luminose mitre e dello stesso pontificale camauro. E' dunque una vera chimera l'odiosità che con tanta impudenza si va decantando.

A che però andar mendicando da straniere sorgenti quella propensione e favore, che ha goduto ne' tempi andati il tribunale della Fede, quando egli solo basta a se stesso, e la sua storia medesima ce ne somministra i più autentici documenti? Era appena nato in Linguadoca che si dilatò nell'Italia, e S. Lodovico lo cercò in Francia: e nel breve giro di poco più di un secolo si vide esteso in Castiglia, in Sardegna, nella Siria, nella Palestina, nella Servia e nella Brettagna; anzi nella Germania stes sa, nell' Austria, nell' Ungheria, in Polonia, Dalmazia, Boemia, Ragusi, Croazia, Istria e Valachia. Giacomo lo ricercò poco dopo, e lo accolse piacevolmente nel suo regno d'Aragona, Alfonso in quello di Valenza, Gioanni nel Portogallo, e S. Francesco Saverio in Goa. Ma chi può ridire ad uno ad uno tutti i luoghi, ne' quali fino dai primi tempi fu ricevuto di molto buon' animo l'utile tribunale, e le favorevoli accoglienze ch' ebbe per ogni dove? Se lo desiderate, ve ne somministrerà un minuto dettaglio non che il Paramo e Salelles, ma lo stesso Limborch: ed io pago d'averlo accennato brevemente, e d'aver dileguata quell'ombra di perpetua odiosità, colla quale cercano i suoi ne

per ren

mici d'oscurare le glorie di sua felice propagazione e diuturna sussistenza in tante parti del mondo, lascio a voi il carico di ricercarne altrove le più minute notizie. Troverete, lo so, che i tempi a noi più vicini non corrispondono ai tempi andati, e che gli ultimi successi sono molto discordi da sì felice incominciamento e progresso: non è però da conchiudersi per questo o che non sia stato applauditissimo per molti secoli, o che non sia tuttora ben veduto dai buoni Fedeli. Se adesso è più ristret ta la sua attività, e men copiosi sono i suoi approvatori, inimicus homo id fecit; ed a maggior suo obbrobrio lo fece nell' auge più grande delle sue glorie, e dopo che Paolo III. derlo più vantaggioso ne aveva intrapresa una decorosa riforma. Ciò non ostante però poss' io assicurarvi, che anche adesso tut ti i buoni Fedeli lo stimano e lo apprezzano come prima, e piangono dove lo vedono o inoperoso o soppresso, e porgono incessanti preghiere a Dio ed ai rispettivi sovrani per riaverlo E Dio voglia che non piangano sempre in darno, e che a van taggio di tutti s'impetri dalla santa Sede per mezzo loro quel tribunale, che per sì lunga stagione riuscì inespugnabile fortezza contro i nemici della cattolica Religione, salutare medicina agli stessi miscredenti e settarj, e d'ogni altra ecclesiastica istituzione la più utile, come lo chiamarono Paolo IV. (a), Pio IV. (b), Sisto V. (c) e varj altri Pontefici; e lo confesserete voi stesso poichè con ulteriori schiarimenti vi avrò fatto conoscere e l'ingiustizia delle opposizioni che soffre e i rari suoi pregj. Pago per ora d'averlo purgato da quella taccia di universale odiosità, dalla quale lo vedono accompagnato in ogni Stato le invide pupille de' suoi calunniatori, mi dico al solito

(a) Param. lib. 11. tit. 3. cap. 2. num. 15.

(b) Bull. Rom. num. 75. tom. 4. part. 2. constit. Pastoralis (c) Bull. Rom. tom. 4. part. 4. const. Immensa

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